ESEGUITA VASTA ED ARTICOLATA OPERAZIONE: A ROMA E SUL TERRITORIO NAZIONALE 6 MISURE CAUTELARI E 60 PERQUISIZIONI.
Il 16 novembre la Polizia di Stato, a conclusione di una complessa ed importante attività investigativa, ha eseguito un’ordinanza applicativa di misure cautelari – emessa dal GIP di Roma su richiesta della Procura di Roma-DDA: 5 persone sono state messe agli arresti domiciliari, 1 in custodia cautelare in carcere e si sono svolte 60 perquisizioni su tutto il territorio nazionale, con la collaborazione delle Squadre Mobili delle Questure di 45 Province.
Leggi qui il Comunicato Stampa della Procura di Roma
L’indagine, denominata “Sex and Clean”, era stata avviata nel luglio 2021 dalla Polaria di Fiumicino, a seguito dell’intercettazione di un pacco giunto in Italia contenente sostanza stupefacente, ordinato sul web e spedito dall’estero. Le attività, costantemente coordinate e supportate dalla DCSA, hanno consentito di monitorare l’arrivo di spedizioni simili sul territorio nazionale, destinate a soggetti in varie città nel Nord, Centro e Sud del Paese ed hanno anche permesso di individuare centinaia di pacchi “ordinati”, con le stesse modalità, in diversi Paesi europei. Le attività info-investigative della Polizia di Fiumicino sono state sviluppate con la collaborazione del Servizio Centrale Operativo – SCO – della DAC della Polizia di Stato, che ha attivato le diverse Squadre mobili sul territorio nazionale che, nei singoli casi segnalati, hanno proceduto al sequestro delle innumerevoli spedizioni illecite ed arrestato i reali destinatari dei plichi. Inoltre, la Squadra mobile di Roma ha collaborato con l‘Ufficio di p.g. della Polaria di Fiumicino, per lo svolgimento di alcune attività particolari. Nel corso dell’operazione, che ha fatto emergere un vasto traffico internazionale ed una correlata attività di spaccio di GBL, spesso associato ad altre sostanze sintetiche, sono stati sequestrati 200 kg di GBL ed arrestati 87 soggetti responsabili di narcotraffico.
La DCSA ha contribuito con un costante apporto informativo e con l’azione di coordinamento nazionale ed internazionale, attivando i collaterali di polizia stranieri interessati al traffico, che hanno condiviso informazioni “operative” preziose per gli investigatori italiani; la Direzione Centrale ha anche fornito supporto tecnico ed economico all’attività. Durante lo svolgimento dell’indagine la DCSA ha, inoltre, svolto approfondimenti in merito al “fenomeno GBL” dal punto di vista della sua “emersione” e della sua classificazione normativa. Il GBL, infatti, per il sistema normativo italiano è considerata una sostanza stupefacente – contenuta nella tabella IV allegata al DPR 309/90 – ma presenta inquadramenti giuridici non uniformi nei Paesi europei ed extraeuropei, che rendono più difficoltosa una azione investigativa congiunta tra le polizie e le autorità giudiziarie, sia nel caso di contrasto ai traffici illeciti di tale sostanza attraverso gli strumenti ordinari che con quelli speciali ed utilizzabili sulle piattaforme online, sia nell’open che nel dark web.
La complessità della questione è dovuta non solo alle differenti previsioni normative che limitano alcune attività repressive ma è anche legata alla natura stessa della sostanza: subdola e pericolosa, con effetti, danni e rischi non del tutto noti agli assuntori. Infatti, oltre al noto utilizzo “ludico” del GBL e del GHB (il GBL è considerato non solo un “precursore” particolare del secondo ma nel momento dell’assunzione nel corpo umano si trasforma in GHB che, invece, è considerato sostanza stupefacente in tutte le normative europee) durante “festini” che durano anche tutto il weekend e nei quali si “sperimenta” spesso il c.d. chemsex – in questi casi la sostanza è in grado di provocare una doppia dipendenza negli assuntori volontari ovvero tossicodipendenza e patologica dipendenza dal sesso chimico – la sua pericolosità si manifesta anche nella possibilità di somministrazione a danno di vittime inconsapevoli e, per questi aspetti, viene qualificata quale “droga dello stupro”. Il GBL ed il GHB, proprio per la loro capacità “mimetica” intrinseca – praticamente sostanze inodori ed incolori che vengono miscelate a bevande di vario tipo – e per la facile metabolizzazione nell’organismo umano – per cui a distanza di poco tempo dall’assunzione non si rintracciano più con le classiche analisi tossicologiche – sono ancora più insidiose e pericolose se utilizzate per abusare ed usare violenza su vittime “assuntori inconsapevoli” che, tra l’altro, non hanno memoria dell’accaduto per la capacità di tale droga di agire sulle capacità mnestiche. Il fenomeno delle “rape drugs”, tristemente noto e diffuso in alcuni Paesi europei, nei quali sta creando sempre più allarme sociale, è monitorato con una crescente attenzione anche in Italia, anche se, attualmente, appare di dimensioni inferiori rispetto ad altri contesti.
Un altro aspetto di rilievo connesso alla crescente diffusione del GBL è il basso costo del prodotto e la facilità di reperirlo sul mercato, ad esempio online; il webmarket, infatti, è in grado di rispondere, in maniera globale e “trasversale”, alla domanda di chiunque sia interessato all’acquisto.
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Per comprendere meglio questo fenomeno e colpire con efficacia il traffico di tali sostanze, le forze di polizia sono costantemente impegnate nelle attività di monitoraggio e contrasto al narcotraffico online, che la DCSA coordina a livello nazionale ed internazionale, supporta dal punto di vista tecnico ed economico e per le quali organizza corsi di formazione ed aggiornamento specifici con focus su nuovi strumenti e tecniche d’indagine per il contrasto dei traffici di droga nel web.
L’emersione del “fenomeno GBL” in Italia e in Europa, cui fa riferimento il comunicato stampa dell’operazione, è stata oggetto di focus anche nella Relazione Annuale 2022 della DCSA -Vedi pp.69-72-