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Il 3 ottobre scorso, presso il Polo Investigativo Anagnina, ove ha sede questa Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, si è tenuto un incontro tra un delegato della D.C.S.A. ed una delegazione di Dirigenti della Polizia Kosovara, al fine di condividere le conoscenze in materia di stupefacenti.  La “visita di studio” è stata organizzata  nell’ambito del Progetto IPA II 2017 – Balcani Occidentali  “Countering Serious Crime in the Western Balkans”, iniziativa progettuale europea, coordinata dall’ Italia,- in particolare dal  Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno-  e  finanziata dall’Unione Europea, destinata a fornire un bagaglio informativo sia teorico che di “best practice” ai Paesi dell’Area Balcanica, tra cui il Kosovo, in fase di c.d. “pre-accesso all’Europa” .

Alla citata conferenza hanno partecipato la Direttrice della Divisione contro la Criminalità Organizzata ed un Funzionario responsabile della Polizia di Frontiera del Kosovo, accompagnate dall’Esperto delle Forze di polizia italiane in Kosovo.   

Durante l’incontro con i Funzionari della Polizia Kosovara, come in occasione di analoghi incontri con polizie straniere, sono state  illustrate le specifiche funzioni svolte dalla DCSA, in campo nazionale ed internazionale e si sono approfonditi,  oltre il quadro normativo del settore, le strategie operative e di cooperazione internazionale, messe in campo in Italia contro il narcotraffico,  business gestito dalla criminalità organizzata a livello nazionale e globale; è stato, infine, fornito un particolare focus sul fenomeno delle  nuove tipologie di droghe le c.d. NPS – nuove sostanze psicoattive “create” artificialmente in laboratorio-  verso cui è sempre rivolta la massima attenzione della D.C.S.A., al fine di poterne prevenire in maniera efficace  i “danni” sulle persone e  contrastarne al meglio il  traffico.

L’incontro con la polizia kosovara, svolto per le finalità del Progetto IPA, è stato un importante momento di scambio conoscitivo, che la D.C.S.A. ritiene essenziale per la futura cooperazione internazionale in materia antidroga.

Stamattina, a Viareggio, la Squadra Mobile di Lucca ed il Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, coadiuvati dal Commissariato P.S. di Viareggio, con il supporto della Direzione Centrale per Servizi Antidroga, hanno concluso l’operazione antidroga “PUSHER 2019” con l’esecuzione di 10 arresti di soggetti magrebini, responsabili di spaccio di cocaina e hashish consumato a Viareggio nella Pineta di Ponente. L’attività delittuosa contestata a 4 indagati è anche aggravata per il concorso con un minorenne.  

L’indagine “PUSHER 2019”, avviata nel maggio scorso dalla Polizia di Stato di Lucca, Viareggio e lo S.C.O. di Roma, diretta dalla Procura della Repubblica di Lucca e con il supporto della Direzione Centrale per Servizi Antidroga si è sviluppata nei confronti di tre distinti gruppi di spacciatori di nazionalità marocchina, attivi nella pineta viareggina. La vendita al dettaglio dello stupefacente, nascosto tra la fitta vegetazione od interrato tra gli alberi della pineta, avveniva in pieno giorno, pur in presenza dei numerosi frequentatori dell’area verde, anche giovanissimi.

L’indagine “PUSHER 2019” è lo sviluppo della precedente operazione antidroga “Souk 2018”, condotta dagli stessi Uffici, sempre con il supporto della Direzione Centrale per Servizi Antidroga, conclusa nel dicembre 2018 con l’arresto di 25 magrebini, responsabili di spaccio di cocaina, eroina,   marijuana e  hashish che si svolgeva nelle pinete e sul lungomare di Viareggio.

L’operazione conclusa oggi, come analoghe attività investigative della Polizia di Stato, aderisce al progetto “PUSHER 3 -PIAZZA PULITA”, che ha rilanciato l’impiego di operatori sotto copertura per l’acquisto di droga, ritardando l’arresto degli spacciatori responsabili della cessione, al fine di acquisire ulteriori elementi investigativi.

Nel corso dell’attività investigativa “PUSHER 2019” la D.C.S.A. ha fornito il proprio sostanziale supporto, sia come coordinamento info-operativo, che sotto forma di contributo tecnico ed economico.

 

Il 19 settembre scorso, presso il Polo Investigativo Anagnina – sede delle Direzioni interforze del Dipartimento della P.S. -Direzione Centrale della Polizia Criminale, Direzione Centrale per i Servizi Antidroga e Direzione Investigativa Antimafia- si è tenuto un incontro tra esperti di questa D.C.S.A. e 60 Colonnelli della Polizia Nazionale Peruviana, frequentatori del Corso di Alta Formazione nel Paese di origine, in visita di istruzione in Italia dal 18 al 20 settembre.

Durante lo scambio informativo con la delegazione peruviana i rappresentanti della D.C.S.A. hanno illustrato la specificità e le peculiari funzioni della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga- unico organismo centrale interforze competente nel settore antidroga- ed hanno approfondito varie tematiche tra cui la cooperazione “antidroga” in ambito europeo ed internazionale, il coordinamento operativo operato – a livello nazionale ed internazionale- a favore delle FF.PP. impegnate nella lotta al narcotraffico. Sono state illustrate le linee operative, di indirizzo e strategiche della D.C.S.A., le attività di raccolta ed analisi dei dati e la pubblicazione di Relazioni annuali su attività e risultati ottenuti dal nostro Paese nella lotta al traffico illecito delle sostanze stupefacenti e l’attenzione verso le Nuove Sostanze Psicoattive. I delegati peruviani hanno mostrato molto interesse nei confronti dei diversi ambiti di intervento della D.C.S.A. illustrati dai relatori, in particolare nei confronti delle forme di cooperazione tra Italia e Perù nella lotta al narcotraffico; il coinvolgimento dei partecipanti si è manifestato, anche, nell’intenso ed approfondito dibattito che ha preso vita, spontaneamente, al termine dell’incontro.

L’attività informativo-conoscitiva svolta dalla D.C.S.A. con i rappresentanti della polizia peruviana rientra nelle molteplici iniziative alle quali questa Direzione aderisce sempre volentieri e che anzi promuove e facilita, nella convinzione che le relazioni con i collaterali antidroga esteri -che si tratti di rapporti di interscambio operativo, di confronto o siano semplicemente “conoscitivi”- siano sempre positive, per avviare e rafforzare le diverse forme di collaborazione in materia antidroga tra i diversi Paesi, indispensabili nella lotta al narcotraffico, fenomeno transnazionale per natura.

 

 

 

A partire dalla mattinata di ieri 18 settembre e fino alla giornata odierna, i finanzieri del G.I.C.O. (Gruppo di Investigazione sulla Criminalità Organizzata) del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria- Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Trento, a  conclusione dell’operazione antidroga “CARTHAGO, hanno dato esecuzione a 7 misure di custodia cautelare in carcere disposte dall’A.G. di Trento ed  effettuato 15 perquisizioni domiciliari, nei confronti dei componenti di due associazioni criminali di narcotrafficanti, radicate sia a  Nord che nel  Sud Italia e con ampie ramificazioni all’estero.

Le indagini, avviate nel 2016, dirette dalla Procura Distrettuale- D.D.A. di Trento e coordinate e supportate da questa Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, hanno svelato una vasta rete  di traffico internazionale di stupefacenti, tra Marocco,  Spagna ,Olanda, Svizzera ed Italia, gestita da gruppi criminali attivi in Italia ed all’estero. Proprio per sgominare la rete criminale si è rivelata  fondamentale l’attività investigativa transnazionale sviluppata dalla Guardia di finanza di Trento, con  la collaborazione dello  S.C.I.C.O. (Servizio Centrale di Investigazione sulla Criminalità Organizzata) e del  Comando Generale della Guardia di Finanza e di questa D.C.S.A..

Questa Direzione Centrale, infatti, ha collaborato all’indagine CARTHAGO, con l’attività di  coordinamento info-operativo- nazionale ed internazionale- facilitando l’interscambio informativo con le polizie antidroga olandese, spagnola e marocchina, queste ultime attivate mediante i propri Esperti per la Sicurezza,  presenti a Madrid e Rabat;  la DCSA ha, inoltre, fornito un supporto tecnico-economico all’attività antidroga.

L’attività investigativa ha, così, portato all’individuazione due sodalizi criminali composti, prevalentemente, da soggetti di origine maghrebina ed italiana, stabilmente radicati in Trentino-Alto Adige, Lombardia, Basilicata, Campania e Puglia, che si ripartivano i locali mercati dello spaccio. Il primo  gruppo, localizzato in nord Italia, si riforniva in Spagna, Olanda e Svizzera di hashish e cocaina distribuita, periodicamente, nelle piazze di spaccio di Trento e Bolzano da pusher, in maggioranza tunisini e marocchini, attivi nei parchi cittadini dei centri storici, in prossimità di istituti scolastici ed anche in alcune località turistiche di alta montagna. Il secondo sodalizio localizzato in Basilicata e Puglia, composto da esponenti della malavita di Cerignola (FG) appartenenti alla c.d. “quarta mafia foggiana”, in accordo con esponenti di un clan camorristico di Torre Annunziata (NA), importava ingenti quantità di hashish e cocaina direttamente dal Marocco e dalla Spagna, per poi destinarli alla distribuzione sul territorio nazionale, compresa la provincia di Trento.

In data odierna,  presso la Procura della Repubblica di Trento, si è tenuta la conferenza stampa illustrativa dei rilevanti risultati dell’attività antidroga CARTHAGO; all’evento mediatico, presieduto dal Procuratore della Repubblica  presso il Tribunale di Trento, ha partecipato questa Direzione Centrale, oltre ai Comandanti Provinciale, del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria e  del G.I.C.O.  della Guardia di Finanza  di Trento. Durante la conferenza stampa  stati resi noti i risultati complessivi dell’indagine che, partendo dallo spaccio svolto nelle piazze di Trento e Bolzano ha riscostruito la complessa filiera criminale che organizzava il vasto traffico di droga; l’attività investigativa, che ha  sgominato un vasto traffico internazionale, ha consentito di indagare 73 narcotrafficanti, fra i quali esponenti della camorra e della  c.d.“quarta mafia foggiana”, di effettuare 19 arresti in varie località d’Italia e all’estero – 7 misure cautelari e  12 in flagranza, durante le indagini- e di sequestrare, complessivamente, oltre 1 tonnellata di hashish, 2 kg di cocaina , 5 automezzi utilizzati per il trasporto della droga e 20.000,00 euro in contanti. In quella sede sono stati anche  forniti i dettagli degli arresti appena eseguiti, tra cui spicca la cattura nei confronti di un indagato affiliato ad un clan camorristico di Torre Annunziata –NA-rintracciato in una casa popolare, responsabile dell’importazione, in collaborazione con un importante narcotrafficante marocchino, di svariate tonnellate di hashish.   

Durante la stessa conferenza stampa, è stato dato ampio rilievo all’attività di coordinamento  info-operativo svolto da questa Direzione Centrale nell’ambito dell’Operazione CARTHAGO,   attuato anche mediante l’attivazione e la collaborazione delle polizie estere ed il supporto tecnico- economico fornito. 

           

 

 

Il 16 settembre scorso ha avuto inizio presso questa Direzione Centrale il 3° Workshop dedicato a “L’azione di contrasto al narcotraffico” , destinato al personale delle Forze di polizia estere, che si concluderà il 20 settembre. A tale iniziativa in materia di contrasto al traffico di sostanze stupefacenti e alle attività undercover, organizzata dalla Sezione Corsi di addestramento e Formazione di questa D.C.S.A. e finalizzata alla formazione antidroga di Funzionari stranieri, partecipano 18 rappresentanti delle polizie di Gambia, Senegal, Nigeria, Ghana, Marocco, Argentina, Cile, Perù e Macedonia del Nord.

Il modulo addestrativo intende fornire ai frequentatori stranieri informazioni teorico-pratiche sul sistema normativo antidroga italiano, sugli aspetti operativi delle attività sottocopertura, sulle nuove tecniche d’indagine per il contrasto ai traffici di droga attraverso i canali telematici, sulla disciplina nazionale ed internazionale dei precursori chimici e nuove sostanze psicoattive ed infine sulle potenzialità della Banca Dati Nazionale del DNA. Durante l’attività formativa vengono effettuate visite presso vari Uffici e Reparti della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, di specifico rilievo per la funzionalità del sistema nazionale interforze antidroga, coordinato da questa D.C.S.A.

       

 

 

 

 

Lo scorso 16 settembre, a conclusione delle operazioni “ASTICE” e “PETRUS” i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Latina, in collaborazione con la polizia penitenziaria di Latina ed il supporto tecnico del R.O.S. di Roma hanno eseguito 34 misure cautelari – 30 custodie in carcere e 4 arresti domiciliari – per detenzione illegale e spaccio aggravato di stupefacenti, corruzione, falso ideologico e truffa aggravati, ricettazione e reati in materia di armi.

Le indagini, avviate nel 2017 dirette dall’autorità giudiziaria di Latina e svolte con la collaborazione di questa Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, hanno disarticolato un sodalizio criminale che gestiva un vasto traffico di stupefacenti nel carcere di Latina e nell’hinterland della città e Comuni limitrofi. Il gruppo criminale indagato aveva costituito, grazie alla corruzione di due operatori della polizia penitenziaria in servizio presso il carcere di Latina, un agevolato sistema di comunicazioni dei detenuti verso l’esterno di fornitura dello stupefacente -e di cibi prelibati come astici – nel carcere.

Le attività investigative hanno individuato “i canali” del traffico e dello spaccio di sostanze stupefacenti sia fuori che dentro il carcere e, oltre alle 34 misure cautelari eseguite, hanno portato all’arresto in flagranza di 10 persone, al sequestro complessivo di 1, 2 kg di cocaina, 2,7 kg di marijuana, 10 gr di hashish e circa 23.000 euro ed al recupero di un’arma provento di furto.

                                  

 

Il 22 agosto scorso, la Squadra Mobile di Grosseto a conclusione dell’operazione “BLU MAREMMA” ha eseguito cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere ed un’ordinanza di divieto di dimora nella Regione Toscana – con la collaborazione delle omologhe di Brescia e Monza Brianza, del Reparto Prevenzione Crimine Toscana e di una unità cinofila della Guardia di Finanza di Grosseto-, mentre sono ancora ricercati quattro cittadini del Marocco (tre destinatari della custodia cautelare in carcere ed uno del divieto di dimora).   Le complessive dieci misure cautelari nei confronti di cittadini marocchini , sono state emesse dalla locale Autorità Giudiziaria, all’esito di indagini avviate nell’anno 2016 dalla Squadra Mobile, con il raccordo investigativo della Direzione Centrale dei Servizi Antidroga, nei confronti di una fiorente attività di spaccio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina e hashish, posta in essere nel capoluogo maremmano ed in provincia.

La D.C.S.A. ha fornito il coordinamento investigativo ed il supporto, anche  “materiale”,  all’attività   BLU MAREMMA”  sviluppata dalla Polizia di Stato di Grosseto. Le indagini hanno consentito di raccogliere elementi probatori nei confronti di  15 indagati marocchini,  responsabili di  spaccio e detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, ricostruendo lo sviluppo delle attività illecite realizzate  da gennaio 2015 ad aprile 2018 e consistenti in numerose cessioni di hashish per quantitativi anche pari ad un kg a settimana, oltre ad una continua attività di vendita al dettaglio di hashish e di cocaina. Durante l’attività antidroga sono stati sequestrati complessivamente 6,5 Kg. di hashish e 15,6 grammi di cocaina ed arrestate quattro persone in flagranza , trovate in possesso di stupefacente ceduto da soggetti magrebini ed un ulteriore soggetto del Marocco, fermato mentre cercava di  trasportare 3 Kg di hashish fuori provincia.

L’operazione “BLU MAREMMA”  ha permesso,  inoltre, di individuare depositi di sostanza stupefacente occultata  sotto terra e sotto il pietrisco della massicciata ferroviaria della linea tirrenica.

In data odierna, la Polizia di Stato di Lecce, a conclusione dell’ operazione antidroga “MOVIDA”, ha eseguito in quella provincia il ritardato arresto di 13 italiani ed 1 marocchino, alcuni dei quali connessi ai clan della criminalità organizzata locale, ritenuti responsabili di spaccio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina.

 

 

 

 

L’attività investigativa, avviata lo scorso mese di luglio scorso dalla Squadra Mobile di Lecce, in collaborazione con il Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato – S. C. O., diretta dalla Direzione distrettuale Antimafia, con il contributo della Direzione Centrale per Servizi Antidroga e del Servizio Polizia Scientifica, grazie all’utilizzo di speciali tecniche investigative, ha permesso di individuare 14 soggetti responsabili della vendita al dettaglio di sostanze stupefacenti.  L’attività di spaccio si svolgeva sia nel centro cittadino che in diverse località balneari della provincia, anche all’interno di rinomate discoteche, per le quali la Questura ha avviato i procedimenti amministrativi finalizzati alla chiusura. L’indagine si è sviluppata con l’intervento di operatori undercover e con l’ausilio di telecamere nascoste, che hanno consentito di disvelare e documentare la fitta rete di spaccio presente in 4 locali notturni.

 

In tale ambito, la D.C.S.A. ha fornito il proprio contributo alla realizzazione dell’operazione, con il supporto informativo ed economico.

L’ indagine “MOVIDA” rientra nell’ambito di un ampio progetto della Polizia di Stato di contrasto allo spaccio di stupefacenti sul territorio, condiviso dalla D.C.S.A., denominato “PUSHER 3 – PIAZZA PULITA”, che ha rilanciato l’impiego di operatori sotto copertura per l’acquisto di droga, consentendo l’arresto ritardato degli spacciatori.

La Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, nel contesto del coordinamento e supporto forniti alle diverse operazioni antidroga delle Forze di polizia nazionali, mette a disposizione il proprio contributo,sia alle attività di contrasto al narcotraffico internazionale, che alle indagini svolte nei confronti delle varie forme di spaccio di sostanze stupefacenti, quali l’operazione “MOVIDA”.

Il 10 agosto scorso è deceduto il Prefetto Pietro Soggiu, all’età di 89 anni, unanimemente considerato il ” padre” dell’antidroga in Italia.

Nato a Roma il 27 ottobre 1929, al termine del Corso Ufficiali dell’Accademia della Guardia di Finanza, nel 1953 inizia la sua lunga e brillante carriera svolgendo importanti incarichi nell’ambito del contrasto al contrabbando di tabacchi; dirige, quindi, il servizio navale di vigilanza sulle coste della Sicilia e della Calabria, in seguito, la Centrale operativa del Comando Generale con il compito, tra l’altro, di organizzare e coordinare tutte le attività anticontrabbando della Guardia di Finanza. Dopo aver comandato le Legioni di Genova e Roma dirige, per oltre dodici anni, il Servizio di Intelligence della Guardia di Finanza contro il traffico di droga e il contrabbando di merci diverse, operando, frequentemente, in collegamento con polizie estere, in numerose nazioni europee, nel Nord e nel Sud America, in Medio ed Estremo Oriente e in Africa settentrionale. Promosso, nel 1985, Generale di Brigata, poi Generale di Divisione, dirige dal 1987 al 1991, il Servizio Centrale Antidroga (SCA). A seguito della nomina a Prefetto della Repubblica, assume l’incarico di Direttore della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga (DCSA), dal 15 giugno 1991 al 15 gennaio 1995. Il Prefetto Soggiu, primo Direttore Centrale della neoistituita DCSA, realizzata per coordinare l’azione di contrasto delle diverse Forze di Polizia al traffico di stupefacenti, viene considerato il“padre” di tale innovativo organismo di coordinamento antidroga. Successivamente, nel 1996, nel corso del semestre di Presidenza Italiana dell’Unione Europea, ha operato a Bruxelles con l’incarico di Coordinatore del Dipartimento della Pubblica Sicurezza ed è stato altresì, nominato Consulente del Ministro dell’Interno per i problemi del contrasto internazionale del crimine organizzato. Nel 2001 viene nominato Commissario straordinario del Governo per le politiche antidroga, incarico che ha svolto sino al 2004, supportato dall’azione del Dipartimento Nazionale delle Politiche Antidroga, che ha operato alle sue dirette dipendenze.

 

 

La Direzione Centrale per i Servizi Antidroga ha coordinato l’operazione MIXTUS”, condotta in maniera congiunta dalla Guardia di Finanza di Pavia e dai Carabinieri di Ivrea-Torino, conclusa il 25 luglio scorso, a Trezzano Sul Naviglio- Milano, con il sequestro di circa 8 Kg di cocaina (poco più di 1kg allo stato solido ed in polvere e quasi 7 kg allo stato liquido), oltre a solventi ed attrezzature per l’estrazione e la raffinazione della sostanza stupefacente e con l’arresto dei 5 responsabili – 4 peruviani ed 1 italiano-. L’attività investigativa, iniziata nel settembre 2018, alla quale ha contribuito la DCSA fornendo il coordinamento operativo nazionale ed il supporto informativo proveniente dal collaterale peruviano, anche attraverso il proprio Esperto per la Sicurezza in Colombia, ha permesso di interrompere un vasto traffico internazionale di cocaina tra il Perù e l’Italia, destinata ai mercati milanese e piemontese. L’importazione dello stupefacente avveniva attraverso la sua “fissazione” su pagine e copertine di libri e riviste e con la successiva estrazione e raffinazione, in un laboratorio clandestino, ricavato in un’autocarrozzeria abusiva, grazie ad un complice con mansioni di “chimico”. I soggetti arrestati, tutti pregiudicati, sono stati colti in flagranza dalla Guardia di Finanza e dai Carabinieri, proprio nel “laboratorio chimico” predisposto per l’estrazione della cocaina “intrisa” nelle copertine; uno dei trafficanti, appartenente ad un’organizzazione di volontariato, aveva occultato gli strumenti per la raffinazione della cocaina su un’autoambulanza di proprietà della onlus, risultata completamente estranea ai fatti.

L’operazione antidroga MIXTUS si inserisce nell’ambito della vasta e costante attività di contrasto al narcotraffico svolta dalle FF.PP. nazionali, coordinata e supportata dalla Direzione Centrale per i Servizi Antidroga.

 

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