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Dal 9 al 13 ottobre si è svolto il 24° Corso per Responsabili di Unità Specializzate antidroga, organizzato dalla D.C.S.A.

Alla specifica attività formativa, destinata a fornire contributi sia teorico – normativi che tecnico – operativi nella specifica materia ai Responsabili degli Uffici e Reparti investigativi delle forze di polizia specializzati nel contrasto antidroga,  hanno partecipato 18 funzionari ed ufficiali  appartenenti a Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia Penitenziaria e un  funzionario della Polizia Giudiziaria Federale del Canton Ticino  – Svizzera.

Durante il corso, dopo una presentazione della struttura e dei compiti della DCSA, sono state illustrate, in particolare, le tematiche relative al coordinamento investigativo antidroga, specifica funzione della Direzione Centrale, alle operazioni speciali  – c.d. consegne controllate di droga e attività sottocopertura, con approfondimenti riguardanti la normativa vigente e le specifiche tecniche investigative utilizzate nel settore.

Altri importanti moduli dell’attività formativa hanno riguardato: i metodi per il  monitoraggio ed il riconoscimento dei precursori, delle droghe sintetiche e delle Nuove Sostanze Psicoattive; le attività investigative connesse alla scoperta di laboratori clandestini per la produzione di droghe sintetiche; le misure previste nella legislazione nazionale ed internazionale per il contrasto della criminalità organizzata e dei patrimoni illecitamente accumulati e riciclati; la cooperazione internazionale di polizia in materia antidroga, anche in relazione alla prevenzione e contrasto dei traffici di sostanze stupefacenti via mare ed il ruolo del  Maritime Analysis and Operation Center–Narcotics (MAOC-N) di Lisbona; le squadre investigative comuni. 

Inoltre, è stato affrontato il tema del contrasto al narcotraffico nel web e illustrate le funzioni della Sezione “Drug@online”, che monitora la rete internet e coordina e  supporta le attività repressive delle forze di polizia del commercio illecito di droga, svolto avvalendosi delle potenzialità della rete.

L’attività di docenza è stata svolta da qualificati esperti in materia della D.C.S.A., di Reparti ed Uffici della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri, della Polizia Penitenziaria e della Guardia di Finanza, oltre ad appartenenti alla DEA (Drug Enforcement Administration) e ad illustri professori delle Università di Bologna e di Roma. 

La DCSA, in collaborazione con il Segretariato di Interpol Lione sta sviluppando la progettualità Southern Route, che coinvolge alcuni Paesi del continente africano  – Kenya, Madagascar, Mauritius, Mozambico, Sudafrica, Tanzania ed Uganda – nel contrasto al traffico di eroina, di provenienza afgana,  interessati dalla c.d. “Rotta del Sud“, che vede l’Europa e  il nostro Paese quali punti di transito ed arrivo di carichi di oppiacei  L’iniziativa, che rientra nel più ampio progetto denominato “Icarus – sviluppato dalla DCSA in collaborazione con il  Dipartimento per le Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri,  si colloca nel contesto della  cooperazione internazionale di polizia nel settore antidroga al fine di studiare ed analizzare il fenomeno per elaborare sistemi di contrasto operativo congiunto di tali traffici e dei fenomeni connessi alla diffusione delle sostanze stupefacenti in talune regioni di transito.

Ad ottobre 2022 si è tenuto a Roma il 1° meeting presso la Scuola di Perfezionamento per le Forze di Polizia nell’ambito del Progetto, con la partecipazione di rappresentanti di alto profilo degli Uffici Antidroga esteri e di qualificati funzionari ed Ufficiali degli Uffici Centrali delle forze di polizia nazionali e, alla fine di novembre, si sono tenute le prime giornate di studio, confronto e scambio operativo presso il porto commerciale-passeggeri e l’aeroporto internazionale della capitale delle Mauritius, Port Louis.

Lo scorso mese di giugno si è svolta, in Kenya, la seconda “tappa” della parte “esecutiva” del  Progetto Rotta del Sud, che ha visto una delegazione della DCSA partecipare a due giorni di mentoring e due operational days, con la polizia keniota; le attività si sono sviluppate rispettivamente presso l’aeroporto di Nairobi e nel  porto commerciale di Mombasa, due hub strategici per la Rotta del Sud. Agli incontri hanno preso parte, assistiti dall’Esperto per la Sicurezza presso l’Ambasciata italiana a Nairobi, V.Q. P. di S. Marco Azzarone, il Direttore del I Servizio pro tempore, Dir. Sup. P. di S. Dott. Emilio Russo, unitamente al Cap. G. di F. Alberto Cirafici  (Nairobi) e il Direttore  della 1^ Divisione del III Servizio, Primo Dirigente P. di S. Alessandra Ortenzi, accompagnato dal V.Q.A. P. di S. Andrea Carabei (Mombasa), con la partecipazione, in entrambe le città, di personale di supporto della DCSA.  Alle giornate di mentoring e di controlli operativi  in aeroporto e nel porto, svolti dalle autorità keniote, alla presenza della DCSA, hanno partecipato anche il Col. Fabrizio Musci, comandante del Gruppo della Guardia di Finanza di Fiumicino, ed il Ten. Col. Danilo Persano, comandante del Gruppo G. di F. di Gioia Tauro, in qualità di esperti nei dispositivi operativi  di contrasto al traffico di stupefacenti negli aeroporti e nei porti.

A sottolineare l’importanza delle giornate di confronto e scambio, anche dal punto di vista operativo, la partecipazione all’apertura dei lavori del Vice Capo della Polizia e Direttore della Direzione Centrale Investigativa – DCI -della Polizia del Kenya, Mohamed Ibrahim Amin Ali che, lo scorso aprile. ha effettuato una visita istituzionale presso la DCSA.

Nel corso delle giornate gli esperti della DCSA hanno descritto la fondamentale azione di coordinamento investigativo esercitata dalla Direzione Centrale nel settore del narcotraffico, una delle più longeve e riuscite esperienze interforze in seno alle forze di polizia nazionali, evidenziando come la stessa sia stata la prima struttura, in ambito nazionale, a disporre di propri Ufficiali di collegamento antidroga all’estero, in qualità di “Esperti”, distaccati nei crocevia internazionali della produzione, transito e del traffico illecito della droga, che promuovono prioritariamente la cooperazione di polizia contro il narcotraffico e svolgono attività di studio, osservazione e raccordo con i competenti organismi esteri. 

Proseguendo, è stato evidenziato come la cooperazione internazionale di polizia giochi ormai un ruolo decisivo ed è diventata asse portante e necessaria del sistema di sicurezza degli Stati, in ragione della necessità di contrastare fenomeni criminali sempre più pervasivi, tra i quali rientra certamente il narcotraffico. Successivamenteè stato illustrato un  fondamentale aspetto che connota la Direzione, costituito dal coordinamento operativo delle cosiddette operazioni speciali (operazioni sotto copertura e consegne controllate), oltre al ruolo  di referente nazionale per le richieste di abbordaggio (ex art. 17 Convenzione ONU del 1988) del naviglio sospettato di trasportare sostanze stupefacenti in acque internazionali.

Gli esperti della Guardia di Finanza hanno approfondito gli aspetti operativi dei sistemi di controllo e contrasto del traffico di stupefacenti attraverso i porti e gli aeroporti (expertise/best practices) e sulle operazioni speciali: attività sottocopertura e consegne controllate. Gli stessi hanno illustrato, oltre alle tecniche investigative antidroga,  gli strumenti utilizzati nell’attività di controllo preventivo svolto nei porti e negli aeroporti, specificando le best practises sviluppate nell’ approfondita analisi di rischio che viene svolta sui c.d.  elementi “sospetti” – relativi ai container, ai passeggeri ed ai bagagli –  per individuare i target (umani e/o di tipo commerciale) da sottoporre a controllo ed ispezione alla ricerca dello stupefacente – occultato secondo diverse modalità – . Sono stati illustrati, anche, i diversi metodi di  occultamento della droga che viene trasportata per via aerea e marittima.

A chiusura dei lavori, i partecipanti hanno espresso la propria soddisfazione per il proficuo confronto che si è sviluppato durante le giornate di incontro , che apre nuove prospettive per una collaborazione antidroga sempre più stretta tra i Paesi coinvolti, necessaria per poter fronteggiare una minaccia “globale”, che travalica i confini e colpisce tutti.

 

Il 6 giugno è giunta in visita istituzionale presso la DCSA la Direttrice dell’Office Anti Stupéfiants (OFAST), Dott.ssa Stephanie CHERBONNIER, accompagnata dal Capo Sezione Cooperazione Internazionale,  dr. Jacques GOMBEAUD, l’Addetto per la Cooperazione e la Sicurezza presso l’Ambasciata di Francia a Roma, Col. Grégory GOUMAIN; il Vice Addetto per la Cooperazione e la  Sicurezza, dr. Christophe CENCIG e l’Ufficiale di Collegamento francese presso lo SCO (DAC), dott.ssa  Sophie BERMONT, al fine di sviluppare una strategia comune contro il narcotraffico, nei contesti internazionali bilaterali e  multilaterali.

Il Direttore Centrale, Gen. C.A. G. di F. Antonino Maggiore, ha accolto la delegazione unitamente ai Direttori dei tre Servizi e ai rispettivi Capi Divisione, con i quali è stato affrontato l’incontro sulla specifica tematica antidroga, sia dal punto di vista strategico che operativo.

Nel corso del suo intervento, il Gen. Maggiore ha illustrato la struttura organizzativa della DCSA e le sue funzioni, con particolare riferimento al ruolo di coordinamento investigativo e di cooperazione internazionale di polizia in materia antidroga. In tale contesto, tematica di importante rilievo è stata quella della rete di esperti per la sicurezza, distaccati all’estero nei crocevia internazionali della produzione, del transito e del traffico illecito della droga, che promuovono prioritariamente la cooperazione di polizia contro il narcotraffico e svolgono attività di studio, osservazione e raccordo con i competenti organismi esteri. La gestione dei flussi informativi e l’attività degli esperti sono gli elementi strutturali della cooperazione internazionale, in cui si esprime la centralità della Direzione nel dispositivo di contrasto. La DCSA, attraverso un costante confronto e scambio operativo con tutti i Paesi coinvolti, punta a potenziare sempre più  la cooperazione nel contrasto antidroga. Successivamenteè stato illustrato un altro fondamentale aspetto che connota la Direzione, costituito dal coordinamento operativo delle cosiddette “operazioni speciali” (operazioni sotto copertura e consegne controllate), nonché la posizione di referente nazionale per le richieste di abbordaggio (ex art. 17 Convenzione ONU del 1988) del naviglio sospettato di trasportare sostanze stupefacenti in acque internazionali.

Nel prosieguo, l’intervento si è focalizzato sugli aspetti specifici legati al traffico di stupefacenti attraverso le aree portuali italiane, tra le quali spicca il porto di Gioia Tauro che rappresenta uno degli scali tra i più importanti del Mediterraneo e d’Europa, nel quale, annualmente, circolano moltissime navi cargo e milioni di container. Le indagini e le analisi  svolte dimostrato che l’hub calabrese si trova al centro della c.d. “nuova rotta del Mediterraneo“, utilizzata dalle organizzazioni criminali in alternativa alle tradizionali rotte verso i grandi porti del Nord Europa e, spesso, con carichi destinati ai paesi dell’aerea balcanica. Nel tempo, le autorità italiane hanno sviluppato, oltre all’esperienza investigativa in materia, una expertise specifica sui controlli in area portuale,  ovvero delle “buone prassi” basate su una complessa ed articolata analisi di rischio di vari fattori che permette di focalizzare le navi ed i container sospetti sui quali effettuare le operazioni di monitoraggio, controllo ed ispezione e, in caso di riscontro positivo e,  quando possibile,  avviare attività di consegne controllate – nazionali ed  internazionali –  di stupefacenti. Inoltre, l’Italia ha sviluppato una stretta collaborazione di polizia a livello internazionale con i servizi antidroga dei vari Paesi europei e degli altri continenti.

Nel corso del suo intervento, la Direttrice dell’OFAST  – Ufficio centrale investigativo e di coordinamento antidroga della Direzione Centrale della Polizia Giudiziaria  (DCPJ) del Ministero dell’Interno francese  –   Dott.ssa Stephanie CHERBONNIER,  ha ribadito la volontà di proseguire i già solidi – e storici – rapporti di collaborazione con le autorità italiane nella prevenzione e contrasto antidroga, implementando la cooperazione nelle già numerose attività investigative antidroga congiunte in corso  e auspicando lo sviluppo di ulteriori indagini, anche con  l’effettuazione, quando possibile, di operazioni speciali – consegne controllate e operazioni sottocopertura –  in cooperazione tra la Francia e l’Italia. La stessa Direttrice dell’OFAST e il  Direttore Centrale della DCSA, hanno  sottolineato, in pieno accordo, l’importanza di potenziare, sempre più, la già ottima collaborazione esistente  tra Italia e Francia, anche con  gli altri paesi europei e di altri continenti  per un efficace contrasto antidroga. Infatti,  Italia e Francia sono Paesi centrali, in materia di flussi e quindi di contrasto antidroga, in quanto – anche per collocazione geografica nel continente europeo – sono  hub di transito, oltre che luoghi di destinazione finale  di ingenti quantitativi di stupefacente trafficato via mare, in particolare hashish di provenienza marocchina e cocaina  in arrivo dal sudamerica. I due Direttori hanno, quindi, sottolineato  l’importanza per entrambi i Paesi, di usare strategie e strumenti operativi comuni di contrasto antidroga sempre più affinati e al passo con le accelerazioni vertiginose dello sviluppo del mondo digitale in genere, per fronteggiare le nuove sfide, tra cui, essenziale, la decriptazione delle comunicazioni su eventuali nuove piattaforme criptate, sistemi ormai di uso comune per  la criminalità  organizzata, coinvolta nel narcotraffico internazionale.

Al termine della visita istituzionale, i membri della delegazione hanno espresso il loro apprezzamento per il proficuo confronto che ha consentito di acquisire elementi conoscitivi sui rispettivi sistemi di prevenzione e contrasto, nonché rilanciare le strategie comuni nei contesti multilaterali, in particolare con il MAOC-N di Lisbona, organismo per la cooperazione contro  il traffico illecito di stupefacenti via mare e aria, cui prende parte anche l’Italia, attraverso la DCSA, che ha li distaccato un proprio ufficiale di collegamento. 

Il 26 aprile, il Direttore Centrale della DCSAGen. C.A. G. di F. Antonino Maggiore, unitamente ai Direttori del I e III Servizio, Dir. Sup. P. di S. Dott. Emilio Russo e Gen. Brig. CC Gianfranco Scafuri e ai Capi Divisione, Col. G. di F. Alessandro Cavalli I Dir. P. di S. Alessandra Ortenzi, ha accolto in visita istituzionale il Vice Capo della Polizia keniana e Direttore della Direzione Centrale Investigativa – DCI -della Polizia del Kenya, Mohamed Ibrahim Amin Ali, accompagnato dal Personal Assistant, Lawrence Some, dal Direttore Centrale Antidroga, Margaret Wothaya, dal Direttore Centrale Antiterrorismo Johnstone Mukalo. All’incontro hanno preso parte anche l’Esperto per la Sicurezza a Nairobi, Vice Questore Aggiunto P. di S. Marco Azzarone e un rappresentante del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia (DCPC).

La delegazione, prima dell’inizio dei lavori, è stata ricevuta – al seguito del Gen. Maggiore – dal Direttore della Direzione Centrale Polizia Criminale – Vice Direttore Generale del Dipartimento, Prefetto Vittorio Rizzi, con il quale si sono intrattenuti per un breve saluto.

Inizialmente, ha preso la parola il Direttore Centrale che ha illustrato la struttura organizzativa della DCSA e le sue funzioni. In tale contesto, nell’evidenziare la complessità del sistema italiano, caratterizzato dalla presenza di una pluralità di forze di polizia, ha descritto la fondamentale azione di coordinamento esercitata, nel settore del narcotraffico, dalla Direzione Centrale, una delle più longeve e riuscite esperienze interforze in seno alle forze di polizia nazionali.

Tra gli argomenti trattati, un particolare focus è stato destinato a quello della rete di esperti per la sicurezza, distaccati all’estero nei crocevia internazionali della produzione, transito e del traffico illecito della droga, che promuovono prioritariamente la cooperazione di polizia contro il narcotraffico e svolgono attività di studio, osservazione e raccordo con i competenti organismi esteri. La gestione dei flussi informativi e l’attività degli esperti sono gli elementi strutturali della cooperazione internazionale, in cui si esprime la centralità della Direzione nel dispositivo di contrasto antidroga. Il Direttore della DCSA ha, quindi, evidenziato l’importanza del Kenya  per la cooperazione di polizia con l’Italia e l’Europa, nel contrasto al narcotraffico e alla criminalità organizzata, anche alla luce delle nuove rotte della droga che coinvolgono la parte orientale del Continente  africano citando, in particolare, la c.d. Southern Route.  In tale contesto, ha sottolineato la strategica, recente collocazione di un Esperto per la Sicurezza della DCSA proprio a Nairobi. Infine, nel sottolineare l’importanza della cooperazione internazionale, lo stesso Direttore  ha evidenziato la necessità di ispirarsi al noto principio follow the money, utilizzato dal giudice Giovanni Falcone nella lotta alla mafia.

Nel prosieguo, è stato illustrato un altro fondamentale aspetto che connota la DCSA, costituito dal coordinamento operativo delle cosiddette “operazioni speciali” (operazioni sotto copertura e consegne controllate), nonché la posizione di referente nazionale per le richieste di abbordaggio del naviglio sospettato di trasportare sostanze stupefacenti in acque internazionali. Da ultimo, è stato anche dato risalto all’istituzione all’interno della Direzione di una Sezione operativa, denominata “Drug@online”, che ha il compito di monitorare la rete internet, al fine di fornire il coordinamento delle attività repressive del commercio illecito di droga avvalendosi delle potenzialità della rete.

Il Vice Capo della Polizia e Direttore della Direzione Centrale Investigativa del Kenya,  Mohamed Ibrahim Amin Ali , ha affrontato diverse tematiche di interesse, oggetto di successivo dibattito e confronto, relative alla volontà di potenziare la cooperazione di polizia tra il Kenya e l’Italia nel contrasto al narcotraffico, soprattutto attraverso il citato Esperto per la Sicurezza a Nairobi, che può fungere da essenziale “raccordo” per lo scambio di informazioni in materia antidroga,  sia di tipo “strategico” che operativo. In particolare, il Vice Capo della Polizia keniota e il Direttore dell’Antidroga di quel Paese, hanno auspicato una efficace condivisione dei dati info-investigativi con le forze di polizia italiane, per il tramite della DCSA,  necessaria per poter avviare indagini parallele e  sviluppare, quando possibile, le citate “operazioni speciali” con l’Italia.  Lo stesso Direttore della DCI keniota ha auspicato anche l’avvio di un confronto e di un reciproco scambio, coordinato dalla DCSA,  delle  tecniche investigative e delle best practises utilizzate dalla forze di polizia nel contrasto antidroga nei due Paesi, soprattutto con riferimento alle attività di prevenzione e repressione svolte nei porti e negli aeroporti, classici luoghi di transito o destinazione delle sostanze stupefacenti. In questo contesto, è stata  condivisa l’organizzazione, da parte della DCSA, di programmi formativi e di mentoring da svolgere sia in Italia che in Kenya, a favore degli operatori di polizia antidroga. 

Al termine dei lavori i partecipanti hanno espresso la propria soddisfazione per il proficuo confronto che rappresenta un importante passo per consolidare forme di collaborazione e condivisione delle informazioni, nella consapevolezza che solo uno sforzo congiunto può strategicamente riuscire a contrastare i pericoli derivanti dalle organizzazioni criminali dedite al traffico internazionale di droga.

 

Ieri, 15 giugno, è stata pubblicata la Relazione annuale DCSA 2023 ( dati 2022).

I contenuti del Report DCSA 2023 sono stati  illustrati dal Vice Direttore Generale della Pubblica Sicurezza Direttore Centrale della Polizia Criminale Prefetto Vittorio Rizzi e dal Direttore Centrale per i Servizi Antidroga, Generale C.A. della Guardia di Finanza – Antonino Maggiore –  accompagnato dai Direttori dei 3 Servizi della Direzione,  durante una conferenza stampa divulgativa  svoltasi ieri, 15 giugno,  a Roma, presso la Scuola di Perfezionamento  per le Forze di Polizia, con la partecipazione in videcollegamento degli Esperti per la Sicurezza con sede in Perù (Lima), Repubblica Dominicana (Santo Domingo) e Spagna (Barcellona),  aree strategiche per le rotte della droga e per il contrasto al narcotraffico, che hanno descritto, brevemente, alcune esemplari e brillanti operazioni antidroga, sviluppate dalle polizie italiana e dei rispettivi Paesi grazie ad una efficiente cooperazione internazionale, coordinate dalla DCSA  e con il prezioso, concreto contributo fornito dall’Esperto.     

Il Direttore Centrale per i servizi antidroga, Generale CA G. di F. Antonino Maggiore, ha premesso che l‘ impegno costante delle forze di polizia nel contrasto ai traffici illeciti di droga ha portato a ingenti sequestri delle diverse sostanze stupefacenti a fronte del rilancio del narcotraffico post Covid-19, commentando, poi,  sinteticamente i dati statistici elaborati dalla DCSA, relativi alle attività di polizia di contrasto antidroga. Il Direttore ha  sottolineato che lo scorso anno si è registrato  –  riguardo ai sequestri delle sostanze stupefacenti – un record assoluto per la cocaina, con 26,10 tonnellate, la maggior parte rinvenuta nei porti grazie sia alle strategie operative utilizzate nelle investigazioni condotte nei confronti dei sodalizi criminali che gestiscono i traffici transnazionali sia ad una sempre più affinata ed incisiva analisi di rischio utilizzata per l’individuazione “in anticipo” dei “target” – soprattutto i container sospetti – da sottoporre a controllo nei porti. Proseguendo, il Direttore Centrale Maggiore, ha indicato che  la cannabis si conferma la sostanza stupefacente più sequestrata in Italia, mentre emerge un costante livello di  quantità di eroina rinvenuta e, infine, un quantitativo di sostanze sintetiche in linea con gli anni  passati. A proposito di queste ultime, si evidenzia il dato elevato  di GBL e GHB, sostanze utilizzate in contesti di chemical sex,  insidiose  perché annoverate anche tra le “rape drugs”. 

Riguardo al mercato delle droghe sintetiche ha evidenziato che si sviluppa, frequentemente, sui siti  soprattutto nel dark web, quindi “utilizzando” una “rotta” globalizzata, criptata e, quindi, anonimizzata, il cui contrasto richiede, sempre più spesso, che le polizie nazionali e di tutto il mondo siano in possesso di uno specifico know-how tecnico. Lo stesso Direttore Centrale  ha, quindi approfondito le tematiche relative alle “rotte” delle droghe – sfruttate e “rimodulate” dalla criminalità organizzata, illustrando l’emergere di due nuove direttrici: la rotta mediterranea della cocaina proveniente dal Sudamerica, in transito nei porti nazionali, in primis nello scalo di Gioia Tauro, trasportata da organizzazioni criminali balcaniche, verso i porti del Mar Nero e del Mar Egeo e la rotta del Sud degli oppiacei, dai luoghi di produzione asiatica, che attraversa l’Africa sud-orientale e raggiunge i Paesi europei, principalmente per via aerea. In particolare, proprio questa  “Southern Route” africana dell’eroina è oggetto di analisi  nell’ambito di un importante progetto della DCSA- d’intesa con Interpol-  finalizzato a rafforzare la cooperazione di polizia con i Paesi dell’ area (Kenya, Madagascar, Mauritius, Mozambico, Somalia, Sud Africa, Tanzania ed Uganda) interessata  da questi flussi di droga. Tra l’altro, tra le azioni strategiche nel contrasto antidroga,  nel 2022, sono stati aperti due nuovi uffici di Esperto per la Sicurezza a Nairobi (Kenya) ed a Pretoria (Sudafrica).   Lo stesso Direttore Centrale Maggiore ha citato, infine, un approfondito documento di analisi, allegato alla Relazione Annuale, elaborato sulla base dei dati relativi ai sequestri effettuati a livello internazionale, sulle rotte maggiormente utilizzate per i traffici di cocaina dal Sud America verso i porti italiani ed europei, nonché sulle metodologie alle quali più frequentemente fanno ricorso le organizzazioni criminali per occultare la droga, trasportata via mare tramite container. 

Il Vice Direttore Generale della Pubblica Sicurezza , Direttore Centrale della Polizia Criminale, Vice Capo della  polizia  Prefetto Vittorio Rizzi,  nel corso del suo intervento conclusivo, ha sottolineato come le rotte del narcotraffico internazionale e le modalità stesse hanno avuto una costante evoluzione interessando nuove aree come quella del Sud attraverso i Paesi dell’Africa dove nell’ultimo anno sono stati istituti nuovi uffici degli esperti per la sicurezza proprio per potenziare la rete della cooperazione internazionale. D’altronde il narcotraffico è stato il primo crimine transnazionale che ha fatto nascere l’esigenza di coordinare  le azioni di contrasto a livello nazionale – istituendo proprio la DCSA più di trent’anni fa – e di far sviluppare una stretta collaborazione di polizia tra gli Stati; il narcotraffico  ha sempre rispettato l’evolversi dei tempi ecco perché l’impegno incessante del Dipartimento della Pubblica Sicurezza è volto al rafforzamento della cooperazione di polizia bilaterale e multi laterale che oggi vanta un rete presente in oltre 80 paesi al mondo.

L’analisi dei dati “antidroga” elaborati ed alcuni interessanti approfondimenti tematici – contenuti nella Relazione annuale – vengono riportati sinteticamente nel comunicato stampa divulgato ieri, che titola: “Record assoluto nel 2022 dei sequestri di cocaina, più di 26 tonnellate, con un aumento del 22%”.  Ampia ripresa del narcotraffico nel post-pandemia Covid 19: la criminalità organizzata accanto ai tradizionali sistemi sfrutta la rete internet e i sistemi di comunicazione criptata. 

 

 

 

 

 

 

Dal 6 al 9 marzo, il Capo della Polizia Portuale di Rotterdam, Dr. Dirk Grip – accompagnato dal Chief Inspector della Direzione della Polizia portuale, dal Vice Capo Settore del Servizio Investigativo Regionale di Rotterdam, dall’Ufficiale di Collegamento presso l’Ambasciata olandese a Roma e dall’Esperto per la sicurezza all’Aja – ha fatto visita alla Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, dove è stata accolta dal Direttore Centrale, Gen. C.A. G. di F. Antonino Maggiore, unitamente al Direttore del I Servizio e a dirigenti della DCSA, per un incontro bilaterale sulla specifica tematica antidroga.

I lavori si sono aperti con l’intervento del Direttore Centrale, che ha illustrato  la struttura organizzativa della DCSA e le sue funzioni, con particolare riferimento al ruolo di coordinamento investigativo e di cooperazione internazionale di polizia in materia antidroga. In tale contesto, nell’evidenziare la complessità del sistema italiano, caratterizzato dalla presenza di una pluralità di Forze di polizia, è stata descritta la fondamentale azione di coordinamento esercitata, nel settore del narcotraffico, dalla Direzione Centrale, una delle più longeve e riuscite esperienze interforze in seno alle Forze di polizia nazionali. Altra tematica di importante rilievo è stata quella della rete di esperti per la sicurezza, distaccati all’estero nei crocevia internazionali della produzione, del transito e del traffico illecito della droga, che promuovono prioritariamente la cooperazione di polizia contro il narcotraffico e svolgono attività di studio, osservazione e raccordo con i competenti organismi esteri. La gestione dei flussi informativi e l’attività degli esperti sono gli elementi strutturali della cooperazione internazionale, in cui si esprime la centralità della Direzione nel dispositivo di contrasto. L’azione della Direzione in questo settore  è fondamentale, sia  a  livello “interno” che “esterno”, in quanto  è l’unico organismo di polizia italiano che ha il compito di ricevere e condividere tutte le informazioni relative al narcotraffico, oltre a coordinare le forze di polizie nella collaborazione internazionale con quelle estere. La DCSA, attraverso un costante confronto e scambio operativo con tutti i Paesi coinvolti, punta a potenziare sempre più  la cooperazione nel contrasto antidroga. Successivamente, è stato illustrato un altro fondamentale aspetto che connota la Direzione, costituito dal coordinamento operativo delle cosiddette “operazioni speciali” (operazioni sotto copertura e consegne controllate), nonché la posizione di referente nazionale per le richieste di abbordaggio (ex art. 17 Convenzione ONU del 1988) del naviglio sospettato di trasportare sostanze stupefacenti in acque internazionali.

Nel corso del dibattito, il Dr. Dirk Grip ha evidenziato che, nell’ambito dell’azione di contrasto al narcotraffico, il monitoraggio svolto all’interno dell’area portuale di Rotterdam consente di controllare annualmente solo l’1% dei container che transitano, tenuto conto dell’enorme quantità dei carichi di merce che giungono nei Paesi Bassi e delle vaste dimensioni del porto. Nel prosieguo, il Capo della Polizia portuale ha spiegato come le attività investigative hanno permesso di rilevare un particolare sistema utilizzato dai narcotrafficanti che sta prendendo piede. In particolare, le organizzazioni si avvalgono di complici nascosti in container che, come dei moderni “cavalli di Troia”, giungono nel porto confusi tra quelli carichi di merce e che sono attrezzati per consentire la permanenza degli “infiltrati” per giorni all’interno dell’area doganale. Non appena attivati e ricevute le precise indicazioni del container nel quale è occultata la partita di droga, i sodali procedono, nottetempo, al recupero degli stupefacenti per poi allontanarsi indisturbati dal porto, talvolta con la complicità di trasportatori o di funzionari collusi. Per contrastare il fenomeno le autorità olandesi cercano di favorire ed aumentare i rapporti di collaborazione internazionale con gli altri Paesi, con le compagnie private che operano all’interno del porto ed attuare valutazioni di rischio per intercettare i carichi da sottoporre a controllo.

Nelle giornate del 7 e l’8, la delegazione, accompagnata dal Direttore del I Servizio, Dir. Sup. P. di S. Dott. Emilio Russo, e del Capo Divisione, Col. G. di F. Alessandro Cavalli, è partita con un aeromobile della Guardia di Finanza di Pratica di Mare per recarsi in Calabria e visitare il Porto di Gioia Tauro. Le attività sono state svolte con l’assistenza del Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, Gen. B. Maurizio Cintura e del Comandante del Gruppo G. di F. di Gioia Tauro, Ten. Col. Danilo Persano, che – dopo aver incontrato il Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria dott. Giovanni Bombardieri – hanno accompagnato la delegazione all’interno degli spazi portuali illustrando, con dimostrazioni pratiche, i controlli che vengono svolti sui container, in collaborazione con l’autorità doganale, finalizzati al reperimento di sostanze stupefacenti ivi occultate. Tali ispezioni vengono effettuate sia nei contesti investigativi che all’esito di un costante monitoraggio preventivosvolto negli spazi doganali sulle merci movimentate, sulla base di una complessa analisi di rischio e secondo le procedure di “controllo e riscontro”, operate su mezzi e persone operanti nel porto.

Al termine della visita istituzionale, i membri della delegazione hanno espresso il loro apprezzamento per il proficuo confronto che ha consentito di acquisire elementi conoscitivi sui sistemi di prevenzione e contrasto attuati in Italia, manifestando la volontà di consolidare forme di collaborazione e condivisione delle informazioni tra i rispettivi Paesi, nella consapevolezza che solo uno sforzo congiunto può strategicamente riuscire a fronteggiare in maniera più efficace e determinante la minaccia del narcotraffico.

PROGRAMMA ORGANIZZATO DAL GEORGE C. MARSHALL CENTER FOR SECURITY STUDIES

Il 23 e 24 febbraio, in Garmisch (Germania),  nell’ambito del programma denominatoCountering Transnational Organized Crime ” (CTOC),  il George C. Marshall European Center for Security Studies ha ospitato quali speaker: il Direttore della DIA, Dirigente Generale di P.S. dr. Maurizio Vallone, il Procuratore Aggiunto della Procura della Repubblica di Roma, Dott. Giovanni Conzo, il Sostituto Procuratore della Repubblica presso la DNA, Dott.ssa Liana Esposito ed il Direttore del III Servizio della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, Gen. Brig. CC Giancarlo Scafuri.

Il George C. Marshall European Center for Security Studies – che il 5 giugno 2023 celebra il 30° anniversario della fondazione – è uno dei sei centri regionali del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ma l’unico con sede in Europa ed in partnership con un’altra nazione (Germania) e con una nutrita rappresentanza multinazionale di Italia, Svizzera, Austria, Polonia, Slovenia. Il Centro, il cui cuore pulsante è il CISS, il College of International Security Studies, individua e approfondisce tematiche connesse alla sicurezza regionale e transnazionale quali, solo per citarne alcune, la sicurezza cibernetica, il terrorismo, il crimine organizzato transnazionale, i conflitti regionali, i rapporti di forza tra superpotenze (cd. Great Power Competition), il climate change (per gli impatti che il fenomeno ha in termini di sicurezza e stabilità regionale), le relazioni tra NATO-Unione Europea, l’Artico e molti altri.

Particolare attenzione è dedicata alla selezione degli speaker (con un funzionale mix di accademici e practioners) ed ai partecipanti (parlamentari, funzionari governativi, diplomatici, funzionari/ufficiali di polizia, elementi della società civile etc). Scopo dei programmi è la condivisione di conoscenze ed esperienze (principi, norme, organizzazione, strumenti di contrasto e/o prevenzione) tra i partecipanti, utili anche a sviluppare e implementare nei propri paesi di origine specifiche attività di strategy e policy. Ulteriore aspetto di rilievo connesso alle attività del Centro risulta essere la folta comunità di “alunni” composta da tutti coloro (circa 16000 in tutto il mondo) che, a vario titolo, hanno partecipato ai diversi programmi del Centro, continuando a mantenere durature e proficue relazioni personali. Tra questi, alcuni occupano posizioni di vertice nei propri paesi di origine.

In questo contesto, si è sviluppato anche l’annuale programma CTOC – della durata di 24 giorni (14 febbraio- 9 marzo) con 81 partecipanti di 41 nazioni provenienti dai 5 continenti – volto a creare un consolidato network tra strutture investigative/giudiziarie dei Paesi partecipanti che possa essere ulteriore valido supporto nello svolgimento di attività di cooperazione internazionale per contrastare i traffici illeciti e le organizzazioni criminali transnazionali. In tale sede sono stati anche esaminati i principali metodi di contrasto ai fenomeni della corruzione e del riciclaggio.

Il Direttore del programma, Dr. Joseph Vann –  professore di studi sulla sicurezza transnazionale, in possesso di una consolidata esperienza avendo operato per 25 anni, come agente speciale nel Naval Criminal Investigative Service dell’US NAVY, rivestendo numerosi incarichi dirigenziali quale consulente strategico, consigliere per il controspionaggio e per la lotta al terrorismo ed alla criminalità organizzata – coadiuvato dal rappresentante italiano della Difesa –  Col. CC Claudio Cappello, Military Professor e Direttore del programma Senior Executive Seminar – sulla scorta anche del successo ottenuto nei precedenti programmi, ha ritenuto essenziale dedicare un particolare approfondimento agli strumenti previsti dall’ordinamento italiano per il contrasto della criminalità organizzata nazionale e transnazionale, con particolare riferimento agli articoli 416 bis del codice penale (associazione a delinquere di tipo mafioso), all’art. 41 bis della legge sull’ordinamento penitenziario (cd. carcere duro), alle misure di prevenzione personali e patrimoniali ed alla cooperazione internazionale di Polizia.

Tale ultimo aspetto è stato oggetto di approfondimento da parte del Gen. B. CC Giancarlo Scafuri -Direttore del III Servizio della DCSA che, dopo aver evidenziato la complessità del sistema italiano, caratterizzato dalla presenza di una pluralità di Forze di polizia, ha illustrato la struttura organizzativa della Direzione Centrale – una delle più longeve e riuscite esperienze interforze a livello nazionale – e le sue funzioni, con un particolare focus al delicato ruolo svolto nel coordinamento investigativo e nel supporto alle indagini antidroga di tutte le forze di polizia nazionali nonché quale “organo pilota” per la specifica cooperazione internazionale di polizia nel settore. Il Gen. Scafuri ha tratteggiato le attività di scambio informativo, sia a livello strategico che operativo, costantemente svolte dalla Direzione e l’importanza della rete degli Esperti per la sicurezza – distaccati all’estero nei paesi aventi un ruolo di rilievo nella produzione e nel traffico di stupefacenti – che promuovono prioritariamente la cooperazione di polizia contro il narcotraffico e svolgono attività di studio, osservazione e raccordo con i competenti organismi esteri. Non meno rilevanti ed apprezzati sono stati gli approfondimenti relativi alle ulteriori peculiari attività della struttura quali il coordinamento operativo delle cosiddette “operazioni speciali” (operazioni sotto copertura e consegne controllate), il ruolo della Direzione quale referente nazionale per le richieste di abbordaggio  del naviglio sospettato di trasportare sostanze stupefacenti in acque internazionali (ex art. 17 Convenzione ONU del 1988) e la recente istituzione della sezione operativa denominata “Drug@online”, che ha il compito di monitorare il web al fine di fornire un efficace coordinamento delle attività di contrasto al E-Commerce di stupefacenti svolto dalle organizzazioni criminali.

I conferenzieri, al termine dei loro interventi, si sono intrattenuti ulteriormente all’interno delle seminar room, nelle quali i partecipanti, divisi in gruppi di 6/8 unità, hanno avuto la possibilità di confrontarsi ed approfondire ulteriormente alcuni aspetti delle tematiche trattate.

Il CTOC ha rappresentato un importante momento di condivisione e di proficuo confronto ed una occasione di ulteriore consolidamento della collaborazione tra i diversi Paesi, nella consapevolezza che soltanto uno sforzo costante e congiunto potrà contrastare efficacemente le realtà criminali connesse al narcotraffico.

COORDINAMENTO E SUPPORTO DELLA DCSA – COLLABORAZIONE CON SCICO, SCIP, PROGETTO III IPA, EUROPOL ED EUROJUST

Il 26 gennaio – Joint Action Day – la Guardia di Finanza di Brescia ed il Servizio Centrale di Investigazione sulla Criminalità Organizzata (SCICO) – con il supporto di altri Reparti del Corpo e di unità cinofile specializzate alla ricerca di droga – a conclusione dell’operazione Highway, hanno arrestato 22 soggetti e, contestualmente, la polizia albanese ha eseguito 21 analoghi provvedimenti restrittivi. Sono state inoltre effettuate perquisizioni e sequestri di beni e disponibilità finanziarie sino a concorrenza dell’importo di oltre 4 milioni di euro. L’indagine, condotta in Italia dalla Guardia di Finanza sotto la direzione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bergamo e con il coordinamento operativo della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, si è sviluppata  in cooperazione con la polizia albanese, diretta dalla Procura Speciale Anticorruzione e Criminalità Organizzata di Tirana  (SPAK) ed in  stretta collaborazione con Europol ed Eurojust nonché con l’efficace supporto dello SCIP della DCPC e del Progetto UE IPA III. 

Le indagini, avviate nel 2017, a seguito del rinvenimento di due panetti di cocaina all’interno di uno zaino abbandonato lungo l’autostrada A4 Milano-Venezia, hanno consentito di individuare gruppi criminali – in gran parte composti da soggetti di etnia albanese – coinvolti in un vasto traffico transnazionale di sostanze stupefacenti sulla rotta Paesi Bassi, Belgio, Svizzera e Slovenia e di  effettuare importanti  riscontri. L’attività ha permesso di eseguire, in totale, 119 provvedimenti cautelari personali per narcotraffico internazionale, tra arresti in flagranza, ritardati arresti e ordinanze di custodia cautelari, sequestri di importanti quantitativi di sostanze stupefacenti, in particolare, 120 kg di cocaina, 15 kg di eroina e 192 kg di marijuana, di due laboratori situati a Cremona e Milano e di due serre per la coltivazione di cannabis a Mantova e Modena, 92 kg di hashish, oltre a beni e disponibilità finanziarie per oltre 5 milioni di euro proventi delle attività illecite.

E’ stato possibile in tal modo ricostruire la rete gestita dagli indagati, con ramificazioni in diversi Paesi europei, i cui vertici risiedevano in territorio albanese. Le investigazioni si sono sviluppate nell’ambito di una Squadra Investigativa Comune (SIC), sottoscritta dalle Autorità Giudiziarie dell’Italia e dell’Albania, con la partecipazione degli investigatori  italiani, svizzeri ed albanesi, oltre alla DCSA  quale membro esterno. La Direzione Centrale, in particolare, ha fornito un costante coordinamento e un prezioso supporto alle indagini, sia  favorendo l’avvio dei canali di cooperazione internazionale e partecipando alle riunioni operative con i Paesi coinvolti nel contesto investigato, sia dal punto di vista tecnico-logistico, mettendo a disposizione risorse e strumentazioni.

In occasione del Joint Action Day  è stata allestita presso Eurojust (l’Aja) una sala operativa comuneper la fase finale dell’operazione congiunta, necessaria a coordinare e monitorare le attività nei Paesi coinvolti.

I risultati dell’indagine – leggi qui il comunicato stampa – sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa, tenuta lo stesso 26 gennaio a Bergamo, presieduta dal Procuratore della Repubblica, Dott. Antonio Angelo Chiappani, con la partecipazione del Procuratore Capo di Tirana (SPAK), Dott. Altin Dumani (in videocollegamento) unitamente alla polizia albanese operante, del rappresentante italiano presso Eurojust, Dott. Filippo Spiezia (in videocollegamento), del Procuratore Aggiunto titolare delle indagini, Dott.ssa Maria Cristina Rota, del Comandante Provinciale G. di F. di Brescia, Col. t.ST  M. Tolla e del dipendente Nucleo PEF, Ten. Col. t. SPEF S. Tramis, di rappresentanti della DCSA, dello SCICO, del Direttore dello SCIP (DCPC), di un analista di Europol e del Project Leader del Progetto UE “IPA III” CSOCWB

Il brillante risultato conseguito testimonia, ancora una volta, quanto sia necessaria la sinergica cooperazione a livello nazionale ed internazionale tra gli attori impegnati nel contrasto al narcotraffico, settore in cui la DCSA si impegna da sempre, con la costante attività di coordinamento investigativo  – in Italia  ed all’estero –  e di  supporto operativo, tecnico ed economico  alle indagini antidroga.

Si riportano alcuni video dell’operazione relativi all’occultamento dello stupefacente attraverso un meccanismo a calamita, all’interno di un doppiofondo di una vasca, all’interno del semiasse di una Passat, nel tettuccio di una Saab e in uno spazio dietro la targa di una Volvo.

 

Il 12 e 13 gennaio, il Direttore della DCSAGen. C.A. G. di F. Antonino Maggiore, accompagnato dai Direttori dei tre Servizi e dai rispettivi Capi Divisione, ha ricevuto in visita istituzionale una delegazione del Centro di Coordinamento dell’Informazione regionale dell’Asia centrale per la lotta al traffico illecito di stupefacenti, sostanze psicotrope e loro precursori (CARICC), guidata dal Direttore del Centro, Yazlyev Atageldy Ovezovich e dal Direttore del Dipartimento Informazioni ed Analisi, Azizbek Asilbekovich Erkaboev. A seguito della delegazione hanno partecipato anche l’Esperto per la sicurezza presso l’ambasciata d’Italia a Tashkent (Uzbekistan), Cap. CC Bartolomeo Luca Magliarisipunto di collegamento tra il CARICC e la DCSA – e l’Esperto a Teheran (Iran) – coordinatore regionale – Primo Dir. P. di S. Salvatore La Barbera.

Il CARICC, con sede ad Almaty (Kazakistan), è stato creato nel 2007 secondo il modello Europol con il supporto dell’Ufficio regionale dell’UNODC in Asia centrale, con lo scopo di facilitare lo scambio e l’analisi delle informazioni operative per meglio reprimere il traffico illecito di droghe nell’area del Centro-Asia tra gli Stati aderenti: Azerbaigian, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan e Turkmenistan, Federazione Russa e Uzbekistan. L’Italia è tra i Paesi con lo status di osservatore presso CARICC unitamente ad altri Stati.

All’inizio dell’incontro, il Gen. Maggiore, nel dare il suo benvenuto agli ospiti, ha illustrato la struttura organizzativa della DCSA e le sue funzioni. In tale contesto è stata anche evidenziata la complessità del sistema italiano, caratterizzato dalla presenza di una pluralità di forze di polizia, per le quali la Direzione Centrale svolge una fondamentale azione di coordinamento nel settore del contrasto al narcotraffico, una delle più longeve e riuscite esperienze interforze in seno alle forze di polizia nazionali. Un particolare focus è stato dedicato ad un aspetto che connota la DCSA, costituito dal coordinamento operativo, a livello nazionale ed internazionali, delle indagini delle forze di polizia in materia di antidroga. In tale contesto ha sottolineato l’importanza delle cosiddette “operazioni speciali” (operazioni sotto copertura e consegne controllate), soprattutto nell’ambito della cooperazione con altri Paesi. Nel prosieguo, è stata descritta la funzione svolta dalla rete di esperti per la sicurezza, distaccati all’estero nei crocevia internazionali della produzione, transito e del traffico illecito della droga, che promuovono prioritariamente la cooperazione di polizia contro il narcotraffico e svolgono attività di studio, osservazione e raccordo con i competenti organismi esteri. In particolare, è stata sottolineata l’importanza strategica delle nuove sedi aperte in Kenya e Sudafrica, collocate lungo la direttrice della c.d. “rotta del Sud” (rotta dell’eroina afgana, d’interesse del CARICC che transita lungo la costa orientale africana e che raggiunge, in varie modalità, l’Europa e quindi anche l’Italia). L’attività degli Esperti si conferma un  elemento strutturale della cooperazione internazionale, in cui si esprime la centralità della Direzione nel dispositivo di contrasto antidroga.

Hanno poi preso la parola i delegati del CARICC che hanno affrontato tematiche, oggetto di successivo dibattito e confronto, quali, la struttura organizzativa e le funzioni del Centro, i meccanismi di cooperazione tra le autorità competenti degli Stati membri nella lotta alla criminalità transfrontaliera associata al traffico illecito di droga, le attività di assistenza nell’organizzazione ed esecuzione di operazioni ed indagini internazionali congiunte, comprese le consegne controllate, le metodologie di raccolta, conservazione, protezione, analisi e scambio di informazioni operative per reprimere il traffico illecito di droghe nell’area del Centro-Asia. Inoltre, il CARICC fornisce supporto alle agenzie degli Stati membri, attraverso conferenze, corsi di formazione e seminari per migliorare le tecniche di lotta al narcotraffico e rafforzare la cooperazione internazionale in questo settore. In merito, è stata richiesta la possibilità di organizzare corsi specialistici, compresa la formazione sulle consegne controllate internazionali di stupefacenti, che ha trovato la massima adesione da parte del Gen. Maggiore, auspicando anche un rafforzamento della cooperazione tra CARICC e DCSA, sia per incrementare lo scambio informativo che le operazioni speciali svolte congiuntamente.     

Nel corso del secondo giorno si sono tenuti interventi, con taglio tecnico-operativo, a cura di esperti dei tre Servizi della DCSA. In particolare, sono state esaminate le tecniche di analisi strategica ed operativa delle informazioni, attraverso cui vengono elaborati studi e ricerche sulla situazione nazionale e regionale, sui consumi locali, sulle rotte interne e sulle etnie maggiormente coinvolte nei traffici. A livello internazionale, tale analisi investe aree di produzione e provenienza, mercati di destinazione, modalità di occultamento, frontiere di accesso degli stupefacenti e rotte utilizzate dai trafficanti. Altro argomento trattato sono state le esperienze acquisite nel settore del narcotraffico svolto nel web, ovvero dei complessi canali del mercato digitale attraverso l’utilizzo degli innumerevoli strumenti messi a disposizione dalla rete. Al riguardo, particolare risalto è stato dato all’istituzione all’interno della Direzione di una Sezione operativa, denominata “Drug@online”, che ha il compito di monitorare la rete, al fine di fornire il coordinamento delle attività repressive del commercio illecito di droga che si svolge con queste nuove modalità. Un altro argomento ha riguardato la programmazione e lo sviluppo di attività addestrative degli operatori delle forze di polizia nazionali ed estere, compresa la formazione sulle consegne controllate internazionali di stupefacenti e sulla figura dell’undercover. La tematica delle operazioni speciali è stata poi oggetto di uno specifico focus, nel corso del quale sono state illustrate le previsioni normative italiane ed europee in materia, nonché descritte le best practice operative in tale comparto, sottolineando l’importanza di tale strumento, soprattutto nell’ambito della cooperazione internazionale, per un più efficace contrasto al narcotraffico.

Al termine delle due giornate di lavori i partecipanti hanno espresso la propria soddisfazione per il proficuo confronto che rappresenta un importante passo per consolidare forme di collaborazione e condivisione delle informazioni, nella consapevolezza che solo uno sforzo congiunto può strategicamente riuscire a contrastare i pericoli derivanti dalle organizzazioni criminali dedite al traffico internazionale di droga.


La campagna navale marittima e fluviale ORION, arrivata alla sua decima edizione, è una tra le più vaste operazioni multilaterali contro il traffico illecito di droga, organizzata e sviluppata dalla Colombia attraverso la Marina Nazionale, in un lavoro congiunto e coordinato con altri Paesi. 

La sua importanza risiede nell’alleanza strategica che è stata consolidata con 41 Paesi di tutto l’emisfero, compresa l’Italia – che vi partecipa attraverso la DCSA – nell’ambito degli impegni di  cooperazione internazionale di polizia per contrastare la minaccia della criminalità organizzata e del narcotraffico transnazionale.

Questa “azione” contro il traffico di droga è stata realizzata grazie ad una sinergica cooperazione internazionale tra agenzie, forze armate e forze dell’ordine di vari Paesi. Si tratta di una iniziativa della Colombia che  merita uno speciale riconoscimento, poiché nella Regione operano le  maggiori organizzazioni di narcotrafficanti, capaci di organizzare vasti traffici illeciti transnazionali, movimentando enormi quantità di droga attraverso le loro alleanze con mafie ed organizzazioni criminali operative in tutto il mondo.

La DCSA ha partecipato a ORION X e alle scorse edizioni – per il tramite del proprio Esperto per la Sicurezza a Bogotà – fornendo sostegno alla campagna ed inviando informazioni e dati operativi utili per la lotta al narcotraffico.

In occasione del termine  della Campagna ORION X , il Direttore  Centrale della DCSA, Gen. C.A. G. di F. Antonino Maggiore, ha inviato un videomessaggio alle autorità colombiane, nel quale ha formulato i ringraziamenti ed espresso il sentimento di stima, a nome di tutte le forze di polizia italiane, alla Marina Nazionale Colombiana per l’enorme impegno svolto in sinergia con tutti i Paesi ed organizzazioni coinvolte nella vasta operazione antidroga. Nel suo messaggio, il Direttore ha manifestato l’importanza di questo strumento di cooperazione internazionale per contrastare il fenomeno ed ha “sottolineato (…)  la professionalità della Armada Nacional della Colombia, prezioso e strategico alleato nella lotta contro il narcotraffico”.

A conclusione della campagna ORION X  è stato divulgato   – il 22 dicembre 2022 –  un comunicato stampa che descrive  gli eccellenti risultati ottenuti.

https://youtu.be/kz4x6br7-PUAl comunicato stampa sono allegate delle immagini, che illustrano i risultati della campagna Orion X, un video  con le dichiarazioni dell’ Ammiraglio Francisco Cubides Granados, Comandante della Marina militare della Colombia e un video che mostra gli importanti esiti dell’operazione e contiene un estratto dei messaggi dei rappresentanti dei Paesi partecipanti, tra cui quello del Direttore Centrale della DCSA (2′: 27”).

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