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Il 22 agosto scorso, la Squadra Mobile di Grosseto a conclusione dell’operazione “BLU MAREMMA” ha eseguito cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere ed un’ordinanza di divieto di dimora nella Regione Toscana – con la collaborazione delle omologhe di Brescia e Monza Brianza, del Reparto Prevenzione Crimine Toscana e di una unità cinofila della Guardia di Finanza di Grosseto-, mentre sono ancora ricercati quattro cittadini del Marocco (tre destinatari della custodia cautelare in carcere ed uno del divieto di dimora).   Le complessive dieci misure cautelari nei confronti di cittadini marocchini , sono state emesse dalla locale Autorità Giudiziaria, all’esito di indagini avviate nell’anno 2016 dalla Squadra Mobile, con il raccordo investigativo della Direzione Centrale dei Servizi Antidroga, nei confronti di una fiorente attività di spaccio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina e hashish, posta in essere nel capoluogo maremmano ed in provincia.

La D.C.S.A. ha fornito il coordinamento investigativo ed il supporto, anche  “materiale”,  all’attività   BLU MAREMMA”  sviluppata dalla Polizia di Stato di Grosseto. Le indagini hanno consentito di raccogliere elementi probatori nei confronti di  15 indagati marocchini,  responsabili di  spaccio e detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, ricostruendo lo sviluppo delle attività illecite realizzate  da gennaio 2015 ad aprile 2018 e consistenti in numerose cessioni di hashish per quantitativi anche pari ad un kg a settimana, oltre ad una continua attività di vendita al dettaglio di hashish e di cocaina. Durante l’attività antidroga sono stati sequestrati complessivamente 6,5 Kg. di hashish e 15,6 grammi di cocaina ed arrestate quattro persone in flagranza , trovate in possesso di stupefacente ceduto da soggetti magrebini ed un ulteriore soggetto del Marocco, fermato mentre cercava di  trasportare 3 Kg di hashish fuori provincia.

L’operazione “BLU MAREMMA”  ha permesso,  inoltre, di individuare depositi di sostanza stupefacente occultata  sotto terra e sotto il pietrisco della massicciata ferroviaria della linea tirrenica.

In data odierna, la Polizia di Stato di Lecce, a conclusione dell’ operazione antidroga “MOVIDA”, ha eseguito in quella provincia il ritardato arresto di 13 italiani ed 1 marocchino, alcuni dei quali connessi ai clan della criminalità organizzata locale, ritenuti responsabili di spaccio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina.

 

 

 

 

L’attività investigativa, avviata lo scorso mese di luglio scorso dalla Squadra Mobile di Lecce, in collaborazione con il Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato – S. C. O., diretta dalla Direzione distrettuale Antimafia, con il contributo della Direzione Centrale per Servizi Antidroga e del Servizio Polizia Scientifica, grazie all’utilizzo di speciali tecniche investigative, ha permesso di individuare 14 soggetti responsabili della vendita al dettaglio di sostanze stupefacenti.  L’attività di spaccio si svolgeva sia nel centro cittadino che in diverse località balneari della provincia, anche all’interno di rinomate discoteche, per le quali la Questura ha avviato i procedimenti amministrativi finalizzati alla chiusura. L’indagine si è sviluppata con l’intervento di operatori undercover e con l’ausilio di telecamere nascoste, che hanno consentito di disvelare e documentare la fitta rete di spaccio presente in 4 locali notturni.

 

In tale ambito, la D.C.S.A. ha fornito il proprio contributo alla realizzazione dell’operazione, con il supporto informativo ed economico.

L’ indagine “MOVIDA” rientra nell’ambito di un ampio progetto della Polizia di Stato di contrasto allo spaccio di stupefacenti sul territorio, condiviso dalla D.C.S.A., denominato “PUSHER 3 – PIAZZA PULITA”, che ha rilanciato l’impiego di operatori sotto copertura per l’acquisto di droga, consentendo l’arresto ritardato degli spacciatori.

La Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, nel contesto del coordinamento e supporto forniti alle diverse operazioni antidroga delle Forze di polizia nazionali, mette a disposizione il proprio contributo,sia alle attività di contrasto al narcotraffico internazionale, che alle indagini svolte nei confronti delle varie forme di spaccio di sostanze stupefacenti, quali l’operazione “MOVIDA”.

Il 10 agosto scorso è deceduto il Prefetto Pietro Soggiu, all’età di 89 anni, unanimemente considerato il ” padre” dell’antidroga in Italia.

Nato a Roma il 27 ottobre 1929, al termine del Corso Ufficiali dell’Accademia della Guardia di Finanza, nel 1953 inizia la sua lunga e brillante carriera svolgendo importanti incarichi nell’ambito del contrasto al contrabbando di tabacchi; dirige, quindi, il servizio navale di vigilanza sulle coste della Sicilia e della Calabria, in seguito, la Centrale operativa del Comando Generale con il compito, tra l’altro, di organizzare e coordinare tutte le attività anticontrabbando della Guardia di Finanza. Dopo aver comandato le Legioni di Genova e Roma dirige, per oltre dodici anni, il Servizio di Intelligence della Guardia di Finanza contro il traffico di droga e il contrabbando di merci diverse, operando, frequentemente, in collegamento con polizie estere, in numerose nazioni europee, nel Nord e nel Sud America, in Medio ed Estremo Oriente e in Africa settentrionale. Promosso, nel 1985, Generale di Brigata, poi Generale di Divisione, dirige dal 1987 al 1991, il Servizio Centrale Antidroga (SCA). A seguito della nomina a Prefetto della Repubblica, assume l’incarico di Direttore della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga (DCSA), dal 15 giugno 1991 al 15 gennaio 1995. Il Prefetto Soggiu, primo Direttore Centrale della neoistituita DCSA, realizzata per coordinare l’azione di contrasto delle diverse Forze di Polizia al traffico di stupefacenti, viene considerato il“padre” di tale innovativo organismo di coordinamento antidroga. Successivamente, nel 1996, nel corso del semestre di Presidenza Italiana dell’Unione Europea, ha operato a Bruxelles con l’incarico di Coordinatore del Dipartimento della Pubblica Sicurezza ed è stato altresì, nominato Consulente del Ministro dell’Interno per i problemi del contrasto internazionale del crimine organizzato. Nel 2001 viene nominato Commissario straordinario del Governo per le politiche antidroga, incarico che ha svolto sino al 2004, supportato dall’azione del Dipartimento Nazionale delle Politiche Antidroga, che ha operato alle sue dirette dipendenze.

 

 

La Direzione Centrale per i Servizi Antidroga ha coordinato l’operazione MIXTUS”, condotta in maniera congiunta dalla Guardia di Finanza di Pavia e dai Carabinieri di Ivrea-Torino, conclusa il 25 luglio scorso, a Trezzano Sul Naviglio- Milano, con il sequestro di circa 8 Kg di cocaina (poco più di 1kg allo stato solido ed in polvere e quasi 7 kg allo stato liquido), oltre a solventi ed attrezzature per l’estrazione e la raffinazione della sostanza stupefacente e con l’arresto dei 5 responsabili – 4 peruviani ed 1 italiano-. L’attività investigativa, iniziata nel settembre 2018, alla quale ha contribuito la DCSA fornendo il coordinamento operativo nazionale ed il supporto informativo proveniente dal collaterale peruviano, anche attraverso il proprio Esperto per la Sicurezza in Colombia, ha permesso di interrompere un vasto traffico internazionale di cocaina tra il Perù e l’Italia, destinata ai mercati milanese e piemontese. L’importazione dello stupefacente avveniva attraverso la sua “fissazione” su pagine e copertine di libri e riviste e con la successiva estrazione e raffinazione, in un laboratorio clandestino, ricavato in un’autocarrozzeria abusiva, grazie ad un complice con mansioni di “chimico”. I soggetti arrestati, tutti pregiudicati, sono stati colti in flagranza dalla Guardia di Finanza e dai Carabinieri, proprio nel “laboratorio chimico” predisposto per l’estrazione della cocaina “intrisa” nelle copertine; uno dei trafficanti, appartenente ad un’organizzazione di volontariato, aveva occultato gli strumenti per la raffinazione della cocaina su un’autoambulanza di proprietà della onlus, risultata completamente estranea ai fatti.

L’operazione antidroga MIXTUS si inserisce nell’ambito della vasta e costante attività di contrasto al narcotraffico svolta dalle FF.PP. nazionali, coordinata e supportata dalla Direzione Centrale per i Servizi Antidroga.

 

La Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, ha partecipato, il 25 giugno scorso, al Convegno sul tema delle dipendenze, organizzato dalla Prefettura di Parma, in occasione della Giornata Internazionale contro l’abuso e il traffico illecito di droga, celebrata il 26 giugno 2019. Al Convegno sono intervenuti il Prefetto, il Questore, i Comandanti Provinciali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, il Procuratore della Repubblica presso il locale Tribunale, il Comandante del Reparto Investigazioni Scientifiche Carabinieri di Parma ed i rappresentanti di soggetti del territorio coinvolti nel problema droga: l’Università (Facoltà  Medicina Legale), i “presidi Sanitari” in sede locale (SerDP dell’USL ed Azienda Ospedaliera) e la Diocesi.
Nell’occasione sono state presentate le attività ed i risultati ottenuti nel 2018 nel contrasto all’abuso e al traffico illecito di droghe da parte delle Forze di Polizia e si è fatto il punto “sullo stato delle tossicodipendenze” in provincia di Parma.
Il rappresentante della D.C.S.A. ha illustrato lo stato della minaccia connessa al traffico di sostanze stupefacenti, sia a livello nazionale che sul territorio di riferimento, connesso alla pervasività delle organizzazioni criminali nostrane nel redditizio business della “droga”, in relazione al complesso scenario internazionale. Questi ed ulteriori elementi sul tema potranno, a breve, essere approfonditi nella Relazione annuale – 2019, pubblicata ,come ogni anno, dalla DCSA. E’ stata, inoltre, sottolineata l’importanza di utilizzare i più innovativi strumenti investigativi previsti dalla legislazione nazionale ed internazionale, e del coordinamento operativo della DCSA nel contrasto antidroga, che hanno portato , nel 2018, ad importanti risultati in Italia ed all’estero. Si è affrontato anche il tema dei rischi connessi al commercio delle sostanze stupefacenti attraverso la rete ed alle nuove sostanze psicoattive. L’evento ha permesso, infine, ai Dirigenti scolastici locali, di presentare il programma di una strategia condivisa tra tutte le istituzioni del territorio, unite nella comune azione di salvaguardia e cura dei giovani che, spesso, ignorano o sottovalutano i gravi rischi dell’assunzione di sostanze stupefacenti sul piano della dipendenza e dell’alterazione dei meccanismi biologici e psichici.
In merito a tali esigenze di natura preventiva rispetto alle fasce giovanili, si è sottolineato il costante impegno della D.C.S.A., che realizza incontri con gli studenti nelle scuole e che ha fornito il recente contributo all’attuazione del protocollo d’intesa per la prevenzione dell’uso di droga in età scolare tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Miur.

 

Dal 26 al 28 giugno scorso si è svolto presso la Direzione Centrale per i Servizi Antidroga il Corso sui “Laboratori clandestini e Nuove Sostanze Psicoattive”,  al quale hanno partecipato 46 frequentatori, di cui 29 appartenenti alle FF.PP. italiane (Polizia di Stato – Carabinieri – Guardia di Finanza e Polizia Penitenziaria,  dislocate sul territorio ed in servizio presso la stessa D.C.S.A.) e 17  Funzionari di polizie straniere,  provenienti da Senegal, Gambia, Ghana, Marocco, Macedonia, Hong Kong, Argentina e Cile.

Durante il Corso sono stati affrontati argomenti specifici, quali la normativa nazionale ed internazionale vigente in materia, le funzioni specifiche svolte dalla D.C.S.A., le tecniche di monitoraggio ed intervento in laboratori clandestini, casi pratici di attività di contrasto ai traffici illeciti di nuove sostanze psicoattive (NPS). La formazione è stata curata da qualificati Funzionari ed Ufficiali delle forze di polizia italiane e dal collaterale americano; in particolare, il Direttore dell’Ufficio D.E.A. di Roma (Rome Director Office -Drug Enforcement Administration) ha illustrato esperienze operative sui laboratori clandestini e sulle nuove sostanze psicoattive.

Le attività didattiche sono state integrate da due visite presso i laboratori  di  “polizia scientifica” della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri.

 

 

Il Dipartimento per le politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione del Ministero dell’Istruzione Università e della Ricerca, hanno avviato il piano di azioni per la prevenzione dell’uso di droga in età scolare, in attuazione del Protocollo d’intesa, sottoscritto nel 2017 tra la PCM e il MIUR*, attraverso il percorso formativo, reso disponibile per i docenti iscritti a partire dal 5 giugno 2019, tramite accesso alla piattaforma web dedicata.  Il percorso formativo indicato è stato realizzato con il supporto scientifico dell’Istituto Superiore di Sanità, della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, della Polizia stradale, del Consiglio nazionale dell’ordine degli psicologi e con il supporto tecnico e operativo dell’Istituto nazionale documentazione innovazione ricerca educativa (INDIRE). Nell’ambito di questa importante iniziativa, la Direzione Centrale per i Servizi Antidroga ha fornito il proprio contributo attraverso “esperti”, che hanno partecipato alla pianificazione e realizzazione del progetto e curato la predisposizione del materiale didattico specifico, relativo alla “Cornice giuridico-legislativa in tema di sostanze stupefacenti”, con l’obiettivo di fornire ai docenti indicazioni di carattere generale sull’attuale normativa, informazioni e procedure da attuare in caso di rinvenimento e/o spaccio di sostanze stupefacenti all’interno e/o nelle vicinanze dei plessi scolastici aggiornamenti sulle nuove modalità di approvvigionamento on-line delle droghe e sull’emergente fenomeno della “canapa agroindustriale” c. d. cannabis light; inoltre, il personale “esperto” della DCSA è a disposizione per fornire l’assistenza on line ai fruitori del percorso formativo, per ogni richiesta di chiarimento o approfondimento sui contenuti del modulo didattico di pertinenza.

*    Il piano di attuazione prevede la realizzazione di programmi educativi e iniziative mirate nei confronti di docenti, studenti e genitori, sviluppati attraverso: 1) il percorso di informazione/formazione indirizzato a un nucleo di docenti su tutto il territorio nazionale- già on line e realizzato anche con il contributo della DCSA; 2) la realizzazione di una campagna di comunicazione e informazione destinata agli alunni delle scuole di ogni ordine e grado, ai docenti e alle famiglie, volta ad approfondire la conoscenza sulle tipologie di sostanze, i relativi effetti nocivi per la salute, i nuovi sistemi di diffusione degli stupefacenti ed il ruolo svolto dai servizi di prevenzione e di assistenza; 3) la realizzazione di attività di rafforzamento della rete territoriale tra le scuole, le istituzioni del territorio, gli enti del volontariato sociale e le famiglie.

 

Nel contesto del coordinamento info-operativo  e del supporto  della DCSA alle attività di contrasto al traffico internazionale di stupefacenti,  effettuato in particolare per via marittima, si evidenzia l’ Operazione Libeccio International –  dal 2015 indagine congiunta  e sviluppata anche in ambito Europol, tra Italia, Francia  OCRTISCeCLAD-M, Spagna, MAOC-N, Grecia e, di volta in volta, altri Paesi interessati.

Questa sinergica  cooperazione  info-investigativa internazionale,  in Italia coordinata dalla DCSA e condotta dalla Guardia di Finanza, sviluppata anche attraverso lo strumento dell’art. 17 della  Convenzione delle Nazioni Unite contro il Traffico illecito di sostanze stupefacenti e psicotrope, sottoscritta a Vienna nel 1988  (richiesta di autorizzazione  allo Stato di bandiera ad effettuare le attività di polizia necessarie a bordo della nave in acque  internazionali  e le operazioni successive,  Autorità nazionale per l’Italia  è la DCSA), ha fatto registrare  importanti risultati.  Nel corso del 2018, tra gli altri, i sequestri nel canale di Sicilia delle imbarcazioni  REMUS , con  20.140 kg di hashish e 11 arrestati  (utilizzando l’art. 17 Conv. ONU 1988, con richiesta dall’Italia allo Stato di bandiera (Panama) (foto)  e del veliero LEUCOTHEA sequestro di 11.050 kg di hashish e 2 persone arrestate richiesto dall’Italia allo Stato di bandiera  (Olanda) (foto ) e  nel primo semestre del 2019,  l’“intercettazione” di 4 imbarcazioni nel Mediterraneo e nell’ Oceano Atlantico. Nel dettaglio, sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza , ad aprile, 6.200 kg di hashish sull’imbarcazione LUNA III, battente bandiera spagnola (procedura ex  art. 6 del Trattato tra il Regno di Spagna e la Repubblica italiana per la repressione del traffico illecito di droga in mare, firmato a Madrid il 23 marzo 1990) ed a maggio, 5.474 kg di hashish sul natante SOLEN I –  (art 17  richiesto dall’Italia allo Stato di bandiera (Turchia). Sempre a maggio, la polizia  portoghese  sequestrava 592 kg  di cocaina sull’imbarcazione YEMAYA  art. 17 richiesto dalle autorità spagnole e portoghesi allo stato di bandiera (Olanda) mentre a giugno le Dogane spagnole  sequestravano 10.000 kg di hashish sull’imbarcazione ELG – art 17 richiesto dall’Italia allo Stato di bandiera (Moldavia).  Arrestate complessivamente, ad oggi, 9 persone coinvolte nei traffici.                                                                                                                 

L’Assemblea Generale dell’ONU, con la Risoluzione 42/112 del 1987, ha scelto il 26 giugno per celebrare la giornata internazionale contro l’abuso e il traffico illecito di droga (https://www.onuitalia.it –  https://www.unodc.org).

La Direzione Centrale per i Servizi Antidroga  dal 1991 è sempre in prima linea nell’azione coordinata di contrasto delle Forze di Polizia al narcotraffico nazionale ed internazionale e svolge  attività di analisi dell’abuso e del traffico, anche ai fini della prevenzione di tali fenomeni. A breve, i dati riassuntivi dell’attività e dei risultati, riferiti al 2018,  saranno pubblicati nella Relazione Annuale.

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