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Catanzaro – Esecuzione di 9 misure cautelari e sequestri per oltre 47 milioni di euro.

Nel corso della giornata del 18 luglio, i finanzieri del Servizio Centrale di Investigazione sulla Criminalità Organizzata (S.C.I.C.O.) e del Comando Provinciale di Catanzaro hanno dato esecuzione ad un’ordinanza, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Catanzaro, su richiesta della locale Procura della Repubblica, con cui è stata disposta la custodia cautelare in carcere nei confronti di 9 soggetti, accusati a vario titolo di avere promosso, diretto, finanziato, organizzato e realizzato un traffico internazionale di sostanze stupefacenti dal Sudamerica.

Contestualmente il G.I.P. ha disposto, altresì, il sequestro preventivo, anche per equivalente, del profitto dei reati contestati, determinato in oltre 47 milioni di euro, nonché di fabbricati e terreni il cui acquisto non risulta giustificato dai redditi dichiarati dai sodali, per un valore complessivo di circa 600.000 euro.

Le indagini, sviluppate dal Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata (G.I.C.O.) di Catanzaro e coordinate dalla locale DDA, hanno consentito di fare luce sull’operatività di un’organizzazione criminale dedita al narcotraffico, di matrice ‘ndranghetistica in quanto vicina alla cosca Gallace di Guardavalle, con referenti e basi logistiche in Lazio, Toscana, Sardegna e Lombardia e all’estero.

In particolare, sono stati acquisiti gravi indizi riguardo a plurime importazioni da parte dell’organizzazione di sostanza stupefacente del tipo cocaina dal territorio sudamericano, principalmente dal Perù, dalla Colombia e dal Brasile, Paesi dove dimoravano stabilmente alcuni sodali che curavano il reperimento dello stupefacente e le operazioni logistiche di occultamento dello stesso all’interno di container (tecnica del c.d. “rip-off”). Lo stupefacente veniva occultato all’interno di container successivamente caricati su navi cargo destinate a porti del Nord Europa (prevalentemente Rotterdam, Amburgo e Anversa) e nazionali (Gioia Tauro, Livorno, Civitavecchia, Genova e Trieste), dove entravano in azione altri componenti adibiti a esfiltrare la droga occultata all’interno dei container dall’area portuale.

Sono emersi gravi indizi circa le importazioni di cocaina tramite via aerea verso lo scalo di Francoforte e le spedizioni, tramite corriere, di cocaina liquida celata all’interno di succo di moringa ovvero occultata imbevendo di stupefacente le scatole di cartone contenenti frutta proveniente dalla Colombia.

L’organizzazione avrebbe commercializzato ingenti quantitativi di hashish destinati ai mercati di Roma, Grosseto e Milano, nonché appositi additivi chimici in grado di convertire la canapa legale in sostanza stupefacente e psicotropa, oltre ad avere allestito numerose piantagioni di marijuana in Toscana, Lazio e Calabria.

L’analisi delle chat criptate (con le quali i membri dell’organizzazione pianificavano accuratamente le attività costituendo “chat di gruppo” cui partecipavano tutti i soggetti coinvolti nella singola operazione illecita), consentiva l’identificazione di buona parte dei componenti del sodalizio, in cui rivestiva un ruolo centrale un broker calabrese ritenuto “uno dei referenti più grossi della Calabria”, di stanza in Germania. Le operazioni illecite sarebbero state tutte dirette e coordinate da un elemento di vertice della cosca GALLACE, esponente apicale della ‘ndrangheta. Sono state quindi ricostruite, per il periodo maggio 2020 – marzo 2021, importazioni di narcotico per oltre 1 tonnellata di cocaina e più di 200 kg di hashish e sono stati ricondotti all’organizzazione 17 sequestri (per oltre 400 kg di cocaina) effettuati in Italia e all’estero.

Infine, all’esito di ulteriori attività investigative, è stata delineata l’operatività attuale dell’organizzazione e, al termine di mesi di collaborazione con la D.E.A. e con l’Ufficio dell’Esperto per la Sicurezza della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga di stanza a Lima (Perù), in data 19 settembre 2022, è stato sottoposto a controllo un container (proveniente dal Perù) contenente caffè, giunto al porto di Trieste, al cui interno sono stati rinvenuti e sequestrati circa 100 kg di cocaina.

 

 

 

Latitante da quasi tre anni, era tra i 100 ricercati più pericolosi. Coordinava il traffico di droga tra Spagna e Italia per conto della camorra.

Dopo circa tre anni di latitanza è stato catturato Simone Bartiromo, broker del narcotraffico internazionale, ritenuto membro di un’organizzazione criminale camorristica dedita al traffico internazionale ed organizzato di droga su larga scala. I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli, con la collaborazione della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga e del Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia, hanno rintracciato ed eseguito a Orihuela – Alicante (Spagna), con il supporto in fase esecutiva di personale dell’Udyco – Policia National di Madrid, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti del latitante internazionale di camorra, inserito nell’elenco del Ministero dell’Interno – Latitanti Pericolosi (video dell’operazione).

Secondo quanto ricostruito, il prevenuto avrebbe svolto tra l’altro un ruolo di primo piano sia all’interno del clan camorristico “Sorianiello”, attivo in particolare nel Rione Traiano, legato al sodalizio di Secondigliano, nonchè all’interno del clan “Amato-Pagano” c.d. scissionisti. Il Bartiromo, in sostanza, avrebbe costituito il principale canale di approvvigionamento di sostanze stupefacenti, prevalentemente cocaina e hashish, gestendolo direttamente dalla Spagna, unitamente a membri di altre organizzazioni criminali dedite al traffico di droga.

Bartiromo è gravemente indiziato di essere un broker del narcotraffico inserito pienamente nel sistema camorristico partenopeo, con specifiche conoscenze delle strutture criminali albanesi e spagnole, e di avere incentrato le proprie attività nel traffico internazionale di sostanze stupefacenti e nell’approvvigionamento del narcotico destinato alle piazze di spaccio ricadenti nell’area di Napoli – Rione Traiano, nei quartieri cittadini di Scampia e di Secondigliano, nei comuni di Melito di Napoli e di Mugnano di Napoli nonchè in alcune province della Sicilia (Palermo e Catania) e della Puglia (Foggia e Brindisi) con analoghe attività di narcotraffico da e verso il territorio spagnolo.

Nella giornata dell’8 luglio, il Raggruppamento Operativo Speciale dell’Arma dei Carabinieri – col supporto in fase esecutiva dei Comandi Provinciali Carabinieri territorialmente competenti e dello Squadrone Eliportato “Cacciatori Calabria” – ha eseguito nelle aree di Roma, Reggio Calabria, Catanzaro, Cosenza, L’Aquila, Latina e Pistoia, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma, su richiesta della DDA capitolina, nei confronti di 28 indagati di nazionalità italiana e albanese (video dell’operazione).

L’attività investigativa del ROS, denominata “ANEMONE”, ha permesso di svelare l’operatività di un’associazione criminale di matrice ‘ndranghetista dedita al narcotraffico ed operante nella Capitale, facente capo ad un 57enne calabrese precedentemente condannato in via definitiva per associazione mafiosa e ritenuto elemento apicale della locale di ‘ndrangheta di Volpiano (Torino), promanazione di una delle ‘ndrine di Platì (Reggio Calabria). Trasferitosi a Roma agli inizi degli anni 2000, ha assunto il controllo dell’area del quartiere romano di San Basilio, promuovendo la nascita di un’associazione composta, tra gli altri, anche dai tre figli, con legami stabili con una struttura criminale albanese utilizzata per gli aspetti logistici (estrazione dei carichi dai porti spagnoli e olandesi nonchè per il successivo trasporto) e per lo smercio della droga in altre zone della Capitale. Acquistata in Sudamerica, la cocaina veniva fatta giungere tramite container in alcuni porti della Spagna, di Rotterdam in Olanda e di Gioia Tauro in Italia, per poi essere smerciata al dettaglio sul mercato romano.

Nel complesso sono stati contestati agli indagati 80 capi di imputazione per operazioni di traffico per oltre 1 tonnellata di cocaina e per 1497 kg di hashish, nonchè un episodio di tortura aggravata dal metodo mafioso, contestato a 4 indagati italiani che avrebbero privato della libertà personale uno spacciatore, causandogli sofferenze fisiche e un trauma psichico. Le torture inferte sono state riprese con un telefono cellulare, per diffonderne successivamente il video al fine di generare nella vittima e nei soggetti dediti alle attività di smercio di sostanze stupefacente in zona San Basilio, sentimenti di paura, omertà e assoggettamento al volere del gruppo criminale. Inoltre è emerso che gli indagati utilizzavano sofisticati sistemi criptofonici per le comunicazioni operative e per eludere le attività di controllo. I dispositivi venivano forniti da una vera e propria centrale di smistamento individuata a Roma e facente capo ad un 46enne albanese.  

L’attività di indaginegrazie alla estesa cooperazione internazionale avviataha consentito di localizzare in Spagna 5 latitanti per reati in materia di stupefacenti il cui arresto, su indicazione del ROS, è stato eseguito dalle autorità di polizia locali. Complessivamente, l’indagine, conclusa con l’emissione di 28 provvedimenti cautelari detentivi, 6 interrogatori preventivi, l’arresto in flagranza di reato di 11 soggetti, nonché, all’estero, di 5 latitanti ed il sequestro di ingenti quantitativi di stupefacente (per lo più cocaina ed hashish), ha dimostrato/confermato: l’infiltrazione del territorio romano di organizzazioni, dedite al narcotraffico, di matrice ‘ndranghetista; l’alleanza, ormai strutturale, nello specifico settore, tra la ‘ndrangheta e paritetiche organizzazioni criminali albanesi che, forti della loro ramificazione in molti paesi europei e non solo, garantiscono canali alternativi di approvvigionamento e, soprattutto, la possibilità di utilizzare porti stranieri, ove esercitano il loro controllo, per diversificare le narco-rotte; la centralità del Porto di Gioia Tauro per le importazioni di cocaina; l’esistenza di accordi/regole che consentono a organizzazioni di diversa matrice di spartirsi le più redditizie aree di smercio del narcotico nella Capitale; l’utilizzo sistemico di strumenti tecnologici evoluti e non direttamente intercettabili, per le comunicazioni operative.   Le indagini sono state condotte in cooperazione internazionale con diverse polizie estere e sono state supportate dalla Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, dal Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia, da Interpol – progetto I-CAN, dalla rete @net della DIA, nonchè dalle Agenzie Europol ed Eurojust. La fase esecutiva in Albania è stata assicurata dalla Forza Operazionale del Dipartimento della Polizia Criminale.     

 

Dall’11 al 13 giugno si è tenuto in Ainring (Germania) presso il BPFI (Istituto di formazione della Polizia Bavarese) il 53° incontro di “AGSO” che riunisce rappresentanti di Forze di Polizia, Dogane e Magistratura di svariati Paesi europei e non solo, per dibattere sulle strategie di contrasto al fenomeno del traffico di droghe e scambiare le migliori prassi e le nuove tecniche di contrasto.

L’incontro, che è giunto alla 53^ edizione, è stato organizzato dalla Polizia Criminale Bavarese con il supporto della DEA statunitense. Tra gli oltre settanta convenuti, anche esperti antidroga della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga e rappresentanti delle tre Forze di Polizia nazionali (Carabinieri, Polizia di Stato e Guardia di Finanza) maggiormente impegnate nel contrasto agli stupefacenti.

Nel corso dell’evento è stato possibile ascoltare interessanti presentazioni sugli argomenti più attuali del mondo droga, nonché scambiare nozioni e lezioni apprese da casi pratici. Molto apprezzati anche gli interventi del personale US DEA (United States Drug Enforcement Administration Amministrazione statunitense per il controllo degli stupefacenti) su droghe sintetiche, loro precursori e indagini contro il riciclaggio di denaro proveniente dai traffici di droga.

Dall’1 al 6 giugno si è svolta in Bangkok (Thailandia) una visita di esperti antidroga della DCSA e di chimici forensi della Polizia Scientifica e del RACIS Carabinieri, presso i laboratori chimici dell’antidroga thailandese. La visita ha avuto inizio con la celebrazione della Festa della Repubblica italiana (2 giugno), organizzata dall’Ambasciata d’Italia in Bangkok, presso il Queen Sirikit National Convention Center, per poi svolgersi presso i due laboratori antidroga principali della Capitale.

Nella giornata del 4 giugno presso il NATSI (Narcotics Analysis Technical Services Institute Istituto servizi tecnici di analisi degli stupefacenti) dell’ONCB (Office of the Narcotics Control Board-Ufficio dell’Organo di Controllo degli Stupefacenti) del Ministero della Giustizia è stato possibile scambiare conoscenze tecniche e migliori prassi con i chimici dei citati laboratori. Presso la loro sede è stato possibile anche visitare una mostra didattica permanente sulle droghe sequestrate, particolarmente incentrata sul solfato di metamfetamina misto a caffeina, localmente meglio conosciuto come “YA-BA”. Nel frangente, si è potuto anche assistere alle operazioni di sequestro di una partita di circa 11 milioni di pasticche di questo stupefacente.

La visita è proseguita nei locali del Comando e dei laboratori per concludersi con un momento conviviale. Il 5 giugno è stata la volta della sede del Reparto Forense della Royal Thai Police (Polizia Reale Thailandese) che dipende direttamente dal Primo Ministro della Thailandia. Altresì, presso questo Comando è stato possibile un proficuo scambio di conoscenze tra il personale di polizia. Nell’insieme l’iniziativa ha permesso di conoscere meglio le controparti asiatiche ed ha gettato le basi per una futura visita thailandese presso le strutture del Dipartimento della Pubblica Sicurezza italiano in Roma, in corso di programmazione per il prossimo autunno.

 

Esperti della DCSA hanno tenuto tre incontri di prevenzione, il 10 e 11 aprile presso l’Istituto Comprensivo Fidenae di Roma e il 6 maggio presso l’Associazione Centro ELIS di Roma (Educazione, Lavoro, Istruzione, Sport) con l’obiettivo di offrire agli alunni e ai loro insegnanti un’informazione corretta sulle sostanze stupefacenti, sia dal punto di vista delle diverse tipologie, degli effetti e della loro pericolosità nonchè sui possibili risvolti di natura legale conseguenti alla loro detenzione ed utilizzo. Agli incontri, che hanno riscosso il vivo interesse dei partecipanti, hanno preso parte 7 classi, con una platea complessiva di circa 140 studenti.

Gli interventi informativi sul tema “La droga: i suoi effetti pratici…..e che cosa ne pensiamo noi”, condotti da personale qualificato della DCSA, sono stati preceduti da dimostrazioni pratiche delle unità cinofile dell’Arma dei Carabinieri di Roma, attraverso la simulazione di attività di ricerca di narcotici occultati all’interno di bagagli o sulla persona. Le attività hanno visto la diretta partecipazione dei ragazzi che hanno potuto fare esperienza concreta dell’attività di ricerca svolta dai cani antidroga, finalizzata a riconoscere e trovare le diverse sostanze.

Nel corso degli incontri è stato possibile instaurare un costruttivo dibattito con gli alunni che, particolarmente interessati agli argomenti trattati, hanno posto domande per approfondire e chiarire ulteriormente le tematiche affrontate.

Tale attività divulgativa, che rientra nei generali compiti affidati di prevenzione della Direzione Centrale, si inserisce nell’ambito del più ampio progettoInFormare – promosso dalla DCSA in collaborazione con il Dipartimento delle politiche contro la droga e le altre dipendenze della Presidenza del Consiglio dei Ministri – finalizzato a fornire una “maggiore conoscenza”, ai giovani e alle famiglie, su temi connessi alla legalità e alla “sicurezza” del territorio in cui vivono.

Il 173° Anniversario della fondazione della Polizia di Stato – celebrato a Roma, in piazza del Popolo, dal 10 al 13 aprile 2025 con manifestazioni ed eventi di prossimità organizzati nel “villaggio della legalità”, allestito per la circostanza – è stato l’occasione per informare sulle vecchie e nuove droghe soprattutto i giovani, sia nello spazio espositivo dedicato alla DCSA sia nell’area conferenze, ove si sono svolti specifici incontri tematici, organizzati con il contributo di esperti del mondo accademico, nonché attraverso trasmissioni radiofoniche di Rai Radio 1 Wannabe e Rai Isoradio. Numerosa la partecipazione della cittadinanza agli incontri realizzati dalla DCSA , che hanno suscitato particolare interesse tra i ragazzi.

La DCSA in queste giornate, illustrando le varie sostanze stupefacenti e l’attività di polizia nel contrasto al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti, con l’ausilio dei relatori ha focalizzato l’attenzione specialmente sulla cannabis, sulle droghe sintetiche e sulle nuove sostanze psicoattive (NPS), droghe che in genere attraggono i giovani fin dall’adolescenza.

Sono stati descritti gli aspetti scientifici delle sostanze stupefacenti: effetti sull’organismo e danni per la salute, in particolare a carico del sistema nervoso centrale, con psicosi, comportamenti aggressivi e violenti, che, fra l’altro, hanno rilevanti ricadute sulla sicurezza collettiva (si pensi all’incidentalità stradale), ma anche a carico del sistema cardio-respiratorio, con pericolo di arresto cardiaco; inesistenza della distinzione tra droghe leggere e pesanti; indici di riconoscimento delle intossicazioni da sostanze sconosciute.

Come evidenziato dal Direttore della Sezione NSP e Droghe Sintetiche della DCSA nella sua relazione dell’11 aprile, catinoni, cannabinoidi sintetici, ketamina, nuovi oppioidi sintetici (tra cui fentanili e derivati, nitazeni), sono solo alcune delle più rinvenute NPS, gran parte delle quali attualmente sono già inserite nelle tabelle delle droghe sintetiche. Un nuovo mercato rispetto alle droghe tradizionali, che registra in media almeno 50/70 nuove sostanze identificate ogni anno e tabellate. Sono droghe a basso costo, con effetti tossicologici spesso non conosciuti o sottostimati dai consumatori; possono essere assunte insieme ad altre sostanze stupefacenti tradizionali o alcool e questo ne potenzia gli effetti psicoattivi e di tossicità; non vengono facilmente identificate in emergenza in ospedale e quindi ne diventa difficile il trattamento sanitario d’urgenza.

Sul fronte della repressione, è stato sottolineato come la globalizzazione investa luoghi di produzione e modalità di approvvigionamento e cambi le modalità del traffico e anche dello spaccio, sicchè alla “piazza di spaccio” reale si affiancano la “piazza di spaccio” virtuale (web, social media) e i luoghi di ricreazione giovanile. Queste caratteristiche, rendendo più difficili le indagini, richiedono un continuo affinamento delle tecniche investigative –  opportunamente calibrate al contesto di interesse investigativo –  e un potenziamento significativo della cooperazione internazionale di polizia.

Il 13 aprile la dottoressa Silvia Graziano, dell’Istituto Superiore di Sanità, ha illustrato il network internazionale scientifico di prevenzione, in cui interagiscono il NEWS – D (National Early Warning System – Drug), ossia il vecchio SNAP, il Sistema Nazionale di Allerta Rapida, gestito dal Dipartimento delle politiche contro la droga e le altre dipendenze della Presidenza del Consiglio dei Ministri e da varie istituzioni nazionali, tra cui l’Istituto Superiore di Sanità, i presidi sanitari di emergenza, i centri di ricerca universitari farmaco-tossicologici, la DCSA e le Forze di polizia del territorio. Altresì, è stato affrontato dalla esperta chimica, Dott.ssa Valeria Buccilli, il tema delle “rape drugs”, c.d. droghe dello stupro, che possono essere utilizzate, all’insaputa della vittima, allo scopo di perpetrare atti violenti, in particolare violenza sessuale. Le più comuni droghe da stupro sono il GHB (gamma-idrossibutirrato o acido gamma-idrossibutirrico), il GBL (gamma-butirrolattone), il BD (1,4-Butanediolo), l’MDMA (ecstasy), taluni tipi di benzodiazepine tra cui, in particolare, il Flunitrazepam, comunemente noto come Roipnol, e la Ketamina. Secondo alcuni studi anglosassoni e statunitensi anche l’alcol può essere classificato come “una droga da stupro”.

 

A chiudere, infine, il Direttore della Sezione Precursori della DCSA, che ha affrontato il tema dei laboratori di droghe sintetiche, evidenziando l’azione di contrasto delle Forze di polizia per smantellare i laboratori clandestini che producono droghe grazie all’approvvigionamento dal commercio legale dei precursori, sostanze chimiche normalmente utilizzate in numerosi processi industriali e farmaceutici, il cui utilizzo, tuttavia, risulta necessario nella produzione di droghe sintetiche.

Quest’ultimo incontro ha permesso di informare i cittadini sull’estrema pericolosità di queste sostanze chimiche, visto che molti dei precursori sono, in genere, sostanze altamente tossiche o esplodenti o dall’alto potere incendiario.

 

 

In data 24 marzo ha avuto inizio, presso la DCSA, il “4° seminario del progetto InFORMARE”, della durata di 5 giorni, che ha visto la partecipazione di 11 appartenenti a Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza. L’attività formativa si inserisce nel citato progetto “InFORMARE”, realizzato dalla DCSA, nell’ambito dell’Accordo Icarus in collaborazione con il Dipartimento delle politiche contro la droga e le altre dipendenze della Presidenza del Consiglio dei Ministri e finalizzato alla formazione, su tutto il territorio nazionale, di operatori delle Forze di Polizia da inviare nelle scuole per offrire agli studenti una corretta informazione circa le conseguenze dannose derivate dall’uso di sostanze stupefacenti.

Tra i temi trattati, la normativa antidroga, con un focus sulle conseguenze negative e le sanzioni per i minorenni coinvolti nell’uso o nello spaccio di droghe; la vendita di sostanze stupefacenti attraverso internet e i social media; la diffusione di droghe, in particolare quelle sintetiche, le nuove sostanze psicoattive e i loro precursori, nonché le tecniche di ascolto, osservazione e public speaking.

Sono state svolte, inoltre, esercitazioni pratiche, simulando incontri in aula con gli studenti, per mettere in condizione gli operatori di polizia di gestire in maniera adeguata ed efficace auditori composti da giovani studenti, ma anche, separatamente, da insegnanti e genitori.

Oltre agli esperti della DCSA, hanno contribuito alle docenze, funzionari della Polizia Stradale e professionisti della comunicazione.

L’iniziativa formativa si inserisce tra gli obiettivi strategici della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga in tema di prevenzione, per sostenere le attività volte ad offrire ai giovani gli strumenti necessari per conoscere il fenomeno “droga” ed orientare con maggiore consapevolezza e responsabilità le loro scelte, nel rispetto della legalità e della tutela della salute.

Nelle giornate del 20 e 21 marzo, la DCSA ha tenuto due incontri presso l’Istituto Comprensivo “Ilaria Alpi” di Ladispoli (Roma), con l’obiettivo di offrire agli alunni e ai loro insegnanti un’informazione corretta sulle sostanze stupefacenti, sia dal punto di vista delle diverse tipologie, degli effetti e della loro pericolosità nonchè sui possibili risvolti di natura legale conseguenti alla loro detenzione ed utilizzo.

Agli incontri, che hanno riscosso il vivo interesse dei partecipanti, hanno preso parte 6 classi, con una platea complessiva di circa 150 studenti.

Gli interventi informativi sul tema “La droga: i suoi effetti pratici….e che cosa ne pensiamo noi”, condotti da personale qualificato della DCSA, sono stati preceduti da dimostrazioni pratiche delle unità cinofile della Polizia di Stato di Roma, attraverso la simulazione di attività di ricerca di narcotici occultati all’interno di bagagli o sulla persona. Le attività hanno visto la diretta partecipazione dei ragazzi che hanno potuto fare esperienza concreta dell’attività di ricerca svolta dai cani antidroga, finalizzata a riconoscere e trovare le diverse sostanze.

Nel corso degli incontri è stato possibile instaurare un costruttivo dibattito con gli alunni che, particolarmente interessati agli argomenti trattati, hanno posto domande per approfondire e chiarire ulteriormente le tematiche affrontate.

La campagna di informazione e prevenzione sugli stupefacenti – che rientra tra gli obiettivi strategici  della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga –  ha come scopo quello di  offrire ai giovani gli strumenti informativi necessari affinchè possano conoscere il fenomeno “droga” e, conseguentemente, orientare con maggiore consapevolezza e responsabilità le loro scelte, nel rispetto della legalità e della salute.

 

Nei giorni 20 e 21 febbraio, la Direzione Centrale per i Servizi Antidroga e l’Amministrazione Generale Antinarcotici libica (ANGA) hanno tenuto un dialogo strategico per rafforzare la cooperazione nella lotta al traffico di droga nel Mediterraneo. L’incontro, facilitato dalla Missione di assistenza ai confini dell’Unione Europea in Libia (Eubam Libya), ha posto le basi per un “Memorandum of Agreement” e per futuri programmi di formazione in Libia, in collaborazione con Eubam.

Le discussioni si sono concentrate su strategie per contrastare il traffico transnazionale di sostanze stupefacenti, un fenomeno che minaccia la stabilità regionale, con particolare attenzione alle rotte che attraversano il Mediterraneo. L’Anga e la DCSA hanno condiviso “best practice” e pianificato iniziative congiunte per migliorare le capacità investigative e operative.

Eubam Libya, che supporta le autorità libiche nella gestione dei confini e nella sicurezza, ha evidenziato il suo ruolo di “ponte” tra Roma e Tripoli, promuovendo il rispetto dello Stato di diritto e la cooperazione internazionale. Il memorandum d’intesa, ancora in fase di definizione, mira a formalizzare la partnership, prevedendo corsi di formazione per gli agenti libici, come quelli già organizzati in passato con esperti europei (tra cui italiani, spagnoli e maltesi). Questi programmi, secondo Eubam, rafforzeranno le competenze dell’Anga nel contrasto al narcotraffico, un problema crescente in Libia, dove il conflitto e la crisi politica hanno favorito l’espansione di reti criminali.

 

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