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OPERAZIONE “BIG TASTY”

In data 10 luglio 2018 il Nucleo Investigativo del Comando Provinciale dei Carabinieri di Pisa, a conclusione dell’Operazione “Big Tasty”,  ha dato esecuzione ad un provvedimento restrittivo del GIP di Pisa nei confronti di 9 persone, di cui 6 sottoposte alla custodia cautelare in carcere e 3 all’obbligo di presentazione alla P.G.. Gli indagati, tutti italiani residenti tra le province di Pisa, Pistoia, Modena e Ancona, sono ritenuti responsabili in concorso fra loro di traffico di stupefacenti approvvigionati sul deep web, sistema sommerso non indicizzato dai normali motori di ricerca su internet, con pagamenti in bitcoin.

L’indagine del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Pisa, che si è avvalso di tecnologie molto sofisticate e specialisti informatici, è stata avviata da una serie di segnalazioni  della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga relative a sequestri di alcuni pacchi postali operati in Germania dalla locale Agenzia delle Dogane (le spedizioni arrivavano anche da Spagna e Paesi Bassi).

L’indagine ha consentito, nel suo corso, di sequestrare 50 chili di stupefacente che avrebbe fruttato sul mercato dello spaccio oltre un milione di euro. Le spedizioni erano realizzate in pacchi postali del peso di circa un chilo, contenenti stupefacenti di varia natura, in particolare eroina, hashish, amfetamine ed ecstasy, tutti destinati a un nominativo inesistente. All’indirizzo del destinatario, però è risultata risiedere una coppia italiana che si faceva recapitare le spedizioni servendosi della complicità di persone compiacenti in cambio di compensi in denaro.

La droga era destinata anche a giovanissimi,  per lo più studenti minorenni. Sono state, infatti, intercettate conversazioni telefoniche nelle quali ragazzi adolescenti, 14-15 anni, chiedono ai fornitori prezzi di favore in base alle disponibilità economiche del momento. Oltre alla rivendita in occasione di rave party, e nei locali  della movida toscana e di varie località dell’Emilia Romagna e delle Marche,  le pasticche venivano distribuite, con l’impiego di ‘galoppini’, anche in altre località del territorio nazionale.

 

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