ESEGUITA VASTA ED ARTICOLATA OPERAZIONE: A ROMA E SUL TERRITORIO NAZIONALE 6 MISURE CAUTELARI E 60 PERQUISIZIONI.
Il 16 novembre la Polizia di Stato, a conclusione di una complessa ed importante attività investigativa, ha eseguito un’ordinanza applicativa di misure cautelari – emessa dal GIP di Roma su richiesta della Procura di Roma-DDA: 5 persone sono state messe agli arresti domiciliari, 1 in custodia cautelare in carcere e si sono svolte 60 perquisizioni su tutto il territorio nazionale, con la collaborazione delle Squadre Mobili delle Questure di 45 Province.
Leggi qui il Comunicato Stampa della Procura di Roma
L’indagine, denominata “Sex and Clean”, era stata avviata nel luglio 2021 dalla Polaria di Fiumicino, a seguito dell’intercettazione di un pacco giunto in Italia contenente sostanza stupefacente, ordinato sul web e spedito dall’estero. Le attività, costantemente coordinate e supportate dalla DCSA, hanno consentito di monitorare l’arrivo di spedizioni simili sul territorio nazionale, destinate a soggetti in varie città nel Nord, Centro e Sud del Paese ed hanno anche permesso di individuare centinaia di pacchi “ordinati”, con le stesse modalità, in diversi Paesi europei. Le attività info-investigative della Polizia di Fiumicino sono state sviluppate con la collaborazione del Servizio Centrale Operativo – SCO –  della DAC della Polizia di Stato, che ha attivato le diverse Squadre mobili  sul territorio nazionale che,  nei singoli casi segnalati, hanno proceduto al sequestro delle innumerevoli spedizioni illecite ed arrestato i reali destinatari dei plichi. Inoltre, la Squadra mobile di Roma ha collaborato con l‘Ufficio di p.g. della Polaria di Fiumicino, per lo svolgimento di alcune attività particolari. Nel corso dell’operazione, che ha fatto emergere un vasto traffico internazionale ed una correlata attività di spaccio  di GBL, spesso associato ad altre sostanze sintetiche,  sono stati sequestrati  200 kg  di GBL  ed arrestati 87 soggetti responsabili di narcotraffico.
 ha collaborato con l‘Ufficio di p.g. della Polaria di Fiumicino, per lo svolgimento di alcune attività particolari. Nel corso dell’operazione, che ha fatto emergere un vasto traffico internazionale ed una correlata attività di spaccio  di GBL, spesso associato ad altre sostanze sintetiche,  sono stati sequestrati  200 kg  di GBL  ed arrestati 87 soggetti responsabili di narcotraffico.
La DCSA ha contribuito con un costante apporto informativo e con l’azione di coordinamento nazionale ed internazionale, attivando i collaterali di polizia stranieri interessati al traffico, che hanno condiviso informazioni “operative” preziose per gli investigatori italiani; la Direzione Centrale ha anche fornito supporto tecnico ed economico all’attività. Durante lo svolgimento dell’indagine la DCSA ha, inoltre, svolto approfondimenti in merito al “fenomeno GBL” dal punto di vista della sua “emersione” e della sua classificazione normativa. Il GBL, infatti, per il sistema normativo italiano è considerata una sostanza stupefacente – contenuta nella tabella IV allegata al DPR 309/90 – ma presenta inquadramenti giuridici non uniformi nei Paesi europei ed extraeuropei, che rendono più difficoltosa una azione investigativa congiunta tra le polizie e le autorità giudiziarie, sia nel caso di contrasto ai traffici illeciti di tale sostanza attraverso gli strumenti ordinari che con quelli speciali ed utilizzabili sulle piattaforme online, sia nell’open che nel dark web.
 La complessità della questione è dovuta non solo alle differenti previsioni  normative che limitano alcune attività repressive ma  è anche legata alla natura stessa della sostanza: subdola e pericolosa, con effetti, danni e rischi non del tutto noti agli assuntori. Infatti, oltre al noto utilizzo “ludico” del GBL e del GHB (il GBL è considerato non solo  un “precursore” particolare del secondo ma nel momento dell’assunzione nel corpo umano si trasforma in GHB che,  invece, è considerato  sostanza stupefacente in tutte le normative europee) durante “festini” che durano anche tutto il weekend e nei quali si “sperimenta” spesso il c.d. chemsex – in questi casi la sostanza è in grado di  provocare una doppia dipendenza negli assuntori volontari  ovvero tossicodipendenza e  patologica dipendenza dal sesso chimico –  la sua pericolosità si manifesta anche nella possibilità di somministrazione  a danno di vittime inconsapevoli e, per questi aspetti, viene qualificata  quale “droga dello stupro”. Il GBL ed il GHB, proprio per la loro capacità “mimetica” intrinseca – praticamente sostanze inodori ed incolori che vengono miscelate a bevande di vario tipo –  e per la facile metabolizzazione nell’organismo umano –  per cui  a distanza di poco tempo dall’assunzione non si rintracciano più con le classiche analisi tossicologiche –  sono ancora più  insidiose e pericolose se utilizzate per abusare ed usare violenza su vittime “assuntori inconsapevoli” che, tra l’altro, non hanno memoria dell’accaduto per la capacità di tale droga di agire sulle capacità mnestiche. Il  fenomeno delle “rape drugs”, tristemente noto e diffuso in alcuni Paesi europei, nei quali sta creando sempre più allarme sociale,  è  monitorato con una crescente attenzione anche in Italia, anche se, attualmente, appare di dimensioni inferiori rispetto ad altri contesti.
La complessità della questione è dovuta non solo alle differenti previsioni  normative che limitano alcune attività repressive ma  è anche legata alla natura stessa della sostanza: subdola e pericolosa, con effetti, danni e rischi non del tutto noti agli assuntori. Infatti, oltre al noto utilizzo “ludico” del GBL e del GHB (il GBL è considerato non solo  un “precursore” particolare del secondo ma nel momento dell’assunzione nel corpo umano si trasforma in GHB che,  invece, è considerato  sostanza stupefacente in tutte le normative europee) durante “festini” che durano anche tutto il weekend e nei quali si “sperimenta” spesso il c.d. chemsex – in questi casi la sostanza è in grado di  provocare una doppia dipendenza negli assuntori volontari  ovvero tossicodipendenza e  patologica dipendenza dal sesso chimico –  la sua pericolosità si manifesta anche nella possibilità di somministrazione  a danno di vittime inconsapevoli e, per questi aspetti, viene qualificata  quale “droga dello stupro”. Il GBL ed il GHB, proprio per la loro capacità “mimetica” intrinseca – praticamente sostanze inodori ed incolori che vengono miscelate a bevande di vario tipo –  e per la facile metabolizzazione nell’organismo umano –  per cui  a distanza di poco tempo dall’assunzione non si rintracciano più con le classiche analisi tossicologiche –  sono ancora più  insidiose e pericolose se utilizzate per abusare ed usare violenza su vittime “assuntori inconsapevoli” che, tra l’altro, non hanno memoria dell’accaduto per la capacità di tale droga di agire sulle capacità mnestiche. Il  fenomeno delle “rape drugs”, tristemente noto e diffuso in alcuni Paesi europei, nei quali sta creando sempre più allarme sociale,  è  monitorato con una crescente attenzione anche in Italia, anche se, attualmente, appare di dimensioni inferiori rispetto ad altri contesti.
Un altro aspetto di rilievo connesso alla crescente diffusione del GBL è il basso costo del prodotto e la facilità di reperirlo sul mercato, ad esempio online; il webmarket, infatti, è in grado di rispondere, in maniera globale e “trasversale”, alla domanda di chiunque sia interessato all’acquisto.
Per un approfondimento leggi qui
Per comprendere meglio questo fenomeno e colpire con efficacia il traffico di tali sostanze, le forze di polizia sono costantemente impegnate nelle attività di monitoraggio e contrasto al narcotraffico online, che la DCSA coordina a livello nazionale ed internazionale, supporta dal punto di vista tecnico ed economico e per le quali organizza corsi di formazione ed aggiornamento specifici con focus su nuovi strumenti e tecniche d’indagine per il contrasto dei traffici di droga nel web.
L’emersione del “fenomeno GBL” in Italia e in Europa, cui fa riferimento il comunicato stampa dell’operazione, è stata oggetto di focus anche nella Relazione Annuale 2022 della DCSA -Vedi pp.69-72-

 

 
								


 Il 14 dicembre, si è tenuto presso la Direzione Centrale per i Servizi Antidroga il workshop Narcotraffico nel web e dark web: nuove frontiere di contrasto di un fenomeno in evoluzione, a
Il 14 dicembre, si è tenuto presso la Direzione Centrale per i Servizi Antidroga il workshop Narcotraffico nel web e dark web: nuove frontiere di contrasto di un fenomeno in evoluzione, a  All’inizio del consesso il Direttore Centrale, Gen. C.A. G. di F. Antonino Maggiore, ha fatto il suo saluto di benvenuto ai partecipanti, manifestando la propria soddisfazione per la realizzazione di una giornata studio dedicata ad un argomento di assoluta attualità, che coinvolge la tematica del narcotraffico da un nuovo punto di vista, ovvero dai nuovi e complessi canali del mercato digitale attraverso l’utilizzo degli innumerevoli strumenti offerti dal web. Il traffico di stupefacenti, infatti, è riuscito a ritagliarsi uno spazio virtuale importante, generando un enorme volume d’affari che ha consentito ad abili criminali, esperti d’informatica, di arricchirsi, facendo leva sulle potenzialità che il web offre in termini di “anonimato” nella navigazione e nelle procedure di pagamento – bitcoins – per gli illeciti acquisti effettuati.
All’inizio del consesso il Direttore Centrale, Gen. C.A. G. di F. Antonino Maggiore, ha fatto il suo saluto di benvenuto ai partecipanti, manifestando la propria soddisfazione per la realizzazione di una giornata studio dedicata ad un argomento di assoluta attualità, che coinvolge la tematica del narcotraffico da un nuovo punto di vista, ovvero dai nuovi e complessi canali del mercato digitale attraverso l’utilizzo degli innumerevoli strumenti offerti dal web. Il traffico di stupefacenti, infatti, è riuscito a ritagliarsi uno spazio virtuale importante, generando un enorme volume d’affari che ha consentito ad abili criminali, esperti d’informatica, di arricchirsi, facendo leva sulle potenzialità che il web offre in termini di “anonimato” nella navigazione e nelle procedure di pagamento – bitcoins – per gli illeciti acquisti effettuati. Nel corso degli interventi sono state approfondite, anche con esercitazioni pratiche, tematiche particolari, quali: le investigazioni dalla dimensione fisica a quella virtuale, il black market e la vendita di droga on line, il dark web, le azioni di contrasto e tecniche di infiltrazione con un focus su alcuni casi operativi conclusi, la ricostruzione di regolamenti finanziari effettuati attraverso la rete per i pagamenti di illeciti traffici di sostanze stupefacenti, il Digital e Cloud Forensic, lo strumento del captatore informatico, le investigazioni digitali su big data, bot, cryptovalute e blockchain e i reati connessi.
Nel corso degli interventi sono state approfondite, anche con esercitazioni pratiche, tematiche particolari, quali: le investigazioni dalla dimensione fisica a quella virtuale, il black market e la vendita di droga on line, il dark web, le azioni di contrasto e tecniche di infiltrazione con un focus su alcuni casi operativi conclusi, la ricostruzione di regolamenti finanziari effettuati attraverso la rete per i pagamenti di illeciti traffici di sostanze stupefacenti, il Digital e Cloud Forensic, lo strumento del captatore informatico, le investigazioni digitali su big data, bot, cryptovalute e blockchain e i reati connessi.  Uno spazio importante è stato dedicato anche alla nuova frontiera del Metaverso e alle future indagini in tale spazio, una realtà virtuale aumentata, ancora in fase di sviluppo, in cui le persone connesse potranno interagire tra loro così come avviene nel mondo fisico. Il Metaverso, oltre alla sua straordinaria evoluzione, consentirà anche l’accesso a nuovi canali di distribuzione di stupefacenti, da parte di coloro che possono allestire spazi privati – c.d. workrooms – per realizzare attività illecite e comunicare con altri criminali.
Uno spazio importante è stato dedicato anche alla nuova frontiera del Metaverso e alle future indagini in tale spazio, una realtà virtuale aumentata, ancora in fase di sviluppo, in cui le persone connesse potranno interagire tra loro così come avviene nel mondo fisico. Il Metaverso, oltre alla sua straordinaria evoluzione, consentirà anche l’accesso a nuovi canali di distribuzione di stupefacenti, da parte di coloro che possono allestire spazi privati – c.d. workrooms – per realizzare attività illecite e comunicare con altri criminali.






 VISITA RAPPRESENTANTI DELL’UNODC E DELLA GUINEA BISSAU, DEL GAMBIA E DEL SENEGAL.
VISITA RAPPRESENTANTI DELL’UNODC E DELLA GUINEA BISSAU, DEL GAMBIA E DEL SENEGAL.
 Hanno poi preso la parola i rappresentanti dell’UNODOC (Cheikh Toure e Daouda Gadiaga) referenti per l’area, che hanno illustrato il programma “Strade aperte III” con un particolare focus sulle cd consegne controllate e un resoconto dei sequestri effettuati nell’ambito del citato progetto. I successivi interventi, da parte dei capi delegazione, Direttori e responsabili delle polizie antidroga dei Paesi africani partecipanti, hanno posto l’attenzione sull’esigenza di ottenere forme di supporto da parte dell’Italia, sia sul piano formativo per addestrare le forze di polizia sulle tecniche di indagine e conoscere gli aspetti normativi attraverso cui la polizia giudiziaria opera sul territorio nazionale, sia da un punto di vista materiale per implementare le dotazioni degli strumenti  tecnico-operativi, necessari per svolgere monitoraggio e controlli approfonditi sulle merci che giungono via  mare nei rispettivi Paesi, in particolare dall’America Latina, allo scopo di intercettare i carichi di droga occultati, soprattutto cocaina, per la gran parte solo in transito nel West Africa e destinata, invece, all’Europa.
Hanno poi preso la parola i rappresentanti dell’UNODOC (Cheikh Toure e Daouda Gadiaga) referenti per l’area, che hanno illustrato il programma “Strade aperte III” con un particolare focus sulle cd consegne controllate e un resoconto dei sequestri effettuati nell’ambito del citato progetto. I successivi interventi, da parte dei capi delegazione, Direttori e responsabili delle polizie antidroga dei Paesi africani partecipanti, hanno posto l’attenzione sull’esigenza di ottenere forme di supporto da parte dell’Italia, sia sul piano formativo per addestrare le forze di polizia sulle tecniche di indagine e conoscere gli aspetti normativi attraverso cui la polizia giudiziaria opera sul territorio nazionale, sia da un punto di vista materiale per implementare le dotazioni degli strumenti  tecnico-operativi, necessari per svolgere monitoraggio e controlli approfonditi sulle merci che giungono via  mare nei rispettivi Paesi, in particolare dall’America Latina, allo scopo di intercettare i carichi di droga occultati, soprattutto cocaina, per la gran parte solo in transito nel West Africa e destinata, invece, all’Europa.




















 Successivamente, ha preso la parola Mr. Josè De Gracia Romero, Assistant Director Criminal Networks Directorate del Segretario Generale INTERPOL di Lione che ha sottolineato l’importanza del progetto, finalizzato ad accrescere la conoscenza reciproca tra gli “attori” della lotta al narcotraffico ed al crimine organizzato dei diversi Stati ed incentivare gli scambi informativi e “formativi” tra gli stessi, con l’obiettivo di potenziare la cooperazione internazionale nel settore.
Successivamente, ha preso la parola Mr. Josè De Gracia Romero, Assistant Director Criminal Networks Directorate del Segretario Generale INTERPOL di Lione che ha sottolineato l’importanza del progetto, finalizzato ad accrescere la conoscenza reciproca tra gli “attori” della lotta al narcotraffico ed al crimine organizzato dei diversi Stati ed incentivare gli scambi informativi e “formativi” tra gli stessi, con l’obiettivo di potenziare la cooperazione internazionale nel settore.

 Al termine è intervenuto, in videocollegamento, il Vice Direttore Generale della P. di S.  – Direttore Centrale della Polizia Criminale – Prefetto Vittorio Rizzi, che ha esteso il proprio saluto agli organizzatori e partecipanti all’evento, manifestando il proprio compiacimento per la realizzazione del progetto, che pone le basi per consolidare i rapporti di collaborazione tra gli Stati interessati.
 Al termine è intervenuto, in videocollegamento, il Vice Direttore Generale della P. di S.  – Direttore Centrale della Polizia Criminale – Prefetto Vittorio Rizzi, che ha esteso il proprio saluto agli organizzatori e partecipanti all’evento, manifestando il proprio compiacimento per la realizzazione del progetto, che pone le basi per consolidare i rapporti di collaborazione tra gli Stati interessati.
 A chiusura del convegno, il Direttore della DCSA Maggiore, nel salutare e ringraziare i partecipanti all’evento, ha manifestato la propria soddisfazione per il proficuo confronto che si è sviluppato durante le due giornate di lavoro, che apre nuove prospettive per una collaborazione antidroga sempre più stretta tra i Paesi coinvolti, necessaria per poter fronteggiare una minaccia “globale”, che travalica i confini e colpisce tutti.
A chiusura del convegno, il Direttore della DCSA Maggiore, nel salutare e ringraziare i partecipanti all’evento, ha manifestato la propria soddisfazione per il proficuo confronto che si è sviluppato durante le due giornate di lavoro, che apre nuove prospettive per una collaborazione antidroga sempre più stretta tra i Paesi coinvolti, necessaria per poter fronteggiare una minaccia “globale”, che travalica i confini e colpisce tutti.





























 Il 10 novembre 2022, il Direttore Centrale della D.C.S.A., Gen. C.A. G. di F. Antonino Maggiore – unitamente ai Direttori, Dirigenti e  collaboratori dei tre Servizi, all’Esperto per la Sicurezza ad Istanbul e all’Ufficiale di Collegamento al
Il 10 novembre 2022, il Direttore Centrale della D.C.S.A., Gen. C.A. G. di F. Antonino Maggiore – unitamente ai Direttori, Dirigenti e  collaboratori dei tre Servizi, all’Esperto per la Sicurezza ad Istanbul e all’Ufficiale di Collegamento al  Nel prosieguo, è stato illustrato un altro fondamentale aspetto che connota la DCSA, costituito dal coordinamento operativo delle cosiddette “operazioni speciali” (operazioni sotto copertura e consegne controllate), nonché la posizione di referente nazionale per le richieste di abbordaggio del naviglio sospettato di trasportare sostanze stupefacenti in acque internazionali. Da ultimo, è stato anche dato risalto all’istituzione all’interno della Direzione di una Sezione operativa, denominata “Drug@online”, che ha il compito di monitorare la rete internet, al fine di fornire il coordinamento delle attività repressive del commercio illecito di droga avvalendosi delle potenzialità della rete.
Nel prosieguo, è stato illustrato un altro fondamentale aspetto che connota la DCSA, costituito dal coordinamento operativo delle cosiddette “operazioni speciali” (operazioni sotto copertura e consegne controllate), nonché la posizione di referente nazionale per le richieste di abbordaggio del naviglio sospettato di trasportare sostanze stupefacenti in acque internazionali. Da ultimo, è stato anche dato risalto all’istituzione all’interno della Direzione di una Sezione operativa, denominata “Drug@online”, che ha il compito di monitorare la rete internet, al fine di fornire il coordinamento delle attività repressive del commercio illecito di droga avvalendosi delle potenzialità della rete.


















 
    









 All’incontro, fortemente voluto dalla ministra della  giustizia  e sicurezza e dei Paesi Bassi Yeṣilgöz-Zegerius, hanno partecipato i massimi esperti italiani nella lotta alle mafie, che si sono confrontati con gli addetti ai lavori olandesi di alto livello, tra i quali funzionari e personale della Polizia olandese, del FIOD (Fiscal Information and Investigation Service), dell’Autorità giudiziaria e dello stesso Ministero della giustizia e sicurezza dei Paesi Bassi. Nella due giorni di incontri sono stati illustrati i profili storici, normativi e  operativi  della lotta alla mafia nell’esperienza pluriennale italiana, con il noto contributo di sangue pagato da “uomini di giustizia”, tra i quali sono stati ricordati i giudici Falcone e Borsellino e l’insegnamento lasciato in eredità: lavorare in cooperazione internazionale ed aggredire i patrimoni illeciti delle mafie – il famoso principio “follow the money“. Nello specifico, sono stati approfonditi i temi della documentazione ammnistrativa antimafia nell’azione di prevenzione e contrasto alla criminalità organizzata, l’azione di contrasto alla criminalità organizzata e il sistema del doppio binario tra repressione e misure di prevenzione patrimoniali, la politica antidroga sviluppata a livello nazionale e internazionale dall’Italia e l’attività legata alla prevenzione ed al contrasto alle organizzazioni criminali, anche in una prospettiva transnazionale. Le autorità olandesi hanno voluto un confronto particolare, oltre allo strumento delle misure di prevenzione patrimoniali, anche sul tema del regime carcerario speciale (41 bis) previsto per i detenuti mafiosi, sulle misure di protezione previste per i collaboratori e i testimoni di giustizia – gestite dal Dipartimento della Pubblica sicurezza per il tramite dell’Ufficio centrale per la sicurezza personale e del Servizio centrale di protezione (DCPC).
All’incontro, fortemente voluto dalla ministra della  giustizia  e sicurezza e dei Paesi Bassi Yeṣilgöz-Zegerius, hanno partecipato i massimi esperti italiani nella lotta alle mafie, che si sono confrontati con gli addetti ai lavori olandesi di alto livello, tra i quali funzionari e personale della Polizia olandese, del FIOD (Fiscal Information and Investigation Service), dell’Autorità giudiziaria e dello stesso Ministero della giustizia e sicurezza dei Paesi Bassi. Nella due giorni di incontri sono stati illustrati i profili storici, normativi e  operativi  della lotta alla mafia nell’esperienza pluriennale italiana, con il noto contributo di sangue pagato da “uomini di giustizia”, tra i quali sono stati ricordati i giudici Falcone e Borsellino e l’insegnamento lasciato in eredità: lavorare in cooperazione internazionale ed aggredire i patrimoni illeciti delle mafie – il famoso principio “follow the money“. Nello specifico, sono stati approfonditi i temi della documentazione ammnistrativa antimafia nell’azione di prevenzione e contrasto alla criminalità organizzata, l’azione di contrasto alla criminalità organizzata e il sistema del doppio binario tra repressione e misure di prevenzione patrimoniali, la politica antidroga sviluppata a livello nazionale e internazionale dall’Italia e l’attività legata alla prevenzione ed al contrasto alle organizzazioni criminali, anche in una prospettiva transnazionale. Le autorità olandesi hanno voluto un confronto particolare, oltre allo strumento delle misure di prevenzione patrimoniali, anche sul tema del regime carcerario speciale (41 bis) previsto per i detenuti mafiosi, sulle misure di protezione previste per i collaboratori e i testimoni di giustizia – gestite dal Dipartimento della Pubblica sicurezza per il tramite dell’Ufficio centrale per la sicurezza personale e del Servizio centrale di protezione (DCPC). La delegazione del Dipartimento della pubblica sicurezza, guidata dal vicecapo della Polizia Vittorio Rizzi era composta dai vertici e da dirigenti  della stessa struttura dipartimentale. In particolare, hanno preso la parola il direttore dell’Ufficio per il coordinamento e la pianificazione delle Forze di polizia, Vittorio Lapolla – che è intervenuto con un focus sulla documentazione antimafia per la prevenzione e il contrasto della criminalità organizzata, misure  previste da una normativa nazionale di tipo speciale – il c.d. codice Antimafia –  e, quindi, il direttore centrale anticrimine della Polizia di Stato (DAC) Francesco Messina – che ha approfondito la tematica relativa al sistema italiano del “doppio binario” nell’aggressione all’apparato militare e ai patrimoni illeciti delle mafie. In particolare, il contrasto alle mafie italiane viene orientato su due livelli, per colpire sia il controllo “sociale” che le  stesse esercitano con strumenti militari che il potere economico-finanziario derivante dagli ingenti profitti delle attività criminali, “che diventa anche potere politico”. Altro concetto evidenziato è la caratteristica delle mafie italiane (camorra, ‘ndrangheta, cosa nostra, mafia pugliese) che, oltre ad essere ben radicate sul territorio, si sono delocalizzate agendo in tutto il mondo, specialmente nel narcotraffico, con propri affiliati. Per questo sono sempre più necessarie le joint venture tra le polizie e le magistrature dei diversi stati.
La delegazione del Dipartimento della pubblica sicurezza, guidata dal vicecapo della Polizia Vittorio Rizzi era composta dai vertici e da dirigenti  della stessa struttura dipartimentale. In particolare, hanno preso la parola il direttore dell’Ufficio per il coordinamento e la pianificazione delle Forze di polizia, Vittorio Lapolla – che è intervenuto con un focus sulla documentazione antimafia per la prevenzione e il contrasto della criminalità organizzata, misure  previste da una normativa nazionale di tipo speciale – il c.d. codice Antimafia –  e, quindi, il direttore centrale anticrimine della Polizia di Stato (DAC) Francesco Messina – che ha approfondito la tematica relativa al sistema italiano del “doppio binario” nell’aggressione all’apparato militare e ai patrimoni illeciti delle mafie. In particolare, il contrasto alle mafie italiane viene orientato su due livelli, per colpire sia il controllo “sociale” che le  stesse esercitano con strumenti militari che il potere economico-finanziario derivante dagli ingenti profitti delle attività criminali, “che diventa anche potere politico”. Altro concetto evidenziato è la caratteristica delle mafie italiane (camorra, ‘ndrangheta, cosa nostra, mafia pugliese) che, oltre ad essere ben radicate sul territorio, si sono delocalizzate agendo in tutto il mondo, specialmente nel narcotraffico, con propri affiliati. Per questo sono sempre più necessarie le joint venture tra le polizie e le magistrature dei diversi stati. 

 Il direttore centrale Maggiore ha descritto la fondamentale azione di coordinamento esercitata dalla DCSA nel settore del narcotraffico, una delle più longeve e riuscite esperienze interforze in seno alle forze di polizia nazionali.  Un particolare focus è stato quello sulla rete degli esperti per la sicurezza, distaccati all’estero nei crocevia internazionali della produzione, transito e del traffico illecito della droga, che promuovono prioritariamente la cooperazione di polizia contro il narcotraffico e svolgono attività di studio, osservazione e raccordo con i competenti organismi esteri. In questo contesto è stata rimarcata la necessità di dare sempre il più ampio respiro internazionale alle indagini sui traffici di droga, per raggiungere  l’obiettivo della disgregazione delle associazioni criminali nella loro interezza nei territori di tutti gli Stati coinvolti.
Il direttore centrale Maggiore ha descritto la fondamentale azione di coordinamento esercitata dalla DCSA nel settore del narcotraffico, una delle più longeve e riuscite esperienze interforze in seno alle forze di polizia nazionali.  Un particolare focus è stato quello sulla rete degli esperti per la sicurezza, distaccati all’estero nei crocevia internazionali della produzione, transito e del traffico illecito della droga, che promuovono prioritariamente la cooperazione di polizia contro il narcotraffico e svolgono attività di studio, osservazione e raccordo con i competenti organismi esteri. In questo contesto è stata rimarcata la necessità di dare sempre il più ampio respiro internazionale alle indagini sui traffici di droga, per raggiungere  l’obiettivo della disgregazione delle associazioni criminali nella loro interezza nei territori di tutti gli Stati coinvolti.
 La gestione ed il coordinamento dei flussi informativi e l’attività degli esperti all’estero sono gli elementi strutturali della cooperazione internazionale, in cui si esprime la centralità della Direzione nel dispositivo di contrasto antidroga. Da ultimo, è stato anche dato risalto all’istituzione all’interno della DCSA della sezione operativa “Drug@online”, che ha il compito di monitorare la rete internet, al fine di fornire il coordinamento delle attività repressive del commercio illecito di droga, svolto dai trafficanti avvalendosi delle potenzialità del web.
La gestione ed il coordinamento dei flussi informativi e l’attività degli esperti all’estero sono gli elementi strutturali della cooperazione internazionale, in cui si esprime la centralità della Direzione nel dispositivo di contrasto antidroga. Da ultimo, è stato anche dato risalto all’istituzione all’interno della DCSA della sezione operativa “Drug@online”, che ha il compito di monitorare la rete internet, al fine di fornire il coordinamento delle attività repressive del commercio illecito di droga, svolto dai trafficanti avvalendosi delle potenzialità del web. Durante la due giornate si sono tenuti nove workshop tematici, a cui hanno preso parte qualificati esperti delle Forze di polizia italiane (DCSA, DCPC, UCIS, DIA, DAC, ROS e SCICO), nel corso dei quali sono stati approfonditi – in un proficuo confronto con esponenti della polizia e della magistratura olandesi – i più significativi ambiti legati alla prevenzione ed al contrasto alle organizzazioni criminali e del narcotraffico, con approfondimenti di tipo tecnico-operativo;  la riflessione ed il confronto sviluppato durante questi tavoli tecnici si sono incentrati sulle metodologie di indagine maturate nell’esperienza italiana, nel contrasto alle mafie ed al narcotraffico, sulle tecniche investigative  ed i particolari strumenti  disponibili ed utilizzati, sulla condivisione sinergica di informazioni e di buone prassi che produce una concreta cooperazione di polizia e giudiziaria , arma vincente per un efficace contrasto criminale.
Durante la due giornate si sono tenuti nove workshop tematici, a cui hanno preso parte qualificati esperti delle Forze di polizia italiane (DCSA, DCPC, UCIS, DIA, DAC, ROS e SCICO), nel corso dei quali sono stati approfonditi – in un proficuo confronto con esponenti della polizia e della magistratura olandesi – i più significativi ambiti legati alla prevenzione ed al contrasto alle organizzazioni criminali e del narcotraffico, con approfondimenti di tipo tecnico-operativo;  la riflessione ed il confronto sviluppato durante questi tavoli tecnici si sono incentrati sulle metodologie di indagine maturate nell’esperienza italiana, nel contrasto alle mafie ed al narcotraffico, sulle tecniche investigative  ed i particolari strumenti  disponibili ed utilizzati, sulla condivisione sinergica di informazioni e di buone prassi che produce una concreta cooperazione di polizia e giudiziaria , arma vincente per un efficace contrasto criminale.




 
 

 La stessa ministra ha divulgato l’evento sui social ed ha postato un  messaggio su Linkedin, che si  riporta qui tradotto:  “L’Italia ha purtroppo un’ampia esperienza del potere distruttivo della criminalità organizzata. La mafia esiste da centinaia di anni. Negli anni ’70 ed ’80 la mafia pensava di essere intoccabile. Le persone perbene ne hanno sempre più fatto le spese, come ad esempio i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Quegli omicidi hanno causato un vasto sdegno nell’opinione pubblica. E poi ad una accelerazione dell’approccio alla mafia. Un approccio più efficace e rigoroso con nuovi strumenti, misure e leggi. Nel corso della mia visita in Italia ho avuto modo di conoscere più da vicino il loro approccio alla criminalità grave. La cosa che mi ha più colpito è stato l’ampio respiro con cui gli italiani affrontano il problema. Negli ultimi anni anche noi abbiamo fatto dei passi in questa direzione e dobbiamo continuare così. In particolare voglio migliorare lo schema del collaboratore di giustizia, confiscare ancora più beni ai criminali e concentrare di più l’attenzione sul contrasto alle reti ed alle strutture di potere criminali nella loro interezza. Il contrasto non deve riguardare solo le figure di vertice, ma anche i collaboratori. Oggi ho partecipato ad un incontro unico tra italiani ed olandesi nel campo delle indagini. Questo simposio nei Paesi Bassi dimostra quanto siano stretti i nostri legami con l’Italia e quanto sia buona la cooperazione nelle indagini. Ne sono incredibilmente orgogliosa”.
La stessa ministra ha divulgato l’evento sui social ed ha postato un  messaggio su Linkedin, che si  riporta qui tradotto:  “L’Italia ha purtroppo un’ampia esperienza del potere distruttivo della criminalità organizzata. La mafia esiste da centinaia di anni. Negli anni ’70 ed ’80 la mafia pensava di essere intoccabile. Le persone perbene ne hanno sempre più fatto le spese, come ad esempio i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Quegli omicidi hanno causato un vasto sdegno nell’opinione pubblica. E poi ad una accelerazione dell’approccio alla mafia. Un approccio più efficace e rigoroso con nuovi strumenti, misure e leggi. Nel corso della mia visita in Italia ho avuto modo di conoscere più da vicino il loro approccio alla criminalità grave. La cosa che mi ha più colpito è stato l’ampio respiro con cui gli italiani affrontano il problema. Negli ultimi anni anche noi abbiamo fatto dei passi in questa direzione e dobbiamo continuare così. In particolare voglio migliorare lo schema del collaboratore di giustizia, confiscare ancora più beni ai criminali e concentrare di più l’attenzione sul contrasto alle reti ed alle strutture di potere criminali nella loro interezza. Il contrasto non deve riguardare solo le figure di vertice, ma anche i collaboratori. Oggi ho partecipato ad un incontro unico tra italiani ed olandesi nel campo delle indagini. Questo simposio nei Paesi Bassi dimostra quanto siano stretti i nostri legami con l’Italia e quanto sia buona la cooperazione nelle indagini. Ne sono incredibilmente orgogliosa”.



 
 



