Catanzaro – Esecuzione di 9 misure cautelari e sequestri per oltre 47 milioni di euro.
Nel corso della giornata del 18 luglio, i finanzieri del Servizio Centrale di Investigazione sulla Criminalità Organizzata (S.C.I.C.O.) e del Comando Provinciale di Catanzaro hanno dato esecuzione ad un’ordinanza, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Catanzaro, su richiesta della locale Procura della Repubblica, con cui è stata disposta la custodia cautelare in carcere nei confronti di 9 soggetti, accusati a vario titolo di avere promosso, diretto, finanziato, organizzato e realizzato un traffico internazionale di sostanze stupefacenti dal Sudamerica.
Contestualmente il G.I.P. ha disposto, altresì, il sequestro preventivo, anche per equivalente, del profitto dei reati contestati, determinato in oltre 47 milioni di euro, nonché di fabbricati e terreni il cui acquisto non risulta giustificato dai redditi dichiarati dai sodali, per un valore complessivo di circa 600.000 euro.
Le indagini, sviluppate dal Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata (G.I.C.O.) di Catanzaro e coordinate dalla locale DDA, hanno consentito di fare luce
sull’operatività di un’organizzazione criminale dedita al narcotraffico, di matrice ‘ndranghetistica in quanto vicina alla cosca Gallace di Guardavalle, con referenti e basi logistiche in Lazio, Toscana, Sardegna e Lombardia e all’estero.
In particolare, sono stati acquisiti gravi indizi riguardo a plurime importazioni da parte dell’organizzazione di sostanza stupefacente del tipo cocaina dal territorio sudamericano, principalmente dal Perù, dalla Colombia e dal Brasile, Paesi dove dimoravano stabilmente alcuni sodali che curavano il reperimento dello stupefacente e le operazioni logistiche di occultamento dello stesso all’interno di container (tecnica del c.d. “rip-off”). Lo stupefacente veniva occultato all’interno di container successivamente caricati su navi cargo destinate a porti del Nord Europa (prevalentemente Rotterdam, Amburgo e Anversa) e nazionali (Gioia Tauro, Livorno, Civitavecchia, Genova e Trieste), dove entravano in azione altri componenti adibiti a esfiltrare la droga occultata all’interno dei container dall’area portuale.
Sono emersi gravi indizi circa le importazioni di cocaina tramite via aerea verso lo scalo di Francoforte e le spedizioni, tramite corriere, di cocaina liquida celata all’interno di succo di moringa ovvero occultata imbevendo di stupefacente le scatole di cartone contenenti frutta proveniente dalla Colombia.
L’organizzazione avrebbe commercializzato ingenti quantitativi di hashish destinati ai mercati di Roma, Grosseto e Milano, nonché appositi additivi chimici in grado di convertire la canapa legale in sostanza stupefacente e psicotropa, oltre ad avere allestito numerose piantagioni di marijuana in Toscana, Lazio e Calabria.
L’analisi delle chat criptate (con le quali i membri dell’organizzazione pianificavano accuratamente le attività costituendo “chat di gruppo” cui partecipavano tutti i soggetti coinvolti nella singola operazione illecita), consentiva l’identificazione di buona parte dei componenti del sodalizio, in cui rivestiva un ruolo centrale un broker calabrese ritenuto “uno dei referenti più grossi della Calabria”, di stanza in Germania. Le operazioni illecite
sarebbero state tutte dirette e coordinate da un elemento di vertice della cosca GALLACE, esponente apicale della ‘ndrangheta. Sono state quindi ricostruite, per il periodo maggio 2020 – marzo 2021, importazioni di narcotico per oltre 1 tonnellata di cocaina e più di 200 kg di hashish e sono stati ricondotti all’organizzazione 17 sequestri (per oltre 400 kg di cocaina) effettuati in Italia e all’estero.
Infine, all’esito di ulteriori attività investigative, è stata delineata l’operatività attuale dell’organizzazione e, al termine di mesi di collaborazione con la D.E.A. e con l’Ufficio dell’Esperto per la Sicurezza della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga di stanza a Lima (Perù), in data 19 settembre 2022, è stato sottoposto a controllo un container (proveniente dal Perù) contenente caffè, giunto al porto di Trieste, al cui interno sono stati rinvenuti e sequestrati circa 100 kg di cocaina.





Dopo circa tre anni di latitanza è stato catturato Simone Bartiromo, broker del narcotraffico internazionale, ritenuto membro di un’organizzazione criminale camorristica dedita al traffico internazionale ed organizzato di droga su larga scala. I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli, con la collaborazione della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga e del Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia, hanno rintracciato ed eseguito a Orihuela – Alicante (Spagna), con il supporto in fase esecutiva di personale dell’Udyco – Policia National di Madrid, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti del latitante internazionale di camorra, inserito nell’elenco del Ministero dell’Interno – Latitanti Pericolosi (
Bartiromo è gravemente indiziato di essere un broker del narcotraffico inserito pienamente nel sistema camorristico partenopeo, con specifiche conoscenze delle strutture criminali albanesi e spagnole, e di avere incentrato le proprie attività nel traffico internazionale di sostanze stupefacenti e nell’approvvigionamento del narcotico destinato alle piazze di spaccio ricadenti nell’area di Napoli – Rione Traiano, nei quartieri cittadini di Scampia e di Secondigliano, nei comuni di Melito di Napoli e di Mugnano di Napoli nonchè in alcune province della Sicilia (Palermo e Catania) e della Puglia (Foggia e Brindisi) con analoghe attività di narcotraffico da e verso il territorio spagnolo.
Dall’1 al 6 giugno si è svolta in Bangkok (Thailandia) una visita di esperti antidroga della DCSA e di chimici forensi della Polizia Scientifica e del RACIS Carabinieri, presso i laboratori chimici dell’antidroga thailandese. La visita ha avuto inizio con la celebrazione della Festa della Repubblica italiana (2 giugno), organizzata dall’Ambasciata d’Italia in Bangkok, presso il Queen Sirikit National Convention Center, per poi svolgersi presso i due laboratori antidroga principali della Capitale.
prassi con i chimici dei citati laboratori. Presso la loro sede è stato possibile anche visitare una mostra didattica permanente sulle droghe sequestrate, particolarmente incentrata sul solfato di metamfetamina misto a caffeina, localmente meglio conosciuto come “YA-BA”. Nel frangente, si è potuto anche assistere alle operazioni di sequestro di una partita di circa 11 milioni di pasticche di questo stupefacente.








Nei giorni 20 e 21 febbraio, la Direzione Centrale per i Servizi Antidroga e l’Amministrazione Generale Antinarcotici libica (ANGA) hanno tenuto
un dialogo strategico per rafforzare la cooperazione nella lotta al traffico di droga nel Mediterraneo. L’incontro, facilitato dalla Missione di assistenza ai confini dell’Unione Europea in Libia (Eubam Libya), ha posto le basi per un “Memorandum of Agreement” e per futuri programmi di formazione in Libia, in collaborazione con 









I lavori si sono aperti con la visita della delegazione, accompagnata da personale del I e II Servizio di questa Direzione Centrale, presso i laboratori del
nonchè le metodologie di analisi poste in essere dalle Sezioni Investigazioni Scientifiche (SIS) nell’ambito di indagini tecniche relative alle sostanze stupefacenti.
stupefacenti, comprese le modalità di intervento e le attività investigative connesse alla scoperta dei laboratori clandestini per la produzione di droghe. 

Il 30 settembre è giunto in visita istituzionale presso la DCSA il Capo Dipartimento Antidroga della Polizia austriaca, Brigadier General Daniel Lichtenegger, accompagnato dal Lieutenant Colonel Felix Gasterstädt, Vicecapo del Department Drug Related Crime, e dall’Esperto per la Sicurezza presso le Organizzazioni Internazionali a Vienna, Ten. Col. CC Marco Molinari, al fine di sviluppare una strategia comune contro il narcotraffico, nei contesti internazionali bilaterali e multilaterali. Il Direttore Centrale, Generale D. CC Pierangelo Iannotti, ha accolto la delegazione unitamente ai Direttori e ai funzionari dei tre Servizi.






Il 7 novembre è giunto in visita istituzionale presso la Direzione Centrale per i Servizi Antidroga il Direttore esecutivo del
Durante l’incontro è stata illustrata la struttura organizzativa e le specifiche funzioni della DCSA, in particolare le attività di coordinamento info- investigativo delle indagini antidroga condotte dalle forze di polizia e di impulso alla cooperazione internazionale nel contrasto al narcotraffico. Altra tematica importante affrontata ha riguardato la rete degli esperti per la sicurezza, distaccati all’estero nei crocevia internazionali della produzione, del transito e del traffico illecito della droga che favoriscono l’avvio delle varie forme di collaborazione con i collaterali stranieri nel settore antidroga. Successivamente, dopo un breve cenno al coordinamento operativo delle operazioni speciali (attività sotto copertura e consegne controllate), sono state descritte le procedure adottate per la trattazione delle numerose segnalazioni trasmesse dal MAOC-N relative ad imbarcazioni ed aeromobili sospetti, ovvero potenzialmente coinvolti nel narcotraffico internazionale. In tale contesto è stata anche evidenziata la posizione della DCSA quale referente nazionale per le richieste di abbordaggio (ex art. 17 Convenzione ONU del 1988) del naviglio sospettato di trasportare sostanze stupefacenti in acque internazionali.
Al termine dei lavori i partecipanti hanno espresso il loro apprezzamento per il proficuo confronto che ha consentito di acquisire ulteriori elementi conoscitivi sui rispettivi sistemi organizzativi, nonché rilanciare le strategie comuni attraverso cui si sviluppa la cooperazione contro il traffico illecito di stupefacenti via mare e aria. 





Tra i mesi di maggio e giugno u.s. si è sviluppata un’importante attività antidroga, il cui successo è stata la conseguenza di un’efficace cooperazione internazionale che si è instaurata tra le autorità uruguayane, portoghesi, spagnole ed italiane. In particolare, l’indagine è stata avviata a seguito del rinvenimento di 40 kg di cocaina presso l’aeroporto di Montevideo (Uruguay), occultata all’interno di 6 tavole da surf spedite da un cittadino italiano in Portogallo e destinata in Italia con transito in Spagna. Le Autorità hanno, pertanto, inoltrato una richiesta di consegna controllata internazionale verso il Portogallo, con il contestuale interessamento dell’Italia, attraverso l’Esperto per la Sicurezza della DCSA presso l’Ambasciata d’Italia in Argentina, competente anche per l’Uruguay.
La strategia condivisa dai Paesi interessati ha permesso il buon esito dell’operazione speciale internazionale, con l’arresto a Lisbona, il 7 giugno u.s., da parte della polizia portoghese di due italiani ed il successivo 11 giugno, di un terzo complice connazionale arrestato dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria, colpito da un mandato di cattura internazionale.
L’Autorità Giudiziaria e la polizia uruguayana, a conclusione dell’importante attività di contrasto antidroga, memorabile in quanto si tratta della prima consegna controllata internazionale effettuata da quel Paese verso l’Europa, hanno indetto, il 13 giugno u.s., una conferenza stampa divulgativa, alla quale hanno preso parte il Ministro dell’Interno dell’Uruguay, Luis Alberto Heber Fontana, il Capo della Polizia Nazionale uruguayana, Comisario General (Gen C.A.) Jose’ Manuel AZAMBUYA e il Comisario General (Gen C.A.) Juan Jesús RODRÍGUEZ REINA – Director de la Dirección de Investigaciones de la Policía Nacional DIPN e, in modalità videoconferenza, le Autorità dei Paesi che hanno collaborato.
Per l’Italia ha presenziato il Procuratore di Reggio Calabria, dott. Giovanni Bombardieri, il Primo Dirigente della P. di S., dott.ssa Alessandra Ortenzi della DCSA – per l’attività di coordinamento espletata nel corso dell’operazione – esponenti della struttura operativa della Polizia di Stato e l’Esperto per la Sicurezza presso l’Ambasciata d’Italia in Argentina (Buenos Aires), Magg. CC Marco Di Maggio.







Il 6 giugno è giunta in visita istituzionale presso la DCSA la Direttrice dell’Office Anti Stupéfiants (
Nel corso del suo intervento, il Gen. Maggiore ha illustrato la struttura organizzativa della DCSA e le sue funzioni, con particolare riferimento al ruolo di coordinamento investigativo e di cooperazione internazionale di polizia in materia antidroga. In tale contesto, tematica di importante rilievo è stata quella della rete di esperti per la sicurezza, distaccati all’estero nei crocevia internazionali della produzione, del transito e del traffico illecito della droga, che promuovono prioritariamente la cooperazione di polizia contro il narcotraffico e svolgono attività di studio, osservazione e raccordo con i competenti organismi esteri. La gestione dei flussi informativi e l’attività degli esperti sono gli elementi strutturali della cooperazione internazionale, in cui si esprime la centralità della Direzione nel dispositivo di contrasto. La DCSA, attraverso un costante confronto e scambio operativo con tutti i Paesi coinvolti, punta a potenziare sempre più la cooperazione nel contrasto antidroga. Successivamente, è stato illustrato un altro fondamentale aspetto che connota la Direzione, costituito dal coordinamento operativo delle cosiddette “operazioni speciali” (operazioni sotto copertura e consegne controllate), nonché la posizione di referente nazionale per le richieste di abbordaggio (ex art. 17 Convenzione ONU del 1988) del naviglio sospettato di trasportare sostanze stupefacenti in acque internazionali.
Nel prosieguo, l’intervento si è focalizzato sugli aspetti specifici legati al traffico di stupefacenti attraverso le aree portuali italiane, tra le quali spicca il porto di Gioia Tauro che rappresenta uno degli scali tra i più importanti del Mediterraneo e d’Europa, nel quale, annualmente, circolano moltissime navi cargo e milioni di container. Le indagini e le analisi svolte dimostrato che l’hub calabrese si trova al centro della c.d. “nuova rotta del Mediterraneo“, utilizzata dalle organizzazioni criminali in alternativa alle tradizionali rotte verso i grandi porti del Nord Europa e, spesso, con carichi destinati ai paesi dell’aerea balcanica. Nel tempo, le autorità italiane hanno sviluppato, oltre all’esperienza investigativa in materia, una expertise specifica sui controlli in area portuale, ovvero delle “buone prassi” basate su una complessa ed articolata analisi di rischio di vari fattori che permette di focalizzare le navi ed i container sospetti sui quali effettuare le operazioni di monitoraggio, controllo ed ispezione e, in caso di riscontro positivo e, quando possibile, avviare attività di consegne controllate – nazionali ed internazionali – di stupefacenti. Inoltre, l’Italia ha sviluppato una stretta collaborazione di polizia a livello internazionale con i servizi antidroga dei vari Paesi europei e degli altri continenti.
Al termine della visita istituzionale, i membri della delegazione hanno espress





