Il 14 dicembre, si è tenuto presso la Direzione Centrale per i Servizi Antidroga il workshop Narcotraffico nel web e dark web: nuove frontiere di contrasto di un fenomeno in evoluzione, a conclusione del Corso Digital Investigation and Intelligence organizzato nell’ambito del progetto ICARUS in collaborazione con il Dipartimento per le Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Alla giornata formativa hanno preso parte 60 corsisti, tra appartenenti alle forze di polizia del territorio e rappresentanti della DCSA.
All’inizio del consesso il Direttore Centrale, Gen. C.A. G. di F. Antonino Maggiore, ha fatto il suo saluto di benvenuto ai partecipanti, manifestando la propria soddisfazione per la realizzazione di una giornata studio dedicata ad un argomento di assoluta attualità, che coinvolge la tematica del narcotraffico da un nuovo punto di vista, ovvero dai nuovi e complessi canali del mercato digitale attraverso l’utilizzo degli innumerevoli strumenti offerti dal web. Il traffico di stupefacenti, infatti, è riuscito a ritagliarsi uno spazio virtuale importante, generando un enorme volume d’affari che ha consentito ad abili criminali, esperti d’informatica, di arricchirsi, facendo leva sulle potenzialità che il web offre in termini di “anonimato” nella navigazione e nelle procedure di pagamento – bitcoins – per gli illeciti acquisti effettuati.
Nel corso degli interventi sono state approfondite, anche con esercitazioni pratiche, tematiche particolari, quali: le investigazioni dalla dimensione fisica a quella virtuale, il black market e la vendita di droga on line, il dark web, le azioni di contrasto e tecniche di infiltrazione con un focus su alcuni casi operativi conclusi, la ricostruzione di regolamenti finanziari effettuati attraverso la rete per i pagamenti di illeciti traffici di sostanze stupefacenti, il Digital e Cloud Forensic, lo strumento del captatore informatico, le investigazioni digitali su big data, bot, cryptovalute e blockchain e i reati connessi.
Uno spazio importante è stato dedicato anche alla nuova frontiera del Metaverso e alle future indagini in tale spazio, una realtà virtuale aumentata, ancora in fase di sviluppo, in cui le persone connesse potranno interagire tra loro così come avviene nel mondo fisico. Il Metaverso, oltre alla sua straordinaria evoluzione, consentirà anche l’accesso a nuovi canali di distribuzione di stupefacenti, da parte di coloro che possono allestire spazi privati – c.d. workrooms – per realizzare attività illecite e comunicare con altri criminali.
Un altro argomento che ha suscitato particolare interesse ha riguardato la relazione tra le indagini digitali e l’acquisizione della prova nel processo penale. Negli ultimi anni, infatti, agli strumenti probatori tradizionali si sono aggiunti quelli digitali, ad esempio acquisiti tramite il captatore informatico, che hanno posto problemi giuridici sulla loro utilizzabilità che il legislatore, la dottrina e la giurisprudenza devono continuare ad affrontare. La particolare natura immateriale dei dati digitali/online (web e social) comporta che essi possano essere modificati, alterati, danneggiati e distrutti. Il momento più delicato nell’attività di acquisizione della prova è che essa avvenga in maniera tecnicamente idonea e che la stessa non abbia subito contaminazioni, sia dopo che i dati sono stati raccolti e sia nella successiva fase di analisi, per rendere attendibili e riproducibili i risultati dell’esame. In tale ambito sono state, pertanto, esaminati sotto quali vesti i dati digitali confluiscono nel processo, sono state analizzate le forme e i casi di acquisizione dei medesimi e ed infine illustrate le potenzialità della prova digitale che, comunque, viene affiancata a quella raccolta attraverso i tradizionali mezzi di indagine, integrata dall’esperienza data dal fattore umano, ovvero dall’investigatore.
Hanno fornito il loro prezioso contributo al Corso, esperti del settore appartenenti alle forze di polizia (del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza, del ROS dell’Arma dei Carabinieri e dello SCO della DAC della Polizia di Stato) e qualificati docenti dell’Università degli studi di Foggia, specializzati in materia.