PROGRAMMA ORGANIZZATO DAL GEORGE C. MARSHALL CENTER FOR SECURITY STUDIES
Il 23 e 24 febbraio, in Garmisch (Germania), nell’ambito del programma denominato “Countering Transnational Organized Crime ” (CTOC), il George C. Marshall European Center for Security Studies ha ospitato quali speaker: il Direttore della DIA, Dirigente Generale di P.S. dr. Maurizio Vallone, il Procuratore Aggiunto della Procura della Repubblica di Roma, Dott. Giovanni Conzo, il Sostituto Procuratore della Repubblica presso la DNA, Dott.ssa Liana Esposito ed il Direttore del III Servizio della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, Gen. Brig. CC Giancarlo Scafuri.
Il George C. Marshall European Center for Security Studies – che il 5 giugno 2023 celebra il 30° anniversario della fondazione – è uno dei sei centri regionali del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ma l’unico con sede in Europa ed in partnership con un’altra nazione (Germania) e con una nutrita rappresentanza multinazionale di Italia, Svizzera, Austria, Polonia, Slovenia. Il Centro, il cui cuore pulsante è il CISS, il College of International Security Studies, individua e approfondisce tematiche connesse alla sicurezza regionale e transnazionale quali, solo per citarne alcune, la sicurezza cibernetica, il terrorismo, il crimine organizzato transnazionale, i conflitti regionali, i rapporti di forza tra superpotenze (cd. Great Power Competition), il climate change (per gli impatti che il fenomeno ha in termini di sicurezza e stabilità regionale), le relazioni tra NATO-Unione Europea, l’Artico e molti altri.

Particolare attenzione è dedicata alla selezione degli speaker (con un funzionale mix di accademici e practioners) ed ai partecipanti (parlamentari, funzionari governativi, diplomatici, funzionari/ufficiali di polizia, elementi della società civile etc). Scopo dei programmi è la condivisione di conoscenze ed esperienze (principi, norme, organizzazione, strumenti di contrasto e/o prevenzione) tra i partecipanti, utili anche a sviluppare e implementare nei propri paesi di origine specifiche attività di strategy e policy. Ulteriore aspetto di rilievo connesso alle attività del Centro risulta essere la folta comunità di “alunni” composta da tutti coloro (circa 16000 in tutto il mondo) che, a vario titolo, hanno partecipato ai diversi programmi del Centro, continuando a mantenere durature e proficue relazioni personali. Tra questi, alcuni occupano posizioni di vertice nei propri paesi di origine.

In questo contesto, si è sviluppato anche l’annuale programma CTOC – della durata di 24 giorni (14 febbraio- 9 marzo) con 81 partecipanti di 41 nazioni provenienti dai 5 continenti – volto a creare un consolidato network tra strutture investigative/giudiziarie dei Paesi partecipanti che possa essere ulteriore valido supporto nello svolgimento di attività di cooperazione internazionale per contrastare i traffici illeciti e le organizzazioni criminali transnazionali. In tale sede sono stati anche esaminati i principali metodi di contrasto ai fenomeni della corruzione e del riciclaggio.
Il Direttore del programma, Dr. Joseph Vann – professore di studi sulla sicurezza transnazionale, in possesso di una consolidata esperienza avendo operato per 25 anni, come agente speciale nel Naval Criminal Investigative Service dell’US NAVY, rivestendo numerosi incarichi dirigenziali quale consulente strategico, consigliere per il controspionaggio e per la lotta al terrorismo ed alla criminalità organizzata – coadiuvato dal rappresentante italiano della Difesa – Col. CC Claudio Cappello, Military Professor e Direttore del programma Senior Executive Seminar – sulla scorta anche del successo ottenuto nei precedenti programmi, ha ritenuto essenziale dedicare un particolare approfondimento agli strumenti previsti dall’ordinamento italiano per il contrasto della criminalità organizzata nazionale e transnazionale, con particolare riferimento agli articoli 416 bis del codice penale (associazione a delinquere di tipo mafioso), all’art. 41 bis della legge sull’ordinamento penitenziario (cd. carcere duro), alle misure di prevenzione personali e patrimoniali ed alla cooperazione internazionale di Polizia.

Tale ultimo aspetto è stato oggetto di approfondimento da parte del Gen. B. CC Giancarlo Scafuri -Direttore del III Servizio della DCSA che, dopo aver evidenziato la complessità del sistema italiano, caratterizzato dalla presenza di una pluralità di Forze di polizia, ha illustrato la struttura organizzativa della Direzione Centrale – una delle più longeve e riuscite esperienze interforze a livello nazionale – e le sue funzioni, con un particolare focus al delicato ruolo svolto nel coordinamento investigativo e nel supporto alle indagini antidroga di tutte le forze di polizia nazionali nonché quale “organo pilota” per la specifica cooperazione internazionale di polizia nel settore. Il Gen. Scafuri ha tratteggiato le attività di scambio informativo, sia a livello strategico che operativo, costantemente svolte dalla Direzione e l’importanza della rete degli Esperti per la sicurezza – distaccati all’estero nei paesi aventi un ruolo di rilievo nella produzione e nel traffico di stupefacenti – che promuovono prioritariamente la cooperazione di polizia contro il narcotraffico e svolgono attività di studio, osservazione e raccordo con i competenti organismi esteri. Non meno rilevanti ed apprezzati sono stati gli approfondimenti relativi alle ulteriori peculiari attività della struttura quali il coordinamento operativo delle cosiddette “operazioni speciali” (operazioni sotto copertura e consegne controllate), il ruolo della Direzione quale referente nazionale per le richieste di abbordaggio del naviglio sospettato di trasportare sostanze stupefacenti in acque internazionali (ex art. 17 Convenzione ONU del 1988) e la recente istituzione della sezione operativa denominata “Drug@online”, che ha il compito di monitorare il web al fine di fornire un efficace coordinamento delle attività di contrasto al E-Commerce di stupefacenti svolto dalle organizzazioni criminali.


I conferenzieri, al termine dei loro interventi, si sono intrattenuti ulteriormente all’interno delle seminar room, nelle quali i partecipanti, divisi in gruppi di 6/8 unità, hanno avuto la possibilità di confrontarsi ed approfondire ulteriormente alcuni aspetti delle tematiche trattate.
Il CTOC ha rappresentato un importante momento di condivisione e di proficuo confronto ed una occasione di ulteriore consolidamento della collaborazione tra i diversi Paesi, nella consapevolezza che soltanto uno sforzo costante e congiunto potrà contrastare efficacemente le realtà criminali connesse al narcotraffico.
















E’ stato possibile in tal modo ricostruire la rete gestita dagli indagati, con ramificazioni in diversi Paesi europei, i cui vertici risiedevano in territorio albanese. Le investigazioni si sono sviluppate nell’ambito di una Squadra Investigativa Comune (SIC), sottoscritta dalle Autorità Giudiziarie dell’Italia e dell’Albania, con la partecipazione degli investigatori italiani, svizzeri ed albanesi, oltre alla DCSA quale membro esterno. La Direzione Centrale, in particolare, ha fornito un costante coordinamento e un prezioso supporto alle indagini, sia favorendo l’avvio dei canali di cooperazione internazionale e partecipando alle riunioni operative con i Paesi coinvolti nel contesto investigato, sia dal punto di vista tecnico-logistico, mettendo a disposizione risorse e strumentazioni.
I risultati dell’indagine – leggi qui il 





Il 12 e 13 gennaio, il Direttore della DCSA, Gen. C.A. G. di F. Antonino Maggiore, accompagnato dai Direttori dei tre Servizi e dai rispettivi Capi Divisione, ha ricevuto in visita istituzionale una delegazione del Centro di Coordinamento dell’Informazione regionale dell’Asia centrale per la lotta al traffico illecito di stupefacenti, sostanze psicotrope e loro precursori (CARICC), guidata dal Direttore del Centro, Yazlyev Atageldy Ovezovich e dal Direttore del Dipartimento Informazioni ed Analisi, Azizbek Asilbekovich Erkaboev. A seguito della delegazione hanno partecipato anche l’Esperto per la sicurezza presso l’ambasciata d’Italia a Tashkent (Uzbekistan), Cap. CC Bartolomeo Luca Magliarisi – punto di collegamento tra il CARICC e la DCSA – e l’Esperto a Teheran (Iran) – coordinatore regionale – Primo Dir. P. di S. Salvatore La Barbera.
All’inizio dell’incontro, il Gen. Maggiore, nel dare il suo benvenuto agli ospiti, ha illustrato la struttura organizzativa della DCSA e le sue funzioni. In tale contesto è stata anche evidenziata la complessità del sistema italiano, caratterizzato dalla presenza di una pluralità di forze di polizia, per le quali la Direzione Centrale svolge una fondamentale azione di coordinamento nel settore del contrasto al narcotraffico, una delle più longeve e riuscite esperienze interforze in seno alle forze di polizia nazionali. Un particolare focus è stato dedicato ad un aspetto che connota la DCSA, costituito dal coordinamento operativo, a livello nazionale ed internazionali, delle indagini delle forze di polizia in materia di antidroga. In tale contesto ha sottolineato l’importanza delle cosiddette “operazioni speciali” (operazioni sotto copertura e consegne controllate), soprattutto nell’ambito della cooperazione con altri Paesi. Nel prosieguo, è stata descritta la funzione svolta dalla rete di esperti per la sicurezza, distaccati all’estero nei crocevia internazionali della produzione, transito e del traffico illecito della droga, che promuovono prioritariamente la cooperazione di polizia contro il narcotraffico e svolgono attività di studio, osservazione e raccordo con i competenti organismi esteri. In particolare, è stata sottolineata l’importanza strategica delle nuove sedi aperte in Kenya e Sudafrica, collocate lungo la direttrice della c.d. “
Nel corso del secondo giorno si sono tenuti interventi, con taglio tecnico-operativo, a cura di esperti dei tre Servizi della DCSA. In particolare, sono state esaminate le tecniche di analisi strategica ed operativa delle informazioni, attraverso cui vengono elaborati studi e ricerche sulla situazione nazionale e regionale, sui consumi locali, sulle rotte interne e sulle etnie maggiormente coinvolte nei traffici. A livello internazionale, tale analisi investe aree di produzione e provenienza, mercati di destinazione, modalità di occultamento, frontiere di accesso degli stupefacenti e rotte utilizzate dai trafficanti. Altro argomento trattato sono state le esperienze acquisite nel settore del narcotraffico svolto nel web, ovvero dei complessi canali del mercato digitale attraverso l’utilizzo degli innumerevoli strumenti messi a disposizione dalla rete. Al riguardo, particolare risalto è stato dato all’istituzione all’interno della Direzione di una Sezione operativa, denominata “Drug@online”, che ha il compito di monitorare la rete, al fine di fornire il coordinamento delle attività repressive del commercio illecito di droga che si svolge con queste nuove modalità. Un altro argomento ha riguardato la programmazione e lo sviluppo di attività addestrative degli operatori delle forze di polizia nazionali ed estere, compresa la formazione sulle consegne controllate internazionali di stupefacenti e sulla figura dell’undercover. La tematica delle operazioni speciali è stata poi oggetto di uno specifico focus, nel corso del quale sono state illustrate le previsioni normative italiane ed europee in materia, nonché descritte le best practice operative in tale comparto, sottolineando l’importanza di tale strumento, soprattutto nell’ambito della cooperazione internazionale, per un più efficace contrasto al narcotraffico.




















https://youtu.be/kz4x6br7-PU
Al comunicato stampa sono allegate delle immagini, che illustrano i risultati della campagna Orion X, un 

Il 14 dicembre, si è tenuto presso la Direzione Centrale per i Servizi Antidroga il workshop Narcotraffico nel web e dark web: nuove frontiere di contrasto di un fenomeno in evoluzione, a
All’inizio del consesso il Direttore Centrale, Gen. C.A. G. di F. Antonino Maggiore, ha fatto il suo saluto di benvenuto ai partecipanti, manifestando la propria soddisfazione per la realizzazione di una giornata studio dedicata ad un argomento di assoluta attualità, che coinvolge la tematica del narcotraffico da un nuovo punto di vista, ovvero dai nuovi e complessi canali del mercato digitale attraverso l’utilizzo degli innumerevoli strumenti offerti dal web. Il traffico di stupefacenti, infatti, è riuscito a ritagliarsi uno spazio virtuale importante, generando un enorme volume d’affari che ha consentito ad abili criminali, esperti d’informatica, di arricchirsi, facendo leva sulle potenzialità che il web offre in termini di “anonimato” nella navigazione e nelle procedure di pagamento – bitcoins – per gli illeciti acquisti effettuati.
Nel corso degli interventi sono state approfondite, anche con esercitazioni pratiche, tematiche particolari, quali: le investigazioni dalla dimensione fisica a quella virtuale, il black market e la vendita di droga on line, il dark web, le azioni di contrasto e tecniche di infiltrazione con un focus su alcuni casi operativi conclusi, la ricostruzione di regolamenti finanziari effettuati attraverso la rete per i pagamenti di illeciti traffici di sostanze stupefacenti, il Digital e Cloud Forensic, lo strumento del captatore informatico, le investigazioni digitali su big data, bot, cryptovalute e blockchain e i reati connessi.
Uno spazio importante è stato dedicato anche alla nuova frontiera del Metaverso e alle future indagini in tale spazio, una realtà virtuale aumentata, ancora in fase di sviluppo, in cui le persone connesse potranno interagire tra loro così come avviene nel mondo fisico. Il Metaverso, oltre alla sua straordinaria evoluzione, consentirà anche l’accesso a nuovi canali di distribuzione di stupefacenti, da parte di coloro che possono allestire spazi privati – c.d. workrooms – per realizzare attività illecite e comunicare con altri criminali.






VISITA RAPPRESENTANTI DELL’UNODC E DELLA GUINEA BISSAU, DEL GAMBIA E DEL SENEGAL.
Hanno poi preso la parola i rappresentanti dell’UNODOC (Cheikh Toure e Daouda Gadiaga) referenti per l’area, che hanno illustrato il programma “Strade aperte III” con un particolare focus sulle cd consegne controllate e un resoconto dei sequestri effettuati nell’ambito del citato progetto. I successivi interventi, da parte dei capi delegazione, Direttori e responsabili delle polizie antidroga dei Paesi africani partecipanti, hanno posto l’attenzione sull’esigenza di ottenere forme di supporto da parte dell’Italia, sia sul piano formativo per addestrare le forze di polizia sulle tecniche di indagine e conoscere gli aspetti normativi attraverso cui la polizia giudiziaria opera sul territorio nazionale, sia da un punto di vista materiale per implementare le dotazioni degli strumenti tecnico-operativi, necessari per svolgere monitoraggio e controlli approfonditi sulle merci che giungono via mare nei rispettivi Paesi, in particolare dall’America Latina, allo scopo di intercettare i carichi di droga occultati, soprattutto cocaina, per la gran parte solo in transito nel West Africa e destinata, invece, all’Europa.




















Successivamente, ha preso la parola Mr. Josè De Gracia Romero, Assistant Director Criminal Networks Directorate del Segretario Generale INTERPOL di Lione che ha sottolineato l’importanza del progetto, finalizzato ad accrescere la conoscenza reciproca tra gli “attori” della lotta al narcotraffico ed al crimine organizzato dei diversi Stati ed incentivare gli scambi informativi e “formativi” tra gli stessi, con l’obiettivo di potenziare la cooperazione internazionale nel settore.

Al termine è intervenuto, in videocollegamento, il Vice Direttore Generale della P. di S. – Direttore Centrale della Polizia Criminale – Prefetto Vittorio Rizzi, che ha esteso il proprio saluto agli organizzatori e partecipanti all’evento, manifestando il proprio compiacimento per la realizzazione del progetto, che pone le basi per consolidare i rapporti di collaborazione tra gli Stati interessati.
A chiusura del convegno, il Direttore della DCSA Maggiore, nel salutare e ringraziare i partecipanti all’evento, ha manifestato la propria soddisfazione per il proficuo confronto che si è sviluppato durante le due giornate di lavoro, che apre nuove prospettive per una collaborazione antidroga sempre più stretta tra i Paesi coinvolti, necessaria per poter fronteggiare una minaccia “globale”, che travalica i confini e colpisce tutti.





























Il 10 novembre 2022, il Direttore Centrale della D.C.S.A., Gen. C.A. G. di F. Antonino Maggiore – unitamente ai Direttori, Dirigenti e collaboratori dei tre Servizi, all’Esperto per la Sicurezza ad Istanbul e all’Ufficiale di Collegamento al
Nel prosieguo, è stato illustrato un altro fondamentale aspetto che connota la DCSA, costituito dal coordinamento operativo delle cosiddette “operazioni speciali” (operazioni sotto copertura e consegne controllate), nonché la posizione di referente nazionale per le richieste di abbordaggio del naviglio sospettato di trasportare sostanze stupefacenti in acque internazionali. Da ultimo, è stato anche dato risalto all’istituzione all’interno della Direzione di una Sezione operativa, denominata “Drug@online”, che ha il compito di monitorare la rete internet, al fine di fornire il coordinamento delle attività repressive del commercio illecito di droga avvalendosi delle potenzialità della rete.










All’incontro, fortemente voluto dalla ministra della giustizia e sicurezza e dei Paesi Bassi Yeṣilgöz-Zegerius, hanno partecipato i massimi esperti italiani nella lotta alle mafie, che si sono confrontati con gli addetti ai lavori olandesi di alto livello, tra i quali funzionari e personale della Polizia olandese, del FIOD (Fiscal Information and Investigation Service), dell’Autorità giudiziaria e dello stesso Ministero della giustizia e sicurezza dei Paesi Bassi. Nella due giorni di incontri sono stati illustrati i profili storici, normativi e operativi della lotta alla mafia nell’esperienza pluriennale italiana, con il noto contributo di sangue pagato da “uomini di giustizia”, tra i quali sono stati ricordati i giudici Falcone e Borsellino e l’insegnamento lasciato in eredità: lavorare in cooperazione internazionale ed aggredire i patrimoni illeciti delle mafie – il famoso principio “follow the money“. Nello specifico, sono stati approfonditi i temi della documentazione ammnistrativa antimafia nell’azione di prevenzione e contrasto alla criminalità organizzata, l’azione di contrasto alla criminalità organizzata e il sistema del doppio binario tra repressione e misure di prevenzione patrimoniali, la politica antidroga sviluppata a livello nazionale e internazionale dall’Italia e l’attività legata alla prevenzione ed al contrasto alle organizzazioni criminali, anche in una prospettiva transnazionale. Le autorità olandesi hanno voluto un confronto particolare, oltre allo strumento delle misure di prevenzione patrimoniali, anche sul tema del regime carcerario speciale (41 bis) previsto per i detenuti mafiosi, sulle misure di protezione previste per i collaboratori e i testimoni di giustizia – gestite dal Dipartimento della Pubblica sicurezza per il tramite dell’Ufficio centrale per la sicurezza personale e del Servizio centrale di protezione (DCPC).
La delegazione del Dipartimento della pubblica sicurezza, guidata dal vicecapo della Polizia Vittorio Rizzi era composta dai vertici e da dirigenti della stessa struttura dipartimentale. In particolare, hanno preso la parola il direttore dell’Ufficio per il coordinamento e la pianificazione delle Forze di polizia, Vittorio Lapolla – che è intervenuto con un focus sulla documentazione antimafia per la prevenzione e il contrasto della criminalità organizzata, misure previste da una normativa nazionale di tipo speciale – il c.d. codice Antimafia – e, quindi, il direttore centrale anticrimine della Polizia di Stato (DAC) Francesco Messina – che ha approfondito la tematica relativa al sistema italiano del “doppio binario” nell’aggressione all’apparato militare e ai patrimoni illeciti delle mafie. In particolare, il contrasto alle mafie italiane viene orientato su due livelli, per colpire sia il controllo “sociale” che le stesse esercitano con strumenti militari che il potere economico-finanziario derivante dagli ingenti profitti delle attività criminali, “che diventa anche potere politico”. Altro concetto evidenziato è la caratteristica delle mafie italiane (camorra, ‘ndrangheta, cosa nostra, mafia pugliese) che, oltre ad essere ben radicate sul territorio, si sono delocalizzate agendo in tutto il mondo, specialmente nel narcotraffico, con propri affiliati. Per questo sono sempre più necessarie le joint venture tra le polizie e le magistrature dei diversi stati. 

Il direttore centrale Maggiore ha descritto la fondamentale azione di coordinamento esercitata dalla DCSA nel settore del narcotraffico, una delle più longeve e riuscite esperienze interforze in seno alle forze di polizia nazionali. Un particolare focus è stato quello sulla rete degli esperti per la sicurezza, distaccati all’estero nei crocevia internazionali della produzione, transito e del traffico illecito della droga, che promuovono prioritariamente la cooperazione di polizia contro il narcotraffico e svolgono attività di studio, osservazione e raccordo con i competenti organismi esteri. In questo contesto è stata rimarcata la necessità di dare sempre il più ampio respiro internazionale alle indagini sui traffici di droga, per raggiungere l’obiettivo della disgregazione delle associazioni criminali nella loro interezza nei territori di tutti gli Stati coinvolti.
La gestione ed il coordinamento dei flussi informativi e l’attività degli esperti all’estero sono gli elementi strutturali della cooperazione internazionale, in cui si esprime la centralità della Direzione nel dispositivo di contrasto antidroga. Da ultimo, è stato anche dato risalto all’istituzione all’interno della DCSA della sezione operativa “Drug@online”, che ha il compito di monitorare la rete internet, al fine di fornire il coordinamento delle attività repressive del commercio illecito di droga, svolto dai trafficanti avvalendosi delle potenzialità del web.
Durante la due giornate si sono tenuti nove workshop tematici, a cui hanno preso parte qualificati esperti delle Forze di polizia italiane (DCSA, DCPC, UCIS, DIA, DAC, ROS e SCICO), nel corso dei quali sono stati approfonditi – in un proficuo confronto con esponenti della polizia e della magistratura olandesi – i più significativi ambiti legati alla prevenzione ed al contrasto alle organizzazioni criminali e del narcotraffico, con approfondimenti di tipo tecnico-operativo; la riflessione ed il confronto sviluppato durante questi tavoli tecnici si sono incentrati sulle metodologie di indagine maturate nell’esperienza italiana, nel contrasto alle mafie ed al narcotraffico, sulle tecniche investigative ed i particolari strumenti disponibili ed utilizzati, sulla condivisione sinergica di informazioni e di buone prassi che produce una concreta cooperazione di polizia e giudiziaria , arma vincente per un efficace contrasto criminale.






La stessa ministra ha divulgato l’evento sui social ed ha postato un messaggio su Linkedin, che si riporta qui tradotto: “L’Italia ha purtroppo un’ampia esperienza del potere distruttivo della criminalità organizzata. La mafia esiste da centinaia di anni. Negli anni ’70 ed ’80 la mafia pensava di essere intoccabile. Le persone perbene ne hanno sempre più fatto le spese, come ad esempio i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Quegli omicidi hanno causato un vasto sdegno nell’opinione pubblica. E poi ad una accelerazione dell’approccio alla mafia. Un approccio più efficace e rigoroso con nuovi strumenti, misure e leggi. Nel corso della mia visita in Italia ho avuto modo di conoscere più da vicino il loro approccio alla criminalità grave. La cosa che mi ha più colpito è stato l’ampio respiro con cui gli italiani affrontano il problema. Negli ultimi anni anche noi abbiamo fatto dei passi in questa direzione e dobbiamo continuare così. In particolare voglio migliorare lo schema del collaboratore di giustizia, confiscare ancora più beni ai criminali e concentrare di più l’attenzione sul contrasto alle reti ed alle strutture di potere criminali nella loro interezza. Il contrasto non deve riguardare solo le figure di vertice, ma anche i collaboratori. Oggi ho partecipato ad un incontro unico tra italiani ed olandesi nel campo delle indagini. Questo simposio nei Paesi Bassi dimostra quanto siano stretti i nostri legami con l’Italia e quanto sia buona la cooperazione nelle indagini. Ne sono incredibilmente orgogliosa”.







