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Pubblichiamo la versione- in lingua  italiana-  dell’intervista    rilasciata dal Direttore Centrale di questa  D.C.S.A. dott. Giuseppe Cucchiara a Sergio Nazzaro, nell’ambito del Capitolo III della ricerca    A PARALLEL CONTAGION   c. III  Exploiting the pandemic, the mafia way –  UN CONTAGIO PARALLELO  -Come la mafia sfrutta la pandemia  – del Global Initiative  Against Transational Organized Crime.

UN CONTAGIO PARALLELO -Come la mafia sfrutta la pandemia, Capitolo III.   In queste interviste con esperti italiani di lotta alla mafia e criminalità organizzata, esaminiamo varie modalità con cui i gruppi mafiosi in Italia ed oltreoceano stanno sfruttando le condizioni economiche create dalla pandemia del COVID-19 –  dal fornire i cosiddetti servizi di welfare della mafia ad acquisire settori dell’economia legale, il traffico di droga ed il   Le interviste – condotte da  Sergio Nazzaro *-  fanno seguito alla nostra tavola rotonda virtuale con quattro figure preminenti della lotta italiana alla mafia,  su come la mafia si stia riposizionando durante la pandemia. Includiamo le interviste con: Roberto Tartaglia, magistrato anti-mafia e Vice Capo del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria, Raffaele Cantone, magistrato anti-mafia ed ex Presidente  dell’Autorità Nazionale Italiana Anti Corruzione Authority (2014–2019), Giuseppe Cucchiara, Direttore dei servizi antidroga presso il Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno, ruolo che detiene dal 2017, Marcello Minenna, Direttore dell’Agenzia Italiana delle Dogane e Monopoli.  *Sergio Nazzaro, giornalista, scrittore e consigliere della Commissione Parlamentare  Anti-Mafia. Da novembre  2018, Nazzaro svolge la funzione di portavoce sia per il Presidente della  Commissione Parlamentare Anti-Mafia che per il Vice Ministro dell’Interno. Nel gennaio 2020, è stato nominato portavoce volontario del Vice Ministro della Salute Italiano per la durata della crisi del COVID-19. Nazzaro è membro del Network di Esperti GI-TOC.

UN CONTAGIO PARALLELO estratto dal Capitolo III, intervista a  Giuseppe Cucchiara, Direttore dei  Servizi Antidroga :

 NAZZARO: Cosa è successo al traffico di droga mentre il mondo si è fermato a causa della pandemia? Il commercio di droga si è fermato, oppure ha solo cambiato volto?

GIUSEPPE CUCCHIARA: La rapida diffusione del virus in gran parte del mondo sta influenzando gli stili di vita, le economie, le istituzioni e molti altri fattori, che hanno conseguenze negative sia sulla vita di tutti i giorni delle persone che per i governi. Il virus ha anche colpito il traffico di droga  che, nonostante sia un’attività illegale, è un commercio le cui prestazioni dipendono largamente dal funzionamento  normativo delle economie legali di tutto il  mondo. Quando c’è un’interruzione lungo la filiera mondiale di approvvigionamento e nelle reti del trasporto, come sta succedendo ora col COVID-19, le principali organizzazioni criminali e le loro attività di traffico di droga vengono colpite. Pensi, ad esempio, ai processi di produzione nei laboratori clandestini che necessitano di specifici prodotti, che sono difficilmente accessibili  anche in normali condizioni di mercato. Un altro problema  per le organizzazioni criminali riguarda la fase di trasporto ed i suoi meccanismi. Le principali rotte del traffico di droga verso l’Europa sono quelle provenienti dall’America Latina per la cocaina, e dall’oriente, soprattutto l’ Afghanistan, per quanto riguarda gli oppiacei. Secondo me, il traffico di cocaina è ancora la principale fonte  di guadagno per le organizzazioni criminali italiane, soprattutto la ‘Ndrangheta. Per questo motivo, presto particolare attenzione al traffico di cocaina, che viene inviata principalmente via mare.  Il traffico di cocaina via mare ha subito una contrazione, così come il commercio di merci legali dall’America Latina, a causa della pandemia. Viste le attuali restrizioni, le organizzazioni criminali stanno cercando modalità di trasporto diverse. Così come per lo spaccio sulla strada, le restrizioni alla libertà di movimento delle persone hanno portato i trafficanti ed i loro mercati a sviluppare nuove modalità operative. In Italia abbiamo visto spacciatori camuffati da autisti addetti alle consegne, altri che usavano il car-sharing o i taxi. Mentre lo spaccio di droga sulla strada sta sviluppando nuove dinamiche, il commercio internazionale di droga  si è trovato in grande difficoltà, soprattutto perché le rotte per la spedizione della droga da un emisfero all’altro sono state interrotte. Le misure di contenimento adottate da numerosi governi a seguito della pandemia hanno portato, secondo i nostri dati, ad una sostanziale diminuzione del traffico.

 In Italia, visto che l’economia legale ora può lentamente cominciare a ripartire, anche il traffico di droga  si riprenderà?

E’ ancora troppo presto per dirlo, ma non è irragionevole supporre che potrebbe succedere. E, come ho già detto, il commercio di droga conta moltissimo sui buoni risultati del commercio legale. Durante questo periodo, le attività legali si sono quasi arrestate e questo ha avuto ripercussioni anche sul traffico di droga. A questo punto dobbiamo essere cauti. In Italia è attualmente in atto la cosiddetta fase 2 del lockdown, ma il traffico di droga è interessato da controlli e restrizioni anche in altri paesi. Per esempio, in Perù le misure di sicurezza adottate in regioni in cui vi è una vasta concentrazione di piantagioni di cocaina hanno reso più difficile per le organizzazioni criminali procurarsi i precursori chimici che vengono usati nella produzione di cocaina. Questo ha causato un calo della produzione. C’è un surplus di mercato di  produzione di foglie di coca, ma c’è carenza di precursori necessari per la produzione di cocaina, e questo ha portato ad un drastico decremento dei prezzi della coca, da circa 60 euro a 10 euro per 1.5kg. Questo ha delle ripercussioni sul business del traffico: prima della pandemia il prezzo della cocaina all’ingrosso in Perù fluttuava tra i 900 ed i 1 000 $ al chilo; oggi sta intorno ai 400 $ al chilo. Quindi dobbiamo aspettare che altri paesi inizino ad allentare le restrizioni economiche per avere un quadro migliore di cosa succederà al traffico di droga qui in Italia. Quello che sappiamo del mercato del traffico è che la cocaina già in circolazione nella filiera di approvvigionamento in Italia – ed in generale in Europa – è aumentata di valore a causa della diminuzione dell’offerta nei mercati di produzione. Abbiamo registrato un aumento del  30% del prezzo della cocaina, sia quella già presente in Europa che per le piccole quantità che riescono ad essere spedite dall’America Latina. Nel prossimo futuro ci aspettiamo che la riduzione dell’offerta di droga indurrà  un ulteriore aumento dei prezzi. Lo potremo vedere nelle prossime settimane.

Visto l’effetto di disturbo della pandemia sul commercio di droga, questa è una opportunità per le forze di polizia nazionali ed internazionali per sferrare un duro colpo alle organizzazioni criminali?

Le agenzie internazionali di polizia svolgono il loro ruolo. Ma la verità è che il problema prima va affrontato  nei paesi dove la droga viene prodotta. Quali azioni concrete possono intraprendere le agenzie internazionali? In Europa, ad esempio abbiamo a che fare con un prodotto che passa attraverso i nostri confini, ma il duro colpo cui lei si riferisce dovrebbe essere inferto dai paesi produttori dell’America Latina – e questo è fuori della nostra portata. Stranamente i gruppi criminali albanesi hanno aumentato il traffico di droga verso l’Italia utilizzando le rotte che attraversano l’Adriatico. Il 10 aprile, a Bari, sono stati sequestrati 20 kg di eroina nascosti in un camion, mentre, più di recente le autorità hanno intercettato un’ altra consistente spedizione di cocaina proveniente dall’Albania. In casi come questi, quando i paesi sono geograficamente vicini, la collaborazione tra le agenzie di polizia specializzate nel contrasto alla criminalità organizzata è più facile e più efficace. Tuttavia, quando la merce proviene da paesi più distanti le cose diventano complicate.

In questo contesto di convivenza col virus, in che modo le organizzazioni criminali si stanno adattando e stanno approfittando della situazione di emergenza?

Le organizzazioni criminali sono estremamente flessibili. In Italia i gruppi mafiosi hanno fatto investimenti astuti, tempestivi, per esempio nel settore agroalimentare, nella fornitura di medicine, attrezzature mediche e prodotti sanitari, oltre che nel settore funerario, i servizi di pulizia, la gestione dei rifiuti ed il trasporto su strada. I gruppi mafiosi sono noti per essere molto abili a ristrutturarsi ed adattarsi. Tuttavia, l’emergenza sanitaria del COVID-19 ha dato alle agenzie di polizia l’opportunità, una volta ripresa appieno l’attività, di avere un impatto considerevole sulla filiera dell’approvvigionamento di droga. E questo significa rendere difficile la vita alle organizzazioni criminali. Nonostante il commercio transnazionale di droga dipenda da vari fattori esterni, la distribuzione interna ha dinamiche diverse e, in un periodo di controlli più stretti, potrebbe soffrire un duro colpo.

 Riguardo al traffico di droga, che ruolo hanno il mercato italiano e, più in generale, quello europeo, nel contesto globale?

L’Italia è prevalentemente un mercato di destinazione della droga, non un mercato di produzione; ci sono alti livelli di consumo, sia per le droghe sintetiche che per quelle tradizionali. La posizione geografica dell’Italia in Europa rende i suoi porti degli importantissimi centri di smistamento del traffico destinato altrove, rendendo quindi l’Italia anche un paese di transito. Però, questo accade nella maggior parte degli stati costieri europei. Le grandi organizzazioni criminali come la ‘Ndrangheta – che è considerata il broker mondiale della cocaina destinata all’Europa – movimentano enormi quantità di droga destinata agli stati europei. La  ‘Ndrangheta potrebbe essere dietro le spedizioni che arrivano in qualsiasi porto italiano o in altri porti europei – Gioia Tauro, Genova, Anversa o Rotterdam, per esempio.

Secondo qualcuno, durante la crisi finanziaria del 2007–2008 i proventi del traffico di droga avrebbero aiutato a sostenere una parte dell’economia italiana, aumentando il livello di infiltrazione della malavita nell’economia legale. Crede che al momento vi siano le precondizioni per il ripetersi di una situazione simile?

Questo rischio esiste, ed io lo amplierei dalla minaccia del traffico di droga alla minaccia della presenza della mafia più in generale. E’ evidente che nella fase post emergenziale la minaccia posta dalla mafia potrebbe davvero intensificarsi. Le organizzazioni mafiose dispongono di una enorme quantità di risorse illecite  che possono iniettare nella economia legale nel momento in cui il settore privato, in particolare le piccole e medie imprese, stanno affrontando una crisi di liquidità. In questo caso, il cosiddetto welfare della mafia, di cui si è ampiamente parlato altrove, potrebbe diventare una realtà. Concordo con quelli che pensano che il periodo attuale porti con sé un vero rischio di ulteriori infiltrazioni criminali nelle strutture aziendali ed in generale nell’economia legale, fornendo la necessaria liquidità o attraverso l’usura. Nella fase post emergenziale, le mafie possono consolidare molto bene la loro presenza nella economia legale, ed allo stesso fare leva sul livello di consenso sociale di cui godono.

 

 

https://globalinitiative.net/

A parallel contagion:

Is mafia entrepreneurship exploiting the pandemic?

Un contagio parallelo. “L’imprenditorialità mafiosa sta sfruttando la pandemia?

Questo il titolo di una approfondita,  interessante  ricerca svolta dal Global Initiative Against Transnational Organized Crime (GI-TOC), sviluppata in tre capitoli.  Chapter I – 22 April 2020 Concerned with reports of the Mafia’s exploitation of the current global crisis, the Global Initiative Against Transnational Organized Crime (GI-TOC) has had the privilege of bringing together four leading figures in Italy’s fight against the mafia for a virtual roundtable to discuss how the mafia is repositioning itself during the pandemic, what the implications are and how the Italian government is responding (nel primo capitolo, il GI-TOC ha  approfondito , da diversi punti di vista, la tematica dello sfruttamento da parte della mafia dell’attuale crisi globale, mettendo insieme esperte  figure di spicco nella lotta alla mafia che hanno discusso, in “tavole rotonde virtuali”,  su come la mafia si stia “riassettando” durante la pandemia, quali siano le implicazioni e  in che modo le autorità governative italiane stiano affrontando la questione).  Chapter II – 11 June 2020  With regard to mafia activity in the context of the pandemic, the Global Initiative Against Transnational Organized Crime (GI-TOC) has carried out research into mafia involvement in three key sectors: Healthcare system, Prisons, Welfare provision (nel secondo capitolo del lavoro, con riguardo all’attività della  mafia nel contesto della pandemia, il GI-TOC ha approfondito il coinvolgimento della mafia in tre settori chiave: sistema della sanità,  sistema carcerario e prestazioni previdenziali -Welfare)Chapter III – 11 June 2020 In these interviews with Italian anti-mafia and organized-crime experts, we explore various ways in which mafia groups in Italy and overseas are exploiting the economic conditions created by the COVID-19 pandemic – from providing so-called mafia welfare services to capturing sectors of the legal economy, drug trafficking and money laundering. The interviews are a sequel to our virtual roundtable with four leading figures in Italy’s fight against the mafia, which discusses how the mafia is repositioning itself during the pandemic.   We feature interviews with: Roberto Tartaglia, anti-mafia magistrate and the Deputy Head of the Dipartimento Amministrazione Penitenziaria, Italy’s prison administration department; Raffaele Cantone, anti-mafia magistrate and former President of the Italian Anti-Corruption National Authority (2014–2019); Giuseppe Cucchiara, Director, anti-drugs services at Italy’s Department for Public Security, part of the Interior Ministry, a role he has held since 2017; Marcello Minenna, Director of the Italian Customs and Monopolies Agency.   The interviews were led by Sergio Nazzaro, a journalist, writer and adviser to the Parliamentary Anti-Mafia Commission. Since November 2018, Nazzaro has served as the spokesperson for both the president of the Parliamentary Anti-Mafia Commission and Italy’s Deputy Minister of the Interior. In January 2020, he was appointed voluntary spokesperson for Italy’s Deputy  Minister of Health for the duration of the COVID-19 crisis. Nazzaro is a member of the GI-TOC Network of Experts (Nel terzo capitolo del lavoro sono presentate le interviste svolte ad  Esperti italiani dell’antimafia e della criminalità organizzata, con i quali vengono esplorati i diversi modi nei quali in gruppi mafiosi in Italia ed all’estero stanno sfruttando le condizioni economiche create dalla pandemia Covid-19- dalla fornitura dei c.d. servizi “assistenziali” della mafia alla  conquista di settori dell’economia legale, il traffico di droga ed il riciclaggio. Le interviste, svolte dal giornalista Sergio Nazzaro a  Roberto Tartaglia ( Direttore del DAP) Raffaele Cantone (fino al 2019 Presidente dell’Autorità nazionale Anticorruzione), Giuseppe Cucchiara (Direttore DCSA) e Marcello Minenna (Direttore dell’agenzia delle Dogane e Monopoli),  costituiscono il seguito della tavola rotonda virtuale con le figure di spicco nella lotta italiana contro la mafia – di cui al citato  cap. I della ricerca ).

A PARALLEL CONTAGION   c. III  Exploiting the pandemic, the mafia way     

UN CONTAGIO PARALLELO  c. III  Come la mafia sfrutta la pandemia

 From c.III : Interview with Giuseppe Cucchiara, Director  anti-drugs services -Dep Public Security Interior Ministry-Italy   ( dal Cap. III della ricerca : l’intervista- in lingua inglese- di  Sergio Nazzaro a  Giuseppe Cucchiara, Direttore di questa Direzione Centrale per i Servizi Antidroga -D.C.S.A.  che affronta  diverse questioni relative alle connessioni della pandemia con le  attività  delittuose  e la estrema “flessibilità”  delle organizzazioni criminali di tipo mafioso e di quelle straniere, implicate nel  traffico internazionale di droga. Viene ribadita, inoltre, la  necessità di impegnarsi in una sempre più concreta  cooperazione  internazionale tra le forze di polizia,  per  contrastare  in maniera efficace il narcotraffico; di rilevo anche le riflessioni  sui rischi dell’infiltrazione mafiosa nell’economia legale).

NAZZARO: What has happened to drug trafficking while the world has been disrupted by the pandemic? Has the drug trade stopped, or has it merely changed its spots?

CUCCHIARA: The virus’s rapid diffusion throughout much of the world is influencing lifestyles, economies, institutions and many other factors, which have negative consequences both for the people’s everyday life and for governments. The virus has also affected drug trafficking which, although an illicit activity, is a trade whose performance largely depends on the normative functioning of legitimate economies around the world. When an interruption occurs along the global supply chains and transport networks, as is happening now with COVID-19, major criminal organizations and their drug-trafficking activities are affected. Think, for example, about drug manufacturing processes in clandestine labs that need specific products as inputs, which are hardly accessible even in normal market conditions. Another problem facing criminal organizations is related to the transportation phase and its mechanisms. The main drug trafficking routes to Europe are from Latin America for cocaine, and from the east, especially Afghanistan, for opiates. In my opinion, cocaine trafficking is still the major source of income for Italian criminal organizations, especially the ‘Ndrangheta. For this reason, I pay special attention to cocaine trafficking, which is predominantly shipped by sea. The cocaine shipping traffic has contracted, as has trade in legal commodities from Latin America, owing to the pandemic. Given the current restrictions, criminal organizations are looking to different modes of transport. As for street-level drug dealing, restrictions on people’s freedom of movement have led to the development of new ways of operating for dealers and their markets. In Italy, we have witnessed dealers disguised as delivery drivers, others using car-sharing or taxis. While street drug dealing is developing new dynamics, the international drug supply trade has found itself in deep trouble, mainly because the routes for shipping drugs from one hemisphere to the other have been cut off. Containment measures adopted by numerous governments following the pandemic have resulted, according to our data, in a substantial decline in trafficking.

NAZZARO:  In Italy, given that the legal economy can slowly begin to resume now, will drug trafficking pick up again too?

CUCCHIARA:  It is still too early to tell, but it is not unreasonable to assume this might happen. And, as I mentioned, the Giuseppe Cucchiara Courtesy of the author 6 drug trade relies heavily on the healthy performance of licit trade. During this period, legal activities have almost ground to a halt, and this has had repercussions for drug trafficking as well. We need to be circumspect here. The so-called phase 2 of lockdown is currently in place in Italy, but drug trafficking is affected by controls and restrictions in other countries too. For instance, in Peru, security measures adopted in regions where there is a large concentration of cocaine plantations have made it much more difficult for criminal organizations to source chemical precursors that are used in cocaine production. This has caused production to drop. There is a market surplus of coca leaf production, but a shortage of precursors that are needed as inputs for cocaine production, and this has led to a drastic decrease in prices for coca, from about 60 euros to 10 euros for 1.5 kilograms. This has repercussions for the trafficking business: before the pandemic, the wholesale cocaine price in Peru fluctuated between $900 and $1 000 per kilogram; today it currently stands at around $400 per kilogram. So, we will have to wait for other countries to begin easing their economic restrictions to get a better picture of what will happen to drug trafficking here in Italy. What we do know about the trafficking market is that cocaine that is already in circulation in the supply chain in Italy – and in Europe in general – has increased in value because of the current reduced supply in the production markets. We have recorded a 30% rise in the price of cocaine both already present in Europe and for the small amounts that do manage to get shipped from Latin America. In the near future, we expect that the reduced supply of drugs will prompt a further increase in prices. We will be able to see it in the coming weeks.

NAZZARO: Given the disruptive effect the pandemic has had on the drug trade, is this an opportunity for national and international law enforcement to deal a heavy blow to criminal organizations?

CUCCHIARA: International law-enforcement agencies do play a role. But the truth is, the problem first needs to be addressed in the countries where drugs are produced. What concrete action can international agencies take? In Europe, for instance, we deal with product that passes through our borders, but the heavy blow you refer to should be dealt by the producing countries in Latin America – and this lies outside of our scope. Interestingly, Albanian organized-crime groups have stepped up the trafficking of drugs to Italy using routes across the Adriatic. On 10 April, 20 kilograms of heroin and cocaine concealed in a truck were seized in Bari, while, more recently, the authorities intercepted another sizeable shipment of cocaine coming from Albania. In cases like these, when countries are geographically close, collaboration between the police agencies that specialize in countering organized crime is easier and more effective. However, when the commodity is coming from more distant countries, things get complicated.

NAZZARO: In this context of cohabitation with the virus, how are criminal organizations adapting and taking advantage of the emergency situation?

CUCCHIARA: Criminal organizations are extremely flexible. In Italy, mafia groups have made canny, timely investments in, for example, the agriculture and food sectors, the provision of medicines, medical equipment and healthcare products, as well as the funeral industry, cleaning services, waste management and road transport. Mafia groups are known to be highly adept at restructuring and adapting. However, the COVID-19 health emergency has given law-enforcement agencies the opportunity, once activity fully resumes, to have a considerable impact on the drug supply chain. And that means making life difficult for criminal organizations. Although the transnational drug trade depends on a number of external factors, domestic distribution has different dynamics, and in a period of tighter controls, it could suffer a tough blow.

NAZZARO: With regard to drug trafficking, what role does the Italian market and, more generally, the European one, play in the global context?

CUCCHIARA: Italy is predominantly a drug destination market, not a production market; it has high levels of consumption, from synthetic drugs to traditional ones. Italy’s geographic position in Europe makes its ports key sorting centres for traffic destined elsewhere, thus making Italy a transit country too. However, this is true for most coastal European states. Large criminal organizations such as the ‘Ndrangheta – which is considered the global broker of cocaine destinated for Europe – move huge amounts of drugs destined for European states. The ‘Ndrangheta could be behind shipments arriving at any number of Italian or other European ports – Gioia Tauro, Genoa, Antwerp or Rotterdam, for example.

NAZZARO: According to some, during the financial crisis of 2007–2008 the proceeds of drug trafficking allegedly helped sustain a portion of the Italian economy, increasing the level of underworld infiltration into the legal economy. Do you believe there are, at present, the preconditions for a similar situation to recur?

CUCCHIARA: This is a risk that exists, and I would extend it from the threat of drug trafficking to the threat of the mafia presence more generally. It is evident that in the postemergency phase, the threat posed by the mafia could really escalate. Mafia organizations have at their disposal an enormous amount of illicit resources that they can inject into the legal economy at a time where the private sector, in particular small and medium enterprises, are facing a liquidity crisis. Here, the so-called mafia welfare, widely discussed elsewhere, could become a reality. I agree with those who believe the current period brings a genuine risk of further criminal infiltration into corporate structures and the legal economy in general, by providing the necessary liquidity or through loan sharking. In the post-emergency phase, mafias may very well consolidate their presence in the legal economy, and at the same time leverage the level of social consensus that they enjoy.

 

 

Lo scorso 8 giugno è iniziato il 21° corso per “Responsabili di Unità Specializzate antidroga”, organizzato da questa Direzione Centrale per i Servizi Antidroga e destinato ai Funzionari ed Ufficiali delle Forze di Polizia nazionali (Polizia di Stato – Carabinieri – Guardia di Finanza e Polizia Penitenziaria). L’attività addestrativa, che terminerà il 12 giugno, a causa dell’attuale situazione di emergenza sanitaria nazionale, è stata riorganizzata in modalità on line. I 20 frequentatori del Corso – 5 per ciascuna delle Forze di polizia nazionali – seguono, dalle proprie postazioni d’ufficio, i moduli didattici del corso, dedicati a specifici approfondimenti in materia. In particolare, vengono affrontate le tematiche del coordinamento investigativo antidroga – funzione specifica della DCSA -, delle operazioni speciali e degli agenti sotto copertura, anche con riguardo agli aspetti psicologici ed alla  gestione dello stress degli stessi operatori undercover, attraverso un  focus su alcune indagini sotto copertura concluse. Durante l’attività formativa viene, naturalmente, affrontato il tema dei rapporti del responsabile di unità specializzate antidroga con gli agenti sotto copertura.  Altri argomenti illustrati nel corso riguardano legislazione, monitoraggio, metodi e tecniche di riconoscimento dei precursori e delle sostanze chimiche controllate, delle droghe sintetiche e delle Nuove Sostanze Psicoattive; inoltre, viene trattato l’importante tema della cooperazione internazionale di polizia- compresi gli aspetti operativi- nel contrasto al narcotraffico. L’attività di docenza è svolta da qualificati esperti in materia: Funzionari ed Ufficiali di questa D.C.S.A. e di vari Reparti ed Uffici delle FF.PP. italiane, Magistrati della D.N.A.A. –Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo-, Funzionari del Segretariato Generale INTERPOL di Lione, Professori dell’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma e della Scuola Superiore Universitaria di Pisa.

                 

MINISTERIO DEL INTERIOR                   DIRECCIÓN GENERAL DE LA GUARDIA CIVIL

 

Ieri, 4 giugno, si è conclusa l’operazione  antidroga YGARA, condotta dalla  Guardia Civil spagnola in collaborazione  con la Guardia di Finanza , questa D.C.S.A. e le autorità senegalesi, nei confronti di un’organizzazione  criminale dedita al traffico internazionale di stupefacenti.  Le indagini, avviate lo scorso anno con l’individuazione a Palma di Mallorca di un’imbarcazione a vela, verosimilmente  utilizzata per trasportare sostanze stupefacenti, si sono svolte nell’ambito della cooperazione internazionale di polizia, supportate e coordinate da questa D.C.S.A.. Visto il contesto transnazionale  in cui operava l’organizzazione criminale, la Guardia Civil  ha svolto, infatti, indagini congiunte con la Guardia di Finanza -supportate e coordinate da questa Direzione Centrale per i Servizi Antidroga-  anche attraverso gli Esperti per la Sicurezza a Madrid (Spagna) e  Dakar (Senegal)-  e con la collaborazione delle Forze Armate e dell’Ufficio Centrale per la Repressione del Traffico Illecito di Droga  del Senegal.   Le attività investigative hanno consentito di accertare l’esistenza di una struttura criminale di respiro internazionale,  dedita al trasporto di ingenti quantitativi di hashish nel Mar Mediterraneo, che operava in varie città spagnole ed in altri Paesi tra cui Italia, Libia, Marocco, Guinea Bissau, Senegal e Tunisia. Nel corso dell’operazione , la Guardia Civil ha arrestato 19 membri dell’ organizzazione criminale  ed effettuato 20 perquisizioni in abitazioni e immobili in svariate località spagnole , con il sequestro di  un’autovettura con targhe false- rubata nel mese di novembre 2019 a Marsiglia-  in possesso di uno dei capi dell’organizzazione,  il quale  aveva, tra l’altro,  adibito all’interno della propria abitazione una coltivazione indoor di marijuana. Sono stati sequestrati, inoltre, materiali di vario genere utilizzati per la distribuzione dello stupefacente ed apparecchiature per le comunicazioni criptate. Frutto della cooperazione internazionale di polizia sviluppata nell’operazione YGARA è il rilevante risultato dell’intervento operato dal Servizio marittimo della Guardia Civil, in collaborazione con le Forze Armate del Senegal – e con il supporto operativo di  FRONTEX  – che ha portato al sequestro di 5,1 tonnellate di hashish a bordo di un veliero– intercettato ed abbordato in acque internazionali in prossimità delle coste senegalesi- ed all’arresto dei tre membri dell’equipaggio, di cui due colombiani ed uno spagnolo .

Il brillante risultato dell’ Operazione YGARA  è un ulteriore esempio di quanto sia -sempre più- indispensabile  la cooperazione internazionale  tra le autorità impegnate nel contrasto al narcotraffico, settore in cui questa D.C.S.A. si impegna costantemente, fornendo  il proprio supporto – informativo, operativo e tecnico- ed il necessario coordinamento, soprattutto di tipo internazionale.

–di seguito il comunicato stampa  in lingua originale- relativo all’operazione YGARA- divulgato dalla Guardia Civil spagnola :

INTERVENIDO UN VELERO QUE NAVEGABA POR AGUAS INTERNACIONALES CERCA DE SENEGAL CON 5,1 TONELADAS DE HACHÍS

 Los detenidos se amparaban en la navegación en aguas internacionales para así dificultar la intervención de las Fuerzas y Cuerpo de Seguridad del Estado 

El ámbito de actuación de la organización abarcaba las provincias de Albacete, Almería, Barcelona, Ceuta, Málaga, Las Palmas y Pontevedra, además de países como Italia, Libia, Marruecos, Guinea Bissau, Senegal y Túnez

4 de junio de 2020.- La Guardia Civil, en el transcurso de la operación “YGARA” ha procedido a la detención de 19 personas pertenecientes a una organización internacional dedicada al transporte de grandes cantidades de hachís por el mar mediterráneo. Se han practicado un total de 20 registros en domicilios e inmuebles len diferentes localidades de las provincias de Barcelona (Barberá del Vallés, Barcelona, Sabadell, Ripollet, Sant Andreu de Llavaneras, Sant Quirze del Vallés y Vic), Girona (Blanes y Lloret de Mar), Pontevedra (Cambados). Los registros practicados, ha permitido la incautación y recuperación de un vehículo que había sido sustraído en Marsella en el mes de noviembre de 2019 y que portaba placas falsas de matrícula. Dicho vehículo se encontraba en poder de uno de los líderes de la organización, el cual había montado en su propio domicilio un plantación de marihuana “in door”. Al mismo tiempo han sido intervenidos diferentes útiles susceptibles de ser empleados para la distribución de droga, además de terminales para comunicación encriptada. 

La operación se inició el pasado año, cuando los agentes detectaron en Palma de Mallorca, un velero que podría estar siendo utilizado para transportar droga. Continuando con las investigaciones, los agentes pudieron constatar la existencia de una estructura delictiva cuyo ámbito de actuación abarcaba las provincias de Albacete, Almería, Barcelona, Ceuta, Málaga, Las Palmas y Pontevedra, además de países como Italia, Libia, Marruecos, Guinea Bissau, Senegal y Túnez.

Dado el carácter transnacional de las actividades ilícitas desarrolladas por la organización, la Guardia Civil realizó actuaciones conjuntas con la Guarda di Finanza italiana, contando con la coordinación de la Agencia Antidroga (DCSA) en ese país, así como la Armada de Senegal y la Oficina Central para la Represión del Tráfico Ilícito de Drogas, agencia dependiente de las autoridades policiales senegalesas.

Fruto de la a cooperación policial internacional desarrollada con las autoridades policiales de Senegal, tuvo lugar la intervención y el abordaje en aguas internacionales próximas a dicho país, de un velero propiedad de la organización en el que se hallaron 5.140 kgs de hachís, por lo que se procedió a la detención de los tres tripulantes de velero, dos de nacionalidad colombiana y un  ciudadano  español, patrón  de  la embarcación siendo trasladados hasta Dakar.  Esta intervención fue llevada a cabo por Fuerza de la Armada de Senegal y del Servicio Marítimo de la Guardia Civil destacado en Senegal. Cabe destacar, que los tripulantes del velero, al percatarse de la presencia policial intentaron deshacerse de la mercancía.

Dispositivos y medios de vigilancia

Durante el desarrollo de la operación, la Guardia Civil ha ejercido una vigilancia constante de la actividad de dicho velero, manteniendo un dispositivo de seguimiento y vigilancia con la participación de medios aéreos y marítimos coordinados por el CECORVIGMAR de la Guardia Civil, con el apoyo de FRONTEX, así como activadas Unidades para la intervención y abordaje en el mar. El despliegue internacional de la Guardia Civil en las diferentes embajadas de los países afectados por la actividad de la organización criminal investigada ha contribuido a consolidar  las capacidades de cooperación policial internacional en un supuesto como el investigado en el marco de la Operación “Ygara” con un marcado componente transnacional.

Para más información pueden contactar con la Oficina de Prensa de Baleares de la Guardia Civil, teléfono 971 77 41 00 ext 296 o 620271422

Hay  imágenes  a  disposición  de  los  medios  que  los  deseen  en: 

www.guardiacivil.es/es/prensa/videos_descarga_medios/2020/index.html   

 

 

 

 

 

 

EUROPOL -con sede a l’Aja (NL)- è l’Agenzia delle Forze di Polizia dell’Unione Europea che come obiettivo principale un’Europa più sicura, a beneficio di tutti i cittadini europei.

Europol fornisce assistenza ai 27 Stati membri dell’Unione europea nella loro lotta contro  il terrorismo e la grande criminalità internazionale– coinvolta nel traffico internazionale di droga e nel riciclaggio di denaro-. L’analisi criminale – cuore delle attività di Europol- costituisce strumento di supporto alle indagini svolte dalle autorità degli Stati membri.

Europol, per farsi conoscere meglio mette a disposizione dei video divulgativi che illustrano le funzioni e le attività svolte.  Sul canale YOUTUBE di questa DCSA sono visibili i primi due filmati, con sottotitoli in italiano.     

                 

 

Ieri, 28 maggio, la Guardia di Finanza di Roma, a conclusione dell’ Operazione  OPIUM,  ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere -emessa dal G.I.P. -Tribunale su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia capitolina-  nei confronti di 10 persone originarie del Pakistan e dell’Afghanistan, accusate di far parte di un’associazione per delinquere dedita al traffico di eroina su scala internazionale. Le indagini, sviluppate dal G.I.C.O. Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Roma, con la proficua collaborazione della N.C.A. britannica National Crime Agency- sono state  costantemente supportate  dall’attività di coordinamento info-investigativo di questa Direzione Centrale per i Servizi Antidroga che, visto il campo d’azione  internazionale dei narcotrafficanti,  ha  favorito e sostenuto la cooperazione delle polizie dei vari Paesi interessati dal traffico illecito. Le attività investigative hanno permesso di riscostruire l’operatività di un pericoloso sodalizio, facente parte di un vero e proprio network del narcotraffico, dotato di notevoli risorse economiche e di importanti disponibilità di stupefacente da destinare ai propri sodali, dislocati in vari Paesi europei. Infatti,  sono risultati Paesi destinatari dell’eroina, oltre all’ Italia, Gran Bretagna, Grecia, Olanda e Francia.  L’organizzazione criminale indagata, con base operativa  a Roma,  da cui coordinava le importazioni di eroina per tutta l’Europa, effettuate via mare e via aerea, soprattutto  utilizzando i cosiddetti  ovulatori , si può dire avesse  una “doppia anima”: locale e globale.  Infatti, il sodalizio non aveva solo accentrato in alcuni quartieri romani– con una forte presenza afghana e pakistana – le fasi di stoccaggio e consegna della droga  ma era anche in grado- grazie a un’articolata rete di conoscenze- di proiettarsi in diverse aree geografiche, invadendo piazze di spaccio anche solo per brevi periodi e, soprattutto, di reperire l’eroina attraverso molteplici canali internazionali, mantenendo costanti e dirette relazioni “commerciali”  con i Paesi d’origine, Afghanistan e Pakistan.  Nel corso delle attività gli investigatori hanno arrestato 9 corrieri di nazionalità pakistana, afghana e siriana e sequestrato oltre 25 chili di stupefacente di altissima qualità. L’organizzazione criminale reagiva ai vari interventi repressivi pianificando nuove strategie operative e garantendo ai corrieri arrestati una sorta di “mutua assistenza criminale”- denaro per spese legali e “bisogni” dei familiari-.

L’Operazione OPIUM costituisce un’importante testimonianza del costante impegno della Guardia di Finanza nella lotta al traffico internazionale di stupefacenti, gestito dalla criminalità organizzata e si inquadra nell’ambito della vasta e continua azione di contrasto al narcotraffico svolta dalle Forze di polizia italiane, a livello nazionale e con il sostegno della cooperazione internazionale in materia,  attività antidroga                                                                           favorita , supportata e costantemente coordinata da questa Direzione Centrale per i Servizi Antidroga.  

Il 26 maggio, a conclusione dell’operazione antidroga PACIFIC FREESTYLE, la Guardia di Finanza di Roma   ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare -emessa dal G.I.P.- del locale Tribunale su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia capitolina– nei confronti di 7 persone (4 custodie in carcere, 3 arresti domiciliari), al vertice di un’organizzazione di narcotrafficanti, dedita all’importazione di ingenti partite di cocaina dal Perù tramite il Cile.  Le indagini erano state avviate nel marzo 2018, a seguito di qualificate informazioni fornite dalla polizia cilena, per il tramite del competente Esperto per la Sicurezza di questa D.C.S.A. relative all’arresto di 5 connazionali- al confine tra Cile e Perù – trovati  in possesso di 120 kg. di cocaina -con una percentuale di purezza di oltre l’80%-abilmente occultati nelle paratie di 2 acquascooter.

          I successivi approfondimenti investigativi sviluppati dal G.I.C.O. -Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria-Comando Provinciale di Roma- supportati dal contributo informativo e dal costante coordinamento nazionale ed internazionale di questa  Direzione Centrale per i Servizi Antidroga e svolti in stretta collaborazione con gli investigatori cileni, hanno consentito di individuare tutti i membri dello strutturato sodalizio riconducibile alla criminalità organizzata romana, di cui gli arrestati in Sudamerica rappresentavano il “braccio” esecutivo.  L’operazione antidroga, sviluppatasi proprio dall’arresto di questi “corrieri”, ha permesso di risalire fino al vertice dell’organizzazione, localizzata sul litorale capitolino, tra Ostia e Fiumicino. In particolare, due narcotrafficanti alla testa del sodalizio, avevano costituito un’associazione sportiva per dissimulare l’invio dei mezzi acquatici in Sud America per finalità agonistiche. Particolare modalità utilizzata dai narcotrafficanti: gli acquascooter destinati ad occultare la cocaina– per evitare difformità sul peso- al momento della spedizione all’estero, venivano riempiti di farina, sostituita poi con la droga, prima del rientro in Italia. Il sodalizio indagato poteva contare su una base logistica in Cile per il noleggio di automezzi e l’acquisto di telefoni cellulari da fornire ai “corrieri” e garantiva denaro -per spese legali e varie- ai familiari degli arrestati. Nonostante il sequestro, nel 2018, dei 120 kg di cocaina in Cile, l’associazione criminale  aveva continuato a operare, riuscendo a reperire ingentissimi quantitativi di cocaina, modificando le modalità di esportazione ed occultamento dello stupefacente. La brillante conclusione dell’indagine PACIFIC FREESTYLE rappresenta un ulteriore risultato del continuo impegno della Guardia di Finanza nelle operazioni di contrasto al narcotraffico che, come tutte  le analoghe attività antidroga svolte dalle Forze di polizia nazionali, sono costantemente supportate -a livello informativo ed operativo, soprattutto con l’azione di coordinamento internazionale- da questa Direzione Centrale per i Servizi Antidroga.

Con Avviso pubblicato il 20 maggio 2020, il Dipartimento per le politiche antidroga promuove progetti in materia di prevenzione delle tossicodipendenze, secondo quanto disposto dal DPCM del 13 febbraio 2020 sottoscritto dai Ministri dell’Istruzione, della Salute e dell’Economia e delle Finanze che ha assegnato le risorse del Fondo per la prevenzione della dipendenza da stupefacenti, per un valore complessivo di 4 milioni di euro ( Legge 145/2018, art. 1, commi 460,461,462,463 e 464).

A partire dal 20 maggio 2020, e fino alle ore 14.00 del 20 luglio 2020, sarà possibile presentare le proposte progettuali, mediante la procedura informatizzata presente all’indirizzo www.avvisipubblicidpa.gov.it e attraverso l’utilizzo esclusivo della modulistica allegata all’Avviso, nei  seguenti tre settori d’intervento:

  1. Specifici interventi nelle scuole secondarie di primo e secondo grado;
  2. Identificazione precoce delle condizioni di vulnerabilità e dell’uso occasionale di sostanze con la finalità di ridurre i tempi di accesso alle cure;
  3. Supporto educativo e formativo in favore delle famiglie e del personale scolastico.

L’ Avviso è indirizzato ai SER.D. dotati di autonomia organizzativa e finanziaria, agli enti, alle reti del privato sociale e alle associazioni senza scopo di lucro (di cui agli articoli 114, 115 e 116 del D.P.R. n. 309/1990), purché in possesso di comprovata esperienza, almeno quinquennale, nei settori d’intervento.

Per richiedere informazioni sulla procedura informatizzata: progettidpa@governo.it

Per quesiti non concernenti la procedura informatizzata: direzionedpa@pec.governo.it

 

Il 24 febbraio scorso, su una nave battente bandiera isole Marshall, proveniente dalla Colombia ed attraccata al porto di Livorno, il locale Comando Provinciale dei Carabinieri, coordinato dalla D.D.A. di Firenze,  ha effettuato un  maxi sequestro di oltre 3 tonnellate  di cocaina destinata ai mercati francesi. Si tratta del secondo sequestro di cocaina più ingente registrato in Italia, per un valore di 400 milioni di euro.  Lo stupefacente era trasportato in un container ed occultato in 90 zaini che i militari hanno svuotato, tranne uno, e riempito di altro materiale per conservarne il peso.  La strategia ha consentito alla nave di proseguire il suo tragitto fino al porto di Genova e a quello di Marsiglia dove, mediante un sistema di intercettazione, installato in Italia ed avviato in acque territoriali francesi, gli investigatori hanno potuto seguire il carico, poi prelevato da tre soggetti  e trasportato con un camion in una villa, dove i trafficanti sono stati tratti in arresto. L’operazione antidroga internazionale, avviata dalla Procura di Marsiglia con un Ordine di Indagine Europeo, diretto alla Procura della Repubblica di Firenze, è stata condotta in stretta collaborazione tra le Autorità di polizia e giudiziarie  italiane, spagnole e francesi. Il brillante risultato raggiunto nella lotta al narcotraffico, conferma  l’importanza strategica del coordinamento internazionale, dell’adozione di più rapidi strumenti procedurali e di tecnologie investigative avanzate.

 

 

 

 

 

Dopo l’intervento di chiusura dei due giorni di lavoro,  il Direttore Centrale per i Servizi Antidroga ha dato lettura della “Dichiarazione conclusiva sugli esiti”, condivisa da tutti i delegati dei Paesi e delle Agenzie Internazionali  presenti all’evento con partecipato  applauso finale della platea.

 

 

            Dichiarazione conclusiva sugli esiti

CONVEGNO “Politiche antidroga: prevenzione e contrasto dei fenomeni e delle rotte internazionali. Strategie di cooperazione nella lotta al narcotraffico”.   Roma, 20 – 21 febbraio 2020

Riuniti a Roma, in Italia, dal 20 al 21 febbraio 2020, per il Convegno internazionale dal titolo “Politiche antidroga: prevenzione e contrasto dei fenomeni e delle rotte internazionali. Strategie di cooperazione nella lotta al narcotraffico”,

i rappresentanti di 56 Paesi e di 6 primarie Organizzazioni internazionali e regionali,

vista la Dichiarazione politica e il Piano d’azione in materia di droga, adottati nel corso del Segmento di alto livello della 52esima sessione della Commissione Stupefacenti (CND), tenutasi a Vienna nel 2009, nonché la Dichiarazione Finale, adottata al termine della 30esima Sessione Speciale dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite sui problemi mondiali della droga, tenutasi a New York nel 2016;

ritenuta la necessità che tutte le azioni per ridurre la domanda e contrastare l’offerta delle sostanze stupefacenti siano adottate in piena conformità con le finalità e i principi della Carta delle Nazioni Unite, della Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo e del diritto internazionale, nel pieno rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale degli Stati nonché del principio di non intervento negli affari interni degli Stati;

considerato che il traffico illecito di stupefacenti e la diffusione della droga continuano a rappresentare un rischio a livello mondiale per la salute, la sicurezza, il benessere e la qualità della vita di tutta l’umanità oltreché per l’economia legale, la stabilità e la sicurezza degli Stati;

consci che la minaccia globale della droga rappresenta una sfida comune che deve essere affrontata in modo condiviso e in un contesto multilaterale, attraverso un approccio globale, multidisciplinare, bilanciato e basato sull’evidenza scientifica, con il fine ultimo di promuove la tutela delle comunità, delle famiglie, dei giovani e della società nel suo complesso;

consapevoli che la lotta al narcotraffico rappresenta, ancora oggi, la prima e più incisiva forma di contrasto alla criminalità organizzata, la quale individua nei proventi di tale illecita attività la principale fonte di finanziamento per conseguire i propri intenti criminali e resta la principale leva per fronteggiare uno dei più pervasivi e brutali fenomeni criminali del nostro tempo;

coscienti che il narcotraffico costituisce un crimine transnazionale, di rilevanza globale, rispetto al quale nessun Paese può considerarsi preservato e che per contrastare sempre con maggiore efficacia tale minaccia è indispensabile unire le forze, sostenere lo sviluppo di indagini internazionali, scambiare e condividere le informazioni, per valorizzare gli sforzi investigativi e informativi di ciascuno Stato e consolidare ulteriormente la qualità delle informazioni disponibili;

considerata la necessità di aggredire con lo strumento delle indagini patrimoniali, finanziarie e antiriciclaggio, quando la legislazione interna lo consente, i patrimoni e le ricchezze accumulate dai sodalizi criminali con il traffico della droga, attraverso la promozione di investigazioni che identifichino le strutture finanziarie a supporto di tale illecita attività, localizzino e intervengano sui flussi finanziari e sulle risorse economiche che permettono ai gruppi criminali organizzati di sviluppare ulteriormente ed estendere le attività di narcotraffico;

considerata la necessità di una sempre più efficace cooperazione giudiziaria e di polizia volta a migliorare la quantità e la qualità delle informazioni disponibili e a sostenere ulteriormente le indagini attivate dalle agenzie di law enforcement nel loro sforzo quotidiano di fronteggiare il traffico internazionale di stupefacenti;

ritenuta la necessità di incrementare la collaborazione operativa tra le strutture di polizia dei Paesi di produzione, di transito e di consumo degli stupefacenti, onde pervenire all’esercizio di sempre più allargate e proficue sinergie, sia nell’analisi dei fenomeni che d’intelligence, idonee a sviluppare strategie preventive e repressive corali e condivise, promuovendo, altresì l’impiego di strumenti come gli accordi bilaterali e multilaterali, i protocolli d’intesa, i memorandum operativi e le procedure speditive;

ritenuta la necessità di realizzare procedure operative condivise e partecipate, volte ad aumentare la coordinazione tra le Forze di Polizia, promuovendo, ove possibile, il supporto tecnologico, la realizzazione e l’impiego di buone prassi basate sull’esperienza investigativa e sull’expertise, a favore degli Stati maggiormente impegnati nell’azione di contrasto del narcotraffico;

considerata la stringente necessità di implementare e far circolare con rapidità le informazioni e i dati statistici sul fenomeno del narcotraffico nei rispettivi Paesi, sui reati relativi alle sostanze stupefacenti o psicotrope, sui precursori chimici, sui risultati delle analisi effettuate sui campioni di droga sequestrata, sui luoghi e sui metodi di produzione e di fabbricazione dello stupefacente, sulle Nuove Sostanze Psicoattive, sulle rotte e sui mezzi usati dai trafficanti, comprese le modalità di occultamento, e sulle principali tecniche di analisi della droga;

preso atto della necessità di georeferenziare con precisione i luoghi di produzione e origine delle droghe illecite, tracciare le rotte d’importazione e definire al meglio le tendenze e i modelli di analisi del traffico, con l’obiettivo di elevare la capacità di intercettamento dei flussi di droga attraverso lo sviluppo di attività di analisi e contrasto mirate e sempre più efficaci;

riconosciuta la necessità di dedicare ulteriori sforzi alle indagini relative al traffico di droghe sulle piattaforme on-line, in particolare il web, il darknet e i social network, al fine di prevenire e reprimere il fenomeno emergente della commercializzazione illegale delle sostanze stupefacenti negli spazi virtuali della rete, preservando gli utenti più vulnerabili ed esposti ai rischi sanitari e sociali connessi all’uso delle cosiddette Nuove Sostanze Psicoattive;

riaffermiamo la volontà di affrontare il problema mondiale della droga e di promuovere attivamente stili di vita e una società libera dall’abuso di stupefacenti, per consentire a tutte le persone di vivere in salute, in pace, in sicurezza e in prosperità;

rinnoviamo il nostro impegno per la soluzione dei problemi derivanti dall’abuso delle droghe che mettono a repentaglio la salute pubblica, la sicurezza e la convivenza sociale, attraverso il conseguimento degli obiettivi delle tre Convenzioni internazionali sul controllo della droga, tra cui, in particolare, il benessere dell’umanità, la tutela della salute, soprattutto dei più giovani, e il contrasto senza quartiere della criminalità connessa alla droga;

ribadiamo, infine, la nostra ferma determinazione nel voler prevenire la diffusione e l’abuso delle droghe e nel contrastare la coltivazione illecita, la produzione, la diffusione e il traffico illegale delle sostanze stupefacenti.

Roma, 21 febbraio 2020

 

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