Nell’ambito della cooperazione internazionale antidroga si è conclusa ieri, con l’esecuzione di 12 misure cautelari emesse dall’A.G. veneziana, l’Operazione ” Makina”, avviata nel 2017 e condotta dalle Squadre Mobili di Vicenza, Venezia e dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, in collaborazione con le polizie croata e slovena, diretta dalla D.D.A. di Venezia e con il coordinamento operativo della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga. La complessa attività ha permesso di sequestrare circa 500 kg , tramite una consegna controllata internazionale e di disarticolare il gruppo criminale responsabile. Inoltre, nello stesso contesto operativo, la Guardia di Finanza di Vicenza, ha svolto accurati accertamenti patrimoniali consentendo la contestuale esecuzione del sequestro preventivo, ai fini della confisca, di denaro, beni o altre utilità nella disponibilità di alcuni indagati, per un controvalore di circa 246.000 euro.
OPERAZIONE MAKINA Comunicato Stampa :
“””” La Polizia di Stato ha portato a termine una vasta operazione contro il traffico internazionale di stupefacenti. Le indagini condotte dalle Squadre Mobili di Vicenza, di Venezia ed il Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, hanno portato all’esecuzione di 12 misure di custodia cautelare, disposte dall’Ufficio del G.I.P. del Tribunale di Venezia nei confronti di persone gravate da indizi di colpevolezza di traffico di stupefacenti, in particolare dell’importazione di ingenti quantitativi di cocaina da Sud America. L’operazione Makina, questo il nome dato alla complessa ed articolata indagine, ha avuto luogo prevalentemente in provincia di Vicenza, in particolare nel comune di Montecchio Maggiore, ove risiedono molti degli indagati destinatari delle misure cautelari, mentre altri si trovavano, al momento dell’esecuzione dei provvedimenti, in provincia di Reggio Calabria, ad Africo, ed in provincia di Trento. Oltre all’esecuzione delle misure cautelari emesse dall’Autorità Giudiziaria di Venezia, sono state eseguite numerose perquisizioni domiciliari sia nei confronti degli indagati, che di diversi soggetti, emersi nel corso delle indagini, e legati agli indagati per traffici di natura illecita, in particolare per spaccio di stupefacenti. Per la complessità e la portata dell’operazione, l’odierna attività di polizia giudiziaria ha richiesto anche la collaborazione e l’impiego, nella fase esecutiva, di numerosi agenti della Polizia di Stato provenienti dalle Squadre Mobili di Verona, Padova, Trento, Trieste, Treviso, Belluno, Pordenone e Ferrara, dal Reparto Volo di Venezia, dal Reparto Prevenzione Crimine di Padova e da unità cinofile antidroga inviate dal Sevizio Reparti Speciali della Polizia di Stato. Le indagini dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Venezia, sono state avviate all’inizio del 2017, dopo che le autorità croate avevano segnalato, l’arrivo di un container, al porto di Rijeka, proveniente dal Perù che, dopo aver transitato per la Slovenia, sarebbe successivamente giunto in Italia attraverso il valico di confine italiano di Fernetti (TS). La Polizia croata aveva rinvenuto, all’interno del container, circa 480 chilogrammi di cocaina. Tutta la droga, divisa in 456 panetti, era stata ingegnosamente nascosta in una cavità appositamente ricavata all’interno di un macchinario per la produzione di laminati, poi termosaldata, in modo da poter eludere eventuali controlli sia da parte delle autorità doganali che di quelle di Polizia. Una volta rinvenuta l’ingentissima quantità di stupefacente, si è quindi proceduto, con la collaborazione delle autorità croate, di quelle slovene e della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, ad eseguire una consegna controllata internazionale, lasciando all’interno del container circa 2 chili di cocaina rispetto ai restanti 478, già sequestrati. Grazie alle tempestive indagini, veniva individuato il Destinatario finale del “carico illecito” in un soggetto originario e residente in provincia di Vicenza. Gravi indizi di colpevolezza sono emersi per aver organizzato assieme a quelli che successivamente sarebbero stati individuati come i componenti del sodalizio criminale, il trasporto della laminatrice a bordo di un camion, al cui interno dovevano essere nascosti 480 chili di cocaina, in un’azienda con sede nel vicentino, a Schio. Una volta giunto in provincia di Vicenza, il camion veniva fermato e accuratamente perquisito dagli agenti della Polizia di Stato ed al suo interno venivano rinvenuti, dentro la macchina laminatrice, due chili di cocaina, rispettivamente divisi in due panetti. L’uomo veniva, quindi, arrestato in flagranza di reato. Le immediate e successive attività investigative, dirette ad individuare e disarticolare il gruppo criminale responsabile, tra l’altro, del tentato ingresso in Italia di quasi mezza tonnellata di cocaina, sono state avviate e condotte anche attraverso il ricorso a numerose intercettazioni telefoniche ed ambientali, analisi di tabulati, traffici telefonici e sistemi di videosorveglianza, nonché pedinamenti e servizi di osservazione. Grazie alle indagini dirette dalla D.D.A di Venezia, gli investigatori della Squadra Mobile e del Servizio Centrale Operativo, sono riusciti ad acquisire e cristallizzare significativi indizi nei confronti di un sodalizio criminale con base operativa in provincia di Vicenza, a Montecchio Maggiore. Le indagini hanno evidenziato il coinvolgimento ed il ruolo nell’organizzazione criminale oggetto dell’indagine Makina, di un ulteriore soggetto all’epoca dei fatti latitante, arrestato nell’agosto del 2019 in provincia di Messina, ritenuto esponente di spicco della cosca GALLACE di Guardavalle, nel catanzarese. Gli approfondimenti investigativi hanno consentito di accertare che il gruppo criminale disponessero di una struttura perfettamente organizzata, in grado di attingere a notevoli risorse economiche e capace di pianificare e gestire il trasporto, anche oltreoceano, di ingentissimi “carichi” di cocaina, provenienti dal Sud America. Nel corso delle indagini sono emerse, tra l’altro, le modalità attraverso le quali i sodali comunicavano tra loro. In particolare, i contatti e le comunicazioni, avvenivano inoltre attraverso l’utilizzo di telefoni cellulari “criptati”, non intercettabili dalle forze di Polizia. Gli apparecchi in questione utilizzavano del traffico telematico criptato, prodotto per mezzo di messaggi email transitanti su specifici server situati in paesi esteri, la cui individuazione è risultata estremante difficile. Sono emersi gravi indizi a carico del sodalizio, nei cui confronti l’Autorità Giudiziaria di Venezia ha emesso dodici misure cautelari – otto O.C.C.C., due AA.DD. e due obblighi di dimora e di presentazione alla P.G. – da tempo radicato nella provincia vicentina, era dedito all’importazione di cocaina dal Sud America ed alla vendita di partite di droga alla malavita locale. Nell’ambito di questa attività investigativa, la Guardia di Finanza di Vicenza – Nucleo di Polizia Economico Finanziaria – ha svolto specifici ed accurati accertamenti sui patrimoni degli indagati. Conseguentemente nella giornata odierna, nel medesimo contesto operativo, così come disposto dal G.I.P. di Venezia nel provvedimento cautelare, è stata data esecuzione alla misura del sequestro preventivo, ai fini della confisca, di denaro, beni o altre utilità nella disponibilità di alcuni indagati, per un controvalore di circa 246.000. Vicenza, 4 febbraio 2021.””””





Le successive indagini, infatti, hanno permesso di ricostruire le modalità di “immissione” sul territorio grossetano di un ingente quantità di cocaina. Dalle attività investigative svolte è emerso, infatti, che la sostanza stupefacente oggetto della compravendita- da cui erano scaturiti l’omicidio e il tentato omicidio- risultava essere una parte di quella arrivata direttamente a Grosseto dalla Colombia nel periodo novembre/dicembre 2019 e consegnata all’omicida; si tratta di circa 5 Kg di cocaina pura, in gran parte liquida, trasportata da corrieri, la gran parte arrivati in aereo a Fiumicino. Dalle indagini è, inoltre, chiaramente emerso anche il ruolo di un cittadino italiano e di due cittadini venezuelani, di cui uno fungeva da supervisore della regolarità della compravendita per conto di alcuni narcotrafficanti colombiani, mentre l’altro- oltre ad aver portato parte dello stupefacente all’autore dell’omicidio- trasformava la cocaina liquida in polvere a Grosseto, poi tagliata in loco e destinata allo spaccio al minuto.




Grande successo contro i traffici illeciti con i Joint Action Days (JADS), svolti dal 24 al 27 settembre scorso in 34 Paesi- con il coordinamento di Europol –dettagli nel
All’alba di martedi scorso, 15 settembre, la
Questa D.C.S.A. nelle varie fasi delle indagini ha svolto il proprio coordinamento nazionale ed internazionale, sviluppato con moltissimi Paesi coinvolti – Olanda, Germania, Macedonia del Nord, Spagna, Gran Bretagna, Austria Belgio, Francia Svizzera , Albania, Ecuador e Repubblica Dominicana ( tramite gli Esperti per la Sicurezza a Bogotà ed a S.Domingo) Grecia, Ungheria e Romania. Il contributo di questa Direzione Centrale, per la parte di competenza, si è esplicato soprattutto negli importanti profili operativi internazionali dell’operazione, favorendo e coordinando l’attività di scambio informativo con le polizie straniere e, quindi, promuovendo e sostenendo lo sviluppo di una efficace cooperazione internazionale antidroga; si segnala l’ avvio e lo svolgimento di attività investigative parallele e congiunte, in particolare, nelle fasi iniziali dell’operazione, quelle con l’Ecuador, svolte anche con attività tecniche di intercettazione- in esito a rogatorie – favorite e coadiuvate dall’ Esperto per la Sicurezza in Colombia, indagini che hanno fornito rilevanti riscontri agli investigatori e permesso gli sviluppi operativi successivi. Ha fornito, inoltre, un contributo economico e tecnico alle attività investigative. 
sono intervenuti : il Procuratore Nazionale Antimafia ed Antiterrorismo – F. Cafiero de Raho, il Vice Direttore di EUROJUST – Dr. F. Spiezia, il Magistrato della Procura di Amsterdam -Justine Asbroek, il Direttore Centrale Anticrimine della P. di S. dr. -F. Messina, il Direttore Centrale per i Servizi Antidroga – Gen. D. G. di F. A. Maggiore, il Direttore del Servizio per la Cooperazione internazionale di Polizia della D.C.P.C. -Gen. B. CC E. Spina, il Capo dell’Unità Criminalità Organizzata dell’UE presso Europol -G. Raskos; nel corso della presentazione alla stampa della brillante operazione è stato trasmesso anche un videomessaggio di saluto del Direttore di EUROPOL -Catherine De Bolle. Presenti alla conferenza stampa anche il Sost. Proc. Giulio Monferini della Procura di Firenze, che ha coordinato l’indagine, il Questore di Firenze – dr. F. Santarelli, il Prefetto di Firenze dott.ssa L. Lega, il Direttore del Servizio Centrale Operativo della D.A.C. – Dr. F. Lamparelli, il Direttore del III Servizio Operazioni di questa D.C.S.A. -Gen B. CC R. Sciuto, il Dirigente della Squadra Mobile, il Capo ed il personale della Sezione di quell’Ufficio, che ha svolto le complesse indagini con gli eccellenti risultati esposti, altri esponenti della polizia e della magistratura olandese e l’Ufficiale di collegamento albanese in Italia. Alla brillante attività LOS BLANCOS – modello esemplare della forza e dell’ efficacia delle indagini contro il narcotraffico svolte in cooperazione internazionale di polizia e giudiziaria- è stato dato ampio rilievo mediatico sia a livello nazionale –


Ieri, 28 luglio, a Vicenza si è conclusa una importante attività antidroga, denominata Operazione Warning, condotta dalla 

MINISTERIO DEL INTERIOR
DIRECCIÓN GENERAL DE LA GUARDIA CIVIL


L’Operazione OPIUM costituisce un’importante testimonianza del costante impegno della Guardia di Finanza nella lotta al traffico internazionale di stupefacenti, gestito dalla criminalità organizzata e si inquadra nell’ambito della vasta e continua azione di contrasto al narcotraffico svolta dalle Forze di polizia italiane, a livello nazionale e con il sostegno della cooperazione internazionale in materia, attività antidroga favorita , supportata e costantemente coordinata da questa Direzione Centrale per i Servizi Antidroga. 
I successivi approfondimenti investigativi sviluppati dal G.I.C.O. -Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria-Comando Provinciale di Roma- supportati dal contributo informativo e dal costante coordinamento nazionale ed internazionale di questa Direzione Centrale per i Servizi Antidroga e svolti in stretta collaborazione con gli investigatori cileni, hanno consentito di individuare tutti i membri dello strutturato sodalizio riconducibile alla criminalità organizzata romana, di cui gli arrestati in Sudamerica rappresentavano il “braccio” esecutivo. L’operazione antidroga, sviluppatasi proprio dall’arresto di questi “corrieri”, ha permesso di risalire fino al vertice dell’organizzazione, localizzata sul litorale capitolino, tra Ostia e Fiumicino. In particolare, due narcotrafficanti alla testa del sodalizio, avevano costituito un’associazione sportiva per dissimulare l’invio dei mezzi acquatici in Sud America per finalità agonistiche. Particolare modalità utilizzata dai narcotrafficanti: gli acquascooter destinati ad occultare la cocaina– per evitare difformità sul peso- al momento della spedizione all’estero, venivano riempiti di farina, sostituita poi con la droga, prima del rientro in Italia. Il sodalizio indagato poteva contare su una base logistica in Cile per il noleggio di automezzi e l’acquisto di telefoni cellulari da fornire ai “corrieri” e garantiva denaro -per spese legali e varie- ai familiari degli arrestati. Nonostante il sequestro, nel 2018, dei 120 kg di cocaina in Cile, l’associazione criminale aveva continuato a operare, riuscendo a reperire ingentissimi quantitativi di cocaina, modificando le modalità di esportazione ed occultamento dello stupefacente. La brillante conclusione dell’indagine PACIFIC FREESTYLE rappresenta un ulteriore risultato del continuo impegno della Guardia di Finanza nelle operazioni di contrasto al narcotraffico che, come tutte le analoghe attività antidroga svolte dalle Forze di polizia nazionali, sono costantemente supportate -a livello informativo ed operativo, soprattutto con l’azione di coordinamento internazionale- da questa Direzione Centrale per i Servizi Antidroga.
Il 24 febbraio scorso, su una nave battente bandiera isole Marshall, proveniente dalla Colombia ed attraccata al porto di Livorno, il locale Comando Provinciale dei Carabinieri, coordinato dalla D.D.A. di Firenze, ha effettuato un maxi sequestro di oltre 3 tonnellate di cocaina destinata ai mercati francesi. Si tratta del secondo sequestro di cocaina più ingente registrato in Italia, per un valore di 400 milioni di euro. Lo stupefacente era trasportato in un container ed occultato in 90 zaini che i militari hanno svuotato, tranne uno, e riempito di altro materiale per conservarne il peso. La strategia ha consentito alla nave di proseguire il suo tragitto fino al porto di Genova e a quello di Marsiglia dove, mediante un sistema di intercettazione, installato in Italia ed avviato in acque territoriali francesi, gli investigatori hanno potuto seguire il carico, poi prelevato da tre soggetti e trasportato con un camion in una villa, dove i trafficanti sono stati tratti in arresto. L’operazione antidroga internazionale, avviata dalla Procura di Marsiglia con un Ordine di Indagine Europeo, diretto alla Procura della Repubblica di Firenze, è stata condotta in stretta collaborazione tra le Autorità di polizia e giudiziarie italiane, spagnole e francesi. Il brillante risultato raggiunto nella lotta al narcotraffico, conferma l’importanza strategica del coordinamento internazionale, dell’adozione di più rapidi strumenti procedurali e di tecnologie investigative avanzate.