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Ieri, 15 giugno, è stata pubblicata la Relazione annuale DCSA 2023 ( dati 2022).

I contenuti del Report DCSA 2023 sono stati  illustrati dal Vice Direttore Generale della Pubblica Sicurezza Direttore Centrale della Polizia Criminale Prefetto Vittorio Rizzi e dal Direttore Centrale per i Servizi Antidroga, Generale C.A. della Guardia di Finanza – Antonino Maggiore –  accompagnato dai Direttori dei 3 Servizi della Direzione,  durante una conferenza stampa divulgativa  svoltasi ieri, 15 giugno,  a Roma, presso la Scuola di Perfezionamento  per le Forze di Polizia, con la partecipazione in videcollegamento degli Esperti per la Sicurezza con sede in Perù (Lima), Repubblica Dominicana (Santo Domingo) e Spagna (Barcellona),  aree strategiche per le rotte della droga e per il contrasto al narcotraffico, che hanno descritto, brevemente, alcune esemplari e brillanti operazioni antidroga, sviluppate dalle polizie italiana e dei rispettivi Paesi grazie ad una efficiente cooperazione internazionale, coordinate dalla DCSA  e con il prezioso, concreto contributo fornito dall’Esperto.     

Il Direttore Centrale per i servizi antidroga, Generale CA G. di F. Antonino Maggiore, ha premesso che l‘ impegno costante delle forze di polizia nel contrasto ai traffici illeciti di droga ha portato a ingenti sequestri delle diverse sostanze stupefacenti a fronte del rilancio del narcotraffico post Covid-19, commentando, poi,  sinteticamente i dati statistici elaborati dalla DCSA, relativi alle attività di polizia di contrasto antidroga. Il Direttore ha  sottolineato che lo scorso anno si è registrato  –  riguardo ai sequestri delle sostanze stupefacenti – un record assoluto per la cocaina, con 26,10 tonnellate, la maggior parte rinvenuta nei porti grazie sia alle strategie operative utilizzate nelle investigazioni condotte nei confronti dei sodalizi criminali che gestiscono i traffici transnazionali sia ad una sempre più affinata ed incisiva analisi di rischio utilizzata per l’individuazione “in anticipo” dei “target” – soprattutto i container sospetti – da sottoporre a controllo nei porti. Proseguendo, il Direttore Centrale Maggiore, ha indicato che  la cannabis si conferma la sostanza stupefacente più sequestrata in Italia, mentre emerge un costante livello di  quantità di eroina rinvenuta e, infine, un quantitativo di sostanze sintetiche in linea con gli anni  passati. A proposito di queste ultime, si evidenzia il dato elevato  di GBL e GHB, sostanze utilizzate in contesti di chemical sex,  insidiose  perché annoverate anche tra le “rape drugs”. 

Riguardo al mercato delle droghe sintetiche ha evidenziato che si sviluppa, frequentemente, sui siti  soprattutto nel dark web, quindi “utilizzando” una “rotta” globalizzata, criptata e, quindi, anonimizzata, il cui contrasto richiede, sempre più spesso, che le polizie nazionali e di tutto il mondo siano in possesso di uno specifico know-how tecnico. Lo stesso Direttore Centrale  ha, quindi approfondito le tematiche relative alle “rotte” delle droghe – sfruttate e “rimodulate” dalla criminalità organizzata, illustrando l’emergere di due nuove direttrici: la rotta mediterranea della cocaina proveniente dal Sudamerica, in transito nei porti nazionali, in primis nello scalo di Gioia Tauro, trasportata da organizzazioni criminali balcaniche, verso i porti del Mar Nero e del Mar Egeo e la rotta del Sud degli oppiacei, dai luoghi di produzione asiatica, che attraversa l’Africa sud-orientale e raggiunge i Paesi europei, principalmente per via aerea. In particolare, proprio questa  “Southern Route” africana dell’eroina è oggetto di analisi  nell’ambito di un importante progetto della DCSA- d’intesa con Interpol-  finalizzato a rafforzare la cooperazione di polizia con i Paesi dell’ area (Kenya, Madagascar, Mauritius, Mozambico, Somalia, Sud Africa, Tanzania ed Uganda) interessata  da questi flussi di droga. Tra l’altro, tra le azioni strategiche nel contrasto antidroga,  nel 2022, sono stati aperti due nuovi uffici di Esperto per la Sicurezza a Nairobi (Kenya) ed a Pretoria (Sudafrica).   Lo stesso Direttore Centrale Maggiore ha citato, infine, un approfondito documento di analisi, allegato alla Relazione Annuale, elaborato sulla base dei dati relativi ai sequestri effettuati a livello internazionale, sulle rotte maggiormente utilizzate per i traffici di cocaina dal Sud America verso i porti italiani ed europei, nonché sulle metodologie alle quali più frequentemente fanno ricorso le organizzazioni criminali per occultare la droga, trasportata via mare tramite container. 

Il Vice Direttore Generale della Pubblica Sicurezza , Direttore Centrale della Polizia Criminale, Vice Capo della  polizia  Prefetto Vittorio Rizzi,  nel corso del suo intervento conclusivo, ha sottolineato come le rotte del narcotraffico internazionale e le modalità stesse hanno avuto una costante evoluzione interessando nuove aree come quella del Sud attraverso i Paesi dell’Africa dove nell’ultimo anno sono stati istituti nuovi uffici degli esperti per la sicurezza proprio per potenziare la rete della cooperazione internazionale. D’altronde il narcotraffico è stato il primo crimine transnazionale che ha fatto nascere l’esigenza di coordinare  le azioni di contrasto a livello nazionale – istituendo proprio la DCSA più di trent’anni fa – e di far sviluppare una stretta collaborazione di polizia tra gli Stati; il narcotraffico  ha sempre rispettato l’evolversi dei tempi ecco perché l’impegno incessante del Dipartimento della Pubblica Sicurezza è volto al rafforzamento della cooperazione di polizia bilaterale e multi laterale che oggi vanta un rete presente in oltre 80 paesi al mondo.

L’analisi dei dati “antidroga” elaborati ed alcuni interessanti approfondimenti tematici – contenuti nella Relazione annuale – vengono riportati sinteticamente nel comunicato stampa divulgato ieri, che titola: “Record assoluto nel 2022 dei sequestri di cocaina, più di 26 tonnellate, con un aumento del 22%”.  Ampia ripresa del narcotraffico nel post-pandemia Covid 19: la criminalità organizzata accanto ai tradizionali sistemi sfrutta la rete internet e i sistemi di comunicazione criptata. 

 

 

 

 

 

 

Dal 6 al 9 marzo, il Capo della Polizia Portuale di Rotterdam, Dr. Dirk Grip – accompagnato dal Chief Inspector della Direzione della Polizia portuale, dal Vice Capo Settore del Servizio Investigativo Regionale di Rotterdam, dall’Ufficiale di Collegamento presso l’Ambasciata olandese a Roma e dall’Esperto per la sicurezza all’Aja – ha fatto visita alla Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, dove è stata accolta dal Direttore Centrale, Gen. C.A. G. di F. Antonino Maggiore, unitamente al Direttore del I Servizio e a dirigenti della DCSA, per un incontro bilaterale sulla specifica tematica antidroga.

I lavori si sono aperti con l’intervento del Direttore Centrale, che ha illustrato  la struttura organizzativa della DCSA e le sue funzioni, con particolare riferimento al ruolo di coordinamento investigativo e di cooperazione internazionale di polizia in materia antidroga. In tale contesto, nell’evidenziare la complessità del sistema italiano, caratterizzato dalla presenza di una pluralità di Forze di polizia, è stata descritta la fondamentale azione di coordinamento esercitata, nel settore del narcotraffico, dalla Direzione Centrale, una delle più longeve e riuscite esperienze interforze in seno alle Forze di polizia nazionali. Altra tematica di importante rilievo è stata quella della rete di esperti per la sicurezza, distaccati all’estero nei crocevia internazionali della produzione, del transito e del traffico illecito della droga, che promuovono prioritariamente la cooperazione di polizia contro il narcotraffico e svolgono attività di studio, osservazione e raccordo con i competenti organismi esteri. La gestione dei flussi informativi e l’attività degli esperti sono gli elementi strutturali della cooperazione internazionale, in cui si esprime la centralità della Direzione nel dispositivo di contrasto. L’azione della Direzione in questo settore  è fondamentale, sia  a  livello “interno” che “esterno”, in quanto  è l’unico organismo di polizia italiano che ha il compito di ricevere e condividere tutte le informazioni relative al narcotraffico, oltre a coordinare le forze di polizie nella collaborazione internazionale con quelle estere. La DCSA, attraverso un costante confronto e scambio operativo con tutti i Paesi coinvolti, punta a potenziare sempre più  la cooperazione nel contrasto antidroga. Successivamente, è stato illustrato un altro fondamentale aspetto che connota la Direzione, costituito dal coordinamento operativo delle cosiddette “operazioni speciali” (operazioni sotto copertura e consegne controllate), nonché la posizione di referente nazionale per le richieste di abbordaggio (ex art. 17 Convenzione ONU del 1988) del naviglio sospettato di trasportare sostanze stupefacenti in acque internazionali.

Nel corso del dibattito, il Dr. Dirk Grip ha evidenziato che, nell’ambito dell’azione di contrasto al narcotraffico, il monitoraggio svolto all’interno dell’area portuale di Rotterdam consente di controllare annualmente solo l’1% dei container che transitano, tenuto conto dell’enorme quantità dei carichi di merce che giungono nei Paesi Bassi e delle vaste dimensioni del porto. Nel prosieguo, il Capo della Polizia portuale ha spiegato come le attività investigative hanno permesso di rilevare un particolare sistema utilizzato dai narcotrafficanti che sta prendendo piede. In particolare, le organizzazioni si avvalgono di complici nascosti in container che, come dei moderni “cavalli di Troia”, giungono nel porto confusi tra quelli carichi di merce e che sono attrezzati per consentire la permanenza degli “infiltrati” per giorni all’interno dell’area doganale. Non appena attivati e ricevute le precise indicazioni del container nel quale è occultata la partita di droga, i sodali procedono, nottetempo, al recupero degli stupefacenti per poi allontanarsi indisturbati dal porto, talvolta con la complicità di trasportatori o di funzionari collusi. Per contrastare il fenomeno le autorità olandesi cercano di favorire ed aumentare i rapporti di collaborazione internazionale con gli altri Paesi, con le compagnie private che operano all’interno del porto ed attuare valutazioni di rischio per intercettare i carichi da sottoporre a controllo.

Nelle giornate del 7 e l’8, la delegazione, accompagnata dal Direttore del I Servizio, Dir. Sup. P. di S. Dott. Emilio Russo, e del Capo Divisione, Col. G. di F. Alessandro Cavalli, è partita con un aeromobile della Guardia di Finanza di Pratica di Mare per recarsi in Calabria e visitare il Porto di Gioia Tauro. Le attività sono state svolte con l’assistenza del Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, Gen. B. Maurizio Cintura e del Comandante del Gruppo G. di F. di Gioia Tauro, Ten. Col. Danilo Persano, che – dopo aver incontrato il Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria dott. Giovanni Bombardieri – hanno accompagnato la delegazione all’interno degli spazi portuali illustrando, con dimostrazioni pratiche, i controlli che vengono svolti sui container, in collaborazione con l’autorità doganale, finalizzati al reperimento di sostanze stupefacenti ivi occultate. Tali ispezioni vengono effettuate sia nei contesti investigativi che all’esito di un costante monitoraggio preventivosvolto negli spazi doganali sulle merci movimentate, sulla base di una complessa analisi di rischio e secondo le procedure di “controllo e riscontro”, operate su mezzi e persone operanti nel porto.

Al termine della visita istituzionale, i membri della delegazione hanno espresso il loro apprezzamento per il proficuo confronto che ha consentito di acquisire elementi conoscitivi sui sistemi di prevenzione e contrasto attuati in Italia, manifestando la volontà di consolidare forme di collaborazione e condivisione delle informazioni tra i rispettivi Paesi, nella consapevolezza che solo uno sforzo congiunto può strategicamente riuscire a fronteggiare in maniera più efficace e determinante la minaccia del narcotraffico.

PROGRAMMA ORGANIZZATO DAL GEORGE C. MARSHALL CENTER FOR SECURITY STUDIES

Il 23 e 24 febbraio, in Garmisch (Germania),  nell’ambito del programma denominatoCountering Transnational Organized Crime ” (CTOC),  il George C. Marshall European Center for Security Studies ha ospitato quali speaker: il Direttore della DIA, Dirigente Generale di P.S. dr. Maurizio Vallone, il Procuratore Aggiunto della Procura della Repubblica di Roma, Dott. Giovanni Conzo, il Sostituto Procuratore della Repubblica presso la DNA, Dott.ssa Liana Esposito ed il Direttore del III Servizio della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, Gen. Brig. CC Giancarlo Scafuri.

Il George C. Marshall European Center for Security Studies – che il 5 giugno 2023 celebra il 30° anniversario della fondazione – è uno dei sei centri regionali del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ma l’unico con sede in Europa ed in partnership con un’altra nazione (Germania) e con una nutrita rappresentanza multinazionale di Italia, Svizzera, Austria, Polonia, Slovenia. Il Centro, il cui cuore pulsante è il CISS, il College of International Security Studies, individua e approfondisce tematiche connesse alla sicurezza regionale e transnazionale quali, solo per citarne alcune, la sicurezza cibernetica, il terrorismo, il crimine organizzato transnazionale, i conflitti regionali, i rapporti di forza tra superpotenze (cd. Great Power Competition), il climate change (per gli impatti che il fenomeno ha in termini di sicurezza e stabilità regionale), le relazioni tra NATO-Unione Europea, l’Artico e molti altri.

Particolare attenzione è dedicata alla selezione degli speaker (con un funzionale mix di accademici e practioners) ed ai partecipanti (parlamentari, funzionari governativi, diplomatici, funzionari/ufficiali di polizia, elementi della società civile etc). Scopo dei programmi è la condivisione di conoscenze ed esperienze (principi, norme, organizzazione, strumenti di contrasto e/o prevenzione) tra i partecipanti, utili anche a sviluppare e implementare nei propri paesi di origine specifiche attività di strategy e policy. Ulteriore aspetto di rilievo connesso alle attività del Centro risulta essere la folta comunità di “alunni” composta da tutti coloro (circa 16000 in tutto il mondo) che, a vario titolo, hanno partecipato ai diversi programmi del Centro, continuando a mantenere durature e proficue relazioni personali. Tra questi, alcuni occupano posizioni di vertice nei propri paesi di origine.

In questo contesto, si è sviluppato anche l’annuale programma CTOC – della durata di 24 giorni (14 febbraio- 9 marzo) con 81 partecipanti di 41 nazioni provenienti dai 5 continenti – volto a creare un consolidato network tra strutture investigative/giudiziarie dei Paesi partecipanti che possa essere ulteriore valido supporto nello svolgimento di attività di cooperazione internazionale per contrastare i traffici illeciti e le organizzazioni criminali transnazionali. In tale sede sono stati anche esaminati i principali metodi di contrasto ai fenomeni della corruzione e del riciclaggio.

Il Direttore del programma, Dr. Joseph Vann –  professore di studi sulla sicurezza transnazionale, in possesso di una consolidata esperienza avendo operato per 25 anni, come agente speciale nel Naval Criminal Investigative Service dell’US NAVY, rivestendo numerosi incarichi dirigenziali quale consulente strategico, consigliere per il controspionaggio e per la lotta al terrorismo ed alla criminalità organizzata – coadiuvato dal rappresentante italiano della Difesa –  Col. CC Claudio Cappello, Military Professor e Direttore del programma Senior Executive Seminar – sulla scorta anche del successo ottenuto nei precedenti programmi, ha ritenuto essenziale dedicare un particolare approfondimento agli strumenti previsti dall’ordinamento italiano per il contrasto della criminalità organizzata nazionale e transnazionale, con particolare riferimento agli articoli 416 bis del codice penale (associazione a delinquere di tipo mafioso), all’art. 41 bis della legge sull’ordinamento penitenziario (cd. carcere duro), alle misure di prevenzione personali e patrimoniali ed alla cooperazione internazionale di Polizia.

Tale ultimo aspetto è stato oggetto di approfondimento da parte del Gen. B. CC Giancarlo Scafuri -Direttore del III Servizio della DCSA che, dopo aver evidenziato la complessità del sistema italiano, caratterizzato dalla presenza di una pluralità di Forze di polizia, ha illustrato la struttura organizzativa della Direzione Centrale – una delle più longeve e riuscite esperienze interforze a livello nazionale – e le sue funzioni, con un particolare focus al delicato ruolo svolto nel coordinamento investigativo e nel supporto alle indagini antidroga di tutte le forze di polizia nazionali nonché quale “organo pilota” per la specifica cooperazione internazionale di polizia nel settore. Il Gen. Scafuri ha tratteggiato le attività di scambio informativo, sia a livello strategico che operativo, costantemente svolte dalla Direzione e l’importanza della rete degli Esperti per la sicurezza – distaccati all’estero nei paesi aventi un ruolo di rilievo nella produzione e nel traffico di stupefacenti – che promuovono prioritariamente la cooperazione di polizia contro il narcotraffico e svolgono attività di studio, osservazione e raccordo con i competenti organismi esteri. Non meno rilevanti ed apprezzati sono stati gli approfondimenti relativi alle ulteriori peculiari attività della struttura quali il coordinamento operativo delle cosiddette “operazioni speciali” (operazioni sotto copertura e consegne controllate), il ruolo della Direzione quale referente nazionale per le richieste di abbordaggio  del naviglio sospettato di trasportare sostanze stupefacenti in acque internazionali (ex art. 17 Convenzione ONU del 1988) e la recente istituzione della sezione operativa denominata “Drug@online”, che ha il compito di monitorare il web al fine di fornire un efficace coordinamento delle attività di contrasto al E-Commerce di stupefacenti svolto dalle organizzazioni criminali.

I conferenzieri, al termine dei loro interventi, si sono intrattenuti ulteriormente all’interno delle seminar room, nelle quali i partecipanti, divisi in gruppi di 6/8 unità, hanno avuto la possibilità di confrontarsi ed approfondire ulteriormente alcuni aspetti delle tematiche trattate.

Il CTOC ha rappresentato un importante momento di condivisione e di proficuo confronto ed una occasione di ulteriore consolidamento della collaborazione tra i diversi Paesi, nella consapevolezza che soltanto uno sforzo costante e congiunto potrà contrastare efficacemente le realtà criminali connesse al narcotraffico.

COORDINAMENTO E SUPPORTO DELLA DCSA – COLLABORAZIONE CON SCICO, SCIP, PROGETTO III IPA, EUROPOL ED EUROJUST

Il 26 gennaio – Joint Action Day – la Guardia di Finanza di Brescia ed il Servizio Centrale di Investigazione sulla Criminalità Organizzata (SCICO) – con il supporto di altri Reparti del Corpo e di unità cinofile specializzate alla ricerca di droga – a conclusione dell’operazione Highway, hanno arrestato 22 soggetti e, contestualmente, la polizia albanese ha eseguito 21 analoghi provvedimenti restrittivi. Sono state inoltre effettuate perquisizioni e sequestri di beni e disponibilità finanziarie sino a concorrenza dell’importo di oltre 4 milioni di euro. L’indagine, condotta in Italia dalla Guardia di Finanza sotto la direzione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bergamo e con il coordinamento operativo della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, si è sviluppata  in cooperazione con la polizia albanese, diretta dalla Procura Speciale Anticorruzione e Criminalità Organizzata di Tirana  (SPAK) ed in  stretta collaborazione con Europol ed Eurojust nonché con l’efficace supporto dello SCIP della DCPC e del Progetto UE IPA III. 

Le indagini, avviate nel 2017, a seguito del rinvenimento di due panetti di cocaina all’interno di uno zaino abbandonato lungo l’autostrada A4 Milano-Venezia, hanno consentito di individuare gruppi criminali – in gran parte composti da soggetti di etnia albanese – coinvolti in un vasto traffico transnazionale di sostanze stupefacenti sulla rotta Paesi Bassi, Belgio, Svizzera e Slovenia e di  effettuare importanti  riscontri. L’attività ha permesso di eseguire, in totale, 119 provvedimenti cautelari personali per narcotraffico internazionale, tra arresti in flagranza, ritardati arresti e ordinanze di custodia cautelari, sequestri di importanti quantitativi di sostanze stupefacenti, in particolare, 120 kg di cocaina, 15 kg di eroina e 192 kg di marijuana, di due laboratori situati a Cremona e Milano e di due serre per la coltivazione di cannabis a Mantova e Modena, 92 kg di hashish, oltre a beni e disponibilità finanziarie per oltre 5 milioni di euro proventi delle attività illecite.

E’ stato possibile in tal modo ricostruire la rete gestita dagli indagati, con ramificazioni in diversi Paesi europei, i cui vertici risiedevano in territorio albanese. Le investigazioni si sono sviluppate nell’ambito di una Squadra Investigativa Comune (SIC), sottoscritta dalle Autorità Giudiziarie dell’Italia e dell’Albania, con la partecipazione degli investigatori  italiani, svizzeri ed albanesi, oltre alla DCSA  quale membro esterno. La Direzione Centrale, in particolare, ha fornito un costante coordinamento e un prezioso supporto alle indagini, sia  favorendo l’avvio dei canali di cooperazione internazionale e partecipando alle riunioni operative con i Paesi coinvolti nel contesto investigato, sia dal punto di vista tecnico-logistico, mettendo a disposizione risorse e strumentazioni.

In occasione del Joint Action Day  è stata allestita presso Eurojust (l’Aja) una sala operativa comuneper la fase finale dell’operazione congiunta, necessaria a coordinare e monitorare le attività nei Paesi coinvolti.

I risultati dell’indagine – leggi qui il comunicato stampa – sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa, tenuta lo stesso 26 gennaio a Bergamo, presieduta dal Procuratore della Repubblica, Dott. Antonio Angelo Chiappani, con la partecipazione del Procuratore Capo di Tirana (SPAK), Dott. Altin Dumani (in videocollegamento) unitamente alla polizia albanese operante, del rappresentante italiano presso Eurojust, Dott. Filippo Spiezia (in videocollegamento), del Procuratore Aggiunto titolare delle indagini, Dott.ssa Maria Cristina Rota, del Comandante Provinciale G. di F. di Brescia, Col. t.ST  M. Tolla e del dipendente Nucleo PEF, Ten. Col. t. SPEF S. Tramis, di rappresentanti della DCSA, dello SCICO, del Direttore dello SCIP (DCPC), di un analista di Europol e del Project Leader del Progetto UE “IPA III” CSOCWB

Il brillante risultato conseguito testimonia, ancora una volta, quanto sia necessaria la sinergica cooperazione a livello nazionale ed internazionale tra gli attori impegnati nel contrasto al narcotraffico, settore in cui la DCSA si impegna da sempre, con la costante attività di coordinamento investigativo  – in Italia  ed all’estero –  e di  supporto operativo, tecnico ed economico  alle indagini antidroga.

Si riportano alcuni video dell’operazione relativi all’occultamento dello stupefacente attraverso un meccanismo a calamita, all’interno di un doppiofondo di una vasca, all’interno del semiasse di una Passat, nel tettuccio di una Saab e in uno spazio dietro la targa di una Volvo.

 

Il 12 e 13 gennaio, il Direttore della DCSAGen. C.A. G. di F. Antonino Maggiore, accompagnato dai Direttori dei tre Servizi e dai rispettivi Capi Divisione, ha ricevuto in visita istituzionale una delegazione del Centro di Coordinamento dell’Informazione regionale dell’Asia centrale per la lotta al traffico illecito di stupefacenti, sostanze psicotrope e loro precursori (CARICC), guidata dal Direttore del Centro, Yazlyev Atageldy Ovezovich e dal Direttore del Dipartimento Informazioni ed Analisi, Azizbek Asilbekovich Erkaboev. A seguito della delegazione hanno partecipato anche l’Esperto per la sicurezza presso l’ambasciata d’Italia a Tashkent (Uzbekistan), Cap. CC Bartolomeo Luca Magliarisipunto di collegamento tra il CARICC e la DCSA – e l’Esperto a Teheran (Iran) – coordinatore regionale – Primo Dir. P. di S. Salvatore La Barbera.

Il CARICC, con sede ad Almaty (Kazakistan), è stato creato nel 2007 secondo il modello Europol con il supporto dell’Ufficio regionale dell’UNODC in Asia centrale, con lo scopo di facilitare lo scambio e l’analisi delle informazioni operative per meglio reprimere il traffico illecito di droghe nell’area del Centro-Asia tra gli Stati aderenti: Azerbaigian, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan e Turkmenistan, Federazione Russa e Uzbekistan. L’Italia è tra i Paesi con lo status di osservatore presso CARICC unitamente ad altri Stati.

All’inizio dell’incontro, il Gen. Maggiore, nel dare il suo benvenuto agli ospiti, ha illustrato la struttura organizzativa della DCSA e le sue funzioni. In tale contesto è stata anche evidenziata la complessità del sistema italiano, caratterizzato dalla presenza di una pluralità di forze di polizia, per le quali la Direzione Centrale svolge una fondamentale azione di coordinamento nel settore del contrasto al narcotraffico, una delle più longeve e riuscite esperienze interforze in seno alle forze di polizia nazionali. Un particolare focus è stato dedicato ad un aspetto che connota la DCSA, costituito dal coordinamento operativo, a livello nazionale ed internazionali, delle indagini delle forze di polizia in materia di antidroga. In tale contesto ha sottolineato l’importanza delle cosiddette “operazioni speciali” (operazioni sotto copertura e consegne controllate), soprattutto nell’ambito della cooperazione con altri Paesi. Nel prosieguo, è stata descritta la funzione svolta dalla rete di esperti per la sicurezza, distaccati all’estero nei crocevia internazionali della produzione, transito e del traffico illecito della droga, che promuovono prioritariamente la cooperazione di polizia contro il narcotraffico e svolgono attività di studio, osservazione e raccordo con i competenti organismi esteri. In particolare, è stata sottolineata l’importanza strategica delle nuove sedi aperte in Kenya e Sudafrica, collocate lungo la direttrice della c.d. “rotta del Sud” (rotta dell’eroina afgana, d’interesse del CARICC che transita lungo la costa orientale africana e che raggiunge, in varie modalità, l’Europa e quindi anche l’Italia). L’attività degli Esperti si conferma un  elemento strutturale della cooperazione internazionale, in cui si esprime la centralità della Direzione nel dispositivo di contrasto antidroga.

Hanno poi preso la parola i delegati del CARICC che hanno affrontato tematiche, oggetto di successivo dibattito e confronto, quali, la struttura organizzativa e le funzioni del Centro, i meccanismi di cooperazione tra le autorità competenti degli Stati membri nella lotta alla criminalità transfrontaliera associata al traffico illecito di droga, le attività di assistenza nell’organizzazione ed esecuzione di operazioni ed indagini internazionali congiunte, comprese le consegne controllate, le metodologie di raccolta, conservazione, protezione, analisi e scambio di informazioni operative per reprimere il traffico illecito di droghe nell’area del Centro-Asia. Inoltre, il CARICC fornisce supporto alle agenzie degli Stati membri, attraverso conferenze, corsi di formazione e seminari per migliorare le tecniche di lotta al narcotraffico e rafforzare la cooperazione internazionale in questo settore. In merito, è stata richiesta la possibilità di organizzare corsi specialistici, compresa la formazione sulle consegne controllate internazionali di stupefacenti, che ha trovato la massima adesione da parte del Gen. Maggiore, auspicando anche un rafforzamento della cooperazione tra CARICC e DCSA, sia per incrementare lo scambio informativo che le operazioni speciali svolte congiuntamente.     

Nel corso del secondo giorno si sono tenuti interventi, con taglio tecnico-operativo, a cura di esperti dei tre Servizi della DCSA. In particolare, sono state esaminate le tecniche di analisi strategica ed operativa delle informazioni, attraverso cui vengono elaborati studi e ricerche sulla situazione nazionale e regionale, sui consumi locali, sulle rotte interne e sulle etnie maggiormente coinvolte nei traffici. A livello internazionale, tale analisi investe aree di produzione e provenienza, mercati di destinazione, modalità di occultamento, frontiere di accesso degli stupefacenti e rotte utilizzate dai trafficanti. Altro argomento trattato sono state le esperienze acquisite nel settore del narcotraffico svolto nel web, ovvero dei complessi canali del mercato digitale attraverso l’utilizzo degli innumerevoli strumenti messi a disposizione dalla rete. Al riguardo, particolare risalto è stato dato all’istituzione all’interno della Direzione di una Sezione operativa, denominata “Drug@online”, che ha il compito di monitorare la rete, al fine di fornire il coordinamento delle attività repressive del commercio illecito di droga che si svolge con queste nuove modalità. Un altro argomento ha riguardato la programmazione e lo sviluppo di attività addestrative degli operatori delle forze di polizia nazionali ed estere, compresa la formazione sulle consegne controllate internazionali di stupefacenti e sulla figura dell’undercover. La tematica delle operazioni speciali è stata poi oggetto di uno specifico focus, nel corso del quale sono state illustrate le previsioni normative italiane ed europee in materia, nonché descritte le best practice operative in tale comparto, sottolineando l’importanza di tale strumento, soprattutto nell’ambito della cooperazione internazionale, per un più efficace contrasto al narcotraffico.

Al termine delle due giornate di lavori i partecipanti hanno espresso la propria soddisfazione per il proficuo confronto che rappresenta un importante passo per consolidare forme di collaborazione e condivisione delle informazioni, nella consapevolezza che solo uno sforzo congiunto può strategicamente riuscire a contrastare i pericoli derivanti dalle organizzazioni criminali dedite al traffico internazionale di droga.


La campagna navale marittima e fluviale ORION, arrivata alla sua decima edizione, è una tra le più vaste operazioni multilaterali contro il traffico illecito di droga, organizzata e sviluppata dalla Colombia attraverso la Marina Nazionale, in un lavoro congiunto e coordinato con altri Paesi. 

La sua importanza risiede nell’alleanza strategica che è stata consolidata con 41 Paesi di tutto l’emisfero, compresa l’Italia – che vi partecipa attraverso la DCSA – nell’ambito degli impegni di  cooperazione internazionale di polizia per contrastare la minaccia della criminalità organizzata e del narcotraffico transnazionale.

Questa “azione” contro il traffico di droga è stata realizzata grazie ad una sinergica cooperazione internazionale tra agenzie, forze armate e forze dell’ordine di vari Paesi. Si tratta di una iniziativa della Colombia che  merita uno speciale riconoscimento, poiché nella Regione operano le  maggiori organizzazioni di narcotrafficanti, capaci di organizzare vasti traffici illeciti transnazionali, movimentando enormi quantità di droga attraverso le loro alleanze con mafie ed organizzazioni criminali operative in tutto il mondo.

La DCSA ha partecipato a ORION X e alle scorse edizioni – per il tramite del proprio Esperto per la Sicurezza a Bogotà – fornendo sostegno alla campagna ed inviando informazioni e dati operativi utili per la lotta al narcotraffico.

In occasione del termine  della Campagna ORION X , il Direttore  Centrale della DCSA, Gen. C.A. G. di F. Antonino Maggiore, ha inviato un videomessaggio alle autorità colombiane, nel quale ha formulato i ringraziamenti ed espresso il sentimento di stima, a nome di tutte le forze di polizia italiane, alla Marina Nazionale Colombiana per l’enorme impegno svolto in sinergia con tutti i Paesi ed organizzazioni coinvolte nella vasta operazione antidroga. Nel suo messaggio, il Direttore ha manifestato l’importanza di questo strumento di cooperazione internazionale per contrastare il fenomeno ed ha “sottolineato (…)  la professionalità della Armada Nacional della Colombia, prezioso e strategico alleato nella lotta contro il narcotraffico”.

A conclusione della campagna ORION X  è stato divulgato   – il 22 dicembre 2022 –  un comunicato stampa che descrive  gli eccellenti risultati ottenuti.

https://youtu.be/kz4x6br7-PUAl comunicato stampa sono allegate delle immagini, che illustrano i risultati della campagna Orion X, un video  con le dichiarazioni dell’ Ammiraglio Francisco Cubides Granados, Comandante della Marina militare della Colombia e un video che mostra gli importanti esiti dell’operazione e contiene un estratto dei messaggi dei rappresentanti dei Paesi partecipanti, tra cui quello del Direttore Centrale della DCSA (2′: 27”).

Il 14 dicembre, si è tenuto presso la Direzione Centrale per i Servizi Antidroga il workshop Narcotraffico nel web e dark web: nuove frontiere di contrasto di un fenomeno in evoluzione, a conclusione del Corso Digital Investigation and Intelligence organizzato nell’ambito del progetto ICARUS in collaborazione con il Dipartimento per le Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Alla giornata formativa hanno preso parte 60 corsisti, tra appartenenti alle forze di polizia del territorio e rappresentanti della DCSA.

All’inizio del consesso il Direttore Centrale, Gen. C.A. G. di F. Antonino Maggiore, ha fatto il suo saluto di benvenuto ai partecipanti, manifestando la propria soddisfazione per la realizzazione di una giornata studio dedicata ad un argomento di assoluta attualità, che coinvolge la tematica del narcotraffico da un nuovo punto di vista, ovvero dai nuovi e complessi canali del mercato digitale attraverso l’utilizzo degli innumerevoli strumenti offerti dal web. Il traffico di stupefacenti, infatti, è riuscito a ritagliarsi uno spazio virtuale importante, generando un enorme volume d’affari che ha consentito ad abili criminali, esperti d’informatica, di arricchirsi, facendo leva sulle potenzialità che il web offre in termini di “anonimato” nella navigazione e nelle procedure di pagamento – bitcoins – per gli illeciti acquisti effettuati.

Nel corso degli interventi sono state approfondite, anche con esercitazioni pratiche, tematiche particolari, quali: le investigazioni dalla dimensione fisica a quella virtuale, il black market e la vendita di droga on line, il dark web, le azioni di contrasto e tecniche di infiltrazione con un focus su alcuni casi operativi conclusi, la ricostruzione di regolamenti finanziari effettuati attraverso la rete per i pagamenti di illeciti traffici di sostanze stupefacenti, il Digital e Cloud Forensic, lo strumento del captatore informatico, le investigazioni digitali su big data, bot, cryptovalute e blockchain e i reati connessi.

Uno spazio importante è stato dedicato anche alla nuova frontiera del Metaverso e alle future indagini in tale spazio, una realtà virtuale aumentata, ancora in fase di sviluppo, in cui le persone connesse potranno interagire tra loro così come avviene nel mondo fisico. Il Metaverso, oltre alla sua straordinaria evoluzione, consentirà anche l’accesso a nuovi canali di distribuzione di stupefacenti, da parte di coloro che possono allestire spazi privati – c.d. workrooms – per realizzare attività illecite e comunicare con altri criminali.

Un altro argomento che ha suscitato particolare interesse ha riguardato la relazione tra le indagini digitali e l’acquisizione della prova nel processo penale. Negli ultimi anni, infatti, agli strumenti probatori tradizionali si sono aggiunti quelli digitali, ad esempio acquisiti tramite il captatore informatico, che hanno posto problemi giuridici sulla loro utilizzabilità che il legislatore, la dottrina e la giurisprudenza devono continuare ad affrontare. La particolare natura immateriale dei dati digitali/online (web e social) comporta che essi possano essere modificati, alterati, danneggiati e distrutti. Il momento più delicato nell’attività di acquisizione della prova è che essa avvenga in maniera tecnicamente idonea e che la stessa non abbia subito contaminazioni, sia dopo che i dati sono stati raccolti e sia nella successiva fase di analisi, per rendere attendibili e riproducibili i risultati dell’esame. In tale ambito sono state, pertanto, esaminati sotto quali vesti i dati digitali confluiscono nel processo, sono state analizzate le forme e i casi di acquisizione dei medesimi e ed infine illustrate le potenzialità della prova digitale che, comunque, viene affiancata a quella raccolta attraverso i tradizionali mezzi di indagine, integrata dall’esperienza data dal fattore umano, ovvero dall’investigatore.

Hanno fornito il loro prezioso contributo al Corso, esperti del settore appartenenti alle forze di polizia (del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza, del ROS dell’Arma dei Carabinieri e dello SCO della DAC della Polizia di Stato) e qualificati docenti dell’Università degli studi di Foggia, specializzati in materia.

VISITA RAPPRESENTANTI DELL’UNODC E DELLA GUINEA BISSAU, DEL GAMBIA E DEL SENEGAL.

Il 12 dicembre, il Direttore Centrale, Gen. C.A. G. di F. Antonino Maggiore – accompagnato dai Direttori del I e III Servizio, dai rispettivi Capi Divisione e dall’Esperto per la sicurezza di Dakar – ha ricevuto in visita, unitamente a rappresentanti della Direzione Centrale Polizia Criminale (DCPC) e dell’Ufficio per il Coordinamento e la Pianificazione delle Forze di Polizia, membri dell’UNODC e capi delegazione dei Paesi dell’Africa occidentale (Guinea Bissau, Gambia e Senegal), giunti con lo scopo di presentare l’operazione Open Roads  (Strade Aperte) III e porre le basi per rafforzare la cooperazione, il coordinamento e lo scambio di informazioni per contrastare il narcotraffico che coinvolge i rispettivi Paesi.

L’Africa occidentale costituisce, infatti, un’area particolarmente vulnerabile al traffico illecito di stupefacenti – in particolare di cocaina – che, per la sua natura transnazionale, ha determinato nel tempo la necessità di avviare forme di cooperazione che hanno trovato il sostegno dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (UNODC), con cui è stata avviata l’operazione “Strade aperte”, volta, per l’appunto, a rafforzare gli strumenti di collaborazione in materia di traffico illecito di narcotici.

All’inizio dell’incontro, il Gen. Maggiore, nel dare il suo benvenuto agli ospiti, ha illustrato la struttura organizzativa della DCSA e delle sue funzioni. In tale contesto, nell’evidenziare la complessità del sistema italiano, caratterizzato dalla presenza di una pluralità di forze di polizia, ha descritto la fondamentale azione di coordinamento esercitata, nel settore del narcotraffico, dalla Direzione Centrale, una delle più longeve e riuscite esperienze interforze in seno alle forze di polizia nazionali. Tra gli argomenti trattati, un particolare focus è stato destinato a quello della rete di esperti per la sicurezza, distaccati all’estero nei crocevia internazionali della produzione, transito e del traffico illecito della droga, che promuovono prioritariamente la cooperazione di polizia contro il narcotraffico e svolgono attività di studio, osservazione e raccordo con i competenti organismi esteri. La gestione dei flussi informativi e l’attività degli esperti sono gli elementi strutturali della cooperazione internazionale, in cui si esprime la centralità della Direzione nel dispositivo di contrasto antidroga. Nel prosieguo, è stato illustrato un altro fondamentale aspetto che connota la DCSA, costituito dal coordinamento operativo delle cosiddette “operazioni speciali” (operazioni sotto copertura e consegne controllate), nonché la posizione di referente nazionale per le richieste di abbordaggio (ex art. 17 Convenzione ONU del 1988) del naviglio sospettato di trasportare sostanze stupefacenti in acque internazionali.

Hanno poi preso la parola i rappresentanti dell’UNODOC (Cheikh Toure e Daouda Gadiaga) referenti per l’area, che hanno illustrato il programma “Strade aperte III” con un particolare focus sulle cd consegne controllate e un resoconto dei sequestri effettuati nell’ambito del citato progetto. I successivi interventi, da parte dei capi delegazione, Direttori e responsabili delle polizie antidroga dei Paesi africani partecipanti, hanno posto l’attenzione sull’esigenza di ottenere forme di supporto da parte dell’Italia, sia sul piano formativo per addestrare le forze di polizia sulle tecniche di indagine e conoscere gli aspetti normativi attraverso cui la polizia giudiziaria opera sul territorio nazionale, sia da un punto di vista materiale per implementare le dotazioni degli strumenti  tecnico-operativi, necessari per svolgere monitoraggio e controlli approfonditi sulle merci che giungono via  mare nei rispettivi Paesi, in particolare dall’America Latina, allo scopo di intercettare i carichi di droga occultati, soprattutto cocaina, per la gran parte solo in transito nel West Africa e destinata, invece, all’Europa.

Il Direttore centrale Maggiore, nel manifestare la disponibilità di fornire il supporto richiesto, ha evidenziato come sia necessario, prima di poter avviare forme efficaci di cooperazione, sviluppare dei programmi a medio-lungo periodo per condividere metodologie addestrative e  “costruire” best pratices comuni che sono fondamentali per poi formalizzare, attraverso i canali diplomatici, forme di collaborazioni operative bilaterali, i c.d. MOA (Memorandum operativi antidroga), base, queste ultime, per lo sviluppo di successive  operazioni congiunte contro la criminalità organizzata ed il narcotraffico transnazionale. In tale senso è stato dato risalto anche all’importanza di una formazione che tenga conto delle tecniche investigative connesse all’aggressione dei patrimoni illecitamente accumulati, quale strumento per contrastare in maniera più efficace le ricchezze delle organizzazioni criminali. Concludendo, il Direttore della DCSA ha espresso la più ampia disponibilità per porre le basi di una futura collaborazione tra i rispettivi Paesi, impegnandosi a raccogliere, anche tramite il prezioso apporto dell’Esperto per la sicurezza a Dakar, le richieste e proposte avanzate dai rappresentanti delle delegazioni  dei Paesi dell’Africa occidentale

Al termine della giornata i partecipanti hanno manifestato la propria soddisfazione per il proficuo confronto che rappresenta un primo passo per la realizzazione di forme di collaborazione e condivisione delle informazioni tra i rispettivi Paesi, nella consapevolezza che solo uno sforzo congiunto può strategicamente riuscire a contrastare i pericoli derivanti dalle organizzazioni criminali dedite al traffico internazionale di droga.

 

MEETING DI ALTO LIVELLO, ORGANIZZATO DALLA DCSA IN COOPERAZIONE CON INTERPOL, AMBITO PROGETTO ICARUS (DCSA-DPA).

Nell’ambito dell’iniziativa denominata “Icarus, che la DCSA ha in corso con il Dipartimento per le Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio (DPA), è stata sviluppata la progettualità The Southern Route –  la Rotta del Sud –  in collaborazione con il Segretariato Generale di Interpol Lione. Il progetto, incentrato sulla c.d. “rotta africana dell’eroina”, ha preso impulso dalla 2^ Conferenza Globale sul traffico di droga, promossa, nel settembre 2019 a Città del Capo in Sudafrica, dal Segretariato Generale di Interpol Lione, alla quale hanno preso parte 194 delegati di 97 Stati. In quel consesso si è tenuto un incontro dedicato al traffico di eroina lungo la cd “Rotta del Sud”, che vede l’Italia tra i punti europei di arrivo di carichi di oppiacei che transitano attraverso Kenya, Madagascar, Mauritius, Mozambico, Sud Africa, Tanzania ed Uganda.

Sulla base di tali premesse, la DCSA ha posto le basi – previe intese con la DCPC – per una progettualità che coinvolge i citati Paesi africani ed il Segretariato Generale di Interpol Lione e che ha visto l’avvio con il primo Convegno high level meeting – organizzato a Roma, presso la Scuola di Perfezionamento per le Forze di Polizia (SPIF), nelle giornate del 26 e 27 ottobre 2022.

Al Convegno hanno partecipato, oltre al Direttore Centrale per i Servizi Antidroga – che ha aperto e chiuso i lavori – i Direttori del I e III Servizio e Dirigenti ed Ufficiali della DCSA, i rappresentanti di  INTERPOL, il Direttore ed ufficiali del Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia (SCIP) della DCPC, i rappresentanti delle forze di polizia italiane, le autorità antidroga di Kenya, Madagascar, Mauritius, Mozambico, Sud Africa, Tanzania ed Uganda e il Capo dell’Ufficio della DEA americana a Roma; all’inaugurazione dell’evento hanno preso parte, anche, il Direttore dello SPIF, che ha ospitato il meeting, un rappresentante del Dipartimento per le Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Direttore del Servizio Relazioni Internazionali dell’Ufficio per il Coordinamento e la Pianificazione delle Forze di polizia ed il  Vice Direttore Generale della P. di S.  – Direttore Centrale della Polizia Criminale – Prefetto Vittorio Rizzi.

L’evento si è aperto con il saluto di benvenuto del Direttore dello SPIF, Gen. D. CC Giuseppe La Gala che ha manifestato grande soddisfazione per il fatto di ospitare questo importante incontro internazionale di specialisti nel settore antidroga ed ha augurato buon lavoro ai partecipanti.

A seguire, è intervenuto il Direttore Centrale per i Servizi Antidroga, Gen. C.A. G. di F. Antonino Maggiore evidenziando che l’iniziativa ha la finalità di costituire un gruppo di lavoro, formato dai delegati dei Paesi che hanno aderito al progetto, per analizzare ed affrontare la minaccia che coinvolge il nostro territorio e i paesi africani, nella consapevolezza che solo uno sforzo congiunto, attraverso una costante collaborazione – sia su scala bilaterale che multilaterale – ed il coinvolgimento di organismi di polizia internazionale come l’Interpol, può strategicamente riuscire a contrastare i pericoli derivanti dalla criminalità organizzata in generale e dal traffico di droga in particolare.

Nel concludere il suo intervento, il Direttore Centrale Maggiore ha citato un passo del discorso del giudice Giovanni Falcone, tenuto nel 1984 presso il Consiglio Regionale del Piemonte, nel corso del quale, parlando proprio della cooperazione internazionale contro i traffici di droga, aveva evidenziato che “(…) le organizzazioni criminali non hanno problemi di confini e che operano con disinvoltura in tutto il mondo, per cui ogni ritardo nella cooperazione internazionale per la repressione del fenomeno si rivolge in ulteriori vantaggi per tali organizzazioni, che di giorno in giorno diventano sempre più efficienti e pericolose (…) non ha nessuna importanza che la droga venga sequestrata in un Paese anziché in un altro e ad opera di un determinato organismo di polizia, anziché di un altro; l’unica cosa importante è che l’operazione di polizia venga compiuta nel modo più efficace e questo è l’unico risultato cui dovrebbero mirare gli sforzi congiunti delle polizie dei vari Paesi, accomunate da questa unica e superiore finalità di efficienza. (…) E, soprattutto, è indispensabile che tale collaborazione si attui al fine di rintracciare e confiscare i beni illecitamente acquisiti, così deprivando le organizzazioni criminali, fondate esclusivamente sul fine di lucro, del loro potere economico, sul quale è basata fondamentalmente la loro pericolosità sociale (…)”.

Successivamente, ha preso la parola Mr. Josè De Gracia Romero, Assistant Director Criminal Networks Directorate del Segretario Generale INTERPOL di Lione che ha sottolineato l’importanza del progetto, finalizzato ad accrescere la conoscenza reciproca tra gli “attori” della lotta al narcotraffico ed al crimine organizzato dei diversi Stati ed incentivare gli scambi informativi e “formativi” tra gli stessi, con l’obiettivo di potenziare la cooperazione internazionale nel settore.

A seguire, è intervenuta la dott.ssa Elisabetta Simeoni, Direttore Generale presso il Dipartimento per le Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che ha evidenziato come la DCSA e il DPA rappresentino le due facce della stessa medaglia sul fronte del contrasto alle droghe, operando in comunione di intenti con l’obiettivo da un lato di prevenire, facendo diminuire  la domanda ed attuando le procedure necessarie per prendere in carico le tossicodipendenze e, dall’altro, intervenendo con le attività repressive affinché si riduca l’offerta.

Successivamente, ha fatto il suo intervento il Direttore del Servizio Relazioni Internazionali dell’Ufficio per il Coordinamento e la Pianificazione delle Forze di polizia, Dirigente Superiore P. di S. Eufemia Esposito, la quale ha posto l’attenzione sull’efficiente attività di coordinamento esistente tra le forze di polizie italiane, evidenziando come questa logica debba essere un modello da replicare anche a livello internazionale.

Al termine è intervenuto, in videocollegamento, il Vice Direttore Generale della P. di S.  – Direttore Centrale della Polizia Criminale – Prefetto Vittorio Rizzi, che ha esteso il proprio saluto agli organizzatori e partecipanti all’evento, manifestando il proprio compiacimento per la realizzazione del progetto, che pone le basi per consolidare i rapporti di collaborazione tra gli Stati interessati.

Dopo l’apertura ufficiale dell’evento, i lavori della “due giorni” si sono sviluppati in 3 panel tematici, organizzati dalla DCSA con un taglio tecnico, dedicati al confronto sugli aspetti operativi dei sistemi di controllo e contrasto del traffico di eroina attraverso i porti e gli aeroporti (expertise/best practices) e sulle operazioni speciali: attività sottocopertura e consegne controllate.

A chiusura del convegno, il Direttore della DCSA Maggiore, nel salutare e ringraziare i partecipanti all’evento, ha manifestato la propria soddisfazione per il proficuo confronto che si è sviluppato durante le due giornate di lavoro, che apre nuove prospettive per una collaborazione antidroga sempre più stretta tra i Paesi coinvolti, necessaria per poter fronteggiare una minaccia “globale”, che travalica i confini e colpisce tutti.

 

Il 10 novembre 2022, il Direttore Centrale della D.C.S.A., Gen. C.A. G. di F. Antonino Maggiore – unitamente ai Direttori, Dirigenti e  collaboratori dei tre Servizi, all’Esperto per la Sicurezza ad Istanbul e all’Ufficiale di Collegamento al MAOC /N ha ricevuto in visita istituzionale il Direttore del Dipartimento Antidroga della Polizia Nazionale turca, Ibrahim H. Seydiogullari, accompagnato dal Vice Direttore, Soner Yildirim, dal Direttore della Divisione per il contrasto al riciclaggio dei proventi del traffico degli stupefacenti, Mehmet Faith Ucar e da due funzionari dell’Ambasciata turca a Roma.

Nel corso dell’incontro, il Gen. Maggiore ha illustrato la struttura organizzativa della DCSA e le sue funzioni. In tale contesto, nell’evidenziare la complessità del sistema italiano, caratterizzato dalla presenza di una pluralità di forze di polizia, ha descritto la fondamentale azione di coordinamento esercitata, nel settore del narcotraffico, dalla Direzione Centrale, una delle più longeve e riuscite esperienze interforze in seno alle forze di polizia nazionali. Tra gli argomenti trattati, un particolare focus è stato destinato a quello della rete di esperti per la sicurezza, distaccati all’estero nei crocevia internazionali della produzione, transito e del traffico illecito della droga, che promuovono prioritariamente la cooperazione di polizia contro il narcotraffico e svolgono attività di studio, osservazione e raccordo con i competenti organismi esteri. La gestione dei flussi informativi e l’attività degli esperti sono gli elementi strutturali della cooperazione internazionale, in cui si esprime la centralità della Direzione nel dispositivo di contrasto antidroga.

Nel prosieguo, è stato illustrato un altro fondamentale aspetto che connota la DCSA, costituito dal coordinamento operativo delle cosiddette “operazioni speciali” (operazioni sotto copertura e consegne controllate), nonché la posizione di referente nazionale per le richieste di abbordaggio del naviglio sospettato di trasportare sostanze stupefacenti in acque internazionali. Da ultimo, è stato anche dato risalto all’istituzione all’interno della Direzione di una Sezione operativa, denominata “Drug@online”, che ha il compito di monitorare la rete internet, al fine di fornire il coordinamento delle attività repressive del commercio illecito di droga avvalendosi delle potenzialità della rete.

Un altro argomento che ha suscitato interesse è stato quello relativo alla prevenzione, nel cui ambito la DCSA, unitamente a rappresentanti delle istituzioni, della società civile e testimonial, partecipa ad incontri presso le scuole con studenti, genitori ed insegnanti per creare dei momenti di riflessione e confronto in merito all’uso delle sostanze stupefacenti. L’obiettivo perseguito è quello di mettere in condizione i giovani di prendere coscienza dei rischi che derivano dalla droga, sia sul piano individuale, sociale, sanitario e legale e, di conseguenza, fornirgli gli strumenti necessari per valutare in maniera responsabile le proprie scelte verso la legalità e la salute. Tale attività informativa assume una notevole importanza anche da un punto di vista strategico, nella consapevolezza che la prevenzione e la repressione costituiscono le facce della stessa medaglia, in quanto l’una cerca di diminuire la domanda e il danno, l’altra di ridurre l’offerta della droga sul “mercato”. In proposito, il Direttore centrale ha citato la collaborazione con il DPA, nell’ambito del progetto ICARUS e, in particolare, la partecipazione alla campagna di informazione HUGS NOT DRUGS destinata prevalentemente ai giovani.

Al termine della visita i partecipanti hanno manifestato la propria soddisfazione per il proficuo confronto e la ferma volontà di consolidare sempre di più la collaborazione tra i rispettivi Paesi, per fronteggiare in maniera più efficace e determinante la minaccia del narcotraffico.

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