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Dal 5 al 9 giugno si è svolto il 12° Corso Drug on Line, organizzato dalla DCSA e destinato agli operatori delle forze di polizia nazionali, impiegati nel contrasto al narcotraffico, che si sviluppa anche nella rete. Come è noto, infatti, il traffico di stupefacenti è riuscito a ritagliarsi uno spazio virtuale importante, generando un enorme volume d’affari che ha consentito ad abili criminali, esperti d’informatica, di arricchirsi, facendo leva sulle potenzialità che il web offre in termini di “anonimato” nella navigazione e nelle procedure di pagamento – bitcoin – per gli illeciti acquisti effettuati.

All’attività formativa hanno partecipato 33 frequentatori (oltre che della

 DCSA, della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, della Polizia Penitenziaria e delle forze di polizia del Kenya, Marocco, Messico, Perù, Portogallo, Seychelles e Spagna). Durante il corso sono state approfondite tematiche specialistiche relative al contrasto del narcotraffico che “corre” nel web e sui social, sia con riguardo alla prevenzione – come il monitoraggio della rete – che alla repressione, grazie a strumenti giuridici e tecnici innovativi ed in continua evoluzione, necessari per stare al passo con le “strategie criminali digitali”, utilizzate dai trafficanti online.

Durante la formazione, dopo essere stati illustrati i compiti della DCSA in termini di monitoraggio della rete, attivazione e coordinamento info-investigativo delle attività antidroga delle forze di polizia in questo ambito e di supporto tecnico ed economico alle indagini, sono stati analizzati: i compiti della Sezione Drug@online della Direzione Centrale; i market place nel darkweb, ovvero  le “vetrine” attive per la vendita di svariati prodotti illeciti, tra cui le sostanze stupefacenti;  i canali di comunicazione digitali usati per il traffico on line; gli strumenti di pagamento elettronico  e le criptovalute, moneta virtuale “anonima” per i pagamenti di droga; i traffici internazionali di precursori nel web; le forme di riciclaggio connesso al narcotraffico online, attraverso  l’utilizzo delle criptovalute ( ad es. i  bitcoin); l’esposizione e l’ analisi di  casi operativi di contrasto conclusi. Un particolare focus è stato destinato alle sofisticate e speciali tecniche di indagine, ovverosia le intercettazioni telematiche, l’utilizzo dei captatori (c.d. trojan) inoculati nei dispositivi informatici e smartphone dei narcotrafficanti, le operazioni sotto copertura nella rete ed eventuali “consegne controllate” della sostanza. Da ultimo, sono state esaminate le azioni di contrasto al terrorismo internazionale e al relativo finanziamento anche attraverso gli illeciti traffici di droga sul web.

Hanno fornito il loro prezioso contributo al corso, esperti del settore antidroga, tra i quali, appartenenti alla DCSA, ai Reparti investigativi specializzati della Polizia di Stato (Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni), all’Arma dei Carabinieri (Raggruppamento Operativo Speciale), alla Guardia di Finanza (Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Telematiche), alla DEA (Drug Enforcement Administration), nonché un qualificato rappresentante del mondo universitario (Università di Bologna)

Il 6 giugno è giunta in visita istituzionale presso la DCSA la Direttrice dell’Office Anti Stupéfiants (OFAST), Dott.ssa Stephanie CHERBONNIER, accompagnata dal Capo Sezione Cooperazione Internazionale,  dr. Jacques GOMBEAUD, l’Addetto per la Cooperazione e la Sicurezza presso l’Ambasciata di Francia a Roma, Col. Grégory GOUMAIN; il Vice Addetto per la Cooperazione e la  Sicurezza, dr. Christophe CENCIG e l’Ufficiale di Collegamento francese presso lo SCO (DAC), dott.ssa  Sophie BERMONT, al fine di sviluppare una strategia comune contro il narcotraffico, nei contesti internazionali bilaterali e  multilaterali.

Il Direttore Centrale, Gen. C.A. G. di F. Antonino Maggiore, ha accolto la delegazione unitamente ai Direttori dei tre Servizi e ai rispettivi Capi Divisione, con i quali è stato affrontato l’incontro sulla specifica tematica antidroga, sia dal punto di vista strategico che operativo.

Nel corso del suo intervento, il Gen. Maggiore ha illustrato la struttura organizzativa della DCSA e le sue funzioni, con particolare riferimento al ruolo di coordinamento investigativo e di cooperazione internazionale di polizia in materia antidroga. In tale contesto, tematica di importante rilievo è stata quella della rete di esperti per la sicurezza, distaccati all’estero nei crocevia internazionali della produzione, del transito e del traffico illecito della droga, che promuovono prioritariamente la cooperazione di polizia contro il narcotraffico e svolgono attività di studio, osservazione e raccordo con i competenti organismi esteri. La gestione dei flussi informativi e l’attività degli esperti sono gli elementi strutturali della cooperazione internazionale, in cui si esprime la centralità della Direzione nel dispositivo di contrasto. La DCSA, attraverso un costante confronto e scambio operativo con tutti i Paesi coinvolti, punta a potenziare sempre più  la cooperazione nel contrasto antidroga. Successivamenteè stato illustrato un altro fondamentale aspetto che connota la Direzione, costituito dal coordinamento operativo delle cosiddette “operazioni speciali” (operazioni sotto copertura e consegne controllate), nonché la posizione di referente nazionale per le richieste di abbordaggio (ex art. 17 Convenzione ONU del 1988) del naviglio sospettato di trasportare sostanze stupefacenti in acque internazionali.

Nel prosieguo, l’intervento si è focalizzato sugli aspetti specifici legati al traffico di stupefacenti attraverso le aree portuali italiane, tra le quali spicca il porto di Gioia Tauro che rappresenta uno degli scali tra i più importanti del Mediterraneo e d’Europa, nel quale, annualmente, circolano moltissime navi cargo e milioni di container. Le indagini e le analisi  svolte dimostrato che l’hub calabrese si trova al centro della c.d. “nuova rotta del Mediterraneo“, utilizzata dalle organizzazioni criminali in alternativa alle tradizionali rotte verso i grandi porti del Nord Europa e, spesso, con carichi destinati ai paesi dell’aerea balcanica. Nel tempo, le autorità italiane hanno sviluppato, oltre all’esperienza investigativa in materia, una expertise specifica sui controlli in area portuale,  ovvero delle “buone prassi” basate su una complessa ed articolata analisi di rischio di vari fattori che permette di focalizzare le navi ed i container sospetti sui quali effettuare le operazioni di monitoraggio, controllo ed ispezione e, in caso di riscontro positivo e,  quando possibile,  avviare attività di consegne controllate – nazionali ed  internazionali –  di stupefacenti. Inoltre, l’Italia ha sviluppato una stretta collaborazione di polizia a livello internazionale con i servizi antidroga dei vari Paesi europei e degli altri continenti.

Nel corso del suo intervento, la Direttrice dell’OFAST  – Ufficio centrale investigativo e di coordinamento antidroga della Direzione Centrale della Polizia Giudiziaria  (DCPJ) del Ministero dell’Interno francese  –   Dott.ssa Stephanie CHERBONNIER,  ha ribadito la volontà di proseguire i già solidi – e storici – rapporti di collaborazione con le autorità italiane nella prevenzione e contrasto antidroga, implementando la cooperazione nelle già numerose attività investigative antidroga congiunte in corso  e auspicando lo sviluppo di ulteriori indagini, anche con  l’effettuazione, quando possibile, di operazioni speciali – consegne controllate e operazioni sottocopertura –  in cooperazione tra la Francia e l’Italia. La stessa Direttrice dell’OFAST e il  Direttore Centrale della DCSA, hanno  sottolineato, in pieno accordo, l’importanza di potenziare, sempre più, la già ottima collaborazione esistente  tra Italia e Francia, anche con  gli altri paesi europei e di altri continenti  per un efficace contrasto antidroga. Infatti,  Italia e Francia sono Paesi centrali, in materia di flussi e quindi di contrasto antidroga, in quanto – anche per collocazione geografica nel continente europeo – sono  hub di transito, oltre che luoghi di destinazione finale  di ingenti quantitativi di stupefacente trafficato via mare, in particolare hashish di provenienza marocchina e cocaina  in arrivo dal sudamerica. I due Direttori hanno, quindi, sottolineato  l’importanza per entrambi i Paesi, di usare strategie e strumenti operativi comuni di contrasto antidroga sempre più affinati e al passo con le accelerazioni vertiginose dello sviluppo del mondo digitale in genere, per fronteggiare le nuove sfide, tra cui, essenziale, la decriptazione delle comunicazioni su eventuali nuove piattaforme criptate, sistemi ormai di uso comune per  la criminalità  organizzata, coinvolta nel narcotraffico internazionale.

Al termine della visita istituzionale, i membri della delegazione hanno espresso il loro apprezzamento per il proficuo confronto che ha consentito di acquisire elementi conoscitivi sui rispettivi sistemi di prevenzione e contrasto, nonché rilanciare le strategie comuni nei contesti multilaterali, in particolare con il MAOC-N di Lisbona, organismo per la cooperazione contro  il traffico illecito di stupefacenti via mare e aria, cui prende parte anche l’Italia, attraverso la DCSA, che ha li distaccato un proprio ufficiale di collegamento. 

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Nella mattinata del 5 giugno, in Italia e in altri Paesi dell’Unione Europea (Germania e Spagna), militari della Guardia di Finanza di Catanzaro – con la con la collaborazione del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (SCICO) e delle forze di polizia della Germania e del Belgio, con il coordinamento della Procura della Repubblica – DDA di Catanzaro ed il supporto di Eurojust, Europol e della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga – hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un’associazione a delinquere, composta da 25 indagati, finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti. La misura ha visto l’impiego di oltre 200 i finanzieri e delle unità cinofile, antiterrorismo e della componente aerea della Guardia di Finanza.

L’operazione, convenzionalmente chiamata “Gentleman 2“, rappresenta l’epilogo di una complessa indagine iniziata nel 2020 con la costituzione di una Squadra Investigativa Comune (SIC), formata da militari del Nucleo PEF di Catanzaro e da appartenenti alle forze di polizia tedesche e belghe. Nelle indagini hanno rivestito un ruolo fondamentale gli strumenti della cooperazione internazionale, che hanno permesso di avviare una proficua collaborazione tra le rispettive forze di polizia e le relative Autorità Giudiziarie e che hanno, così, consentito l’utilizzabilità dei risultati investigativi nei procedimenti penali degli Stati interessati.

L’indagine ha permesso di ricostruire gli assetti del sodalizio criminale, operativo nel narcotraffico di cocaina, eroina ed hashish e con base logistica in Provincia di Cosenza e con ramificazioni in Germania. La gravità degli indizi raccolti ha, inoltre, consentito di individuare un’altra struttura criminale, radicata in Corigliano-Rossano, dedita al traffico di marijuana ed hashish sul territorio.

La Direzione Centrale per i Servizi Antidroga nell’ambito dell’operazione Gentleman 2,  oltre a svolgere  il consueto coordinamento, ha fornito un prezioso contributo alle indagini,  segnalando numerose convergenze investigative, assicurando le molteplici esigenze di cooperazione internazionale per il tramite dei dipendenti Esperti per la Sicurezza (Madrid, Bogotà) e supportando le attività dal punto di vista tecnico-logistico e finanziario.

Il brillante risultato dell’operazione è stato divulgato nell’ambito della conferenza stampa presieduta dal Procuratore della Repubblica di Catanzaro, a cui ha partecipato anche la D.C.S.A. – leggi qui il comunicato stampa.

 

Il 26 aprile, il Direttore Centrale della DCSAGen. C.A. G. di F. Antonino Maggiore, unitamente ai Direttori del I e III Servizio, Dir. Sup. P. di S. Dott. Emilio Russo e Gen. Brig. CC Gianfranco Scafuri e ai Capi Divisione, Col. G. di F. Alessandro Cavalli I Dir. P. di S. Alessandra Ortenzi, ha accolto in visita istituzionale il Vice Capo della Polizia keniana e Direttore della Direzione Centrale Investigativa – DCI -della Polizia del Kenya, Mohamed Ibrahim Amin Ali, accompagnato dal Personal Assistant, Lawrence Some, dal Direttore Centrale Antidroga, Margaret Wothaya, dal Direttore Centrale Antiterrorismo Johnstone Mukalo. All’incontro hanno preso parte anche l’Esperto per la Sicurezza a Nairobi, Vice Questore Aggiunto P. di S. Marco Azzarone e un rappresentante del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia (DCPC).

La delegazione, prima dell’inizio dei lavori, è stata ricevuta – al seguito del Gen. Maggiore – dal Direttore della Direzione Centrale Polizia Criminale – Vice Direttore Generale del Dipartimento, Prefetto Vittorio Rizzi, con il quale si sono intrattenuti per un breve saluto.

Inizialmente, ha preso la parola il Direttore Centrale che ha illustrato la struttura organizzativa della DCSA e le sue funzioni. In tale contesto, nell’evidenziare la complessità del sistema italiano, caratterizzato dalla presenza di una pluralità di forze di polizia, ha descritto la fondamentale azione di coordinamento esercitata, nel settore del narcotraffico, dalla Direzione Centrale, una delle più longeve e riuscite esperienze interforze in seno alle forze di polizia nazionali.

Tra gli argomenti trattati, un particolare focus è stato destinato a quello della rete di esperti per la sicurezza, distaccati all’estero nei crocevia internazionali della produzione, transito e del traffico illecito della droga, che promuovono prioritariamente la cooperazione di polizia contro il narcotraffico e svolgono attività di studio, osservazione e raccordo con i competenti organismi esteri. La gestione dei flussi informativi e l’attività degli esperti sono gli elementi strutturali della cooperazione internazionale, in cui si esprime la centralità della Direzione nel dispositivo di contrasto antidroga. Il Direttore della DCSA ha, quindi, evidenziato l’importanza del Kenya  per la cooperazione di polizia con l’Italia e l’Europa, nel contrasto al narcotraffico e alla criminalità organizzata, anche alla luce delle nuove rotte della droga che coinvolgono la parte orientale del Continente  africano citando, in particolare, la c.d. Southern Route.  In tale contesto, ha sottolineato la strategica, recente collocazione di un Esperto per la Sicurezza della DCSA proprio a Nairobi. Infine, nel sottolineare l’importanza della cooperazione internazionale, lo stesso Direttore  ha evidenziato la necessità di ispirarsi al noto principio follow the money, utilizzato dal giudice Giovanni Falcone nella lotta alla mafia.

Nel prosieguo, è stato illustrato un altro fondamentale aspetto che connota la DCSA, costituito dal coordinamento operativo delle cosiddette “operazioni speciali” (operazioni sotto copertura e consegne controllate), nonché la posizione di referente nazionale per le richieste di abbordaggio del naviglio sospettato di trasportare sostanze stupefacenti in acque internazionali. Da ultimo, è stato anche dato risalto all’istituzione all’interno della Direzione di una Sezione operativa, denominata “Drug@online”, che ha il compito di monitorare la rete internet, al fine di fornire il coordinamento delle attività repressive del commercio illecito di droga avvalendosi delle potenzialità della rete.

Il Vice Capo della Polizia e Direttore della Direzione Centrale Investigativa del Kenya,  Mohamed Ibrahim Amin Ali , ha affrontato diverse tematiche di interesse, oggetto di successivo dibattito e confronto, relative alla volontà di potenziare la cooperazione di polizia tra il Kenya e l’Italia nel contrasto al narcotraffico, soprattutto attraverso il citato Esperto per la Sicurezza a Nairobi, che può fungere da essenziale “raccordo” per lo scambio di informazioni in materia antidroga,  sia di tipo “strategico” che operativo. In particolare, il Vice Capo della Polizia keniota e il Direttore dell’Antidroga di quel Paese, hanno auspicato una efficace condivisione dei dati info-investigativi con le forze di polizia italiane, per il tramite della DCSA,  necessaria per poter avviare indagini parallele e  sviluppare, quando possibile, le citate “operazioni speciali” con l’Italia.  Lo stesso Direttore della DCI keniota ha auspicato anche l’avvio di un confronto e di un reciproco scambio, coordinato dalla DCSA,  delle  tecniche investigative e delle best practises utilizzate dalla forze di polizia nel contrasto antidroga nei due Paesi, soprattutto con riferimento alle attività di prevenzione e repressione svolte nei porti e negli aeroporti, classici luoghi di transito o destinazione delle sostanze stupefacenti. In questo contesto, è stata  condivisa l’organizzazione, da parte della DCSA, di programmi formativi e di mentoring da svolgere sia in Italia che in Kenya, a favore degli operatori di polizia antidroga. 

Al termine dei lavori i partecipanti hanno espresso la propria soddisfazione per il proficuo confronto che rappresenta un importante passo per consolidare forme di collaborazione e condivisione delle informazioni, nella consapevolezza che solo uno sforzo congiunto può strategicamente riuscire a contrastare i pericoli derivanti dalle organizzazioni criminali dedite al traffico internazionale di droga.

 

Ieri, 15 giugno, è stata pubblicata la Relazione annuale DCSA 2023 ( dati 2022).

I contenuti del Report DCSA 2023 sono stati  illustrati dal Vice Direttore Generale della Pubblica Sicurezza Direttore Centrale della Polizia Criminale Prefetto Vittorio Rizzi e dal Direttore Centrale per i Servizi Antidroga, Generale C.A. della Guardia di Finanza – Antonino Maggiore –  accompagnato dai Direttori dei 3 Servizi della Direzione,  durante una conferenza stampa divulgativa  svoltasi ieri, 15 giugno,  a Roma, presso la Scuola di Perfezionamento  per le Forze di Polizia, con la partecipazione in videcollegamento degli Esperti per la Sicurezza con sede in Perù (Lima), Repubblica Dominicana (Santo Domingo) e Spagna (Barcellona),  aree strategiche per le rotte della droga e per il contrasto al narcotraffico, che hanno descritto, brevemente, alcune esemplari e brillanti operazioni antidroga, sviluppate dalle polizie italiana e dei rispettivi Paesi grazie ad una efficiente cooperazione internazionale, coordinate dalla DCSA  e con il prezioso, concreto contributo fornito dall’Esperto.     

Il Direttore Centrale per i servizi antidroga, Generale CA G. di F. Antonino Maggiore, ha premesso che l‘ impegno costante delle forze di polizia nel contrasto ai traffici illeciti di droga ha portato a ingenti sequestri delle diverse sostanze stupefacenti a fronte del rilancio del narcotraffico post Covid-19, commentando, poi,  sinteticamente i dati statistici elaborati dalla DCSA, relativi alle attività di polizia di contrasto antidroga. Il Direttore ha  sottolineato che lo scorso anno si è registrato  –  riguardo ai sequestri delle sostanze stupefacenti – un record assoluto per la cocaina, con 26,10 tonnellate, la maggior parte rinvenuta nei porti grazie sia alle strategie operative utilizzate nelle investigazioni condotte nei confronti dei sodalizi criminali che gestiscono i traffici transnazionali sia ad una sempre più affinata ed incisiva analisi di rischio utilizzata per l’individuazione “in anticipo” dei “target” – soprattutto i container sospetti – da sottoporre a controllo nei porti. Proseguendo, il Direttore Centrale Maggiore, ha indicato che  la cannabis si conferma la sostanza stupefacente più sequestrata in Italia, mentre emerge un costante livello di  quantità di eroina rinvenuta e, infine, un quantitativo di sostanze sintetiche in linea con gli anni  passati. A proposito di queste ultime, si evidenzia il dato elevato  di GBL e GHB, sostanze utilizzate in contesti di chemical sex,  insidiose  perché annoverate anche tra le “rape drugs”. 

Riguardo al mercato delle droghe sintetiche ha evidenziato che si sviluppa, frequentemente, sui siti  soprattutto nel dark web, quindi “utilizzando” una “rotta” globalizzata, criptata e, quindi, anonimizzata, il cui contrasto richiede, sempre più spesso, che le polizie nazionali e di tutto il mondo siano in possesso di uno specifico know-how tecnico. Lo stesso Direttore Centrale  ha, quindi approfondito le tematiche relative alle “rotte” delle droghe – sfruttate e “rimodulate” dalla criminalità organizzata, illustrando l’emergere di due nuove direttrici: la rotta mediterranea della cocaina proveniente dal Sudamerica, in transito nei porti nazionali, in primis nello scalo di Gioia Tauro, trasportata da organizzazioni criminali balcaniche, verso i porti del Mar Nero e del Mar Egeo e la rotta del Sud degli oppiacei, dai luoghi di produzione asiatica, che attraversa l’Africa sud-orientale e raggiunge i Paesi europei, principalmente per via aerea. In particolare, proprio questa  “Southern Route” africana dell’eroina è oggetto di analisi  nell’ambito di un importante progetto della DCSA- d’intesa con Interpol-  finalizzato a rafforzare la cooperazione di polizia con i Paesi dell’ area (Kenya, Madagascar, Mauritius, Mozambico, Somalia, Sud Africa, Tanzania ed Uganda) interessata  da questi flussi di droga. Tra l’altro, tra le azioni strategiche nel contrasto antidroga,  nel 2022, sono stati aperti due nuovi uffici di Esperto per la Sicurezza a Nairobi (Kenya) ed a Pretoria (Sudafrica).   Lo stesso Direttore Centrale Maggiore ha citato, infine, un approfondito documento di analisi, allegato alla Relazione Annuale, elaborato sulla base dei dati relativi ai sequestri effettuati a livello internazionale, sulle rotte maggiormente utilizzate per i traffici di cocaina dal Sud America verso i porti italiani ed europei, nonché sulle metodologie alle quali più frequentemente fanno ricorso le organizzazioni criminali per occultare la droga, trasportata via mare tramite container. 

Il Vice Direttore Generale della Pubblica Sicurezza , Direttore Centrale della Polizia Criminale, Vice Capo della  polizia  Prefetto Vittorio Rizzi,  nel corso del suo intervento conclusivo, ha sottolineato come le rotte del narcotraffico internazionale e le modalità stesse hanno avuto una costante evoluzione interessando nuove aree come quella del Sud attraverso i Paesi dell’Africa dove nell’ultimo anno sono stati istituti nuovi uffici degli esperti per la sicurezza proprio per potenziare la rete della cooperazione internazionale. D’altronde il narcotraffico è stato il primo crimine transnazionale che ha fatto nascere l’esigenza di coordinare  le azioni di contrasto a livello nazionale – istituendo proprio la DCSA più di trent’anni fa – e di far sviluppare una stretta collaborazione di polizia tra gli Stati; il narcotraffico  ha sempre rispettato l’evolversi dei tempi ecco perché l’impegno incessante del Dipartimento della Pubblica Sicurezza è volto al rafforzamento della cooperazione di polizia bilaterale e multi laterale che oggi vanta un rete presente in oltre 80 paesi al mondo.

L’analisi dei dati “antidroga” elaborati ed alcuni interessanti approfondimenti tematici – contenuti nella Relazione annuale – vengono riportati sinteticamente nel comunicato stampa divulgato ieri, che titola: “Record assoluto nel 2022 dei sequestri di cocaina, più di 26 tonnellate, con un aumento del 22%”.  Ampia ripresa del narcotraffico nel post-pandemia Covid 19: la criminalità organizzata accanto ai tradizionali sistemi sfrutta la rete internet e i sistemi di comunicazione criptata. 

 

 

 

 

 

 

Il 15 giugno, la Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, in prospettiva della giornata mondiale delle Nazioni Unite contro l’abuso e il traffico illecito di droga che ricorre il 26 giugno, pubblicherà la sua Relazione Annuale 2023,  che illustra le attività e i risultati ottenuti in Italia nella lotta contro il narcotraffico nel corso del 2022. 

I contenuti del  Report DCSA 2023,  verranno  illustrati dal  Vice Capo della Polizia- Direttore Centrale  della Polizia Criminale, Prefetto Vittorio Rizzi e dal Direttore Centrale per i Servizi Antidroga, Generale C.A. della Guardia di Finanza – Antonino Maggiore- durante una conferenza stampa divulgativa,  che si terrà a Roma, presso la Scuola di Perfezionamento  per le Forze di Polizia, con la partecipazione in videcollegamento di tre Esperti per la Sicurezza impiegati in aree strategiche per le rotte della droga. 

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Nelle prime ore della mattinata del 3 maggio, il ROS e il Comando Provinciale di Reggio Calabria dell’Arma dei Carabinieri hanno dato esecuzione, sul territorio nazionale ed all’estero,  a quattro collegati provvedimenti cautelari emessi dal GIP del Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della locale Procura della Repubblica – DDA guidata dal Dott. Giovanni Bombardieri, nei confronti di 108 soggetti, indagati, tra le altre cose, per associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, produzione, traffico e detenzione illecita di sostanze stupefacenti.

Il brillante esito dell’operazione Eureka è stato possibile anche grazie al prezioso coordinamento svolto dalla Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo – diretta dal Procuratore  dott. Giovanni Melillo – e da Eurojust, nonché dall’efficiente cooperazione realizzata con diverse polizie estere, supportata dalla DCSA, da Interpol, da Europol, dalla rete @ON e dalla DEA americana.

L’operazione EUREKA è stata avviata nel giugno del 2019 a seguito di raccordi tra l’Arma dei Carabinieri e la Polizia federale belga che stava investigando su alcuni soggetti stanziati in Belgio e legati alla ‘ndrangheta e dediti al narcotraffico internazionale. Le indagini, sviluppate nell’ambito di Squadre Investigative Comuni, si sono progressivamente estese a diverse famiglie, ricostruendo gli assetti interni e le condotte riconducibili all’acquisto di ingenti partite di cocaina. Gli approfondimenti investigativi hanno messo in luce l’operatività di tre associazioni contigue alle maggiori cosche del mandamento jonico reggino, con basi operative in Calabria e ramificazioni in varie regioni italiane ed estere. Le tre consorterie si rifornivano direttamente da organizzazioni colombiane, ecuadoregne, panamensi e brasiliane, risultando in grado di gestire un canale di importazione del narcotico dal Sud America all’Australia. Sono stati individuati, tra il 2020 ed il 2022, molteplici episodi di importazione via mare di cocaina (nei porti di Gioia Tauro, Anversa e Colon), per oltre 6.000 kg, dei quali più di 3.000 sono stati sequestrati.

La Direzione Centrale per i Servizi Antidroga nell’ambito dell’operazione Eureka,  oltre a svolgere  il consueto coordinamento, ha fornito un prezioso contributo alle indagini,  segnalando numerose convergenze investigative, assicurando le molteplici esigenze di cooperazione internazionale per il tramite dei dipendenti Esperti per la Sicurezza (Buenos Aires, Madrid, Bogotà, Brasilia, Santo Domingo, Istanbul, Lima e Lisbona) e degli Uffici di Collegamento esteri in Roma e supportando le attività dal punto di vista tecnico-logistico e finanziario, anche mettendo a disposizione strumentazioni e risorse.

Il brillante risultato dell’operazione è stato divulgato nell’ambito della conferenza stampa presieduta dal Procuratore di Reggio Calabria, a cui ha partecipato anche la D.C.S.A. – leggi qui il comunicato stampa.

 

Dal 17 aprile al 19 maggio si è svolto il  7° Corso per Esperti per la Sicurezza, organizzato dalla Scuola di Perfezionamento per le Forze di Polizia (SPIF) – con la partecipazione di 8 dirigenti della Polizia di Stato e dell’ Arma dei Carabinieri. Durante l’attività formativa, dal 28 aprile al 5 maggio, si è tenuto un un ciclo di lezioni presso la Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, che hanno fornito contributi sia teorico – normativi che tecnico – operativi sull’azione di contrasto al traffico internazionale di sostanze stupefacenti.

Durante il corso sono state sviluppate, in particolare, le tematiche relative: agli aspetti amministrativi e contabili dell’Esperto per la Sicurezza in servizio all’estero; al ruolo e deontologia dell’Esperto in materia antidroga e flusso delle informazioni alla DCSA; alla gestione dello stress e supporto motivazionale in condizione di impiego isolato; al rischio biologico negli operatori impiegati in missione all’estero e al percorso nutrizionale in relazione alle rispettive arre di destinazione.

In tale contesto, sono stati anche approfonditi argomenti professionali relativi: alle linee evolutive normative nazionali, internazionali di tipo convenzionale e tecniche operative del contrasto al narcotraffico, con particolare riferimento alle operazioni speciali (consegne controllate e operazioni undercover); all’analisi delle rotte e dei traffici delle sostanze stupefacenti; al ruolo della DCSA quale referente nazionale per le richieste di abbordaggio (ex art. 17 Convenzione ONU del 1988) delle imbarcazioni sospettate di trasportare sostanze stupefacenti in acque internazionali. Sono state, inoltre, trattate le droghe sintetiche, le Nuove Sostanze Psicoattive – NPS – i precursori e le linee evolutive del traffico internazionale di stupefacenti. Un focus è stato svolto sull’attività della Direzione Centrale nell’ambito delle relazioni internazionali bilaterali e multilaterali. Da ultimo, è stato affrontato il tema del contrasto ai traffici di droga nel web, illustrando le funzioni della Sezione Drug@online”, che ha il compito di monitorare la rete internet, al fine di fornire il coordinamento delle attività repressive del commercio illecito di droga avvalendosi delle potenzialità della rete.  Hanno fornito il loro prezioso contributo al Corso, qualificati docenti esperti del settore, oltre che della DCSA, del Centro Psicotecnico della Polizia di Stato, della Direzione Centrale di Sanità e del mondo universitario (Università degli Studi di Roma La Sapienza).

THE MONEY APPROACH: NUEVAS MODALIDADES DE LUCHA CONTRA EL NARCOTRAFICO Y EL BLANQUEO DE DINERO

Il 28 e 29 marzo, la Procura Generale della Repubblica Dominicana e il Programma di cooperazione tra l’America Latina, i Caraibi e l’Unione Europea in materia di droga (COPOLAD III) – finanziato dall’Unione Europea e implementato dall’IILA, in consorzio con la Federazione Iberoamericana per l’Internazionalizzazione dell’Amministrazione Pubblica, FIIAPP – hanno organizzato un seminario dedicato alle nuove modalità di lotta al traffico di droga e al riciclaggio di denaro sporco. All’evento hanno preso parte qualificati esperti del settore di Italia, Spagna, Bolivia, Colombia, Costa Rica, Honduras, Guatemala, Perù, Panama e Repubblica Dominicana. Per l’Italia, hanno partecipato il Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, Dott. Giovanni Melillo e il Direttore Centrale per i Servizi Antidroga, Gen. C.A. G. di F. Antonino Maggiore, accompagnato dal Capo del I Servizio, Dir. Sup. P. di S. Dott. Emilio Russo, e dall’Esperto per la Sicurezza a Santo Domingo, Ten. Col. CC Andrea Azzolini. 

I lavori si sono sviluppati, nel corso delle due giornate, attraverso panel ed alcune lectiones magistrales che, partendo dal money approach – nella scia del noto metodo  investigativo follow the money, ideato negli anni ’80 da Giovanni Falcone ed utilizzato nella lotta contro la mafia – hanno affrontato le tematiche relative al traffico di droga, nello scenario che coinvolge la comunità internazionale e che si riflette anche in altri contesti criminali, come il riciclaggio di denaro, gli investimenti illeciti, l’uso illecito della tecnologia ed il ricorso a reati più tradizionali come la corruzione e l’estorsione.

Il seminario è stato aperto dal Segretario Generale dell’IILA Organizzazione Internazionale Italo-Latino Americana, Min. Antonella Cavallari, insieme alla Procuratrice Generale della Repubblica Dominicana, Miriam Germán Brito. A seguire, il saluto di benvenuto ai partecipanti rivolto dal Rettore della Scuola Nazionale dei Pubblici Ministeri, Marien Montero Beard, e dall’Ambasciatore dell’Unione Europea nella Repubblica Dominicana, Katja Afheldt, alla presenza dei rappresentanti del corpo diplomatico.

Nel corso del suo intervento il Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, Dott. Giovanni Melillo, ha approfondito la tematica relativa alla lotta al narcotraffico con uno specifico focus sull’America Latina e l’Europa, descrivendo l’evoluzione di tale fenomeno nel corso del tempo e gli strumenti normativi utilizzati per fronteggiare la minaccia. Nell’evidenziare come il narcotraffico costituisce una minaccia che coinvolge tutti i Paesi del mondo e che produce instabilità politica e sociale, ha rappresentato come le organizzazioni criminali operino attraverso l’utilizzo di innovative tecnologie che comportano rapidi e continui cambiamenti degli scenari operativi. E’, quindi, necessario rimanere al passo con tali evoluzioni tecnologiche per adottare le più opportune strategie per attuare efficaci contromisure. Nel prosieguo, il Procuratore Nazionale ha spiegato come le organizzazioni criminali che operano in diversi Paesi cerchino di integrarsi fra loro sotto forma di consorzi e modelli organizzativi sempre più flessibili ed estesi, sfruttando gli ingenti profitti illeciti accumulati per riciclare le somme nell’economia legale. Di fronte alla complessità di tali fenomeni, è compito di ognuno avere consapevolezza del problema che, avendo portata transnazionale, necessità di strategie fondate sulla condivisione delle informazioni e sulla fiducia reciproca, al fine di elaborare un approccio comune. In tal senso, un riscontro positivo emerge dal diffuso utilizzo dello strumento delle Squadre Investigative Comuni, che si sta utilizzando anche con alcuni Paesi dell’America Latina, e che necessita di essere sempre più impiegato, nella considerazione che solo unendo le forze è possibile contrastare in maniera più efficace il narcotraffico internazionale.

Successivamente, ha preso la parola il Gen. Maggiore, che ha affrontato l’argomento inerente “La necessità della cooperazione internazionale di polizia nella lotta al narcotraffico. L’esperienza italiana: il ruolo e l’importanza degli ufficiali di collegamento antidroga della DCSA all’estero nello scambio di informazioni“. Dopo aver rivolto il proprio saluto al consesso, ha descritto la fondamentale azione di coordinamento esercitata dalla DCSA nel settore del narcotraffico, una delle più longeve e riuscite esperienze interforze in seno alle forze di polizia nazionali, evidenziando come la Direzione Centrale sia stata la prima struttura, in ambito nazionale, a disporre di propri Ufficiali di collegamento antidroga all’estero, in qualità di “Esperti”, distaccati nei crocevia internazionali della produzione, transito e del traffico illecito della droga, che promuovono prioritariamente la cooperazione di polizia contro il narcotraffico e svolgono attività di studio, osservazione e raccordo con i competenti organismi esteri. Proseguendo, è stato evidenziato come la cooperazione internazionale di polizia giochi ormai un ruolo decisivo ed è diventata asse portante e necessaria del sistema di sicurezza degli Stati, in ragione della necessità di contrastare fenomeni criminali sempre più pervasivi, tra i quali rientra certamente il narcotraffico. Nel concludere il suo intervento, il Direttore Centrale, nel rimarcare la necessità di sviluppare in maniera sempre maggiore forme di cooperazione internazionale contro i traffici di droga, ha citato un passo del discorso del giudice Giovanni Falcone, tenuto nel 1984 presso il Consiglio Regionale del Piemonte, nel corso del quale, affrontando proprio tale tematica, aveva evidenziato che “(…) le organizzazioni criminali non hanno problemi di confini e che operano con disinvoltura in tutto il mondo, per cui ogni ritardo nella cooperazione internazionale per la repressione del fenomeno si rivolge in ulteriori vantaggi per tali organizzazioni, che di giorno in giorno diventano sempre più efficienti e pericolose (…) non ha nessuna importanza che la droga venga sequestrata in un Paese anziché in un altro e ad opera di un determinato organismo di polizia, anziché di un altro; l’unica cosa importante è che l’operazione di polizia venga compiuta nel modo più efficace e questo è l’unico risultato cui dovrebbero mirare gli sforzi congiunti delle polizie dei vari Paesi, accomunate da questa unica e superiore finalità di efficienza. (…).

Al termine delle due giornate, il Dott. Javier Sagredo, Direttore del programma COPOLAD III ed il Dott. Giovanni Tartaglia Polcini, Procuratore e Consigliere giuridico del Ministro degli Affari Esteri italiano, hanno tenuto la loro relazione di chiusura  tracciando le conclusioni del seminario e, nel salutare e ringraziare i partecipanti all’evento, hanno manifestato la propria soddisfazione per il proficuo confronto che si è sviluppato durante il seminario, che apre nuove prospettive per una collaborazione antidroga sempre più stretta tra i Paesi coinvolti, necessaria per poter fronteggiare una minaccia “globale”, che travalica i confini e colpisce tutti.

Nelle prime ore della mattinata del 28 marzo, la Polizia di Stato – Squadra Mobile-  di Bologna, con il prezioso coordinamento della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga e la collaborazione dell’Agenzia delle Dogane, ha concluso un’articolata attività investigativa, denominata “DOMINO 2021“, eseguendo un’ ordinanza di custodia cautelare, emessa dal G.I.P. di Bologna, nei confronti di 21 soggetti, 12 dei quali cittadini dominicani, per i reati di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e riciclaggio.

L’indagine ha consentito di disarticolare un sodalizio criminale, composto da cittadini italiani e della Repubblica Dominicana, dedito al traffico internazionale ed alla distribuzione di importanti volumi di cocaina, con epicentro nel capoluogo emiliano ed acquirenti anche delle città di Roma, Milano, Terni e Parma.

La cocaina, proveniente da Santo Domingo, giungeva in Italia presso il porto di Vado Ligure (SV),  occultata in carichi di “pelli bovine grezze”, trasportate all’interno di container. Durante le attività sono state effettuate mirate perquisizioni, tra cui quella all’interno di un capannone in provincia di Vicenza –  una delle basi logistiche dell’organizzazione criminale – dove sono stati rinvenuti e sequestrati quasi 500 panetti di cocaina nascosti proprio all’interno di pelli di bovino grezze. Nel complesso, l’attività investigativa  ha permesso di sequestrare  circa 750 kg di cocaina – che avrebbe fruttato circa 61 milioni di euro – e la somma contante di 335.000 euro, provento delle attività illecite.

La Direzione Centrale per i Servizi Antidroga ha fornito un prezioso apporto alle indagini, acquisendo informazioni utili tramite i canali di cooperazione internazionale, anche attraverso il proprio Esperto per la Sicurezza nella Repubblica Dominicana, coordinando le attività a livello nazionale ed estero e, dal punto di vista tecnico-logistico, mettendo a disposizione risorse e strumentazioni speciali.

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