Category "Operazioni antidroga"

Il 6 ottobre, la Guardia di Finanza di Reggio Calabria ha eseguito, sul territorio nazionale, un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP su richiesta del Procuratore di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri, a carico di  36 persone – facenti parte di una articolata organizzazione criminale, con base logistica il Porto di Gioia Tauro e che gestiva un vasto traffico di stupefacenti dal Sud America – coinvolte in un vasto traffico transnazionale di sostanze stupefacenti, aggravato dalla finalità di agevolare la ‘ndrangheta. Tra gli arrestati, oltre a narcotrafficanti  internazionali, figura anche un funzionario dell’Agenzia delle Dogane. Contestualmente, la  stessa Guardia di Finanza ha dato esecuzione ad un provvedimento cautelare reale, finalizzato alla confisca dei beni nella disponibilità degli indagati fino alla concorrenza di un importo di oltre 7 milioni di euro. Nel corso delle attività, complessivamente sequestrate oltre 4 tonnellate di cocaina. I risultati dell’indagine – leggi qui il comunicato stampa  – sono stati illustrati  in una conferenza stampa, tenuta dal Procuratore Capo Bombardieri, con la partecipazione del Procuratore Aggiunto -DDA- G. Lombardo e dei Comandanti Regionale  – Calabria- (M. Geremia),  Provinciale (M.Cintura) e del Nucleo PEF della G. di F. di Reggio Calabria (M.Silvari).

Le indagini, avviate nel 2019 dal G.I.C.O. del Nucleo PEF di Reggio Calabria, sono state costantemente supportate dall’attività di coordinamento info-investigativo della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, che ha favorito e sostenuto la cooperazione con le polizie dei paesi europei, dell’area balcanica e sudamericani, interessati al traffico illecito. Le attività investigative si sono sviluppate anche grazie alla proficua collaborazione di Europol e della DEA americana (Drug Enforcement Administration).     

L’operazione ha consentito di smantellare un’articolata organizzazione criminale, attiva nello scalo portuale gioiese, che garantiva  il recupero di ingenti partite di narcotico giunte a bordo di navi cargo dal Sudamerica ed il successivo stoccaggio. Il sodalizio indagato era composto da esponenti delle principali famiglie mafiose di ‘ndrangheta, in grado di garantire l’importazione delle partite di cocaina, da coordinatori delle squadre di operai portuali infedeli e da operatori portuali incaricati di estrarre lo stupefacente dai container.

Il brillante risultato conseguito testimonia, ancora una volta, quanto sia necessaria la sinergica cooperazione a livello nazionale ed internazionale tra gli attori impegnati nel contrasto al narcotraffico, settore in cui la DCSA si impegna da sempre, con la costante attività di coordinamento investigativo e di  supporto – operativo, tecnico ed economico – alle indagini antidroga.

Video dell’operazione antidroga canale YouTube DCSA –     

L’operazione ha avuto ampia risonanza mediatica sia nella stampa che nelle reti televisive nazionali  TG2 (6 ottobre – min. 11,37) TG1 (7 ottobre – min. 11,04).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Alle prime ore dell’alba del 5 aprile, la Polizia di Stato Squadra Mobile della Questura di Catania ha concluso lOperazione Empire, con l’esecuzione di un’ordinanza applicativa di misure cautelari – custodia in carcere e sequestro di una villa, provento dell’attività di narcotraffico – emessa dal GIP del Tribunale di Catania su richiesta di quella Direzione Distrettuale Antimafia, a carico di 7 soggetti ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e traffico continuato di droghe sintetiche (MDMA, ecstasy e ketamina) e marijuana, in ambito nazionale ed internazionale. I provvedimenti restrittivi rappresentano l’epilogo di un’indagine, avviata grazie alle informazioni trasmesse, a fine 2019, a questa Direzione Centrale dall’Homeland Security InvestigationHSI – che stava conducendo, negli U.S.A., indagini su un traffico internazionale di sostanze stupefacenti, nel cui ambito erano state intercettate numerose spedizioni provenienti da vari Paesi, tra cui l’Italia. Questi dati informativi, tramite il Servizio Centrale Operativo (Sco, da cui dipendono le Squadre mobili, uffici investigativi della Polizia di Stato) della DAC -Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato –, hanno permesso di attivare la Squadra mobile catanese, che ha sviluppato l’indagine, sotto la direzione della locale DDA, coordinata a livello internazionale e supportata da questa DCSA (in particolare dalla Sezione Drug@online del III Servizio). Le indagini, svolte dalla Squadra Mobile, in costante collaborazione e scambio informativo con la DCSA e il citato organismo investigativo statunitense, hanno permesso di ricostruire la struttura dell’organizzazione criminale catanese, che importava dall’Olanda ingenti quantitativi di stupefacenti, per poi rivenderli su portali del deepweb- utilizzando anche il nickname “MAFIASTARS”- ed inviarli, previo pagamento con criptovaluta Bitcoin, con spedizioni di pacchi, ad acquirenti in Italia ed all’estero, principalmente negli USA. Durante le attività investigative, svolte in stretta collaborazione con gli Stati Uniti, sempre con il costante coordinamento info-operativo della DCSA,  proprio dall’attività americana sono emersi importanti elementi di riscontro per l’indagine svolta in Italia. Sono stati effettuati, infatti, numerosi sequestri di pacchi contenenti sostanze stupefacenti, destinati a località degli Stati Uniti – spediti dal gruppo criminale catanese- oltre ad una consegna controllata internazionale, con l’arresto del destinatario negli USA , ed una attività sotto copertura nella rete con acquisto simulato di droga. Gli approfondimenti investigativi  sul territorio nazionale e su quello statunitense hanno, dunque, fatto emergere la presenza nella provincia etnea di un gruppo criminale che, mediante l’utilizzo di piattaforme di vendita online nel darkweb, aveva dato vita ad un fiorente mercato transnazionale di sostanze stupefacenti, creando di fatto una nuova “rotta” di traffico di droghe sintetiche dall’Italia verso gli Stati Uniti e verso altri paesi del mondo. Tale peculiare modalità di spaccio è stata “verificata” anche attraverso una specifica attività di monitoraggio nel darkweb sviluppata dalla citata Sezione Drug@online della DCSA – e relativa, in particolare al marketplace “Empire”, all’interno del quale gli indagati gestivano un negozio digitale vendendo svariate tipologie di sostanze stupefacente,  principalmente droghe sintetiche.

Nella stessa mattinata, presso il Reparto Mobile di Catania, si è svolta la conferenza stampa, con la partecipazione del Dirigente della Squadra mobile, dedicata ad  illustrare i dettagli dell’attività investigativa ed i brillanti risultati raggiunti – sintetizzati nel comunicato stampa  della Procura Distrettuale della Repubblica -DDA- catanese. A coronamento della stretta, costante ed efficace collaborazione tra gli uffici operanti nell’indagine Empire hanno partecipato alla fase esecutiva  ed alla successiva divulgazione mediatica degli esiti dell’operazione agli organi di stampa, anche rappresentanti del Servizio Centrale Operativo (DAC Polizia di Stato), della DCSA –che ha svolto il coordinamento investigativo, soprattutto in ambito internazionale, e supportato le parallele attività antidroga in Italia ed all’estero- e dell’ HSIHomeland Security  Investigation (U.S.A.), che ha sviluppato la correlata attività investigativa in territorio statunitense, fornendo una eccellente cooperazione nell’indagine Empire.

 

 

 

 

 

 

 

qui i video dell’ operazione Empire :

  • l’ indagine. 
  •   l’esecuzione delle misure cautelari. 

 

Nell’ambito della cooperazione internazionale antidroga si è conclusa ieri, con l’esecuzione di 12 misure cautelari emesse dall’A.G.  veneziana,  l’Operazione ” Makina”, avviata nel 2017 e condotta dalle Squadre Mobili di Vicenza, Venezia e dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, in collaborazione con le polizie croata e slovena, diretta dalla D.D.A. di Venezia e con il coordinamento operativo della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga. La complessa  attività ha permesso di sequestrare circa 500 kg , tramite una consegna controllata internazionale e di  disarticolare il gruppo criminale responsabile.  Inoltre, nello stesso contesto operativo,  la Guardia di Finanza di Vicenza, ha svolto  accurati accertamenti  patrimoniali consentendo la contestuale esecuzione del sequestro preventivo, ai fini della confisca, di denaro, beni o altre utilità nella disponibilità di alcuni indagati, per un controvalore di circa 246.000 euro.

OPERAZIONE MAKINA  Comunicato Stampa :

“””” La Polizia di Stato  ha portato a termine una vasta operazione contro il traffico internazionale di stupefacenti. Le indagini condotte dalle Squadre Mobili di Vicenza, di Venezia ed il Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, hanno portato all’esecuzione di 12 misure di custodia cautelare, disposte dall’Ufficio del G.I.P. del Tribunale di Venezia nei confronti di persone gravate da indizi di colpevolezza di traffico di stupefacenti, in particolare dell’importazione di ingenti quantitativi di cocaina da Sud America. L’operazione Makina, questo il nome dato alla complessa ed articolata indagine, ha avuto luogo prevalentemente in provincia di Vicenza, in particolare nel comune di Montecchio Maggiore, ove risiedono molti degli indagati destinatari delle misure cautelari, mentre altri si trovavano, al momento dell’esecuzione dei provvedimenti, in provincia di Reggio Calabria, ad Africo, ed in provincia di Trento. Oltre all’esecuzione delle misure cautelari emesse dall’Autorità Giudiziaria di Venezia, sono state eseguite numerose perquisizioni domiciliari sia nei confronti degli indagati, che di diversi soggetti, emersi nel corso delle indagini, e legati agli indagati per traffici di natura illecita, in particolare per spaccio di stupefacenti. Per la complessità e la portata dell’operazione, l’odierna attività di polizia giudiziaria ha richiesto anche la collaborazione e l’impiego, nella fase esecutiva, di numerosi agenti della Polizia di Stato provenienti dalle Squadre Mobili di Verona, Padova, Trento, Trieste, Treviso, Belluno, Pordenone e  Ferrara, dal Reparto Volo di Venezia, dal Reparto Prevenzione Crimine di Padova e da unità cinofile antidroga inviate dal Sevizio Reparti Speciali della Polizia di Stato. Le indagini dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Venezia, sono state avviate all’inizio del 2017, dopo che le autorità croate avevano segnalato, l’arrivo di un container, al porto di Rijeka, proveniente dal Perù che, dopo aver transitato per la Slovenia, sarebbe successivamente giunto in Italia attraverso il valico di confine italiano di Fernetti (TS).  La Polizia croata aveva rinvenuto, all’interno del container, circa 480 chilogrammi di cocaina. Tutta la droga, divisa in 456 panetti, era stata ingegnosamente nascosta in una cavità appositamente ricavata all’interno di un macchinario per la produzione di laminati, poi termosaldata, in modo da poter eludere eventuali controlli sia da parte delle autorità doganali che di quelle di Polizia. Una volta rinvenuta l’ingentissima quantità di stupefacente, si è quindi proceduto, con la collaborazione delle autorità croate, di quelle slovene e della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, ad eseguire una consegna controllata internazionale, lasciando all’interno del container circa 2 chili di cocaina rispetto ai restanti 478, già sequestrati. Grazie alle tempestive indagini, veniva individuato il Destinatario finale del “carico illecito” in un soggetto originario e residente in provincia di Vicenza. Gravi indizi di colpevolezza sono emersi per aver organizzato assieme a quelli che successivamente sarebbero stati individuati come i componenti del sodalizio criminale, il trasporto della laminatrice a bordo di un camion, al cui interno dovevano essere nascosti 480 chili di cocaina, in un’azienda con sede nel vicentino, a Schio. Una volta giunto in provincia di Vicenza, il camion veniva fermato e accuratamente perquisito dagli agenti della Polizia di Stato ed al suo interno venivano rinvenuti, dentro la macchina laminatrice, due chili di cocaina, rispettivamente divisi in due panetti. L’uomo veniva, quindi, arrestato in flagranza di reato. Le immediate e successive attività investigative, dirette ad individuare e disarticolare il gruppo criminale responsabile, tra l’altro, del tentato ingresso in Italia di quasi mezza tonnellata di cocaina,  sono state avviate e condotte anche attraverso il ricorso a numerose intercettazioni telefoniche ed ambientali, analisi di tabulati, traffici telefonici e sistemi di videosorveglianza, nonché pedinamenti e servizi di osservazione. Grazie alle indagini dirette dalla D.D.A di Venezia, gli investigatori della Squadra Mobile e del Servizio Centrale Operativo, sono riusciti ad acquisire e cristallizzare significativi indizi  nei confronti di un sodalizio criminale con base operativa in provincia di Vicenza, a Montecchio Maggiore. Le indagini hanno evidenziato il coinvolgimento ed il ruolo nell’organizzazione criminale oggetto dell’indagine Makina, di un ulteriore  soggetto all’epoca dei fatti latitante, arrestato nell’agosto del 2019 in provincia di Messina, ritenuto esponente di spicco della cosca GALLACE di Guardavalle, nel catanzarese. Gli approfondimenti investigativi hanno consentito di accertare che il  gruppo criminale disponessero di una struttura perfettamente organizzata, in grado di attingere a notevoli risorse economiche e capace di pianificare e gestire il trasporto, anche oltreoceano, di ingentissimi “carichi” di cocaina, provenienti dal Sud America. Nel corso delle indagini sono emerse, tra l’altro, le modalità attraverso le quali i sodali comunicavano tra loro. In particolare, i contatti e le comunicazioni, avvenivano inoltre attraverso l’utilizzo di telefoni cellulari “criptati”, non intercettabili dalle forze di Polizia. Gli apparecchi in questione utilizzavano del traffico telematico criptato, prodotto per mezzo di messaggi email transitanti su specifici server situati in paesi esteri, la cui individuazione è risultata estremante difficile. Sono emersi gravi indizi a carico del sodalizio, nei cui confronti l’Autorità Giudiziaria di Venezia ha emesso dodici misure cautelari  – otto O.C.C.C., due AA.DD. e due obblighi di dimora e di presentazione alla P.G. – da tempo radicato nella provincia vicentina, era dedito all’importazione di cocaina dal Sud America ed alla vendita di partite di droga alla malavita locale. Nell’ambito di questa attività investigativa, la Guardia di Finanza di Vicenza  – Nucleo di Polizia Economico Finanziaria – ha svolto specifici ed accurati accertamenti sui patrimoni degli indagati. Conseguentemente nella giornata odierna, nel medesimo contesto operativo, così come disposto dal G.I.P. di Venezia nel provvedimento cautelare, è stata data esecuzione alla misura del sequestro preventivo, ai fini della confisca, di denaro, beni o altre utilità nella disponibilità di alcuni indagati, per un controvalore di circa 246.000. Vicenza, 4 febbraio 2021.””””

 

 

 

 

 

Nelle prime ore di questa mattina, 13 novembre, la Squadra Mobile di Grosseto, a conclusione di una attività investigativa ha dato esecuzione alle ordinanze di misura cautelare – 5 provvedimenti di custodia cautelare in carcere e 2 arresti domiciliari- con la collaborazione delle omologhe di Napoli e Potenza, per traffico di stupefacenti.  Sono stati sottoposti a provvedimento restrittivo in totale 4 soggetti (2 italiani  alla custodia cautelare  in carcere e 2 dominicani agli  arresti domiciliari),  mentre 3 persone  (due venezuelani ed un italiano) sono  ancora ricercate per esecuzione di provvedimento restrittivo, a livello europeo ed internazionale. Le misure cautelari sono state emesse dal locale Tribunale, all’esito di articolate indagini, avviate a fine  2019 dalla Squadra Mobile della Questura di Grosseto, con il raccordo investigativo della Direzione Centrale dei Servizi Antidroga e coordinate dalla locale Procura della Repubblica.  L’attività  investigativa scaturiva da un omicidio e da un tentato omicidio, con arma da fuoco, di due cittadini senegalesi, nel contesto di un traffico di stupefacenti (tragico epilogo  di una “compravendita” di più di 2 kg di cocaina ). Una prima fase dell’indagine aveva già consentito l’arresto dell’autore di tali fatti – cittadino dominicano– e di altri personaggi coinvolti, mentre proseguiva  lo sviluppo dell’attività antidroga, con l’identificazione di ulteriori soggetti coinvolti in un traffico internazionale di cocaina, proveniente dalla Colombia. Le successive indagini, infatti, hanno permesso di  ricostruire le modalità di “immissione” sul territorio grossetano di un ingente quantità di cocaina. Dalle attività investigative svolte è emerso, infatti, che la sostanza stupefacente oggetto della compravendita- da cui erano scaturiti  l’omicidio e il tentato omicidio- risultava essere una parte di quella arrivata direttamente a Grosseto dalla Colombia nel periodo novembre/dicembre 2019  e consegnata all’omicida; si tratta di circa 5 Kg di cocaina pura, in gran parte liquida, trasportata da corrieri, la gran parte arrivati in aereo a Fiumicino. Dalle indagini è, inoltre, chiaramente emerso anche il ruolo di un cittadino italiano e di due cittadini venezuelani, di cui uno fungeva da supervisore della regolarità della compravendita per conto di alcuni narcotrafficanti colombiani, mentre l’altro- oltre ad aver portato parte dello stupefacente all’autore dell’omicidio- trasformava la cocaina liquida in polvere a Grosseto, poi tagliata in loco e destinata allo spaccio al minuto.

In particolare, è risultato che, dopo essere stata tagliata, una parte consistente della cocaina (pari a 4 Kg), è stata ceduta, grazie all’intermediazione di un cittadino italiano residente a Grosseto, ad alcuni connazionali residenti in Campania ed in Basilicata. 

Sono emerse, altresì, responsabilità in ordine ad un’attività di spaccio al minuto di cocaina nei confronti di due cittadini domenicani, domiciliati nella città di Grosseto. Nel corso delle indagini sono state complessivamente arrestate per vario titolo nr. 9 persone e sono stati complessivamente sequestrati gr. 90,55 di  cocaina.

Questa D.C.S.A., oltre  al consueto coordinamento  nazionale ed internazionale, con la segnalazione  di convergenze investigative, ha fornito un  importante contributo info-operativo alle indagini tramite  gli Esperti  per la Sicurezza  a Bogotà (Colombia)  e Caracas (Venezuela),  interessati per la localizzazione di alcuni soggetti e l’acquisizione di  materiale di rilevante  interesse investigativo.   

 Comunicato stampa

Grande successo  contro i traffici illeciti con i  Joint Action Days (JADS), svolti dal 24 al 27 settembre scorso in 34 Paesi-  con il coordinamento di  Europol  –dettagli nel comunicato stampa  – e  focalizzati su su tre fenomeni criminali in particolare: l’immigrazione clandestina, il traffico illegale di armi da fuoco  ed il narcotraffico – priorità fondamentali dell’EMPACT (European Multi-disciplinary Platform Against Criminal Threats), la piattaforma europea in cui, attraverso piani operativi annuali, viene data concreta attuazione all’azione di contrasto alle minacce ritenute prioritarie in ambito europeo-. In Italia, la vasta operazione congiunta ha coinvolto la Guardia di Finanza, in collaborazione con l’Agenzia dei Monopoli e delle Dogane, diverse specializzazioni della Polizia di Stato nei rispettivi ambiti di competenza (settore doganale, dell’immigrazione e delle frontiere, dei servizi antidroga e antiterrorismo) e articolazioni interforze come la Direzione centrale per i servizi antidroga e il Servizio per la cooperazione internazionale di polizia. Complessivamente sono stati impiegati quasi 4.000 operatori che hanno controllato oltre 120.000 persone e 4.000 veicoli, con 40 arresti e sequestro di oltre 50 chili di sostanze stupefacenti. Il Vice Capo della Polizia e Direttore della Criminalpol, Prefetto Vittorio Rizzi, ha così commentato l’attività: “la sicurezza non si è mai fermata per il Covid-19. La rete della cooperazione internazionale di polizia è forte e attiva perché solo unendo informazioni ed operatività di tutti i Paesi possiamo combattere un crimine che è sempre più transnazionale”.

Questa D.C.S.A.-membro della piattaforma EMPACT-  ha partecipato ai JADS  fornendo il proprio contributo di tipo informativo e di intelligence,  per i profili connessi al narcotraffico internazionale.

 

 

 

 

 

             All’alba di martedi scorso, 15 settembre, la Polizia di StatoSquadra Mobile di FirenzeServizio Centrale Operativo – in collaborazione con altre Squadre Mobili sul territorio e con le polizie degli Stati della Unione Europea interessati e la polizia albanese, hanno dato esecuzione  ad una serie di misure cautelari in carcere, disposte dalla locale A.G., nei confronti di 30 cittadini albanesi, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, detenzione e spaccio di droga.  Le fasi finali della maxi operazione internazionale antidroga si sono sviluppate nelle città di Firenze, Genova, Modena, Pisa e Lucca ed in vari Paesi esteri tra i quali l’Albania, il Belgio, gli Emirati Arabi Uniti, la Germania, la Grecia, l’Olanda, la Romania, l’Ungheria e l’Ecuador.  L’articolata ed approfondita inchiesta, coordinata  dalla Procura della Repubblica di Firenze,  ha permesso di  ricostruire le dinamiche di un “cartello” albanese denominato KOMPANIA BELLO , dedito all’importazione dal Sudamerica di enormi partite di cocaina, finanziate da importanti gruppi di narcotrafficanti operanti in tutta Europa. Per gli inquirenti, il “cartello” avrebbe gestito una considerevole parte di traffico di cocaina in Europa (il gruppo marchiava la  “propria” droga con un caratteristico logo  – il nome “BELLO” – impresso sui panetti),  basando la propria struttura su un’organizzazione parallela a quella dei grandi cartelli sudamericani e costituendo, in ambito europeo, l’indiscusso ed apicale punto di riferimento per i gruppi albanesi specializzati nel traffico di droga. Dalle accurate indagini, condotte dagli investigatori fiorentini con l’ indispensabile e preziosa collaborazione internazionale  di polizia e giudiziaria, sono emerse le dinamiche criminali del sodalizio, ramificato, oltre che in Italia anche in Olanda, Ecuador, Austria, Svizzera, Francia, Norvegia, Turchia, Germania e Belgio, dotato di grandi disponibilità economiche e logistiche ed i cui appartenenti si contraddistinguono per determinazione e spietatezza. La complessa attività investigativa è stata effettuata nell’ambito di un Joint Investigation Team, costituito da personale del Servizio Centrale Operativo, della Squadra Mobile di Firenze, della F.I.N.E.C. olandese e della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga -che ha altresì fornito supporto informativo e tecnico-, con partecipazione esterna della N.C.A. inglese ed il coordinamento di EUROJUST ed EUROPOL, anche attraverso il lavoro del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia della Direzione Centrale della Polizia Criminale.  Nel corso delle  fasi dell’ attività era già stato smantellato, per la parte olandese dell’inchiesta, uno dei gruppi del cartello ed erano state arrestate complessivamente 84 persone in Italia, nei Paesi Bassi ed anche in Ecuador, Gran Bretagna, Svizzera, Germania,  sequestrate quasi 4 tonnellate di cocaina e recuperati oltre 5,5 milioni di euro Le indagini, avviate nel 2015, grazie agli elementi emersi da una precedente attività nei confronti di alcuni cittadini albanesi, indagati per sfruttamento della prostituzione e dediti, anche, al traffico ingente di sostanze stupefacenti, si erano inizialmente concentrate su una parte dell’associazione albanese operante a Firenze, Roma e Modena, che utilizzava come standard di comunicazione l’applicativo messanger di Blackberry per la conduzione dei traffici. Agli inizi dell’operazione, la  Squadra Mobile di Firenze operò  il primo importante sequestro di droga dell’inchiesta: 9 chili di eroina scoperti nel bagagliaio di un’utilitaria sull’A1: la droga- circa un milione di euro di valore-  comprata in Svizzera era diretta al mercato fiorentino; le indagini erano poi proseguite per risalire alla fitta rete di fiancheggiatori e ai canali di rifornimento. La complessa attività di intercettazione telematica della messaggistica criptata e l’analisi del traffico telefonico hanno fatto emergere la complessità dell’organizzazione in tutta Europa e permesso di ricostruire la rete di distribuzione della droga nonché la struttura del “cartello”.  L’indagine, condotta in cooperazione internazionale, utilizzando innovative tecniche investigative anche per via rogatoriale e  lo prezioso strumento del Joint Investigation Team, ha permesso  di  “risalire” i livelli criminali,  facendo emergere la complessità dell’organizzazione, la struttura del “cartello” e l’ampiezza della rete di distribuzione della droga. L’associazione criminale era in grado di reperire ingenti quantità di cocaina -acquistata direttamente dai “Narcos” ecuadoriani- e di smerciare droga in tutta Europa, grazie al capo del gruppo- un albanese di 40 anni- che,  in contatto con i fornitori, organizzava le spedizioni di droga – sfruttando le rotte navali commerciali per l’Europa- , ne curava trasporto e  distribuzione  nei Paesi di destinazione finale – a mezzo veicoli dotati di doppifondi per l’occultamento- , dava disposizioni ai suoi complici in Albania, Italia e Olanda, seguendo poi, infine, investimenti e profitti dell’attività criminale.   Secondo le indagini, parte dei proventi derivati dalla vendita della cocaina era destinata al pagamento delle spese legali in caso di arresto degli associati e al mantenimento dei loro familiari; agli appartenenti al gruppo criminale sarebbe stato imposto il vincolo dell’omertà, pena gravi ritorsioni anche ai familiari da parte dell l’organizzazione  che avrebbe anche disposto di sicari per ordinare omicidi vendette  contro eventuali collaboratori di giustizia.

                  Questa D.C.S.A. nelle varie fasi delle indagini ha svolto il proprio coordinamento nazionale ed internazionale, sviluppato con moltissimi Paesi coinvolti – Olanda,  Germania, Macedonia del Nord, Spagna, Gran Bretagna, Austria Belgio, Francia  Svizzera , Albania,  Ecuador e Repubblica  Dominicana ( tramite gli Esperti per la Sicurezza a Bogotà ed a S.Domingo) Grecia, Ungheria e Romania. Il contributo di questa Direzione Centrale, per la parte di competenza,  si è esplicato soprattutto negli  importanti  profili operativi internazionali dell’operazione, favorendo e coordinando l’attività di scambio informativo con le polizie straniere e, quindi, promuovendo e sostenendo lo sviluppo di una efficace cooperazione internazionale antidroga; si segnala l’ avvio e lo svolgimento di  attività investigative parallele e congiunte, in particolare, nelle fasi iniziali dell’operazione, quelle con l’Ecuador, svolte anche con attività tecniche di intercettazione- in esito a rogatorie – favorite e coadiuvate dall’ Esperto per la Sicurezza in Colombia, indagini che hanno fornito rilevanti riscontri agli investigatori e permesso gli sviluppi operativi successivi. Ha fornito, inoltre, un contributo economico e tecnico alle attività investigative. 

Oggi, 17 settembre, si è svolta a Firenze presso l’Aula bunker Chelazzi della Procura della Repubblica  la conferenza stampa che ha illustrato gli eccellenti  esiti dell’ operazione LOS BLANCOS,  presieduta dal Procuratore Capo di Firenze -G. Creazzo  con la partecipazione di autorità di vertice e di elevatissimo spessore;

sono intervenuti : il Procuratore Nazionale Antimafia ed Antiterrorismo – F. Cafiero de Raho,  il Vice Direttore di EUROJUST – Dr. F. Spiezia, il Magistrato  della Procura di Amsterdam -Justine Asbroek, il Direttore Centrale Anticrimine della P. di S. dr. -F.  Messina, il Direttore Centrale per i Servizi Antidroga – Gen. D. G. di F. A. Maggiore, il Direttore del Servizio per la Cooperazione internazionale di Polizia della D.C.P.C.  -Gen. B. CC E. Spina, il  Capo dell’Unità Criminalità Organizzata dell’UE presso Europol -G. Raskos; nel corso della presentazione alla stampa della brillante operazione è stato trasmesso  anche un videomessaggio  di saluto del Direttore di  EUROPOL -Catherine De Bolle.  Presenti alla conferenza stampa anche il  Sost. Proc. Giulio Monferini  della Procura di Firenze, che ha coordinato l’indagine, il Questore di Firenze – dr. F. Santarelli,  il Prefetto di Firenze dott.ssa L. Lega,  il Direttore del Servizio Centrale Operativo della D.A.C. – Dr. F. Lamparelli, il Direttore del III Servizio Operazioni di questa D.C.S.A. -Gen B. CC R. Sciuto,  il Dirigente della Squadra Mobile, il Capo ed il personale della Sezione di quell’Ufficio, che ha svolto le complesse indagini con gli eccellenti risultati esposti, altri esponenti della polizia e della magistratura olandese e  l’Ufficiale di collegamento albanese in Italia.  Alla brillante attività  LOS BLANCOS  – modello esemplare della forza e dell’ efficacia delle indagini contro il narcotraffico svolte in cooperazione internazionale di polizia e giudiziaria- è  stato dato  ampio rilievo mediatico sia a livello nazionale comunicato stampa los blancos , che  internazionale – comunicato congiunto Europol Eurojust.

                         

 

Ieri, 28 luglio,  a Vicenza si è conclusa una importante attività antidroga, denominata Operazione Warning,  condotta dalla Polizia di Stato , Squadra Mobile della Questura e SCO -DAC , che ha eseguito 27 misure cautelari – 23 arresti e 4 divieti di dimora nel comune- nei confronti di pusher,  prevalentemente nigeriani e gambiani, indagati per una vasta attività di spaccio di sostanze stupefacenti nelle aree cittadine. L’indagine, della Squadra mobile  e del Servizio centrale operativo della Polizia di Stato, coordinata dalla locale Procura della Repubblica , si è sviluppata con il supporto del Servizio Polizia scientifica e della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, che ha fornito il coordinamento informativo ed il contributo operativo all’attività investigativa ed ha permesso di liberare i parchi pubblici di Vicenza -Campo Marzo e Parco Fornaci- dallo smercio di droga. L’attività investigativa, iniziata a gennaio, ha dimostrato che lo spaccio di droga nelle due aree verdi vicentine era ben strutturato. I pusher arrestati erano sempre in grado di rifornire un vasto numero di “clienti”- tra i quali alcuni minorenni e spesso provenienti anche dalle province limitrofe,- di differenti tipi di sostanze stupefacenti, quali eroina, cocaina e marijuana, a prezzi assolutamente competitivi. Per documentare la cessione delle dosi di droga, gli investigatori, oltre ai tradizionali e ordinari metodi d’indagine, hanno fatto ricorso all’impiego di agenti sotto copertura che hanno permesso di ricostruire anche la vasta rete di spaccio che avveniva all’interno dei due parchi e in prossimità della stazione ferroviaria.. Così, grazie a questa tecnica investigativa speciale, il contrasto al fenomeno criminale è stato realmente più efficace rispetto ai numerosi e ripetuti interventi effettuati delle Forze di Polizia in queste aree verdi che, nella maggior parte delle occasioni, comportavano il sequestro di modiche quantità di sostanze stupefacenti, con conseguente qualificazione giuridica del fatto di reato come ipotesi di lieve entità. 

MINISTERIO DEL INTERIOR                   DIRECCIÓN GENERAL DE LA GUARDIA CIVIL

 

Ieri, 4 giugno, si è conclusa l’operazione  antidroga YGARA, condotta dalla  Guardia Civil spagnola in collaborazione  con la Guardia di Finanza , questa D.C.S.A. e le autorità senegalesi, nei confronti di un’organizzazione  criminale dedita al traffico internazionale di stupefacenti.  Le indagini, avviate lo scorso anno con l’individuazione a Palma di Mallorca di un’imbarcazione a vela, verosimilmente  utilizzata per trasportare sostanze stupefacenti, si sono svolte nell’ambito della cooperazione internazionale di polizia, supportate e coordinate da questa D.C.S.A.. Visto il contesto transnazionale  in cui operava l’organizzazione criminale, la Guardia Civil  ha svolto, infatti, indagini congiunte con la Guardia di Finanza -supportate e coordinate da questa Direzione Centrale per i Servizi Antidroga-  anche attraverso gli Esperti per la Sicurezza a Madrid (Spagna) e  Dakar (Senegal)-  e con la collaborazione delle Forze Armate e dell’Ufficio Centrale per la Repressione del Traffico Illecito di Droga  del Senegal.   Le attività investigative hanno consentito di accertare l’esistenza di una struttura criminale di respiro internazionale,  dedita al trasporto di ingenti quantitativi di hashish nel Mar Mediterraneo, che operava in varie città spagnole ed in altri Paesi tra cui Italia, Libia, Marocco, Guinea Bissau, Senegal e Tunisia. Nel corso dell’operazione , la Guardia Civil ha arrestato 19 membri dell’ organizzazione criminale  ed effettuato 20 perquisizioni in abitazioni e immobili in svariate località spagnole , con il sequestro di  un’autovettura con targhe false- rubata nel mese di novembre 2019 a Marsiglia-  in possesso di uno dei capi dell’organizzazione,  il quale  aveva, tra l’altro,  adibito all’interno della propria abitazione una coltivazione indoor di marijuana. Sono stati sequestrati, inoltre, materiali di vario genere utilizzati per la distribuzione dello stupefacente ed apparecchiature per le comunicazioni criptate. Frutto della cooperazione internazionale di polizia sviluppata nell’operazione YGARA è il rilevante risultato dell’intervento operato dal Servizio marittimo della Guardia Civil, in collaborazione con le Forze Armate del Senegal – e con il supporto operativo di  FRONTEX  – che ha portato al sequestro di 5,1 tonnellate di hashish a bordo di un veliero– intercettato ed abbordato in acque internazionali in prossimità delle coste senegalesi- ed all’arresto dei tre membri dell’equipaggio, di cui due colombiani ed uno spagnolo .

Il brillante risultato dell’ Operazione YGARA  è un ulteriore esempio di quanto sia -sempre più- indispensabile  la cooperazione internazionale  tra le autorità impegnate nel contrasto al narcotraffico, settore in cui questa D.C.S.A. si impegna costantemente, fornendo  il proprio supporto – informativo, operativo e tecnico- ed il necessario coordinamento, soprattutto di tipo internazionale.

–di seguito il comunicato stampa  in lingua originale- relativo all’operazione YGARA- divulgato dalla Guardia Civil spagnola :

INTERVENIDO UN VELERO QUE NAVEGABA POR AGUAS INTERNACIONALES CERCA DE SENEGAL CON 5,1 TONELADAS DE HACHÍS

 Los detenidos se amparaban en la navegación en aguas internacionales para así dificultar la intervención de las Fuerzas y Cuerpo de Seguridad del Estado 

El ámbito de actuación de la organización abarcaba las provincias de Albacete, Almería, Barcelona, Ceuta, Málaga, Las Palmas y Pontevedra, además de países como Italia, Libia, Marruecos, Guinea Bissau, Senegal y Túnez

4 de junio de 2020.- La Guardia Civil, en el transcurso de la operación “YGARA” ha procedido a la detención de 19 personas pertenecientes a una organización internacional dedicada al transporte de grandes cantidades de hachís por el mar mediterráneo. Se han practicado un total de 20 registros en domicilios e inmuebles len diferentes localidades de las provincias de Barcelona (Barberá del Vallés, Barcelona, Sabadell, Ripollet, Sant Andreu de Llavaneras, Sant Quirze del Vallés y Vic), Girona (Blanes y Lloret de Mar), Pontevedra (Cambados). Los registros practicados, ha permitido la incautación y recuperación de un vehículo que había sido sustraído en Marsella en el mes de noviembre de 2019 y que portaba placas falsas de matrícula. Dicho vehículo se encontraba en poder de uno de los líderes de la organización, el cual había montado en su propio domicilio un plantación de marihuana “in door”. Al mismo tiempo han sido intervenidos diferentes útiles susceptibles de ser empleados para la distribución de droga, además de terminales para comunicación encriptada. 

La operación se inició el pasado año, cuando los agentes detectaron en Palma de Mallorca, un velero que podría estar siendo utilizado para transportar droga. Continuando con las investigaciones, los agentes pudieron constatar la existencia de una estructura delictiva cuyo ámbito de actuación abarcaba las provincias de Albacete, Almería, Barcelona, Ceuta, Málaga, Las Palmas y Pontevedra, además de países como Italia, Libia, Marruecos, Guinea Bissau, Senegal y Túnez.

Dado el carácter transnacional de las actividades ilícitas desarrolladas por la organización, la Guardia Civil realizó actuaciones conjuntas con la Guarda di Finanza italiana, contando con la coordinación de la Agencia Antidroga (DCSA) en ese país, así como la Armada de Senegal y la Oficina Central para la Represión del Tráfico Ilícito de Drogas, agencia dependiente de las autoridades policiales senegalesas.

Fruto de la a cooperación policial internacional desarrollada con las autoridades policiales de Senegal, tuvo lugar la intervención y el abordaje en aguas internacionales próximas a dicho país, de un velero propiedad de la organización en el que se hallaron 5.140 kgs de hachís, por lo que se procedió a la detención de los tres tripulantes de velero, dos de nacionalidad colombiana y un  ciudadano  español, patrón  de  la embarcación siendo trasladados hasta Dakar.  Esta intervención fue llevada a cabo por Fuerza de la Armada de Senegal y del Servicio Marítimo de la Guardia Civil destacado en Senegal. Cabe destacar, que los tripulantes del velero, al percatarse de la presencia policial intentaron deshacerse de la mercancía.

Dispositivos y medios de vigilancia

Durante el desarrollo de la operación, la Guardia Civil ha ejercido una vigilancia constante de la actividad de dicho velero, manteniendo un dispositivo de seguimiento y vigilancia con la participación de medios aéreos y marítimos coordinados por el CECORVIGMAR de la Guardia Civil, con el apoyo de FRONTEX, así como activadas Unidades para la intervención y abordaje en el mar. El despliegue internacional de la Guardia Civil en las diferentes embajadas de los países afectados por la actividad de la organización criminal investigada ha contribuido a consolidar  las capacidades de cooperación policial internacional en un supuesto como el investigado en el marco de la Operación “Ygara” con un marcado componente transnacional.

Para más información pueden contactar con la Oficina de Prensa de Baleares de la Guardia Civil, teléfono 971 77 41 00 ext 296 o 620271422

Hay  imágenes  a  disposición  de  los  medios  que  los  deseen  en: 

www.guardiacivil.es/es/prensa/videos_descarga_medios/2020/index.html   

 

 

 

 

 

 

Ieri, 28 maggio, la Guardia di Finanza di Roma, a conclusione dell’ Operazione  OPIUM,  ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere -emessa dal G.I.P. -Tribunale su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia capitolina-  nei confronti di 10 persone originarie del Pakistan e dell’Afghanistan, accusate di far parte di un’associazione per delinquere dedita al traffico di eroina su scala internazionale. Le indagini, sviluppate dal G.I.C.O. Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Roma, con la proficua collaborazione della N.C.A. britannica National Crime Agency- sono state  costantemente supportate  dall’attività di coordinamento info-investigativo di questa Direzione Centrale per i Servizi Antidroga che, visto il campo d’azione  internazionale dei narcotrafficanti,  ha  favorito e sostenuto la cooperazione delle polizie dei vari Paesi interessati dal traffico illecito. Le attività investigative hanno permesso di riscostruire l’operatività di un pericoloso sodalizio, facente parte di un vero e proprio network del narcotraffico, dotato di notevoli risorse economiche e di importanti disponibilità di stupefacente da destinare ai propri sodali, dislocati in vari Paesi europei. Infatti,  sono risultati Paesi destinatari dell’eroina, oltre all’ Italia, Gran Bretagna, Grecia, Olanda e Francia.  L’organizzazione criminale indagata, con base operativa  a Roma,  da cui coordinava le importazioni di eroina per tutta l’Europa, effettuate via mare e via aerea, soprattutto  utilizzando i cosiddetti  ovulatori , si può dire avesse  una “doppia anima”: locale e globale.  Infatti, il sodalizio non aveva solo accentrato in alcuni quartieri romani– con una forte presenza afghana e pakistana – le fasi di stoccaggio e consegna della droga  ma era anche in grado- grazie a un’articolata rete di conoscenze- di proiettarsi in diverse aree geografiche, invadendo piazze di spaccio anche solo per brevi periodi e, soprattutto, di reperire l’eroina attraverso molteplici canali internazionali, mantenendo costanti e dirette relazioni “commerciali”  con i Paesi d’origine, Afghanistan e Pakistan.  Nel corso delle attività gli investigatori hanno arrestato 9 corrieri di nazionalità pakistana, afghana e siriana e sequestrato oltre 25 chili di stupefacente di altissima qualità. L’organizzazione criminale reagiva ai vari interventi repressivi pianificando nuove strategie operative e garantendo ai corrieri arrestati una sorta di “mutua assistenza criminale”- denaro per spese legali e “bisogni” dei familiari-.

L’Operazione OPIUM costituisce un’importante testimonianza del costante impegno della Guardia di Finanza nella lotta al traffico internazionale di stupefacenti, gestito dalla criminalità organizzata e si inquadra nell’ambito della vasta e continua azione di contrasto al narcotraffico svolta dalle Forze di polizia italiane, a livello nazionale e con il sostegno della cooperazione internazionale in materia,  attività antidroga                                                                           favorita , supportata e costantemente coordinata da questa Direzione Centrale per i Servizi Antidroga.  

Il 26 maggio, a conclusione dell’operazione antidroga PACIFIC FREESTYLE, la Guardia di Finanza di Roma   ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare -emessa dal G.I.P.- del locale Tribunale su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia capitolina– nei confronti di 7 persone (4 custodie in carcere, 3 arresti domiciliari), al vertice di un’organizzazione di narcotrafficanti, dedita all’importazione di ingenti partite di cocaina dal Perù tramite il Cile.  Le indagini erano state avviate nel marzo 2018, a seguito di qualificate informazioni fornite dalla polizia cilena, per il tramite del competente Esperto per la Sicurezza di questa D.C.S.A. relative all’arresto di 5 connazionali- al confine tra Cile e Perù – trovati  in possesso di 120 kg. di cocaina -con una percentuale di purezza di oltre l’80%-abilmente occultati nelle paratie di 2 acquascooter.

          I successivi approfondimenti investigativi sviluppati dal G.I.C.O. -Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria-Comando Provinciale di Roma- supportati dal contributo informativo e dal costante coordinamento nazionale ed internazionale di questa  Direzione Centrale per i Servizi Antidroga e svolti in stretta collaborazione con gli investigatori cileni, hanno consentito di individuare tutti i membri dello strutturato sodalizio riconducibile alla criminalità organizzata romana, di cui gli arrestati in Sudamerica rappresentavano il “braccio” esecutivo.  L’operazione antidroga, sviluppatasi proprio dall’arresto di questi “corrieri”, ha permesso di risalire fino al vertice dell’organizzazione, localizzata sul litorale capitolino, tra Ostia e Fiumicino. In particolare, due narcotrafficanti alla testa del sodalizio, avevano costituito un’associazione sportiva per dissimulare l’invio dei mezzi acquatici in Sud America per finalità agonistiche. Particolare modalità utilizzata dai narcotrafficanti: gli acquascooter destinati ad occultare la cocaina– per evitare difformità sul peso- al momento della spedizione all’estero, venivano riempiti di farina, sostituita poi con la droga, prima del rientro in Italia. Il sodalizio indagato poteva contare su una base logistica in Cile per il noleggio di automezzi e l’acquisto di telefoni cellulari da fornire ai “corrieri” e garantiva denaro -per spese legali e varie- ai familiari degli arrestati. Nonostante il sequestro, nel 2018, dei 120 kg di cocaina in Cile, l’associazione criminale  aveva continuato a operare, riuscendo a reperire ingentissimi quantitativi di cocaina, modificando le modalità di esportazione ed occultamento dello stupefacente. La brillante conclusione dell’indagine PACIFIC FREESTYLE rappresenta un ulteriore risultato del continuo impegno della Guardia di Finanza nelle operazioni di contrasto al narcotraffico che, come tutte  le analoghe attività antidroga svolte dalle Forze di polizia nazionali, sono costantemente supportate -a livello informativo ed operativo, soprattutto con l’azione di coordinamento internazionale- da questa Direzione Centrale per i Servizi Antidroga.

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