Il 21 febbraio scorso si sono concluse le sessioni di lavoro sulle strategie antidroga dedicate alla prevenzione e contrasto dei fenomeni e delle rotte internazionali e alle strategie di cooperazione nella lotta al narcotraffico. Due le sessioni dedicate a Traffici e dinamiche associative criminali: le attività di contrasto, moderate da Francesco Grignetti -cronista de La Stampa. Nella prima parte, i relatori stranieri di Colombia, Macedonia del Nord (il Capo della Polizia di quello Stato), Messico, Spagna (UDYCO ) e U.S.A. (DEA) e quelli italiani, Comandante dello S.C.I.C.O. della G. di F. e Comandante del R.O.S. dei Carabinieri, si sono confrontati, in particolare, sulle modalità di contrasto alle organizzazioni dedite al narcotraffico. Nella seconda e ultima sessione, dedicata nello specifico ai flussi informativi per la promozione delle attività antidroga in ambito internazionale, sono intervenuti i delegati di Albania, Francia, Nigeria, Russia, Spagna (Guardia Civil), Turchia e il Direttore del III Servizio “Operazioni antidroga” della D.C.S.A..
Infine, l’intervento di chiusura del Direttore Centrale per i Servizi Antidroga che ha manifestato la propria soddisfazione per l’altissima attenzione prestata alle tematiche discusse dai qualificati relatori di diversa estrazione e nazionalità, provenienti dal mondo del law enforcement ed anche dalla magistratura e dalle agenzie internazionali che si occupano di cooperazione e di riduzione della domanda e dell’offerta. Lo scenario emerso disegna un quadro di situazione serio: il traffico illecito di stupefacenti e la diffusione della droga continuano a rappresentare un rischio a livello mondiale per la salute, la sicurezza, il benessere e la qualità della vita di tutta l’umanità oltreché per l’economia legale, la stabilità e la sicurezza degli stati. Come ricordato dal Capo della Polizia in apertura dei lavori, il narcotraffico è ancora il principale motore di tutte le attività illecite svolte dai grandi sodalizi criminali, per gli enormi profitti che produce, di gran lunga i più rilevanti fra quelli generati da qualsiasi altra attività umana, sia lecita che illecita, che rappresentano anche il più agevole sistema di auto-finanziamento per consentire lo svolgimento di ulteriori attività criminali.
I delegati di OSCE e UNODC, hanno evidenziato il costante incremento della produzione di sostanze, quali cocaina ed eroina, una sorta di “tempesta perfetta”, così definita dal Direttore del MAOC N, nella quale domanda ed offerta si condizionano reciprocamente, determinando incrementi notevoli nei consumi. In merito alla necessità di impegnarsi e cooperare sempre più- anche sul versante “preventivo” del fenomeno- l’intervento iniziale del Direttore del Dipartimento Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio, che ha illustrato le varie iniziative progettuali del DPA in tal senso.
In tema di analisi del fenomeno e contrasto al narcotraffico, la riflessione del Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri che, nel suo intervento all’inizio dei lavori, ha sottolineato che, a fianco delle tradizionali rotte di stupefacenti, si rilevano nuovi sistemi di diffusione delle droghe attraverso piattaforme on-line per la vendita di nuovi insidiosi stupefacenti di sintesi, NPS, consumati soprattutto dai più giovani. La nuova frontiera del commercio online, attraverso le spedizioni postali di pacchi e plichi contenenti piccoli quantitativi di droga e di medicinali contenenti principi attivi stupefacenti, è stata ricordata anche dai delegati di Canada e Austria. Il nemico corre veloce: le organizzazioni criminali dispongono di risorse pressoché inesauribili, sfruttano abilmente le “asimmetrie” nei sistemi normativi degli Stati e le falle del dispositivo globale, come ampiamente rappresentato anche negli interventi del Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo e del delegato argentino. Nessun Paese è immune da queste minacce. Per questo, non è possibile farcela da soli. Per fronteggiare questa situazione e ridurre il gap è indispensabile unire le forze, “fare rete”, come sottolineato dal delegato Interpol, da quello del Cile e dal Direttore della D.A.C. della Polizia di Stato, promuovendo lo sviluppo di indagini internazionali, scambiando e condividendo le informazioni, valorizzando gli sforzi investigativi e informativi di ciascuno Stato e i contributi che ci vengono dalle agenzie regionali e internazionali che operano in questo segmento. In tutti gli interventi della “due giorni di lavoro” è stata ribadita la necessità di migliorare, sempre più, la già eccellente cooperazione bilaterale, regionale e multilaterale, e di spingere forte sulla cooperazione giudiziaria e di polizia tra gli Stati. Per questa esigenza, la prima necessità è quella di creare tra tutti i Paesi chiamati a fronteggiare il narcotraffico una relazione basata sulla fiducia e sulla mutua assistenza. Come sottolineato dal delegato Interpol è importante mettere a fattor comune “quello che sappiamo fare meglio”. Incrementare cioè la collaborazione operativa tra le strutture di polizia dei Paesi di produzione, di transito e di consumo degli stupefacenti, per ottenere sinergie, sia nell’analisi dei fenomeni che nell’intelligence, allo scopo di sviluppare strategie preventive e repressive corali e condivise. In questa prospettiva – come dimostra l’esperienza italiana – potrebbe risultare vincente promuovere la negoziazione di “memorandum operativi antidroga”, quali strumenti dinamici per la pianificazione di iniziative investigative congiunte e lo svolgimento di operazioni speciali.
Necessaria anche una sempre più efficace cooperazione giudiziaria – “smart”- per usare una fortunata espressione del delegato Interpol, al fine di agevolare l’estradizione dei responsabili, assicurare le fonti di prova, rendere più tempestiva l’attività rogatoriale, costituire squadre investigative comuni e garantire assistenza legale reciproca.
In prospettiva futura sarà anche necessario provare ad armonizzare le normative di settore allo scopo di sfumare quelle frontiere giuridiche che non impediscono l’arrivo della droga ma rendono lenta e farraginosa l’azione della giustizia.
Come rimarcato da numerosi delegati, tra cui il Comandante dello SCICO- G.di F. e dallo stesso Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, occorre anche concentrare gli sforzi sul versante economico della lotta al narcotraffico, utilizzando gli strumenti delle indagini patrimoniali, finanziarie e antiriciclaggio, laddove gli ordinamenti interni lo consentano.
Riprendendo l’insegnamento del giudice Giovanni Falcone, riecheggiato nella parole del delegato olandese, aggredire i flussi finanziari e le ricchezze accumulate con il narcotraffico, rappresenta ancora la prima e più incisiva forma di contrasto alla criminalità organizzata, che reimpiega tali proventi non solo per incrementare il traffico della droga ma anche, come sottolineato dal Comandante Generale della Guardia di Finanza, per inquinare le istituzioni e le economie legali degli Stati.
Di decisiva importanza è anche la predisposizione, con il concorso di tutti gli Stati e delle Agenzie internazionali, di efficaci modelli di analisi del traffico, allo scopo di individuare con precisione i luoghi di produzione e origine delle droghe illecite e di tracciare le rotte d’importazione verso i paesi di consumo. Un supporto in questo senso potrebbe arrivare anche da un efficace sistema di monitoraggio internazionale dei precursori e delle sostanze chimiche di base.
Analogamente, come sottolineato dai delegati dei Paesi Bassi, Canada, Austria e Germania, sarà necessario uno sforzo congiunto per accrescere la capacità di monitoraggio e di intervento sulle piattaforme on-line, soprattutto nelle aree più inaccessibili del darknet, per arginare il fenomeno emergente della commercializzazione illegale delle sostanze stupefacenti nelle reti elettroniche, acquistate mediante cripto-valute che favoriscono il riciclaggio dei proventi del narcotraffico. Come emerso dagli interventi, per realizzare questi ambiziosi obiettivi di cooperazione è indispensabile muoversi rapidamente e tutti insieme. Occorre, inoltre, realizzare procedure operative condivise e partecipate, promuovendo, ove possibile, lo scambio di intelligence, la circolazione delle informazioni, la realizzazione e l’impiego di buone prassi basate sull’ esperienza investigativa e sull’expertise degli Stati che sono -più avanti- nell’azione di contrasto del narcotraffico.
Auspicata dal Direttore dello S.C.I.P. ( D.C.P.C. ), in un futuro non lontano, la condivisione, del patrimonio informativo presente nelle banche dati nazionali.
Tutte le informazioni sono preziose perché consentono di ricostruire un’immagine definita del fenomeno, che si tratti di notizie di carattere investigativo o, più semplicemente, dei risultati delle analisi tossicologiche sulle droghe sequestrate; di indicazioni sui metodi di produzione dello stupefacente o sulle modalità di occultamento della droga in transito.
Sono iniziative complesse da realizzare, ma la determinazione colta negli interventi e nella partecipazione convinta all’ evento, inducono a pensare che esista davvero la possibilità di poter attuare insieme politiche ed azioni vincenti per contrastare una piaga terribile che priva del futuro i giovani e mina alla radice ogni comunità.