Il 26 aprile, il Direttore Centrale della DCSA, Gen. C.A. G. di F. Antonino Maggiore, unitamente ai Direttori del I e III Servizio, Dir. Sup. P. di S. Dott. Emilio Russo e Gen. Brig. CC Gianfranco Scafuri e ai Capi Divisione, Col. G. di F. Alessandro Cavalli e I Dir. P. di S. Alessandra Ortenzi, ha accolto in visita istituzionale il Vice Capo della Polizia keniana e Direttore della Direzione Centrale Investigativa – DCI -della Polizia del Kenya, Mohamed Ibrahim Amin Ali, accompagnato dal Personal Assistant, Lawrence Some, dal Direttore Centrale Antidroga, Margaret Wothaya, dal Direttore Centrale Antiterrorismo Johnstone Mukalo. All’incontro hanno preso parte anche l’Esperto per la Sicurezza a Nairobi, Vice Questore Aggiunto P. di S. Marco Azzarone e un rappresentante del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia (DCPC).
Inizialmente, ha preso la parola il Direttore Centrale che ha illustrato la struttura organizzativa della DCSA e le sue funzioni. In tale contesto, nell’evidenziare la complessità del sistema italiano, caratterizzato dalla presenza di una pluralità di forze di polizia, ha descritto la fondamentale azione di coordinamento esercitata, nel settore del narcotraffico, dalla Direzione Centrale, una delle più longeve e riuscite esperienze interforze in seno alle forze di polizia nazionali. 
Tra gli argomenti trattati, un particolare focus è stato destinato a quello della rete di esperti per la sicurezza, distaccati all’estero nei crocevia internazionali della produzione, transito e del traffico illecito della droga, che promuovono prioritariamente la cooperazione di polizia contro il narcotraffico e svolgono attività di studio, osservazione e raccordo con i competenti organismi esteri. La gestione dei flussi informativi e l’attività degli esperti sono gli elementi strutturali della cooperazione internazionale, in cui si esprime la centralità della Direzione nel dispositivo di contrasto antidroga. Il Direttore della DCSA ha, quindi, evidenziato l’importanza del Kenya per la cooperazione di polizia con l’Italia e l’Europa, nel contrasto al narcotraffico e alla criminalità organizzata, anche alla luce delle nuove rotte della droga che coinvolgono la parte orientale del Continente africano citando, in particolare, la c.d. Southern Route. In tale contesto, ha sottolineato la strategica, recente collocazione di un Esperto per la Sicurezza della DCSA proprio a Nairobi. Infine, nel sottolineare l’importanza della cooperazione internazionale, lo stesso Direttore ha evidenziato la necessità di ispirarsi al noto principio follow the money, utilizzato dal giudice Giovanni Falcone nella lotta alla mafia.
Nel prosieguo, è stato illustrato un altro fondamentale aspetto che connota la DCSA, costituito dal coordinamento operativo delle cosiddette “operazioni speciali” (operazioni sotto copertura e consegne controllate), nonché la posizione di referente nazionale per le richieste di abbordaggio del naviglio sospettato di trasportare sostanze stupefacenti in acque internazionali. Da ultimo, è stato anche dato risalto all’istituzione all’interno della Direzione di una Sezione operativa, denominata “Drug@online”, che ha il compito di monitorare la rete internet, al fine di fornire il coordinamento delle attività repressive del commercio illecito di droga avvalendosi delle potenzialità della rete.
Il Vice Capo della Polizia e Direttore della Direzione Centrale Investigativa del Kenya, Mohamed Ibrahim Amin Ali , ha affrontato diverse tematiche di interesse, oggetto di successivo dibattito e confronto, relative alla volontà di potenziare la cooperazione di polizia tra il Kenya e l’Italia nel contrasto al narcotraffico, soprattutto attraverso il citato Esperto per la Sicurezza a Nairobi, che può fungere da essenziale “raccordo” per lo scambio di informazioni in materia antidroga, sia di tipo “strategico” che operativo. In particolare, il Vice Capo della Polizia keniota e il Direttore dell’Antidroga di quel Paese, hanno auspicato una efficace condivisione dei dati info-investigativi con le forze di polizia italiane, per il tramite della DCSA, necessaria per poter avviare indagini parallele e sviluppare, quando possibile, le citate “operazioni speciali” con l’Italia. Lo stesso Direttore della DCI keniota ha auspicato anche l’avvio di un confronto e di un reciproco scambio, coordinato dalla DCSA, delle tecniche investigative e delle best practises utilizzate dalla forze di polizia nel contrasto antidroga nei due Paesi, soprattutto con riferimento alle attività di prevenzione e repressione svolte nei porti e negli aeroporti, classici luoghi di transito o destinazione delle sostanze stupefacenti. In questo contesto, è stata condivisa l’organizzazione, da parte della DCSA, di programmi formativi e di mentoring da svolgere sia in Italia che in Kenya, a favore degli operatori di polizia antidroga.
Al termine dei lavori i partecipanti hanno espresso la propria soddisfazione per il proficuo confronto che rappresenta un importante passo per consolidare forme di collaborazione e condivisione delle informazioni, nella consapevolezza che solo uno sforzo congiunto può strategicamente riuscire a contrastare i pericoli derivanti dalle organizzazioni criminali dedite al traffico internazionale di droga.


























Il Vice Direttore Generale della Pubblica Sicurezza , Direttore Centrale della Polizia Criminale, Vice Capo della 

Nelle prime ore della mattinata del 3 maggio,
Il brillante esito dell’operazione Eureka è stato possibile anche grazie al prezioso coordinamento svolto dalla Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo – diretta dal Procuratore dott. Giovanni Melillo – e da Eurojust, nonché dall’efficiente cooperazione realizzata con diverse polizie estere, supportata dalla DCSA, da Interpol, da Europol, dalla rete @ON e dalla DEA americana.








Dal 17 aprile al 19 maggio si è svolto il 7° Corso per Esperti per la Sicurezza, organizzato dalla Scuola di Perfezionamento per le Forze di Polizia (SPIF) – con la partecipazione di 8 dirigenti della Polizia di Stato e dell’ Arma dei Carabinieri. Durante l’attività formativa, dal 28 aprile al 5 maggio, si è tenuto un un ciclo di lezioni presso la Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, che hanno fornito contributi sia teorico – normativi che tecnico – operativi sull’azione di contrasto al traffico internazionale di sostanze stupefacenti.
Durante il corso sono state sviluppate, in particolare, le tematiche relative: agli aspetti amministrativi e contabili dell’Esperto per la Sicurezza in servizio all’estero; al ruolo e deontologia dell’Esperto in materia antidroga e flusso delle informazioni alla DCSA; alla gestione dello stress e supporto motivazionale in condizione di impiego isolato; al rischio biologico negli operatori impiegati in missione all’estero e al percorso nutrizionale in relazione alle rispettive arre di destinazione.
In tale contesto, sono stati anche approfonditi argomenti professionali relativi: alle linee evolutive normative nazionali, internazionali di tipo convenzionale e tecniche operative del contrasto al narcotraffico, con particolare riferimento alle operazioni speciali (consegne controllate e operazioni undercover); all’analisi delle rotte e dei traffici delle sostanze stupefacenti; al ruolo della DCSA quale referente nazionale per le richieste di abbordaggio (ex art. 17 Convenzione ONU del 1988) delle imbarcazioni sospettate di trasportare sostanze stupefacenti in acque internazionali. Sono state, inoltre, trattate le droghe sintetiche, le Nuove Sostanze Psicoattive – NPS – i precursori e le linee evolutive del traffico internazionale di stupefacenti. Un focus è stato svolto sull’attività della Direzione Centrale nell’ambito delle relazioni internazionali bilaterali e multilaterali. Da ultimo, è stato affrontato il tema del contrasto ai traffici di droga nel web, illustrando le funzioni della Sezione “Drug@online”, che ha il compito di monitorare la rete internet, al fine di fornire il coordinamento delle attività repressive del commercio illecito di droga avvalendosi delle potenzialità della rete. Hanno fornito il loro prezioso contributo al Corso, qualificati docenti esperti del settore, oltre che della DCSA, del Centro Psicotecnico della Polizia di Stato, della Direzione Centrale di Sanità e del mondo universitario (Università degli Studi di Roma La Sapienza).





Il 28 e 29 marzo, la Procura Generale della Repubblica Dominicana e il Programma di cooperazione tra l’America Latina, i Caraibi e l’Unione Europea in materia di droga (
Successivamente, ha preso la parola il Gen. Maggiore, che ha affrontato l’argomento inerente “La necessità della cooperazione internazionale di polizia nella lotta al narcotraffico. L’esperienza italiana: il ruolo e l’importanza degli ufficiali di collegamento antidroga della DCSA all’estero nello scambio di informazioni“. Dopo aver rivolto il proprio saluto al consesso, ha descritto la fondamentale azione di coordinamento esercitata dalla DCSA nel settore del narcotraffico, una delle più longeve e riuscite esperienze interforze in seno alle forze di polizia nazionali, evidenziando come la Direzione Centrale sia stata la prima struttura, in ambito nazionale, a disporre di propri Ufficiali di collegamento antidroga all’estero, in qualità di “Esperti”, distaccati nei crocevia internazionali della produzione, transito e del traffico illecito della droga, che promuovono prioritariamente la cooperazione di polizia contro il narcotraffico e svolgono attività di studio, osservazione e raccordo con i competenti organismi esteri. Proseguendo, è stato evidenziato come la cooperazione internazionale di polizia giochi ormai un ruolo decisivo ed è diventata asse portante e necessaria del sistema
di sicurezza degli Stati, in ragione della necessità di contrastare fenomeni criminali sempre più pervasivi, tra i quali rientra certamente il narcotraffico. Nel concludere il suo intervento, il Direttore Centrale, nel rimarcare la necessità di sviluppare in maniera sempre maggiore forme di cooperazione internazionale contro i traffici di droga, ha citato un passo del discorso del giudice Giovanni Falcone, tenuto nel 1984 presso il Consiglio Regionale del Piemonte, nel corso del quale, affrontando proprio tale tematica, aveva evidenziato che “(…) le organizzazioni criminali non hanno problemi di confini e che operano con disinvoltura in tutto il mondo, per cui ogni ritardo nella cooperazione internazionale per la repressione del fenomeno si rivolge in ulteriori vantaggi per tali organizzazioni, che di giorno in giorno diventano sempre più efficienti e pericolose (…) non ha nessuna importanza che la droga venga sequestrata in un Paese anziché in un altro e ad opera di un determinato organismo di polizia, anziché di un altro; l’unica cosa importante è che l’operazione di polizia venga compiuta nel modo più efficace e questo è l’unico risultato cui dovrebbero mirare gli sforzi congiunti delle polizie dei vari Paesi, accomunate da questa unica e superiore finalità di efficienza. (…).
Al termine delle due giornate, il Dott. Javier Sagredo, Direttore del programma COPOLAD III ed il Dott. Giovanni Tartaglia Polcini, Procuratore e Consigliere giuridico del Ministro degli Affari Esteri italiano, hanno tenuto la loro relazione di chiusura tracciando le conclusioni del seminario e, nel salutare e ringraziare i partecipanti all’evento, hanno manifestato la propria soddisfazione per il proficuo confronto che si è sviluppato durante il seminario, che apre nuove prospettive per una collaborazione antidroga sempre più stretta tra i Paesi coinvolti, necessaria per poter fronteggiare una minaccia “globale”, che travalica i confini e colpisce tutti.





Nelle prime ore della mattinata del 28 marzo, la
La cocaina, proveniente da Santo Domingo, giungeva in Italia presso il porto di Vado Ligure (SV), occultata in carichi di “pelli bovine grezze”, trasportate all’interno di container. Durante le attività sono state effettuate mirate perquisizioni, tra cui quella all’interno di un capannone in provincia di Vicenza – una delle basi logistiche dell’organizzazione criminale – dove sono stati rinvenuti e sequestrati quasi 500 panetti di cocaina nascosti proprio all’interno di pelli di bovino grezze. Nel complesso, l’attività investigativa ha permesso di sequestrare circa 750 kg di cocaina – che avrebbe fruttato circa 61 milioni di euro – e la somma contante di 335.000 euro, provento delle attività illecite.
Il 28 marzo, in occasione di un seminario sul tema “Interventi sociali sul territorio“, organizzato nell’ambito delle iniziative formative della
E’ stato, da ultimo, fatto cenno al settore dei precursori chimici suscettibili di utilizzo per la produzione illegale di stupefacenti, nonché descritte le Nuove Sostanze Psicoattive (NSP), che rappresentano una minaccia per la salute, specialmente per i giovani, e per la sicurezza pubblica, poiché gli effetti negativi sono tutt’ora in fase di studio e non sempre vi è la possibilità di una pronta risposta medica. Inoltre, se non ancora inserite nelle tabelle della normativa antidroga nazionale (DPR 309/1990), possono limitare gli interventi delle forze di polizia. Tuttavia, le NSP vengono maggiormente rinvenute e sequestrate nel corso di attività investigative antidroga condotte dalle stesse ff.pp. e tempestivamente segnalate al “Sistema Nazionale di Allerta Precoce” (SNAP), diretto dal Dipartimento delle Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri e coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità. Ciò consente un costante monitoraggio circa la comparsa di tali prodotti pericolosi sul territorio nazionale ed un rapido inserimento delle NSP nelle citate tabelle da parte del Ministero della Salute.
Il 30 e 31 gennaio, la DCSA ha partecipato al seminario “Lutte contre les trafics internationaux de stupéfiants en zone portuaire” (


Al Seminario è intervenuto, per l’Italia, oltre alla DCSA, in videocollegamento, il Procuratore della Repubblica di Genova, Nicola Piacente che ha sottolineato la fondamentale importanza della collaborazione internazionale, in particolare con le autorità francesi per la contiguità geografica e con tutti gli altri Paesi interessati dal narcotraffico in area europea, anche attraverso la costituzione delle Squadre investigative comuni (JITs) con il sostegno di Eurojust.
Ha quindi preso la parola – da remoto – il Sostituto Procuratore della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, Marika Mastrapasqua che ha illustrato le attività info-investigative svolte, su vari livelli, dalla Guardia di Finanza nel porto di Gioia Tauro a contrasto del fenomeno. Infatti, gli ingentissimi sequestri di cocaina ed i correlati arresti in quella sede portuale scaturiscono da una duplice attività svolta: quella sviluppata nelle indagini “tradizionali” nei confronti della criminalità organizzata – in primis la ‘ndrangheta- che gestisce il traffico internazionale di tale sostanza e quella basata su best practises – sviluppate da tale forza di polizia e perfezionate nel tempo. 






Oggi viene lanciata –
L’ambizioso progetto divulgativo ha visto anche la realizzazione di una web app, chiara ed intuitiva ed in costante aggiornamento, da mettere a disposizione degli utenti – quindi studenti, genitori e docenti – con finalità di consultazione e di approfondimento delle tematiche inerenti alla prevenzione dell’uso delle sostanze stupefacenti. L’applicazione, facilmente scaricabile su smartphone dalle due piattaforme, apple store e play store, consente di accedere a materiale informativo di interesse, sulle diverse droghe, riepilogate in specifiche “schede stupefacenti”, nelle quali sono riportate, per categorie, immagini, tipologie, modalità di consumo ed effetti. Sono, inoltre, presenti contenuti in video formativi nei quali, esperti del settore – medici, psicologi e psicoterapeuti – trattano gli argomenti relativi alle droghe da diversi punti di vista.













