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Dal 17 al 28 ottobre scorso, presso la DCSA, si è svolto il “31° Corso per agenti sottocopertura”, con la partecipazione di 32 operatori delle FF.PP. (Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Penitenziaria e DCSA). Il corso, destinato alla formazione specialistica di operatori undercover da impiegare nei servizi antidroga, si è strutturato su due moduli addestrativi, della durata di una settimana ciascuno.

Durante il primo si è esaminato il quadro normativo italiano di riferimento, con un particolare focus sull’attività sottocopertura ed ha visto momenti formativi dedicati ai sodalizi criminali nazionali e mafiosi, attivi nel traffico di sostanze stupefacenti, alle “nuove” tecniche d’indagine per il contrasto del  narcotraffico attuato online (con l’utilizzo degli strumenti di pagamento elettronico delle droghe, quali i Bitcoin) ed alle connesse forme di riciclaggio. Sono state, inoltre, approfondite alcune tematiche specifiche: le tecniche operative  d’infiltrazione, la gestione delle identità sottocopertura, il supporto tecnico e utilizzo di apparati dedicati nell’ambito delle indagini undercover, il profiling delle sostanze stupefacenti (droghe sintetiche ed NPS) e l’individuazione dei laboratori clandestini.

Uno spazio importante è stato anche dedicato all’analisi delle rotte e dei traffici delle sostanze stupefacenti, nonché alla simulazione in aula di una o più operazioni da parte di undercover già specializzati ed all’analisi dell’impatto, della gestione e delle possibili criticità per l’operatore – sotto il profilo psicologico – di un’attività sottocopertura. Tali esercitazioni teorico-pratiche sono state guidate da qualificati funzionari psicologi della Polizia di Stato, proprio per analizzare al meglio e “far vivere” sui frequentatori stessi, la  complessità e le problematicità dello svolgimento e della gestione psicologica dello “stress” e del “vissuto” emotivo, tipici di  tali  attività undercover.

Hanno fornito il loro prezioso contributo al Corso,  qualificati docenti esperti  del settore, oltre che della DCSA, di altre Direzioni Centrali del Dipartimento della P.S. (DC di Sanità per gli psicologi della Polizia di Stato,  DCPC per lo SCIP,  DAC  P. di S. per il Servizio Centrale Operativo SCO ed il Servizio Polizia scientifica), di Uffici e Reparti delle FF.PP., specializzati in materia (Reparto Operativo Speciale dei CC, Nucleo Speciale Tutela Privacy e frodi  tecnologiche e SCICO della G. di F.), della Direzione Investigativa Antimafia (DIA), della Drug Enforcement Administration (DEA) e del mondo universitario (Università Sapienza di Roma e Università di Bologna).

 

 

 

 

 

 

 

 

Il 4 e 5 ottobre, si è tenuto a Rotterdam, nei Paesi Bassi, il congresso dedicato a “The Italian Approach”- “Il Metodo Italiano”, a cui hanno preso parte le autorità italiane e quelle olandesi, dedicato al modello italiano di prevenzione e contrasto alla criminalità organizzata di tipo mafioso, con un focus particolare sulla penetrazione dei gruppi criminali italiani negli asset economici ed infrastrutturali a maggiore rilevanza strategica di quel paese.
All’incontro, fortemente voluto dalla ministra della  giustizia  e sicurezza e dei Paesi Bassi Yeṣilgöz-Zegerius, hanno partecipato i massimi esperti italiani nella lotta alle mafie, che si sono confrontati con gli addetti ai lavori olandesi di alto livello, tra i quali funzionari e personale della Polizia olandese, del FIOD (Fiscal Information and Investigation Service), dell’Autorità giudiziaria e dello stesso Ministero della giustizia e sicurezza dei Paesi Bassi. Nella due giorni di incontri sono stati illustrati i profili storici, normativi e  operativi  della lotta alla mafia nell’esperienza pluriennale italiana, con il noto contributo di sangue pagato da “uomini di giustizia”, tra i quali sono stati ricordati i giudici Falcone e Borsellino e l’insegnamento lasciato in eredità: lavorare in cooperazione internazionale ed aggredire i patrimoni illeciti delle mafie – il famoso principio “follow the money“. Nello specifico, sono stati approfonditi i temi della documentazione ammnistrativa antimafia nell’azione di prevenzione e contrasto alla criminalità organizzata, l’azione di contrasto alla criminalità organizzata e il sistema del doppio binario tra repressione e misure di prevenzione patrimoniali, la politica antidroga sviluppata a livello nazionale e internazionale dall’Italia e l’attività legata alla prevenzione ed al contrasto alle organizzazioni criminali, anche in una prospettiva transnazionale. Le autorità olandesi hanno voluto un confronto particolare, oltre allo strumento delle misure di prevenzione patrimoniali, anche sul tema del regime carcerario speciale (41 bis) previsto per i detenuti mafiosi, sulle misure di protezione previste per i collaboratori e i testimoni di giustizia – gestite dal Dipartimento della Pubblica sicurezza per il tramite dell’Ufficio centrale per la sicurezza personale e del Servizio centrale di protezione (DCPC).
E’ intervenuto al Simposio, per la DCSA,  il Direttore Centrale  – Gen. C.A. G. di F. Antonino Maggiore – accompagnato dal Direttore del III Servizio  – Operazioni Antidroga –  Gen. B. CC Giancarlo Scafuri.
La delegazione del Dipartimento della pubblica sicurezza, guidata dal vicecapo della Polizia Vittorio Rizzi era composta dai vertici e da dirigenti  della stessa struttura dipartimentale. In particolare, hanno preso la parola il direttore dell’Ufficio per il coordinamento e la pianificazione delle Forze di polizia, Vittorio Lapolla – che è intervenuto con un focus sulla documentazione antimafia per la prevenzione e il contrasto della criminalità organizzata, misure  previste da una normativa nazionale di tipo speciale – il c.d. codice Antimafia –  e, quindi, il direttore centrale anticrimine della Polizia di Stato (DAC) Francesco Messina – che ha approfondito la tematica relativa al sistema italiano del “doppio binario” nell’aggressione all’apparato militare e ai patrimoni illeciti delle mafie. In particolare, il contrasto alle mafie italiane viene orientato su due livelli, per colpire sia il controllo “sociale” che le  stesse esercitano con strumenti militari che il potere economico-finanziario derivante dagli ingenti profitti delle attività criminali, “che diventa anche potere politico”. Altro concetto evidenziato è la caratteristica delle mafie italiane (camorra, ‘ndrangheta, cosa nostra, mafia pugliese) che, oltre ad essere ben radicate sul territorio, si sono delocalizzate agendo in tutto il mondo, specialmente nel narcotraffico, con propri affiliati. Per questo sono sempre più necessarie le joint venture tra le polizie e le magistrature dei diversi stati. Successivamente, il direttore centrale per i servizi antidroga, Antonino Maggiore, ha svolto un approfondimento sulla policy antidroga sviluppata a livello nazionale ed internazionale attraverso la DCSA e, a seguire, il direttore della Direzione investigativa antimafia (DIA) Maurizio Vallone ha illustrato il dispositivo nazionale antiriciclaggio contro le organizzazioni  criminali mafiose.  
Nel corso del suo intervento,  il direttore della DCSA, Generale Maggiore,  ha descritto, inizialmente, l’architettura del sistema antidroga italiano,  sviluppato sui due livelli  complementari – politico ed operativo –  dagli attori della prevenzione e della repressione del fenomeno droga. Sul versante della “domanda”, ruolo principale viene svolto dal Dipartimento per le politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri – organo di coordinamento delle attività di prevenzione, cura, trattamento e reinserimento sociale e lavorativo dei tossicodipendenti –  mentre, nel settore della “riduzione dell’offerta”, funzione fondamentale è svolta dalle forze di polizia con le attività di contrasto antidroga e,  nel sistema,  ruolo centrale è quello assegnato alla DCSA – organo  di coordinamento info-investigativo nazionale ed internazionale e di supporto, anche tecnico ed economico alle indagini. Il direttore centrale Maggiore ha descritto la fondamentale azione di coordinamento esercitata dalla DCSA nel settore del narcotraffico, una delle più longeve e riuscite esperienze interforze in seno alle forze di polizia nazionali.  Un particolare focus è stato quello sulla rete degli esperti per la sicurezza, distaccati all’estero nei crocevia internazionali della produzione, transito e del traffico illecito della droga, che promuovono prioritariamente la cooperazione di polizia contro il narcotraffico e svolgono attività di studio, osservazione e raccordo con i competenti organismi esteri. In questo contesto è stata rimarcata la necessità di dare sempre il più ampio respiro internazionale alle indagini sui traffici di droga, per raggiungere  l’obiettivo della disgregazione delle associazioni criminali nella loro interezza nei territori di tutti gli Stati coinvolti.
La gestione ed il coordinamento dei flussi informativi e l’attività degli esperti all’estero sono gli elementi strutturali della cooperazione internazionale, in cui si esprime la centralità della Direzione nel dispositivo di contrasto antidroga. Da ultimo, è stato anche dato risalto all’istituzione all’interno della DCSA della sezione operativa “Drug@online”, che ha il compito di monitorare la rete internet, al fine di fornire il coordinamento delle attività repressive del commercio illecito di droga, svolto dai trafficanti avvalendosi delle potenzialità del web.
Durante la due giornate si sono tenuti nove workshop tematici, a cui hanno preso parte qualificati esperti delle Forze di polizia italiane (DCSA, DCPC, UCIS, DIA, DAC, ROS e SCICO), nel corso dei quali sono stati approfonditi – in un proficuo confronto con esponenti della polizia e della magistratura olandesi – i più significativi ambiti legati alla prevenzione ed al contrasto alle organizzazioni criminali e del narcotraffico, con approfondimenti di tipo tecnico-operativo;  la riflessione ed il confronto sviluppato durante questi tavoli tecnici si sono incentrati sulle metodologie di indagine maturate nell’esperienza italiana, nel contrasto alle mafie ed al narcotraffico, sulle tecniche investigative  ed i particolari strumenti  disponibili ed utilizzati, sulla condivisione sinergica di informazioni e di buone prassi che produce una concreta cooperazione di polizia e giudiziaria , arma vincente per un efficace contrasto criminale.
La DCSA ha partecipato attivamente al workshop dedicato al tema ” condivisione dati”, replicato due volte nel corso della giornata, con un intervento del direttore del III servizio Operazioni della DCSA , Generale  Scafuri; allo stesso tavolo di confronto  tecnico con  i colleghi olandesi ha preso parte il direttore del SCIP della DCPC, Gen.B. G. di F. Giampiero Ianni. Le tematiche principali del tavolo sono state la centralizzazione e specializzazione  dei flussi informativi, condizioni necessarie per  l’avvio e lo sviluppo della collaborazione internazionale di polizia e giudiziaria nel contrasto alle mafie e al narcotraffico.

Il Generale Scafuri ha approfondito il tema della “Lotta al narcotraffico: le modalità operative del coordinamento”; nel suo contributo ha sottolineato, in particolare, l‘importanza e la necessità della circolazione e dello scambio delle informazioni operative tra gli investigatori, portando esempi concreti  di indagini congiunte che dimostrano l’efficacia della condivisione del flusso informativo di polizia e giudiziario, a livello nazionale ed internazionale, nel contrasto al narcotraffico internazionale ed alle criminalità organizzate di tipo mafioso che vi sono implicate.
Ha proseguito illustrando la tipicità del sistema italiano che prevede il coordinamento investigativo delle diverse forze di polizia nazionali  nel  settore antidroga  da parte della DCSA. L’azione della Direzione in questo settore  è fondamentale, sia  a  livello “interno” che “esterno”, in quanto  è l’unico organismo centrale italiano che ha il compito di ricevere e condividere tutte le informazioni relative al narcotraffico, oltre a coordinare le forze di polizie nella collaborazione internazionale con quelle estere. In questo contesto, inoltre, prezioso  è  il contributo della rete degli Esperti  per la sicurezza, in particolare della DCSA, collocati nelle aree, dei diversi continenti, strategiche per la lotta al traffico di stupefacenti. La DCSA, attraverso un costante confronto e scambio operativo con tutti i Paesi coinvolti, punta a potenziare sempre più  la cooperazione nel contrasto antidroga.

Le informazioni “scambiate” – date, ricevute ed elaborate – sono proprio  gli input necessari ad avviare indagini nei propri paesi,  a sviluppare conseguenti attività investigative congiunte e ad organizzare le operazioni speciali – le consegne controllate e le attività sottocopertura – che, ben oltre il risultato immediato del sequestro di droga, sono preziosi strumenti in grado di smantellare le organizzazioni criminali che gestiscono il narcotraffico e gli enormi profitti che ne derivano; ulteriore tematica  affrontata è stata, infatti,  quella della conseguente “aggressione” ai patrimoni  delle mafie, frutto dei traffici illeciti che l’Italia – grazie ad una normativa dedicata, colpisce con il famoso sistema del “doppio binario”: sequestri e confische di tipo preventivo e di tipo penale.  Complementare, nello stesso tavolo tecnico, è stato il contributo del  Direttore del SCIP  della DCPC dedicato alla “condivisione dei dati nel Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia”, nel quale  ha illustrato le grandi potenzialità dei sistemi informativi nazionali, in relazione al generale interscambio di notizie info-investigative con le polizie straniere, necessario per la cooperazione di polizia internazionale nei diversi settori criminali. In tale ambito, è stata evidenziata l’efficacia del progetto I – CAN (Interpol Cooperation Against ‘Ndrangheta), nato  da un accordo del 2020 tra il Dipartimento della Pubblica Sicurezza e Interpol, cui aderiscono 11 Paesi, con lo scopo di accrescere la cooperazione internazionale di polizia nel contrasto alla ‘ndrangheta.

A chiusura degli interventi della delegazione italiana ha preso la parola il  vicecapo della polizia  prefetto Vittorio Rizziche ha incentrato il proprio  contributo  sulla lotta alla criminalità organizzata ed il metodo antimafia. Proseguendo ha evidenziato la necessità di rafforzare sempre di più la cooperazione e la collaborazione operativa tra gli Stati, quale strumento imprescindibile per orientare in maniera efficace l’azione preventiva e repressiva.

In tale ambito è di fondamentale  importanza l’interscambio delle differenti professionalità ed esperienze tra i paesi, nonché la condivisione delle best pratices, al fine di sviluppare una strategia anticrimine unitaria e risolutiva, che comunque salvaguardi  la sfera dei diritti umani, quei diritti fondamentali riconosciuti dagli ordinamenti nazionali ed internazionali a difesa della dignità ed uguaglianza di tutti gli uomini.  Questo simposio, ha concluso Rizzi, è un eccellente esempio di come possa essere fruttuosa la cooperazione  tra Italia e Paesi Bassi proprio perché non si limita al confronto ed allo scambio di informazioni sui diversi sistemi normativi penali e giudiziari, bensì sia rivolto al confronto ed allo scambio operativo di best practises tra i  due Paesi, dì fondamentale  importanza nel settore del contrasto alle mafie, ai loro traffici illeciti, tra cui primeggia il business del narcotraffico ed al riciclaggio e reimpiego dei proventi delle loro  attività criminali. Al termine del Congresso, la ministra della Sicurezza e giustizia olandese ha manifestato il proprio apprezzamento per il successo dell’evento e per gli ottimi rapporti collaborativi tra Italia e i Paesi Bassi ed ha ringraziato le autorità italiane intervenute.
La stessa ministra ha divulgato l’evento sui social ed ha postato un  messaggio su Linkedin, che si  riporta qui tradotto:  “L’Italia ha purtroppo un’ampia esperienza del potere distruttivo della criminalità organizzata. La mafia esiste da centinaia di anni. Negli anni ’70 ed ’80 la mafia pensava di essere intoccabile. Le persone perbene ne hanno sempre più fatto le spese, come ad esempio i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Quegli omicidi hanno causato un vasto sdegno nell’opinione pubblica. E poi ad una accelerazione dell’approccio alla mafia. Un approccio più efficace e rigoroso con nuovi strumenti, misure e leggi. Nel corso della mia visita in Italia ho avuto modo di conoscere più da vicino il loro approccio alla criminalità grave. La cosa che mi ha più colpito è stato l’ampio respiro con cui gli italiani affrontano il problema. Negli ultimi anni anche noi abbiamo fatto dei passi in questa direzione e dobbiamo continuare così. In particolare voglio migliorare lo schema del collaboratore di giustizia, confiscare ancora più beni ai criminali e concentrare di più l’attenzione sul contrasto alle reti ed alle strutture di potere criminali nella loro interezza. Il contrasto non deve riguardare solo le figure di vertice, ma anche i collaboratori. Oggi ho partecipato ad un incontro unico tra italiani ed olandesi nel campo delle indagini. Questo simposio nei Paesi Bassi dimostra quanto siano stretti i nostri legami con l’Italia e quanto sia buona la cooperazione nelle indagini. Ne sono incredibilmente orgogliosa”.

Durante le due giornate di incontri  le autorità italiane hanno anche potuto visitare l’interno degli spazi portuali di Rotterdam e, quindi vedere da vicino  la vastità di tale struttura, e la sua “complessità” dal punto di vista dell’infiltrazione criminale internazionale e dei controlli.
Le grandi dimensioni e l’apparato logistico di questo porto rappresentano, infatti, una sfida continua per gli investigatori  impegnati nel  contrasto al  narcotraffico, sfida in cui il costante sforzo impiegato può essere più efficace solo se  svolto in cooperazione internazionale.

 

 

 

 

 

 

 

 

Il 7 ottobre, il Direttore Centrale della D.C.S.A., Gen. C.A. G. di F. Antonino Maggiore, ha fatto visita al Centro Italiano di Solidarietà (CeIS) don Mario Picchi di Roma – una delle più importanti comunità terapeutiche a livello nazionale a sostegno di coloro che sono caduti nel “tunnel” della droga – venendo accolto dal Presidente Dott. Roberto Mineo. L’Organizzazione, in linea con i principi che sono stati alla base della sua creazione negli anni ’70 del secolo scorso, sin da allora ha mantenuto vivo il suo impegno a combattere in prima linea contro il progressivo dilagare della diffusione della droga e delle sostanze stupefacenti in generale, una lotta che ancora oggi richiede un contributo continuo di mezzi morali e materiali unito ad un incessante riposizionamento di fronte alle nuove e crescenti insidie che questo nemico presenta.

Nel corso dell’incontro il Presidente della Onlus ha illustrato le procedure adottate dal Centro per la cura delle tossicodipendenze, incentrato sulle metodologie del Progetto Uomo, che prevede interventi sulla persona sia dal punto di vista terapeutico-riabilitativo che educativo. Una vota accolti nel Centro i ragazzi vengono avviati ad un complesso percorso durante il quale vengono costantemente seguiti per ridurre ed interrompere l’utilizzo di sostanze e stimolare e rafforzare la motivazione al cambiamento. Al termine del programma di riabilitazione è previsto lo svolgimento di attività lavorative, al fine di consentire il reinserimento sociale dell’interessato. Nel prosieguo, il Gen. Maggiore ha incontrato gli operatori della struttura ed ha parlato con alcuni ragazzi avviati al “Progetto Uomo”. Nel ringraziare il Presidente Mineo, il Direttore ha espresso il proprio plauso per l’oneroso e complesso lavoro svolto dall’associazione per ridare vita e speranza a quelle persone colpite dal dramma della droga, una realtà nei confronti della quale il CEIS e la DCSA indirizzano costantemente il loro impegno ed i loro sforzi, seppur in contesti diversi.

Il 6 ottobre, la Guardia di Finanza di Reggio Calabria ha eseguito, sul territorio nazionale, un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP su richiesta del Procuratore di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri, a carico di  36 persone – facenti parte di una articolata organizzazione criminale, con base logistica il Porto di Gioia Tauro e che gestiva un vasto traffico di stupefacenti dal Sud America – coinvolte in un vasto traffico transnazionale di sostanze stupefacenti, aggravato dalla finalità di agevolare la ‘ndrangheta. Tra gli arrestati, oltre a narcotrafficanti  internazionali, figura anche un funzionario dell’Agenzia delle Dogane. Contestualmente, la  stessa Guardia di Finanza ha dato esecuzione ad un provvedimento cautelare reale, finalizzato alla confisca dei beni nella disponibilità degli indagati fino alla concorrenza di un importo di oltre 7 milioni di euro. Nel corso delle attività, complessivamente sequestrate oltre 4 tonnellate di cocaina. I risultati dell’indagine – leggi qui il comunicato stampa  – sono stati illustrati  in una conferenza stampa, tenuta dal Procuratore Capo Bombardieri, con la partecipazione del Procuratore Aggiunto -DDA- G. Lombardo e dei Comandanti Regionale  – Calabria- (M. Geremia),  Provinciale (M.Cintura) e del Nucleo PEF della G. di F. di Reggio Calabria (M.Silvari).

Le indagini, avviate nel 2019 dal G.I.C.O. del Nucleo PEF di Reggio Calabria, sono state costantemente supportate dall’attività di coordinamento info-investigativo della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, che ha favorito e sostenuto la cooperazione con le polizie dei paesi europei, dell’area balcanica e sudamericani, interessati al traffico illecito. Le attività investigative si sono sviluppate anche grazie alla proficua collaborazione di Europol e della DEA americana (Drug Enforcement Administration).     

L’operazione ha consentito di smantellare un’articolata organizzazione criminale, attiva nello scalo portuale gioiese, che garantiva  il recupero di ingenti partite di narcotico giunte a bordo di navi cargo dal Sudamerica ed il successivo stoccaggio. Il sodalizio indagato era composto da esponenti delle principali famiglie mafiose di ‘ndrangheta, in grado di garantire l’importazione delle partite di cocaina, da coordinatori delle squadre di operai portuali infedeli e da operatori portuali incaricati di estrarre lo stupefacente dai container.

Il brillante risultato conseguito testimonia, ancora una volta, quanto sia necessaria la sinergica cooperazione a livello nazionale ed internazionale tra gli attori impegnati nel contrasto al narcotraffico, settore in cui la DCSA si impegna da sempre, con la costante attività di coordinamento investigativo e di  supporto – operativo, tecnico ed economico – alle indagini antidroga.

Video dell’operazione antidroga canale YouTube DCSA –     

L’operazione ha avuto ampia risonanza mediatica sia nella stampa che nelle reti televisive nazionali  TG2 (6 ottobre – min. 11,37) TG1 (7 ottobre – min. 11,04).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dal 3 al 4 ottobre si è svolto il  3° Corso per conduttori cinofili antidroga, organizzato presso il Centro addestramento cinofili di Asti dal Corpo della Polizia Penitenziaria. 

All’attività formativa hanno partecipato, in qualità di docenti, il Ten. Col. G. di F. Antonio Fassina ed il  Ten. Col. CC Marco Cavallo, Capi delle Sezioni Corsi di addestramento e formazione e Droghe sintetiche ed NPS della DCSA, coadiuvati dall’Ispettore G. di F. Gianni Santilli. Alla formazione specialistica, destinata a fornire contributi sia teorico  – normativi che tecnico – operativi sul settore delle sostanze stupefacenti, hanno partecipato 23 neo conduttori cinofili del Corpo di Polizia Penitenziaria.  Nel corso degli incontri, gli interventi si sono focalizzati, principalmente, sulle tematiche relative ai traffici nazionali ed internazionali di stupefacenti, sulla minaccia crescente delle droghe sintetiche (cannabinoidi, appioidi e catinoni sintetici), nonché sulle nuove sostanze psicoattive costruite ad  arte per aggirare la legislazione  antidroga.  In  tale  contesto,  sono  state illustrate  le  operazioni  speciali, con  particolare riferimento alla  figura dell’undercover ed alle  specifiche tecniche investigative svolte dall’agente sotto copertura   e   le   attività   di   controllo   “su  strada” finalizzate   alla   ricerca di   stupefacenti   anche con l’ausilio delle competenti unità cinofile. Le tematiche affrontate hanno permesso ai frequentatori del corso di acquisire le nozioni necessarie per il riconoscimento e l’individuazione delle differenti sostanze psicotrope, fondamentali per il percorso formativo di “conduttore cinofilo antidroga” e per il loro successivo impiego in ambito operativo.

Il 29 settembre, il Direttore della 1^ Divisione del I Servizio della DCSA, Col. G. di F. Alessandro Cavalli, ha preso parte ad una visita – organizzata presso il polo Anagnina interforze dal Dipartimento di Pubblica Sicurezza – di una delegazione composta da Colonnelli della Scuola di Formazione della Polizia Nazionale peruviana, guidata dal Generale Victor Zanabria Angulo.

Nel corso dell’incontro, il Colonnello Cavalli ha illustrato la struttura organizzativa e le funzioni specifiche della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga mentre, il responsabile della Sezione Relazioni Internazionali Bilaterali –Ten. Col. CC Marco Molinari – ha svolto un approfondimento sui compiti della stessa DCSA nel settore del coordinamento investigativo e della cooperazione internazionale di polizia in materia antidroga.

La visita, organizzata nell’ambito dei rapporti di collaborazione bilaterale con il Perù, ha permesso agli ufficiali della polizia peruviana di acquisire elementi conoscitivi sul sistema di sicurezza e sul coordinamento delle forze di polizia italiane, oltre che sulle strategie e tecniche investigative nazionali utilizzate nel contrasto alla criminalità organizzata ed al traffico di stupefacenti transnazionali.

Il 27 settembre, i Direttori del I e del III Servizio della DCSA, Dir.Sup. PS Dott. Emilio Russo e Gen.B. CC Giancarlo Scafuri, hanno preso parte ad una giornata studio – organizzata presso il polo Anagnina dal Dipartimento di Pubblica Sicurezza – per una delegazione composta da Ufficiali della Polizia Nazionale indonesiana, partecipanti ad un corso presso l’Indonesian National Police Education and Training Institution for Senior level officers.

Nel corso dell’intervento i Capi Servizio della DCSA hanno illustrato la struttura organizzativa della Direzione e le funzioni da questa esercitate, con un particolare focus sul ruolo di coordinamento investigativo e di cooperazione internazionale di polizia in materia antidroga.

La visita si inquadra nell’ambito di uno approfondimento svolto in diversi Paesi europei, finalizzato ad acquisire elementi conoscitivi sul sistema della sicurezza in Italia e sul coordinamento delle forze di polizia, sul contrasto alla criminalità organizzata transnazionale e di stampo mafioso, al terrorismo, al traffico di stupefacenti, all’immigrazione illegale, nonché sul sistema della formazione e sulla gestione dell’ordine pubblico in occasione di grandi eventi e manifestazione.

Dal 26 al 30 settembre scorso, si è svolto il 23° Corso per Responsabili di Unità Specializzate   antidroga, organizzato dalla DCSA.

Alla specifica attività formativa, destinata a fornire contributi sia teorico – normativi che tecnico – operativi all’azione di contrasto al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, hanno partecipato 23 funzionari ed ufficiali delle forze di polizia nazionali (Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia Penitenziaria).

Durante il corso sono state sviluppate, in particolare, le tematiche relative acoordinamento investigativo antidroga – specifica funzione della DCSA – delle operazioni speciali e degli agenti sotto copertura, con approfondimenti riguardanti la normativa vigente e gli orientamenti giurisprudenziali in materia.

In tale contesto, sono state illustrate le specifiche tecniche investigative e gli aspetti psicologici e di gestione dello stress dell’operatore “infiltrato”, anche attraverso un focus su alcune indagini sotto copertura concluse ed esposte da un undercover. Altri importanti argomenti dell’attività formativa hanno riguardato:  le tecniche di polizia giudiziaria per il contrasto al narcotraffico nel web; i metodi per il  monitoraggio ed il riconoscimento dei precursori, delle droghe sintetiche e delle Nuove Sostanze Psicoattive; le attività investigative connesse alla scoperta di laboratori clandestini per la produzione di droghe sintetiche; le misure previste nella legislazione nazionale ed internazionale per il contrasto della criminalità organizzata e dei patrimoni illecitamente accumulati e riciclati;  la cooperazione internazionale di polizia in materia antidroga; le squadre investigative comuni. 

 

 

 

 

 

L’attività di docenza è stata svolta da qualificati esperti in materia della DCSA, di Reparti ed Uffici centrali delle forze di polizia italiane, della D.I.A., oltre a magistrati della DNAA (Direzione Nazionale Antimafia ed Antiterrorismo), a funzionari del Segretariato Generale INTERPOL di Lione e ad illustri professori delle Università di Bologna e di Roma.

 

 

 

 

 

 

Il 26 e 27 settembre, il Direttore Centrale della DCSA, Gen. C.A. G. di F. Antonino Maggiore, accompagnato dai Direttori dei tre Servizi, ha ricevuto in visita istituzionale una delegazione estera, guidata dal Gen. Adel Abdulaziz Omar Salih, Capo Dipartimento Antidroga della Libia.

La prima giornata è stata rivolta all’approfondimento delle tematiche di interesse, quali il rafforzamento della cooperazione internazionale nella lotta al traffico di stupefacenti, le attività di formazione degli operatori di  polizia, i sequestri di droga effettuati destinati alla Libia, nonché il modus operandi a livello nazionale per la cura delle tossicodipendenze.

Il 27 settembre è stato visitato, a cura della D.C.S.A., il Centro Italiano di Solidarietà (CeIS) don Mario Picchi di Roma – una delle più importanti comunità terapeutiche a livello nazionale a sostegno di coloro che sono caduti nel “tunnel” della droga – venendo accolti dal Presidente Dott. Roberto Mineo. L’Organizzazione, nel tempo, ha avviato relazioni internazionali, sia a livello europeo che extraeuropeo, per realizzare scambi, visite e progetti finalizzate a creare programmi educativi e di prevenzione per tossicodipendenti, soprattutto in quelle aree geografiche in cui è più consistente la produzione, il traffico ed il consumo di sostanze stupefacenti.

Nel corso dell’incontro sono state illustrate le procedure adottate dal Centro per la cura delle tossicodipendenze, incentrato sulle metodologie educative del “Progetto Uomo”, che prevede interventi sulla persona sia dal punto di vista terapeutico-riabilitativo che educativo. Una volta accolti nel Centro i ragazzi vengono avviati ad un complesso percorso durante il quale sono costantemente seguiti per ridurre ed interrompere l’utilizzo di sostanze e stimolare e rafforzare la motivazione al cambiamento. Al termine del programma di riabilitazione è previsto lo svolgimento di attività lavorative, al fine di consentire il reinserimento sociale dell’interessato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il 19 settembre 2022, il Gen. B. CC Giancarlo Scafuri, Direttore del III Servizio della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, ha partecipato, unitamente all’Esperto per la Sicurezza in Madrid, Maggiore CC Francesco Manna, alla celebrazione del 55° anniversario della fondazione della Brigada Estupefacientes della UDYCO Central della Policia Nacional, tenutasi presso il complesso di polizia di Canillas della capitale iberica.

All’evento ha partecipato il Ministro dell’Interno spagnolo, Fernando Grande-Marlaska, accompagnato dal Direttore Generale della Polizia, Francisco Pardo Piqueras. Alla commemorazione sono intervenuti anche diversi membri della magistratura, oltre agli ufficiali di collegamento della polizie straniere in Spagna.

Nel suo discorso, il Ministro dell’Interno ha elogiato le numerose operazioni antidroga portate a termine con successo dall’unità, tra cui le recenti operazioni di Maninka e Vulcano, e ha sottolineato “un altro aspetto meno conosciuto del lavoro: la Brigada Central Estupefacientes è un pioniere nell’uso di tecniche investigative che sono state gradualmente incorporate nel sistema giuridico iberico, come le consegne e il transito controllato, le squadre investigative congiunte e l’uso di agenti sotto copertura“.

Nei suoi 55 anni di esistenza, la Brigada Central Estupefacientes ha effettuato più di 21.000 arresti e sequestrato oltre 500 tonnellate di cocaina, 1.100 tonnellate di hashish, 5,8 tonnellate di eroina e 10 tonnellate di droghe sintetiche. Ha inoltre sequestrato più di 250 imbarcazioni con carichi di droga e tre semisommergibili.

Tra i vari temi di rilievo, particolarmente significativo è stato quello affrontato dal Comisario Principal de Policia Judicial, Rafael Perez Perez, che durante il proprio intervento ha sottolineato l’importanza del ruolo della cooperazione internazionale nel contrasto al crimine transnazionale, ringraziando gli Ufficiali di collegamento presenti.

La delegazione italiana è stata ricevuta dal Comisario Antonio Juan Martinez Duarte, Jefe de la Udyco Central, con il quale sono stati affrontati temi di carattere strategico e, nel corso della cerimonia, il Gen. Scafuri ha avuto la possibilità di relazionarsi con le varie Autorità intervenute, che hanno espresso il proprio ringraziamento per la proficua collaborazione tra Italia e Spagna e l’importante contributo fornito dalla DCSA nella lotta al narcotraffico.

                                   

 

 

 

 

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