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Dal 9 al 13 ottobre si è svolto il 24° Corso per Responsabili di Unità Specializzate antidroga, organizzato dalla D.C.S.A.

Alla specifica attività formativa, destinata a fornire contributi sia teorico – normativi che tecnico – operativi nella specifica materia ai Responsabili degli Uffici e Reparti investigativi delle forze di polizia specializzati nel contrasto antidroga,  hanno partecipato 18 funzionari ed ufficiali  appartenenti a Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia Penitenziaria e un  funzionario della Polizia Giudiziaria Federale del Canton Ticino  – Svizzera.

Durante il corso, dopo una presentazione della struttura e dei compiti della DCSA, sono state illustrate, in particolare, le tematiche relative al coordinamento investigativo antidroga, specifica funzione della Direzione Centrale, alle operazioni speciali  – c.d. consegne controllate di droga e attività sottocopertura, con approfondimenti riguardanti la normativa vigente e le specifiche tecniche investigative utilizzate nel settore.

Altri importanti moduli dell’attività formativa hanno riguardato: i metodi per il  monitoraggio ed il riconoscimento dei precursori, delle droghe sintetiche e delle Nuove Sostanze Psicoattive; le attività investigative connesse alla scoperta di laboratori clandestini per la produzione di droghe sintetiche; le misure previste nella legislazione nazionale ed internazionale per il contrasto della criminalità organizzata e dei patrimoni illecitamente accumulati e riciclati; la cooperazione internazionale di polizia in materia antidroga, anche in relazione alla prevenzione e contrasto dei traffici di sostanze stupefacenti via mare ed il ruolo del  Maritime Analysis and Operation Center–Narcotics (MAOC-N) di Lisbona; le squadre investigative comuni. 

Inoltre, è stato affrontato il tema del contrasto al narcotraffico nel web e illustrate le funzioni della Sezione “Drug@online”, che monitora la rete internet e coordina e  supporta le attività repressive delle forze di polizia del commercio illecito di droga, svolto avvalendosi delle potenzialità della rete.

L’attività di docenza è stata svolta da qualificati esperti in materia della D.C.S.A., di Reparti ed Uffici della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri, della Polizia Penitenziaria e della Guardia di Finanza, oltre ad appartenenti alla DEA (Drug Enforcement Administration) e ad illustri professori delle Università di Bologna e di Roma. 

Nella mattinata del 4 ottobre, la Guardia di Finanza di Roma ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 33 persone, di cui 22 in carcere ed 11 agli arresti domiciliari, per le ipotesi di reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e al riciclaggio, oltre che per i reati di estorsione, autoriciclaggio e detenzione abusiva di armi.

L’operazione rappresenta l’epilogo di complesse indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma – DDA, sviluppate dal G.I.C.O. – G.O.A. del Nucleo PEF Roma e supportate dalla Direzione Centrale Servizi Antidroga e dal Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza.

L’attività, iniziata nel 2020, ha permesso di individuare soggetti di nazionalità cinese localizzati nella capitale, che hanno svolto sistematiche operazioni di riciclaggio di profitti illeciti conseguiti da più gruppi criminali dediti al traffico, anche internazionale, di sostanze stupefacenti. La “ripulitura” delle somme si realizzava con l’utilizzo del  c.d. metodo Fei Ch’ien (denaro volante), ovvero un sistema informale di trasferimento dei soldi, attraverso il quale sono state accertate movimentazioni finanziarie per oltre 50 milioni di euro dirette dal territorio nazionale verso l’estero. Le indagini hanno permesso di ricondurre il denaro da riciclare a due organizzazioni criminali dedite al narcotraffico, che utilizzavano anche chat criptate,, per eludere le intercettazioni e autovetture con doppifondi per occultare la droga trasportata da corrieri.

L’operazione ha permesso di sequestrare, complessivamente, quasi 300 kg di narcotico (tra hashish, marijuana e cocaina), circa 10 milioni di euro nei confronti di corrieri incaricati di trasferire fisicamente il denaro fuori dal territorio dell’UE, nonché ricostruire traffici illeciti per oltre 500 kg di sostanze stupefacenti, costituenti un giro di affari tra la Spagna e Italia di circa 20 milioni di euro.

La Direzione Centrale per i Servizi Antidroga ha svolto la specifica azione di coordinamento info-investigativo, a livello  nazionale ed internazionale, contribuendo all’eccellente risultato conseguito dalla Guardia  di Finanza di Roma.

L’esito dell’efficace operazione antidroga è stato divulgato in un comunicato stampa a firma del Procuratore della Repubblica di Roma.

Dal 4 all’8 settembre si è tenuto presso la Direzione Centrale per i Servizi Antidroga il 6° Workshop dedicato a “L’azione di contrasto al narcotraffico”destinato alla formazione antidroga di funzionari ed ufficiali di polizie nazionali ed straniere impiegati nello specifico settore e al quale hanno partecipato 30 rappresentanti, funzionari ed ufficiali di polizie straniere (Perù, Cina, Spagna, Austria, Grecia, Giordania, Marocco, Algeria, Brasile, Kenya, Uzbekistan, Turkmenistan, Panama, Portogallo e Turchia, Olanda).

L’importante obiettivo formativo del corso è stato fornire ai frequentatori specifici contributi tecnico-operativi nell’azione di contrasto al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, anche con riferimento all’impiego di operatori di polizia in attività undercover.

Durante il workshop sono stati approfonditi diversi argomenti specifici ed in particolare: la struttura e le funzioni della DCSA nel settore antidroga, il coordinamento investigativo – nazionale ed internazionale – e le competenze in materia di attività sottocopertura; gli aspetti legislativi e procedurali, anche internazionali, delle operazioni speciali; le tecniche operative d’infiltrazione, la  gestione delle identità dell’undercover, con riferimento ad alcune esperienze operative concluse ed il complesso profilo psicologico dell’agente sottocopertura, anche attraverso alcune esercitazioni simulate; la cooperazione internazionale di polizia nel contrasto al narcotraffico, anche in relazione ai traffici di sostanze stupefacenti via mare ed il ruolo del  Maritime Analysis and Operation Center–Narcotics (MAOC-N) di Lisbona.

In tale ambito un importante spazio è stato dedicato all’analisi delle rotte e dei traffici delle sostanze stupefacenti, nonché approfondito il ruolo della DCSA quale referente nazionale per le richieste di abbordaggio del naviglio sospettato di trasportare sostanze stupefacenti in acque internazionali. Sono state, inoltre, trattate le droghe sintetiche, le Nuove Sostanze Psicoattive – NPS – i precursori e le attività informative ed analitiche nel contrasto al traffico di queste. Un focus è stato svolto sul settore delle indagini patrimoniali, sia con riferimento all’evoluzione giuridico-normativa e sia sull’utilizzo di tale strumento nell’ambito dei procedimenti di prevenzione antimafia. Da ultimo, è stato affrontato il tema del contrasto ai traffici di droga nel web, illustrando le funzioni della Sezione Drug@online”, che monitora la rete internet e fornisce il coordinamento delle attività repressive del commercio illecito di droga svolto avvalendosi delle potenzialità della rete.

Durante il corso si sono svolte visite esterne a Roma presso il Servizio di Polizia Scientifica della Polizia di Stato – dove sono state approfondite le tematiche relative al profiling delle droghe, lo smantellamento dei laboratori clandestini per la produzione di narcotici e le tecniche di accertamento delle identità – e presso il Raggruppamento Investigazioni Scientifiche (RIS), dove sono state illustrate le attività svolte all’interno dei differenti laboratori di analisi. 

Un’altra attività formativa organizzata all’esterno, che ha suscitato particolare interesse, si è tenuta presso l’aeroporto internazionale “Leonardo da Vinci” di Roma-Fiumicino, dove personale del Gruppo della Guardia di Finanza di Fiumicino ha descritto le visite di controllo nell’area aeroportuale e Cargo City e le attività operative antidroga svolte. Successivamente, la visita si è spostata presso il Comando Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza di Pratica di Mare dove sono state illustraste alcune esperienze operative concluse, grazie al dispositivo aeronavale.

Hanno fornito il prezioso contributo al workshop docenti – esperti della materia – della DCSAdella Direzione Centrale Polizia Criminale (DCPC), della Polizia Scientifica e del Centro Psicotecnico della Polizia di Stato, del Raggruppamento Investigazioni Scientifiche (RIS) dell’Arma dei Carabinieri, del Servizio Centrale Investigazione sulla Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza (SCICO) e del Gruppo di Fiumicino e del Comando Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza.

 

Oggi, 27 luglio il Generale di Divisione dell’Arma dei Carabinieri, Pierangelo Iannotti assume l’incarico di Direttore Centrale per i Servizi Antidroga.

Il nuovo Direttore subentra al Generale di Corpo d’Armata della Guardia di Finanza, Antonino Maggiore, che ha ricoperto il ruolo apicale della Direzione Centrale per un triennio, dal 1° luglio 2020.
Come previsto dalla legge istituiva del 1991, la DCSA – proprio per la sua natura di organismo centrale interforze del Dipartimento della Pubblica Sicurezza – cambia il vertice secondo un criterio di rotazione tra le tre forze di polizia (Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Corpo della Guardia di Finanza) di cui è composta, con cadenza triennale.
In questo mese di luglio, inoltre, secondo la stessa filosofia di “rotazione”, che assicura l’equilibrio tra le diverse componenti, si sono realizzati i cambi dei Direttori del I e del II Servizio, mentre a settembre prossimo è previsto l’avvicendamento del Direttore del III Servizio della DCSA.

 

 

 

La DCSA, in collaborazione con il Segretariato di Interpol Lione sta sviluppando la progettualità Southern Route, che coinvolge alcuni Paesi del continente africano  – Kenya, Madagascar, Mauritius, Mozambico, Sudafrica, Tanzania ed Uganda – nel contrasto al traffico di eroina, di provenienza afgana,  interessati dalla c.d. “Rotta del Sud“, che vede l’Europa e  il nostro Paese quali punti di transito ed arrivo di carichi di oppiacei  L’iniziativa, che rientra nel più ampio progetto denominato “Icarus – sviluppato dalla DCSA in collaborazione con il  Dipartimento per le Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri,  si colloca nel contesto della  cooperazione internazionale di polizia nel settore antidroga al fine di studiare ed analizzare il fenomeno per elaborare sistemi di contrasto operativo congiunto di tali traffici e dei fenomeni connessi alla diffusione delle sostanze stupefacenti in talune regioni di transito.

Ad ottobre 2022 si è tenuto a Roma il 1° meeting presso la Scuola di Perfezionamento per le Forze di Polizia nell’ambito del Progetto, con la partecipazione di rappresentanti di alto profilo degli Uffici Antidroga esteri e di qualificati funzionari ed Ufficiali degli Uffici Centrali delle forze di polizia nazionali e, alla fine di novembre, si sono tenute le prime giornate di studio, confronto e scambio operativo presso il porto commerciale-passeggeri e l’aeroporto internazionale della capitale delle Mauritius, Port Louis.

Lo scorso mese di giugno si è svolta, in Kenya, la seconda “tappa” della parte “esecutiva” del  Progetto Rotta del Sud, che ha visto una delegazione della DCSA partecipare a due giorni di mentoring e due operational days, con la polizia keniota; le attività si sono sviluppate rispettivamente presso l’aeroporto di Nairobi e nel  porto commerciale di Mombasa, due hub strategici per la Rotta del Sud. Agli incontri hanno preso parte, assistiti dall’Esperto per la Sicurezza presso l’Ambasciata italiana a Nairobi, V.Q. P. di S. Marco Azzarone, il Direttore del I Servizio pro tempore, Dir. Sup. P. di S. Dott. Emilio Russo, unitamente al Cap. G. di F. Alberto Cirafici  (Nairobi) e il Direttore  della 1^ Divisione del III Servizio, Primo Dirigente P. di S. Alessandra Ortenzi, accompagnato dal V.Q.A. P. di S. Andrea Carabei (Mombasa), con la partecipazione, in entrambe le città, di personale di supporto della DCSA.  Alle giornate di mentoring e di controlli operativi  in aeroporto e nel porto, svolti dalle autorità keniote, alla presenza della DCSA, hanno partecipato anche il Col. Fabrizio Musci, comandante del Gruppo della Guardia di Finanza di Fiumicino, ed il Ten. Col. Danilo Persano, comandante del Gruppo G. di F. di Gioia Tauro, in qualità di esperti nei dispositivi operativi  di contrasto al traffico di stupefacenti negli aeroporti e nei porti.

A sottolineare l’importanza delle giornate di confronto e scambio, anche dal punto di vista operativo, la partecipazione all’apertura dei lavori del Vice Capo della Polizia e Direttore della Direzione Centrale Investigativa – DCI -della Polizia del Kenya, Mohamed Ibrahim Amin Ali che, lo scorso aprile. ha effettuato una visita istituzionale presso la DCSA.

Nel corso delle giornate gli esperti della DCSA hanno descritto la fondamentale azione di coordinamento investigativo esercitata dalla Direzione Centrale nel settore del narcotraffico, una delle più longeve e riuscite esperienze interforze in seno alle forze di polizia nazionali, evidenziando come la stessa sia stata la prima struttura, in ambito nazionale, a disporre di propri Ufficiali di collegamento antidroga all’estero, in qualità di “Esperti”, distaccati nei crocevia internazionali della produzione, transito e del traffico illecito della droga, che promuovono prioritariamente la cooperazione di polizia contro il narcotraffico e svolgono attività di studio, osservazione e raccordo con i competenti organismi esteri. 

Proseguendo, è stato evidenziato come la cooperazione internazionale di polizia giochi ormai un ruolo decisivo ed è diventata asse portante e necessaria del sistema di sicurezza degli Stati, in ragione della necessità di contrastare fenomeni criminali sempre più pervasivi, tra i quali rientra certamente il narcotraffico. Successivamenteè stato illustrato un  fondamentale aspetto che connota la Direzione, costituito dal coordinamento operativo delle cosiddette operazioni speciali (operazioni sotto copertura e consegne controllate), oltre al ruolo  di referente nazionale per le richieste di abbordaggio (ex art. 17 Convenzione ONU del 1988) del naviglio sospettato di trasportare sostanze stupefacenti in acque internazionali.

Gli esperti della Guardia di Finanza hanno approfondito gli aspetti operativi dei sistemi di controllo e contrasto del traffico di stupefacenti attraverso i porti e gli aeroporti (expertise/best practices) e sulle operazioni speciali: attività sottocopertura e consegne controllate. Gli stessi hanno illustrato, oltre alle tecniche investigative antidroga,  gli strumenti utilizzati nell’attività di controllo preventivo svolto nei porti e negli aeroporti, specificando le best practises sviluppate nell’ approfondita analisi di rischio che viene svolta sui c.d.  elementi “sospetti” – relativi ai container, ai passeggeri ed ai bagagli –  per individuare i target (umani e/o di tipo commerciale) da sottoporre a controllo ed ispezione alla ricerca dello stupefacente – occultato secondo diverse modalità – . Sono stati illustrati, anche, i diversi metodi di  occultamento della droga che viene trasportata per via aerea e marittima.

A chiusura dei lavori, i partecipanti hanno espresso la propria soddisfazione per il proficuo confronto che si è sviluppato durante le giornate di incontro , che apre nuove prospettive per una collaborazione antidroga sempre più stretta tra i Paesi coinvolti, necessaria per poter fronteggiare una minaccia “globale”, che travalica i confini e colpisce tutti.

 

Tra i mesi di maggio e giugno u.s. si è sviluppata un’importante attività antidroga, il cui successo è stata la conseguenza di un’efficace cooperazione internazionale che si è instaurata tra le autorità uruguayane, portoghesi, spagnole ed italiane. In particolare, l’indagine è stata avviata a seguito del rinvenimento di 40 kg di cocaina presso l’aeroporto di Montevideo (Uruguay), occultata all’interno di 6 tavole da surf spedite da un cittadino italiano in Portogallo e destinata in Italia con transito in Spagna. Le Autorità hanno, pertanto, inoltrato una richiesta di consegna controllata internazionale verso il Portogallo, con il contestuale interessamento dell’Italia, attraverso l’Esperto per la Sicurezza della DCSA presso l’Ambasciata d’Italia in Argentina, competente anche per l’Uruguay.

La strategia condivisa dai Paesi interessati ha permesso il buon esito dell’operazione speciale internazionale, con l’arresto a Lisbona, il 7 giugno u.s., da parte della polizia portoghese di due italiani ed il successivo 11 giugno, di un terzo complice connazionale arrestato dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria, colpito da un mandato di cattura internazionale.

L’Autorità Giudiziaria e la polizia uruguayana, a conclusione dell’importante attività di contrasto antidroga, memorabile in quanto si tratta della prima consegna controllata internazionale effettuata da quel Paese verso l’Europa, hanno indetto, il 13 giugno u.s., una conferenza stampa divulgativa, alla quale hanno preso parte il Ministro dell’Interno dell’Uruguay, Luis Alberto Heber Fontana, il Capo della Polizia Nazionale uruguayana, Comisario General (Gen C.A.) Jose’ Manuel AZAMBUYA e il Comisario General (Gen C.A.) Juan Jesús RODRÍGUEZ REINA – Director de la Dirección de Investigaciones de la Policía Nacional DIPN e, in modalità videoconferenza, le Autorità dei Paesi che hanno collaborato.

Per l’Italia ha presenziato il Procuratore di Reggio Calabria, dott. Giovanni Bombardieri, il Primo Dirigente della P. di S., dott.ssa Alessandra Ortenzi della DCSA – per l’attività di coordinamento espletata nel corso dell’operazione – esponenti della struttura operativa della Polizia di Stato e l’Esperto per la Sicurezza presso l’Ambasciata d’Italia in Argentina (Buenos Aires), Magg. CC Marco Di Maggio.

Il successo dell’operazione conferma l’importanza della cooperazione internazionale a livello giudiziario ed investigativo, nella consapevolezza che solo uno sforzo congiunto può strategicamente riuscire a fronteggiare in maniera più efficace e determinante la minaccia del narcotraffico.

Dal 5 al 9 giugno si è svolto il 12° Corso Drug on Line, organizzato dalla DCSA e destinato agli operatori delle forze di polizia nazionali, impiegati nel contrasto al narcotraffico, che si sviluppa anche nella rete. Come è noto, infatti, il traffico di stupefacenti è riuscito a ritagliarsi uno spazio virtuale importante, generando un enorme volume d’affari che ha consentito ad abili criminali, esperti d’informatica, di arricchirsi, facendo leva sulle potenzialità che il web offre in termini di “anonimato” nella navigazione e nelle procedure di pagamento – bitcoin – per gli illeciti acquisti effettuati.

All’attività formativa hanno partecipato 33 frequentatori (oltre che della

 DCSA, della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, della Polizia Penitenziaria e delle forze di polizia del Kenya, Marocco, Messico, Perù, Portogallo, Seychelles e Spagna). Durante il corso sono state approfondite tematiche specialistiche relative al contrasto del narcotraffico che “corre” nel web e sui social, sia con riguardo alla prevenzione – come il monitoraggio della rete – che alla repressione, grazie a strumenti giuridici e tecnici innovativi ed in continua evoluzione, necessari per stare al passo con le “strategie criminali digitali”, utilizzate dai trafficanti online.

Durante la formazione, dopo essere stati illustrati i compiti della DCSA in termini di monitoraggio della rete, attivazione e coordinamento info-investigativo delle attività antidroga delle forze di polizia in questo ambito e di supporto tecnico ed economico alle indagini, sono stati analizzati: i compiti della Sezione Drug@online della Direzione Centrale; i market place nel darkweb, ovvero  le “vetrine” attive per la vendita di svariati prodotti illeciti, tra cui le sostanze stupefacenti;  i canali di comunicazione digitali usati per il traffico on line; gli strumenti di pagamento elettronico  e le criptovalute, moneta virtuale “anonima” per i pagamenti di droga; i traffici internazionali di precursori nel web; le forme di riciclaggio connesso al narcotraffico online, attraverso  l’utilizzo delle criptovalute ( ad es. i  bitcoin); l’esposizione e l’ analisi di  casi operativi di contrasto conclusi. Un particolare focus è stato destinato alle sofisticate e speciali tecniche di indagine, ovverosia le intercettazioni telematiche, l’utilizzo dei captatori (c.d. trojan) inoculati nei dispositivi informatici e smartphone dei narcotrafficanti, le operazioni sotto copertura nella rete ed eventuali “consegne controllate” della sostanza. Da ultimo, sono state esaminate le azioni di contrasto al terrorismo internazionale e al relativo finanziamento anche attraverso gli illeciti traffici di droga sul web.

Hanno fornito il loro prezioso contributo al corso, esperti del settore antidroga, tra i quali, appartenenti alla DCSA, ai Reparti investigativi specializzati della Polizia di Stato (Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni), all’Arma dei Carabinieri (Raggruppamento Operativo Speciale), alla Guardia di Finanza (Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Telematiche), alla DEA (Drug Enforcement Administration), nonché un qualificato rappresentante del mondo universitario (Università di Bologna)

Il 6 giugno è giunta in visita istituzionale presso la DCSA la Direttrice dell’Office Anti Stupéfiants (OFAST), Dott.ssa Stephanie CHERBONNIER, accompagnata dal Capo Sezione Cooperazione Internazionale,  dr. Jacques GOMBEAUD, l’Addetto per la Cooperazione e la Sicurezza presso l’Ambasciata di Francia a Roma, Col. Grégory GOUMAIN; il Vice Addetto per la Cooperazione e la  Sicurezza, dr. Christophe CENCIG e l’Ufficiale di Collegamento francese presso lo SCO (DAC), dott.ssa  Sophie BERMONT, al fine di sviluppare una strategia comune contro il narcotraffico, nei contesti internazionali bilaterali e  multilaterali.

Il Direttore Centrale, Gen. C.A. G. di F. Antonino Maggiore, ha accolto la delegazione unitamente ai Direttori dei tre Servizi e ai rispettivi Capi Divisione, con i quali è stato affrontato l’incontro sulla specifica tematica antidroga, sia dal punto di vista strategico che operativo.

Nel corso del suo intervento, il Gen. Maggiore ha illustrato la struttura organizzativa della DCSA e le sue funzioni, con particolare riferimento al ruolo di coordinamento investigativo e di cooperazione internazionale di polizia in materia antidroga. In tale contesto, tematica di importante rilievo è stata quella della rete di esperti per la sicurezza, distaccati all’estero nei crocevia internazionali della produzione, del transito e del traffico illecito della droga, che promuovono prioritariamente la cooperazione di polizia contro il narcotraffico e svolgono attività di studio, osservazione e raccordo con i competenti organismi esteri. La gestione dei flussi informativi e l’attività degli esperti sono gli elementi strutturali della cooperazione internazionale, in cui si esprime la centralità della Direzione nel dispositivo di contrasto. La DCSA, attraverso un costante confronto e scambio operativo con tutti i Paesi coinvolti, punta a potenziare sempre più  la cooperazione nel contrasto antidroga. Successivamenteè stato illustrato un altro fondamentale aspetto che connota la Direzione, costituito dal coordinamento operativo delle cosiddette “operazioni speciali” (operazioni sotto copertura e consegne controllate), nonché la posizione di referente nazionale per le richieste di abbordaggio (ex art. 17 Convenzione ONU del 1988) del naviglio sospettato di trasportare sostanze stupefacenti in acque internazionali.

Nel prosieguo, l’intervento si è focalizzato sugli aspetti specifici legati al traffico di stupefacenti attraverso le aree portuali italiane, tra le quali spicca il porto di Gioia Tauro che rappresenta uno degli scali tra i più importanti del Mediterraneo e d’Europa, nel quale, annualmente, circolano moltissime navi cargo e milioni di container. Le indagini e le analisi  svolte dimostrato che l’hub calabrese si trova al centro della c.d. “nuova rotta del Mediterraneo“, utilizzata dalle organizzazioni criminali in alternativa alle tradizionali rotte verso i grandi porti del Nord Europa e, spesso, con carichi destinati ai paesi dell’aerea balcanica. Nel tempo, le autorità italiane hanno sviluppato, oltre all’esperienza investigativa in materia, una expertise specifica sui controlli in area portuale,  ovvero delle “buone prassi” basate su una complessa ed articolata analisi di rischio di vari fattori che permette di focalizzare le navi ed i container sospetti sui quali effettuare le operazioni di monitoraggio, controllo ed ispezione e, in caso di riscontro positivo e,  quando possibile,  avviare attività di consegne controllate – nazionali ed  internazionali –  di stupefacenti. Inoltre, l’Italia ha sviluppato una stretta collaborazione di polizia a livello internazionale con i servizi antidroga dei vari Paesi europei e degli altri continenti.

Nel corso del suo intervento, la Direttrice dell’OFAST  – Ufficio centrale investigativo e di coordinamento antidroga della Direzione Centrale della Polizia Giudiziaria  (DCPJ) del Ministero dell’Interno francese  –   Dott.ssa Stephanie CHERBONNIER,  ha ribadito la volontà di proseguire i già solidi – e storici – rapporti di collaborazione con le autorità italiane nella prevenzione e contrasto antidroga, implementando la cooperazione nelle già numerose attività investigative antidroga congiunte in corso  e auspicando lo sviluppo di ulteriori indagini, anche con  l’effettuazione, quando possibile, di operazioni speciali – consegne controllate e operazioni sottocopertura –  in cooperazione tra la Francia e l’Italia. La stessa Direttrice dell’OFAST e il  Direttore Centrale della DCSA, hanno  sottolineato, in pieno accordo, l’importanza di potenziare, sempre più, la già ottima collaborazione esistente  tra Italia e Francia, anche con  gli altri paesi europei e di altri continenti  per un efficace contrasto antidroga. Infatti,  Italia e Francia sono Paesi centrali, in materia di flussi e quindi di contrasto antidroga, in quanto – anche per collocazione geografica nel continente europeo – sono  hub di transito, oltre che luoghi di destinazione finale  di ingenti quantitativi di stupefacente trafficato via mare, in particolare hashish di provenienza marocchina e cocaina  in arrivo dal sudamerica. I due Direttori hanno, quindi, sottolineato  l’importanza per entrambi i Paesi, di usare strategie e strumenti operativi comuni di contrasto antidroga sempre più affinati e al passo con le accelerazioni vertiginose dello sviluppo del mondo digitale in genere, per fronteggiare le nuove sfide, tra cui, essenziale, la decriptazione delle comunicazioni su eventuali nuove piattaforme criptate, sistemi ormai di uso comune per  la criminalità  organizzata, coinvolta nel narcotraffico internazionale.

Al termine della visita istituzionale, i membri della delegazione hanno espresso il loro apprezzamento per il proficuo confronto che ha consentito di acquisire elementi conoscitivi sui rispettivi sistemi di prevenzione e contrasto, nonché rilanciare le strategie comuni nei contesti multilaterali, in particolare con il MAOC-N di Lisbona, organismo per la cooperazione contro  il traffico illecito di stupefacenti via mare e aria, cui prende parte anche l’Italia, attraverso la DCSA, che ha li distaccato un proprio ufficiale di collegamento. 

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Nella mattinata del 5 giugno, in Italia e in altri Paesi dell’Unione Europea (Germania e Spagna), militari della Guardia di Finanza di Catanzaro – con la con la collaborazione del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (SCICO) e delle forze di polizia della Germania e del Belgio, con il coordinamento della Procura della Repubblica – DDA di Catanzaro ed il supporto di Eurojust, Europol e della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga – hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un’associazione a delinquere, composta da 25 indagati, finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti. La misura ha visto l’impiego di oltre 200 i finanzieri e delle unità cinofile, antiterrorismo e della componente aerea della Guardia di Finanza.

L’operazione, convenzionalmente chiamata “Gentleman 2“, rappresenta l’epilogo di una complessa indagine iniziata nel 2020 con la costituzione di una Squadra Investigativa Comune (SIC), formata da militari del Nucleo PEF di Catanzaro e da appartenenti alle forze di polizia tedesche e belghe. Nelle indagini hanno rivestito un ruolo fondamentale gli strumenti della cooperazione internazionale, che hanno permesso di avviare una proficua collaborazione tra le rispettive forze di polizia e le relative Autorità Giudiziarie e che hanno, così, consentito l’utilizzabilità dei risultati investigativi nei procedimenti penali degli Stati interessati.

L’indagine ha permesso di ricostruire gli assetti del sodalizio criminale, operativo nel narcotraffico di cocaina, eroina ed hashish e con base logistica in Provincia di Cosenza e con ramificazioni in Germania. La gravità degli indizi raccolti ha, inoltre, consentito di individuare un’altra struttura criminale, radicata in Corigliano-Rossano, dedita al traffico di marijuana ed hashish sul territorio.

La Direzione Centrale per i Servizi Antidroga nell’ambito dell’operazione Gentleman 2,  oltre a svolgere  il consueto coordinamento, ha fornito un prezioso contributo alle indagini,  segnalando numerose convergenze investigative, assicurando le molteplici esigenze di cooperazione internazionale per il tramite dei dipendenti Esperti per la Sicurezza (Madrid, Bogotà) e supportando le attività dal punto di vista tecnico-logistico e finanziario.

Il brillante risultato dell’operazione è stato divulgato nell’ambito della conferenza stampa presieduta dal Procuratore della Repubblica di Catanzaro, a cui ha partecipato anche la D.C.S.A. – leggi qui il comunicato stampa.

 

Il 26 aprile, il Direttore Centrale della DCSAGen. C.A. G. di F. Antonino Maggiore, unitamente ai Direttori del I e III Servizio, Dir. Sup. P. di S. Dott. Emilio Russo e Gen. Brig. CC Gianfranco Scafuri e ai Capi Divisione, Col. G. di F. Alessandro Cavalli I Dir. P. di S. Alessandra Ortenzi, ha accolto in visita istituzionale il Vice Capo della Polizia keniana e Direttore della Direzione Centrale Investigativa – DCI -della Polizia del Kenya, Mohamed Ibrahim Amin Ali, accompagnato dal Personal Assistant, Lawrence Some, dal Direttore Centrale Antidroga, Margaret Wothaya, dal Direttore Centrale Antiterrorismo Johnstone Mukalo. All’incontro hanno preso parte anche l’Esperto per la Sicurezza a Nairobi, Vice Questore Aggiunto P. di S. Marco Azzarone e un rappresentante del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia (DCPC).

La delegazione, prima dell’inizio dei lavori, è stata ricevuta – al seguito del Gen. Maggiore – dal Direttore della Direzione Centrale Polizia Criminale – Vice Direttore Generale del Dipartimento, Prefetto Vittorio Rizzi, con il quale si sono intrattenuti per un breve saluto.

Inizialmente, ha preso la parola il Direttore Centrale che ha illustrato la struttura organizzativa della DCSA e le sue funzioni. In tale contesto, nell’evidenziare la complessità del sistema italiano, caratterizzato dalla presenza di una pluralità di forze di polizia, ha descritto la fondamentale azione di coordinamento esercitata, nel settore del narcotraffico, dalla Direzione Centrale, una delle più longeve e riuscite esperienze interforze in seno alle forze di polizia nazionali.

Tra gli argomenti trattati, un particolare focus è stato destinato a quello della rete di esperti per la sicurezza, distaccati all’estero nei crocevia internazionali della produzione, transito e del traffico illecito della droga, che promuovono prioritariamente la cooperazione di polizia contro il narcotraffico e svolgono attività di studio, osservazione e raccordo con i competenti organismi esteri. La gestione dei flussi informativi e l’attività degli esperti sono gli elementi strutturali della cooperazione internazionale, in cui si esprime la centralità della Direzione nel dispositivo di contrasto antidroga. Il Direttore della DCSA ha, quindi, evidenziato l’importanza del Kenya  per la cooperazione di polizia con l’Italia e l’Europa, nel contrasto al narcotraffico e alla criminalità organizzata, anche alla luce delle nuove rotte della droga che coinvolgono la parte orientale del Continente  africano citando, in particolare, la c.d. Southern Route.  In tale contesto, ha sottolineato la strategica, recente collocazione di un Esperto per la Sicurezza della DCSA proprio a Nairobi. Infine, nel sottolineare l’importanza della cooperazione internazionale, lo stesso Direttore  ha evidenziato la necessità di ispirarsi al noto principio follow the money, utilizzato dal giudice Giovanni Falcone nella lotta alla mafia.

Nel prosieguo, è stato illustrato un altro fondamentale aspetto che connota la DCSA, costituito dal coordinamento operativo delle cosiddette “operazioni speciali” (operazioni sotto copertura e consegne controllate), nonché la posizione di referente nazionale per le richieste di abbordaggio del naviglio sospettato di trasportare sostanze stupefacenti in acque internazionali. Da ultimo, è stato anche dato risalto all’istituzione all’interno della Direzione di una Sezione operativa, denominata “Drug@online”, che ha il compito di monitorare la rete internet, al fine di fornire il coordinamento delle attività repressive del commercio illecito di droga avvalendosi delle potenzialità della rete.

Il Vice Capo della Polizia e Direttore della Direzione Centrale Investigativa del Kenya,  Mohamed Ibrahim Amin Ali , ha affrontato diverse tematiche di interesse, oggetto di successivo dibattito e confronto, relative alla volontà di potenziare la cooperazione di polizia tra il Kenya e l’Italia nel contrasto al narcotraffico, soprattutto attraverso il citato Esperto per la Sicurezza a Nairobi, che può fungere da essenziale “raccordo” per lo scambio di informazioni in materia antidroga,  sia di tipo “strategico” che operativo. In particolare, il Vice Capo della Polizia keniota e il Direttore dell’Antidroga di quel Paese, hanno auspicato una efficace condivisione dei dati info-investigativi con le forze di polizia italiane, per il tramite della DCSA,  necessaria per poter avviare indagini parallele e  sviluppare, quando possibile, le citate “operazioni speciali” con l’Italia.  Lo stesso Direttore della DCI keniota ha auspicato anche l’avvio di un confronto e di un reciproco scambio, coordinato dalla DCSA,  delle  tecniche investigative e delle best practises utilizzate dalla forze di polizia nel contrasto antidroga nei due Paesi, soprattutto con riferimento alle attività di prevenzione e repressione svolte nei porti e negli aeroporti, classici luoghi di transito o destinazione delle sostanze stupefacenti. In questo contesto, è stata  condivisa l’organizzazione, da parte della DCSA, di programmi formativi e di mentoring da svolgere sia in Italia che in Kenya, a favore degli operatori di polizia antidroga. 

Al termine dei lavori i partecipanti hanno espresso la propria soddisfazione per il proficuo confronto che rappresenta un importante passo per consolidare forme di collaborazione e condivisione delle informazioni, nella consapevolezza che solo uno sforzo congiunto può strategicamente riuscire a contrastare i pericoli derivanti dalle organizzazioni criminali dedite al traffico internazionale di droga.

 

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